ADIR - L'altro diritto

ISSN 1827-0565

Appendice

Silvia Furfaro, 2004

Lettera della madre di Lorenzo Paolucci a Luigi Chiatti

Ho affrontato un lungo cammino interiore per raggiungere la pace e il perdono e per riuscire a scriverti. Non so perché tu abbia scelto di uccidere il mio bambino. Non so soprattutto perché tu abbia scelto proprio lui. Forse ha colto nei suoi occhi uno sguardo così tenero che la tua ferita è tornata a sanguinare. Io sono certa che una persona come te ha rinunciato per sempre alla tenerezza. Non ci può essere posto per la tenerezza in un cuore di pietra come il tuo. Così ho pensato che sia stata l'invidia della sua serenità, della semplicità, dell'innocenza con la quale ti ha seguito, ad aver stimolato la tua ferocia. Ti ha offerto tutto quello che era e che aveva. Non pensava certo di poter essere ucciso per essersi fidato di te. Non credeva che avresti fatto a pezzi il suo corpo, il suo cuore, la confidenza immediata che ha sentito per te. Sono certa che avevi bisogno di cogliere la sua fragilità, la sua impotenza, la sua disponibilità ad amare, il suo bisogno di sentirsi amato, per sentirti forte. O, forse, volevi essere quello che avrebbe mostrato a tutti, con la morte del mio povero bambino, l'assenza di un controllo in ragione della quale il lupo aveva potuto sbranare l'agnello. Hai certamente corteggiato il suo desiderio di attenzione, hai colto la sua debolezza per sacrificarlo alle tue paure. C'è una tale solitudine nel tuo cuore di pietra che forse volevi un bambino per riempirla di amore. Ma non ce l'hai fatta a risparmiarlo. Sono certa che l'hai ucciso perché non sopportavi che potesse credere in te, che potesse amarti. Io credo che tu voglia punire l'amore castigandolo negli occhi di chi ti ama. Per te, ogni amore è un errore. E chi sbaglia, deve pagare con la morte. Io credo che tu non abbia mai dato a nessuno la possibilità di amarti. Essere accettato non ti tranquillizza, essere creduto neppure. Essere benvoluto e, forse, amato esalta la tua crudeltà, la tua ferocia. Volevo dirti parole di pace ma, pensando a te, ho sulle labbra soltanto parole di dolore. Ma ti perdono. Non c'è, io credo, prigione interiore peggiore della tua. E ora, oltre al fantasma amico del mio bambino, dovrai convivere anche con il mio perdono. Si, io ti perdono e, con il tempo, imparerò ad amarti. Poiché la mia esistenza avrà ancora un senso se riuscirò a superare la prova più grande che la vita mi ha offerto. Una prova che richiede soltanto fede. Ti ho incontrato perché dovevo dare un perdono al tuo dolore immenso. Un dolore che viene dal cuore del tempo e dell'universo, che grida nella gola del mondo intero ed è l'urlo di ogni vittima che viene sacrificata all'odio, alla paura, alla solitudine. Ti perdono, cuore di pietra. E ti porto nel mio cuore caldo come un figlio anche mio. Sperando che, un giorno, anche la tua sofferenza abbia fine. E che tu possa perdonare tua madre.

La madre di L.

Il racconto di P.

Dal sito Danish Pedophile Association (oscurato a seguito di ordinanza di applicazione di misure cautelari marzo 2004).

