ADIR - L'altro diritto

Istituto Penale Minorile

Attività all'IPM

Quando abbiamo cominciato ad analizzare la risposta giudiziaria italiana alla devianza minorile ci è balzato all'occhio che in Toscana, e più in generale nell'Italia centrale, il vero problema è rappresentato dal trattamento dei minori devianti stranieri. L'esame dei dati relativi ai minori presenti nell'Istituto Penale Minorile (IPM) di Firenze offre, a questo proposito, un dato significativo: la maggioranza dei ragazzi lì presenti è di nazionalità non italiana. Molti di essi sono tunisini, o magrebini, o Rom. Né questo può stupire, tenendo conto della situazione di disagio in cui questi minori vivono. Proprio la loro condizione rende speso impossibile l'applicazione degli istituti alternativi alla detenzione (in particolare la sospensione del processo con messa alla prova, prevista dall'art. 28 d.p.r. 448 del 1988) che permettono ai minori italiani di non permanere nelle maglie della giustizia. Per i minori non italiani che non frequentano alcuna scuola, non hanno lavoro né possibilità di trovarlo, il nuovo processo penale, introdotto dal d.p.r. 448 del 1988, ha come sole risposte l'assoluzione per non imputabilità ed il perdono giudiziale e, subito dopo, la condanna alla pena detentiva. Paradossalmente dunque la riforma della giustizia minorile invece che porre tutti i minori sullo stesso piano ha posto le premesse perché si creasse un ampio solco che differenzia il trattamento dei minori italiani da quelli extracomunitari. Nei confronti di questi ultimi di fatto è venuta a sussistere una disparità di trattamento processuale che rende inefficaci le previsioni del d.p.r. 448 del 1988, vanificando le risposte al fatto criminoso previste dal legislatore. L'iter giudiziale riservato ai minori stranieri risulta differenziato, in malam partem, da quello percorso dai minori italiani ed è molto simile a quello riservato agli adulti.

L'altro diritto ha innanzitutto cercato di comprendere la cultura dei minori Rom ed extracomunitari. Il primo contatto è stato quello con i minori presenti nei campi Rom di Firenze. Il contatto è avvenuto grazie ad alcuni membri dell'associazione che, recandosi nei campi Rom, hanno cercato di comprendere e di discutere direttamente con i protagonisti il significato di comportamenti che dalla nostra società vengono considerati devianti, ma che per i minori Rom costituiscono percorsi di crescita e di identificazione con il gruppo.

Dal 1998 L'altro diritto si occupa concretamente dei problemi dei minori reclusi nell'IPM. La maggior parte di tali minori, come detto, è costituita da extracomunitari, appartenenti principalmente all'area magrebina (Marocco, Algeria, Tunisia) e a quella balcanica (albanesi, slavi in genere). Tra i detenuti di cittadinanza italiana, sono numerosi i Sinti e i Rom.

Il numero massimo di minori che l'Istituto, ricavato da strutture preesistenti e collocato in pieno centro storico, può attualmente ospitare è 34. I volontari de L'altro diritto operano all'interno dell'IPM tutti i mercoledì pomeriggio, con l'intento di istituire un'interazione con i ragazzi che si trovano in una condizione di "sradicamento" non solo sul piano strettamente giuridico, come nel caso dell'esclusione di fatto dall'accesso alle misure alternative alla pena detentiva; bensì anche sul piano umano, per la mancanza di qualsiasi contatto 'reale' con l'esterno. Assenza tanto più difficile da affrontare se si tiene conto della loro giovane età. Considerando che in media circa il 90% dei detenuti nell'Istituto è in attesa del giudizio definitivo, emerge limpidamente il perché del senso di precarietà e di incertezza se non di rassegnazione che i ragazzi avvertono nei confronti del proprio futuro. L'altro diritto cerca quindi di aiutare i reclusi nella soluzione di problemi apparentemente banali, ma che, per ostacoli di varia natura, in primis linguistica, si trasformano in realtà in situazioni di difficile comprensione e soluzione. Spesso, infatti, i minori detenuti incontrano difficoltà anche nel semplice reperimento di un difensore, oppure nel mettersi in contatto con il proprio avvocato, magari per conoscere la data di un'udienza o il giorno di uscita dal carcere.

Al di là di questioni immediatamente legate alla condizione giuridica dei minori, i volontari cercano inoltre di creare occasioni in cui essi, nonostante la reclusione, possano esprimersi 'liberamente'. Ogni anno, ad esempio, L'altro diritto organizza cene o merende all'interno dell'Istituto, le quali rappresentano importanti momenti di aggregazione. Inoltre, i volontari hanno, in più occasioni, prestato aiuto sul piano del recupero scolastico e assecondato discussioni su temi proposti dai minori, organizzando anche attività sportive.

In questo quadro nel 2005 L'altro diritto ha ideato e messo in atto nell'I.P.M. di Firenze un progetto intitolato Ludoteca multiculturale, finanziato dall'Ente Cassa di Risparmio di Firenze e dalla Provincia di Firenze. I risultati del primo anno di attività sono stati presentati e discussi nel corso del seminario tenutosi presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Firenze il 9 marzo 2006.

Il coordinatore dell'attività svolta all'IPM è Lucia Re.

Materiali