Nonostante io abbia una netta preferenza per i maschi sia dal punto di vista fisico che da quello emozionale, mi sono sempre innamorato di bambine e sempre molto piccole. Quando avevo 20 anni, una sera andai con i miei genitori a cena da una coppia che aveva una bambina di 3 anni. Quando arrivammo a casa sua, lei si era appena svegliata. Io mi attaccai subito a lei, quando arrivò il momento di mettersi a tavola lei disse di volersi sedere vicino a me e così fece. Lei non smetteva un attimo di guardarmi, di ridere e di giocare. Finito di mangiare andammo nel salotto. Non so spiegarvi bene quello che facemmo, nei nostri giochi c'era molta fisicità, diciamo che ci siamo accapigliati per quasi tutta la serata; era soprattutto lei che cercava il contatto con me, io mi mettevo tranquillamente sul divano e lei ridendo mi saltava addosso. Ad un certo punto io gli dissi, toccandomi la bocca con un dito: "Dammi un bacio qui!" e lei allegramente me lo diede. Era la prima volta che ricevevo un bacio sulle labbra! Descrivere la bellezza di quel bacio e la sua intensità è impossibile! Mentre tornavamo a casa, io ero felicissimo e innamoratissimo, avevo vissuto uno dei momenti più belli della mia vita e adesso, ripensandoci, penso che sia stato veramente il giorno più bello. Sicuramente quella sera è stata la volta in cui ho ricevuto amore dal mondo dei bambini più di qualunque altra volta, un amore che nemmeno credevo potesse esistere! Un paio di giorni dopo tentai di rintracciarla, ma quando incontrai sua madre, e le dissi che li avevo cercati, lei mi rispose che per impegni di lavoro non stavano mai a casa. Quella sera pensai che probabilmente durante la notte avrei sognato il mio amore e fu così. Dovevo assolutamente rivederla. Per una settimana passai le giornate a cercarla, guardavo tutte le finestre e i balconi ma soprattutto cercavo la loro macchina parcheggiata, ma non avevo nessuna indicazione, potevano stare dappertutto, infatti non li trovai mai. Dopo un po' di tempo feci amicizia con dei bambini e con una bambina che allora aveva 4 anni. Mi convinsi subito che se l'avessi potuta conoscere personalmente me ne sarei innamorato ma non sapevo come fare. Quando riuscii a rivolgere la parola nacque davvero l'amore! Lei si affezionò molto a me, ogni volta che mi vedeva passare mi chiedeva di giocare con lei. Io, spesso, passavo davanti a lei e la ignoravo volutamente per vedere come reagiva. Non mi ha quasi mai deluso. Passavamo quasi tutto il tempo a giocare a pallone. Poi successero delle cose per cui non mi fu più molto facile frequentarla, così a malincuore, decisi di chiudere la mia storia con lei e con le altre due bambine che frequentavo. Da quella volta non sono mai più stato innamorato. Non so se ho voglia di innamorarmi ancora, ho paura di soffrire, di trovarmi nell'impossibilità di frequentare liberamente l'oggetto del mio amore. Eppure mi piacerebbe tanto poter provare ancora quelle sensazioni meravigliose che provavo anche solo nel pensare alle bambine di cui ero innamorato. Credo che se adesso dovessi sentire di provare amore per un bambino, cercherei di isolare quel pensiero e mi limiterei a provare solo affetto ma potrebbe essere molto difficile riuscirci.

Il test "Sei pedofilo?"

Dal sito Danish Pedophile Association.

Fai questo test

Alcuni psicologi hanno cercato di trovare un metodo per diagnosticare chi è pedofilo. Il metodo più diffuso è quello di applicare il cosiddetto "perter meter" sul pene del soggetto e mostrargli della pornografia infantile. Se l'apparecchio segnala che il pene si sta ingrossando allora si tratta di un pedofilo. Ma con grande disperazione degli psicologi, è risultato che l'87% degli uomini mostrano una reazione positiva a questo test (il 12% è impotente). Per sollevare dallo sconforto gli psicologi, gli esperti della Danish Pedophile Association hanno sviluppato questo test veramente affidabile. Senza altro equipaggiamento che una connessione a Internet, questo test può predire se una persona è pedofila. Questo test è basato sulla profonda conoscenza delle attitudini pedofile. Da notare che questo test è brevettato dalla Danish Pedophile Association. Gli psicologi che vogliono usare questo test devono pagare una licenza di 10$. Qualsiasi altro può usarlo gratuitamente.

1 - Stai visitando la zia Sally e lo zio Sam. Mentre sei seduto al tavolo da caffè, i loro figli vengono a mostrarti una barca giocattolo che essi stessi hanno costruito, che fai?

  • Dici: "Non disturbatemi, non vedete che sto parlando con vostra madre?".
  • Dici: "Oh, è carina. Come siete bravi. Perché non andate a provarla nella vasca da bagno?".
  • Dici loro come possono migliorare la barca.
  • Porti i bambini vicino al lago per provare se la barca può navigare. Improvvisamente scopri che hai trascorso cinque ore giocando con i bambini, e intanto zia Sally stava ancora aspettando con la sua torta fatta in casa.

2- Stai andando in bicicletta, quando passi vicino a un gruppo di ragazzini accalcati attorno a un bambino che è disteso per terra e sta piangendo.

  • Non gli presti attenzione.
  • Pensi che gli altri ragazzi sono li per aiutarlo e per confortarlo. Non c'è bisogno che mi fermi.
  • Ti fermi per un secondo e chiedi se è successo qualcosa di grave.
  • Parcheggi la tua bicicletta e conforti il bambino che sembra più bello, invece del bambino che sta piangendo.

3 - A lavoro un collega ti dice che c'è una chiamata per te:

  • È il tuo capo che vuole che verifiche alcuni conti.
  • È tua moglie che ti chiede di portare i bambini al doposcuola perché lei lavoro fino a tardi. Chiedi perciò un paio di ore libere.
  • È un bambino del tuo club sportivo che ti chiede se hai comprato le nuove informi.
  • È il bambino che hai incontrato al bar l'altro giorno che ti chiede di portarlo ancora al cinema.

4 - Il figlio dei vicini è a casa da solo per un paio di giorni:

  • Gli dici che può chiamare se ha dei problemi.
  • Lo inviti a cena.
  • Prepari un letto per lui a casa tua e lo porti a visitare il museo di scienze.
  • Pensi: Dannazione! Volevo che fosse la figlia!

5 - La figlia dei vicini è a casa da sola per un paio di giorni:

  • Le suggerisci di stare con sua nonna.
  • La inviti e le chiedi se può aiutarti a preparare la cena e a lavare i piatti.
  • Prepari un letto per lei a casa tua e la porti a un concerto del suo gruppo preferito.
  • Pensi: Dannazione! Volevo che fosse il figlio!

6 - Il figlio/a dei vicini non riesce a risolvere gli esercizi di matematica.

  • Non te en può fregare di meno.
  • Dici: "Perché li fai sempre all'ultimo minuto?".
  • Mostri dove sono descritti nel libro di matematica e spieghi nella maniera più pedagogica come risolvere gli esercizi.
  • Fai gli esercizi al posto suo/a e poi guardate la TV assieme.

7 - I tuoi amici ti fanno una visita. Il loro figlio di 4 anni ti guarda fisso per ottenere la tua attenzione e ti chiede di dagli un colpetto sul sedere:

  • Chiedi ai genitori di rimproverare il figlio.
  • Rimproveri il bambino.
  • Aiuti il bambino a mettersi i pantaloni.
  • Pensi: Se gli do il colpetto sul sedere sospetteranno che sia pedofilo, ma se non lo faccio reprimo la sua sessualità. In fine prendi l'orso pupazzo e fai in modo che il pupazzo dia un colpetto sul suo sedere.

8 - Una notte ti senti annoiato e accendi la TV. Cosa guardi?

  • Jerry Sprinter.
  • Un film romantico.
  • Un cartone animato.
  • Un programma sui giochi per computer.
  • Un concerto del gruppo di cui vanno matti tutti i teen-agers.
  • Fai lo zapping finché non trovi qualcosa con dei bambini.

9 - È prima di Natale e cataloghi provenienti da tutti i negozi riempiono le casette della posta. Cosa guardi?

  • Cerchi dove il profumo che vuole tua moglie è venduto al prezzo più basso.
  • Guardi i giocattoli per trovare quello ce vuoi regalare al tuo figlio maggiore.
  • Immediatamente cerchi le pagine con i bambini in mutande.
  • Hai messo un cartello che dice: Niente pubblicità, prego.

10 - Cosa fai nel tempo libero?

  • Faccio gli straordinari per accumulare denaro per comprarmi una macchina più grande.
  • Porto fuori la famiglia per un picnic.
  • Sono l'allenatore in una palestra di karatè.
  • Sono l'istruttore in una scuola di equitazione.
  • La mia casa è piena di modellini e di giochi per il computer. Tutti i bambini del vicinato vengono da me ogni pomeriggio.
  • Perdo tempo con un gioco per il computer cercando invano di venire in contatto con alcuni bambini. Quindi bevo per mandare via le mie frustrazioni.
  • Opero in una organizzazione contro l'abuso dei bambini.

11 - Negli spogliatoi di una piscina pubblica c'è un bambino che non riesce a levarsi il costume da bagno perché il nodo del nastro è diventato troppo stretto.

  • Non gli presti attenzione.
  • Chiami il bagnino.
  • Tagli il nastro per lui.
  • Furbamente, per venti minuti, cerchi di stringere il nodo.

12 - Chiami a lavoro e dici che non puoi andare perché sei ammalato. Ma la vera ragione è:

  • Sei stressato e non hai compilato il 730.
  • Hai promesso a tua figlia di portarla a comprare dei vestiti.
  • Sei stato tutta la notte a giocare al computer con il figlio dei vicini.
  • La figlia del cugino di secondo grado di un tuo collega non ha scuola e tu la porti al parco.

13 - Stai mangiando in un fast food. Nel tavolo accanto un ragazzino ha una discussione con il cameriere il quale dice che i pattini non sono permessi.

  • Non gli presti attenzione.
  • Aiuti il ragazzino a uscire.
  • Difendi il ragazzino, dicendo che dovrebbero essere più tolleranti verso i bambini.

14 - Alcuni ragazzi stanno giocando a pallone davanti alla tua finestra. Fanno molto rumore e tu non riesci a concentrarti sul libro che stai leggendo.

  • Chiudi la finestra.
  • Dici ai ragazzini di fare meno rumore.
  • Ti rallegri guardando i bambini. Scopri che è bel tempo e vai a farti una passeggiata.
  • Vai fuori a giocare con loro.

Il punteggio viene calcolato automaticamente. Questi i parametri:

0 - 24 Punti

Tu odi i bambini e metti le pillole anticoncezionali nel caffè di tua moglie. Ti incavoli quando un bambino ti disturba. Dovresti provare a rilassarti e notare che nella vita c'è di più dei soldi e della carriera.

25 - 48 Punti

Hai completamente dimenticato cosa è essere un bambino. In rare occasioni, quando sei assieme a un bambino, scopri che è veramente simpatico e carino, se solo non facesse così tanto rumore.

50 - 74 Punti

Pensi che i bambini sono le più graziose creature del mondo, ma alcune volte respingi un bambino con una veloce risposta quando invece avrebbe bisogno del tuo aiuto. Collabori con le organizzazioni che si occupano dei bambini bisognosi.

75 - 100 Punti

Sei un pedofilo incarnato! Spendi più tempo con i bambini che con gli adulti i quali ti sembrano noiosi. Non pensi che sarebbe meglio stare in compagnia di un adulto giusto una volta ogni tanto?.

La parola di un pedofilo

Quello sotto riportato, è tratto dal diario di un pedofilo che ha ripetutamente abusato di sua figlia e che da bambino è stato a sua volta violentato. (1) Di seguito si evidenziano alcuni passaggi delle numerose pagine, che sembrano interessanti. (2)

20 settembre ore 18.12

Visto che sono pazzo tanto vale divertirsi un po'.

... perché io voglio punire per quello che mi è stato fatto e per quello che sono stato indotto a fare, e voglio essere punito per quello che ho fatto. Tutto questo in un contesto che trascende il senso comune, in quanto il peggio è già successo e per quanto io possa esagerare in sadismo ed in efferatezza tutto questo è nulla in quanto il peggio è già successo. In realtà io non voglio che succeda realmente tutto questo, perché io voglio esser felice (3)...

20 settembre ore 20.15

Ieri sera mi sono sentito solo. C'è qualcos'altro, se no non è possibile spiegare tutta questa violenza che c'è in me. Sento quasi in ogni momento, di più se sono turbato, che potrei uccidere una persona (solo maschio adulto) provando solo un leggero senso di soddisfazione e niente altro. Il mio problema con gli altri ragazzini e ragazzi era che io rimanevo letteralmente (fisicamente) paralizzato se provocato; e l'infanzia è piena zeppa di provocazioni: basta pensare che la scuola, la classe, è la fossa dei leoni. Loro rendendosene conto si accanivano contro di me quasi automaticamente (come se, quasi non se ne rendessero conto). Mio padre era come me. Ricordo la sua frustrazione quando il garagista gli ammaccò la macchina (che pena pensare a mio padre) e oltre a non risarcirlo molto probabilmente in qualche modo lo sfottè (che lo sfottè lo immagino io). Fu allora che decisi di uccidere il garagista con un fucile a canne mozze (avevo pensato di andare di notte, quando dormiva). Ma non avendo il fucile né la capacità operative, comprai dei libri di armi e lo studiai a fondo.

...Il fatto di ricordare che io rimanevo fisicamente paralizzato di fronte alle provocazioni dei miei coetanei mi fa pensare di aver subito altre cose oltre ciò che ricordo (potrebbe esser che qualche adulto mi toccava e io rimanevo paralizzato; questa è una deduzione io non ricordo nulla per il momento). Devo fare attenzione a non inventarmi le cose. Ho letto (su di una rivista femminile) che può succedere.

4 ottobre ore 10.30

... Di scrivere sogni neanche a parlarne, anche se so che è importante. La vita è bella perché c'è di tutto: l'orrore, l'amore, l'amplesso e la lotta. Voglio fare molto sport, voglio diventare un buon lottatore. Per il momento mi sento un luccio (predatore d'acqua dolce) ma voglio diventare un formidabile ed elegante squalo bianco. Ho bisogno di una donna da amare e con cui dormire la notte. Ho capito che la mia malattia è la solitudine. Mi viene da piangere e poi da ridere. Ho capito che ho una grande intelligenza, una grande potenzialità nonostante i miei 41 anni. So che devo essere umile ma me ne dimentico e non ci riesco «la modestia crea la riuscita». Il nobile porta a termine. La legge del cielo vuota ciò che è colmo e riempie ciò che è modesto: quando il sole sta al culmine deve volgere al tramonto seguendo la legge celeste, e quando sta nel punto più profondo sotto la terra va verso un nuovo sorgere. Quando la luna è piena essa cala, secondo la medesima legge, e quando è vuota ricomincia a crescere. Questa legge celeste opera anche nel destino degli uomini.

Ore 06.05 (molto fumato) (4)

Perché non esprimo io il mio amore per Agnese? (5) Perché non lo esprimo in modo tangibile? Ha ragione Cristina (6) a non fidarsi di me, in me non c'è equilibrio, non c'è armonia. Perché quando penso alla tragedia tra me e mia figlia, penso a Cristina la giudicante? Quando io penso di fare (fantastico di fare) qualcosa per risolvere questa tragedia, nel mio immaginare, alla fine, quando ce l'ho fatta (è stata molto dura, ma ce l'ho fatta) c'è Cristina che mi guarda ed approva (vedo il suo viso che mi guarda l'espressione è seria, un'ombra di sorriso scintilla nei suoi occhi ed approva con un cenno lento del viso, ripetuto e il suo sguardo mi accarezza). È giusto o sbagliato che io veda lo psicoterapeuta come l'incarnazione del Bene, che mi piaccia pensarlo casto come Ghandi e che vorrei che mi convincesse che il bene è contagioso, dato che lui lo crede ed ha fondato la sua esistenza su ciò? È stata la prima persona che ho conosciuto che la pensa così; o magari ne ho conosciute anche delle altre, e non le ho riconosciute o forse mi sono dimenticato, ma non credo.

Adesso sto pensando di praticare la castità e mi sono ricordato che già altre volte in passato l'ho pensato; che sciocchezza, che sciocca illusione.

Mercoledì ore 18.13

Sono convinto che mio padre, durante il servizio militare, poco prima della guerra, abbia subito violenza carnale di gruppo, da parte dei suoi commilitoni. Mio padre era molto bello da giovane ed aveva un corpo quasi privo di peli. Trent'anni dopo ho conosciuto una di queste persone; io credo che sia stato lui l'istigatore (non ho nessun elemento, è solo una mia convinzione personale dovuta all'aspetto della persona, ed al fatto che era un po' più grande di mio padre). Sono convinto che mio padre abbia subito violenza di gruppo perché me lo ha raccontato lui, pur nascondendomi la violenza. Credo e lo dico con la morte nel cuore, che io sia stato l'unica persona a cui abbia raccontato la sua tragedia, e quando lo ha fatto ha pianto, cosa che non gli avevo mai visto fare prima... io avevo circa dodici anni. (7)

Mercoledì ore 18.30

Da poco, quando penso all'abuso subito da mio padre, il pensiero seguente è: perché sono così fortemente attratto dalla sodomia (con donne)? Ricordo di essermelo sempre chiesto, senza mai trovare una risposta soddisfacente; per un certo periodo pensai che mi piaceva sodomizzare le donne, perché è una cosa che può essere fatta a me; c'ero arrivato vicino: ora credo che mi piace perché è stato fatto a me. Era un desiderio pre-sessuale; quando incominciai bambino ad interrogarmi sul sesso, - ero piccolo-; ero isolato e senza confronto con i miei coetanei; mio padre alle domande sul sesso mi rispondeva: «capirai da grande» facendomi idiota (non fornendomi gli strumenti). Dopo anni di domande, mio padre mi diede un'informazione meccanica della riproduzione senza il minimo riferimento alla parte affettiva. Per molti anni ho creduto che non esistesse, mi aveva nascosto anche che alle donne piace, avevo capito che ci facevano un favore. Mi chiesi se «inculare» fosse un modo di dire o se fosse possibile col mio piccolo pisello entrare in un ano come il mio, visto che da bambino avevo questo desiderio già presente (da prima) in me.

17 febbraio

Il presente e la disperazione per la coscienza dell'accaduto, per cominciare a capire chi cazzo sono; sono una belva, sono sempre pericoloso e se non mi isolo sempre lo sarò. Non riesco ad immaginare in che modo io possa isolarmi. Quello che è strano è che io non mi sento in colpa. Mi sento dannoso, schifoso, un'anima nera come scheggia di roccia vulcanica.

Fantastico di partire, andare a nord, sempre a nord fino a raggiungere il polo; penso non so perché, che forse lì mi sentirei in pace, al sicuro perché fa freddo e lì non c'è nessuno. Credo che non andrò a nord, perché il nord rappresenta la morte; andrò ad est, in Himalaia e pregherò di essere ammesso in un monastero.

18 febbraio ore 7

Che stolto che sono a pensare di poter lavorare, di poter avere una compagna; per me non è possibile vivere come la maggior parte delle persone, e neanche lo voglio. Per me non è possibile vivere. Forse potrei vivere in un monastero ma è troppo lontano ed io non ho più energia. Voglio sdraiarmi ed attendere la morte; vorrei fumare, scrivere e pensare. Allontanarmi pian piano dalle persone care senza piangere. Vorrei sentirmi in pace. Non sento colpa. Solo di essere sbagliato, inadatto a vivere. Vorrei delle sigarette e della musica, ma non si può pretendere nulla. Agnese dovrà prendere atto di non avere un padre e di non averlo mai avuto. La fame, la sete, sbrigatevi.

Alcuni giorni fa ho fatto sesso con un uomo... Sono stato io ad iniziare l'azione sessuale e con l'atteggiamento corporeo, ho assunto un ruolo passivo (8). Nel modo di fare sesso ci sono state punte di violenza che io ho subito.

Il racconto prosegue suddiviso per pagine e non più per giorni:

Pagina 1

... Credo che sia stato mio padre a farmi qualcosa quando ero bambino, e forse mia madre che ha visto o percepito da allora è impazzita. Quando penso a queste cose affiora l'immagine sfocata color carne. Ricordo anche che da piccolo la notte mi attorcigliavo e strappavo i capelli dalle tempie, il dolore mi dava gusto. Mi faceva percepire che esistevo, che c'ero. (9)

Pagina 2

... Credo che col tempo riuscirò a recuperare questa immagine color carne, con due linee appena accennate e confuse perché quasi dello stesso colore, ed al lato di questa immagine c'è mia madre, fuoricampo, che guarda triste e smarrita tale e quale a come è ora.

Pagina 13

Io credo di avere nel mie mani (forse m'illudo?) il bandolo della matassa del malessere di mia figlia, devo fare in modo di consegnarlo a lei. Non deve diventare schizofrenica come è mio padre. Lei è in gamba; in questi anni si è molto aiutata da sola, è riuscita a vincere paure che sembravano impossibili da superare (siringhe, paura di essere avvelenata in casa sua); tutte questo le costa e le è costato una grande energia, s'è sottoposta ad una grande tensione; e questa tensione eccessiva potrebbe già essere malattia.

Pagina 17

... È passata Cristina. Credo che non mi volterà le spalle. Mi piace star male. Mi piace sentirmi malato. Mi fa sentire protetto e mi riempie la vita. Non riesco a capire perché io scrivo con la calligrafia di mio padre solo un po' più sporca...

... Adesso che sono maturo so che quando ho abusato il mio bisogno principale era toccare, sentire il calore di un altro corpo umano. Ho iniziato perché la notte non dormivo e stavo in piedi mezzo nudo nel corridoio tra la stanza dei miei genitori da cui venivo scacciato (soprattutto da mia madre) e la stanza dove dormivano i miei fratellini. Ad un certo punto mi è venuta l'idea di toccarli nelle parti intime: e lì ho trovato beatitudine e calore. È così che è iniziato. Poi la cosa si è trasformata; io mi masturbavo davanti a loro (credevo non capissero, ho quasi sempre pensato la masturbazione come qualcosa di esclusivo, un mio segreto per bastare a me stesso e non avere bisogno degli altri) accarezzandoli (soprattutto il più piccolo, l'altro era meno succube). (10)

Pagina 21

Tutti abbiamo bisogno di scaricare violenza sugli altri, io per quasi tutta la mia vita sono stato una specie di parafulmini pubblico, su cui, chiunque ne avesse sentito il bisogno conscio od inconscio poteva scaricare. Io credo di aver scaricato su un'area troppo ristretta e con troppa violenza. Nonostante ciò non è stato sufficiente!

Pagina 23

... Quando provo la paura perdo il coraggio di uscire. Credo che così si becchi l'etichetta di matto. Nel momento che cedi e riconosce a te stesso che hai bisogno di protezione al di sopra della norma, se senti il bisogno di consegnarti nelle mani di qualcuno che ti protegga, tu non en vuoi più sapere (che ci pensino gli altri a te), sei stanco... ti sei arreso.

Marco è stato sottoposto a psicodiagnosi, (a cura del Dott. Aureliano Pacciolla) e all'analisi della personalità redatta con metodo grafologico (Dott.sa Maria Carla Zampieri e Dott. Giudo Angeloni (11)), da cui emerge quanto segue:

Si tratta in sintesi, di una personalità apparentemente omogenea sul piano comportamentale ma più complessa a livello interiore, dove sensibilità ed emotività, insicurezza e bisogno dell'altro, desiderio di chiarezza e rientro di chiusura in se stesso, creano non di rado stati d'animo contrassegnati da ambivalenze di sentimenti e di sensazioni, non sempre espressi in atteggiamenti, parole e gesti lineari e definiti. [...] Quando lo scrivente si trova in uno stato di nervosismo, l'eccitabilità, di desiderio di esprimere gli impulsi affettivi, non riesce a mantenere ordinata l'organizzazione della sua personalità e può fare scelte e attuare comportamenti poco in linea con il suo desiderio di risultare una persona pienamente gradita e accettabile. [...] È altresì presente una difficoltà che il soggetto incontra nell'esprimere in modo diretto e autentico la sua carica istintuale sia per l'insicurezza che accompagna il suo agire, sia per il sovrapporsi di sensazioni e sentimenti diversi che rendono più confuso e disorientato il suo determinarsi. Il clima di disagio interiore può allora sfociare in forme di mascherata aggressività rivolta prevalentemente verso chi, più debole, riesce comunque a sopraffare, illudendosi di mantenere il controllo di se stesso. Allo stesso modo le chiusure improvvise e i subitanei movimenti introversivi, in opposizioni al desiderio di occupare uno spazio significativo nell'ambiente, possono alzare il livello dell'ansia interiore e indurre lo scrivente a scelte comportamentali contrastanti, rendendo ancor più sofferente e inquieto il suo animo. (12)

Codice penale tedesco

§ 174 StGB: Sexueller Mißbrauch von Schutzbefohlen

  1. Wer sexuelle Handlungen
    1. an einer Person unter sechzehn Jahren, die ihm zur Erziehung, zur Ausbildung oder zur Betreuung in der Lebensführung anvertraut ist,
    2. an einer Person unter achtzehn Jahren, die ihm zur Erziehung, zur Ausbildung oder zur Betreuung in der Lebensführung anvertraut oder im Rahmen eines Dienst- oder Arbeitsverhältnisses untergeordnet ist, unter Mißbrauch einer mit dem Erziehungs-, Ausbildungs-, Betreuungs-, Dienst- oder Arbeitsverhältnisses untergeordnet ist unter Mißbrauch einer mit dm Erziehungs-, Ausbildungs-, Betreuungs-, Dienst- oder Arbeitsverhältnis verbundenen Abhängigkeit oder
    3. an seinem noch nicht achtzehn Jahre alten leiblichen oder angenommenen vornimmt oder an sich von dem Schutzbefohlenen vernehmen läßt, wird mit Freiheitsstrafe bis zu fünf Jahren oder mit Geldstrafe bestraft.
  2. Wer unter den Voraussetzung del Absatzes 1 Nr. 1 bis 3
    1. sexuelle Handlungen vor den Schutzbefohlenen vornimmt oder
    2. den Schutzbefohlenen dazu bestimmt, daß er sexuelle Handlungen vor ihm vornimmt, um sich oder den Schutzbefohlenen hierdurch sexuell zu erregen, wird mit Freiheitsstrafe bis zu drei Jahren oder mit Geldstrafe bestraft.
  3. Der Versuch ist strafbar.
  4. In den Fällen des Absatzes 1 Nr. 1 oder des Absatzes 2 in Verbindung mit Absatz 1 Nr. 1 kann das Gericht von einer Bestrafung nach dieser Vorschrift absehen wenn bei Berücksichtigung del Verhaltens des Schutzbefohlenen das Unrecht der Tat gering ist.

§ 176 StGB: Sexueller Mißbrauch von Kindern

  1. Wer sexuelle Handlungen an einer Person unter vierzehn Jahren (Kind) mit oder an sich von dem Kind vornehmen läßt, wird mit Freiheitsstrafe von sechs Monaten bis zu zehn Jahren, in minder schweren Fällen mit Freiheitsstrafe bis zu fünf Jahren oder mit Geldstrafe bestraft.
  2. Ebenso wird bestraft, wer ein Kind dazu bestimmt, daß es sexuelle Handlungen an einem Dritten vornimmt oder von einem Dritten an sich vornehmen läßt,
  3. In besonders schweren Fällen ist die Strafe Freiheitsstrafe von einem Jahr bis zu zehn Jahren. Ein besonders schwerer Fall liegt in der Regel vor, wenn der Täter
    1. mit dem Kind den Beischlaf vollzieht oder
    2. das Kind bei der Tat körperlich schwer mißhandelt.
  4. Verursacht der Täter durch die Tat leichtfertig den Tod des Kindes, so ist die Strafe Freiheitsstrafe nicht unter fünf Jahren.
  5. Mit Freiheitsstrafe bis zu drei Jahren oder mit Geldstrafe wird bestraft, wer
    1. sexuelle Handlungen vor einem Kind vornimmt,
    2. ein Kind dazu bestimmt, daß es sexuelle Handlungen vor ihm oder einem Dritten vornimmt, oder
    3. auf ein Kind durch Vorzeigen pornographischer Abbildungen oder Darstellungen, durch Abspielen von Tonträgern pornographischen Inhalts oder durch entsprechende Reden einwirkt, um sich, das Kind oder einem anderen hierdurch sexuell zu erregen.
  6. Der Versuch ist strafbar, dies gilt nicht für Taten nach Absatz 5 Nr. 3.

Note

1. Il testo per intero si trova su I. Ormanni, A. Pacciolla, Pedofilia, una guida alla normativa ed alla consulenza, (a cura di), Cap. XVIII, DueSorgenti, 2000, pp.316-386. Tutte le note qui di seguito riportate (note 2-10) sono delucidazioni del Dott. A. Pacciolla, Assistente in formazione in Neuropsichiatria Infantile, Napoli.

2. Sono state modificate tutte le indicazioni e i riferimenti che possono permettere di risalire all'identificazione del soggetto al fine di salvaguardare la privacy. Chiamo Marco il nostro personaggio, che secondogenito di tre figli maschi, è stato invitato dal suo psicoterapeuta a metter per iscritto tutto ciò che gli poteva passare per la mente. Qui sono riportati solo alcuni stralci.

3. Per comprendere questo passaggio è necessario tener presente che Marco ha subito una violenza sessuale dal proprio maestro. Gran parte di questa esperienza fu rimossa ed è stata accidentalmente (ossia non nel contesto della psicoterapia) riportata alla coscienza. L'abreazione è avvenuta a più riprese in forma di istintualità omicida.

4. Questo riferimento al fumo indica l'abitudine agli spinelli che Marco ha da molto tempo.

5. Agnese è il nome fittizio della figlia di Marco. I loro rapporti incestuosi sono avvenuti quando Agnese aveva circa cinque o sei anni.

6. Anche Cristina è un nome fittizio, della madre di Agnese.

7. L'ambiguità lessico-grammaticale rispecchia benissimo il vissuto di identificazione di Marco con suo padre e di suo padre con l'abusante di Marco. La mezza verità non detta è fortemente suggestiva; è addirittura convincente e dà a Marco la certezza della continuità del destino.

8. Molti minori abusati hanno questa reazione paradossale: pur essendo vittime si sentono in colpa perché credono di essere stati artefici-provocatori di quanto è successo. Per questo molti abusi non vengono denunciati, oppure è la stessa vittima a minimizzare e sminuire o a scusare il proprio abusante.

9. La reazione sado-masochista, sia auto che etero, agita è più frequente nei maschi abusati che non nelle coetanee di sesso femminile. In un caso di gemelli eterozigoti abusati entrambi dal padre, era molto evidente la differenziazione di reazione adattiva.

10. Data l'età di Marco, è difficile parlare di un vero e proprio abuso sessuale. È pur vero, comunque, che Marco ha abusato dello stato di sonno dei suoi fratelli per riempire il vuoto e la noia della veglia notturna.

11. Consulenti grafologi, Roma.

12. I. Ormanni, A. Pacciolla, Pedofilia, una guida alla normativa ed alla consulenza, (a cura di), DueSorgenti, 2000, p. 382.