ADIR - L'altro diritto

ISSN 1827-0565

Introduzione

Cosimo Di Bari, 2003

Il titolo di questa tesi è il minore in stato di abbandono, ma l'oggetto del mio studio non si limita all'analisi di tale istituto giuridico, con l'esposizione delle leggi vigenti in materia e la relativa dottrina e giurisprudenza.

L'accrescersi del fenomeno immigratorio dai paesi extra comunitari in Italia ha comportato notevoli trasformazioni della nostra società e la nascita di nuovi problemi di carattere sociale che mai, prima di adesso, avevano necessitato di un'apposita regolamentazione e trattamento. Ha fatto così la sua comparsa sul territorio nazionale una particolare categoria di soggetti, di cui non poteva trovarsi traccia fino a dieci anni fa, ma che rapidamente è diventata un'emergenza sociale: quella dei minori stranieri non accompagnati.

È dunque importante rivolgere la propria attenzione anche a questa nuova categoria di soggetti, domandarsi se nei loro riguardi possa configurarsi lo stato di abbandono, e, in caso di risposta negativa, capire quale tipo di intervento, data la loro età e condizione, sia comunque previsto in loro tutela.

Nel primo capitolo ho esordito con l'elaborazione di alcune riflessioni sull'affermazione e lo sviluppo della nozione di interesse del minore nell'ambito del diritto internazionale e del nostro ordinamento. L'evoluzione di tale principio è avvenuta negli ultimi decenni ed è diventato il principale criterio interpretativo di ogni norma riguardante la tutela del minore e il diritto minorile in genere. Essendo l'oggetto di questa tesi lo stato di abbandono del minore così come inteso dalla normativa nazionale sull'adozione, mi è sembrato necessario presentare una breve escursione di carattere storico sull'evoluzione normativa dei diritti del minore e sull'istituto dell'adozione partendo dal codice del 1865 per arrivare fino alla recente legge 149/2001 che ha riformato la materia.

L'elemento centrale e più importante di tutto il primo capitolo è comunque il paragrafo dedicato alla nozione di abbandono; la quale può essere considerata l'aspetto più rilevante e discusso di tutta la problematica adozionale, il nucleo dell'intera disciplina. Il minore che si trova in stato di abbandono è un soggetto che è privato dell'assistenza morale e materiale da parte dei genitori in via definitiva o anche temporanea. Sarà importante capire in cosa consista tale mancanza e osservare come dottrina e giurisprudenza abbiano contribuito a definirne significato e portata.

Il lettore troverà poi un paragrafo dedicato al concetto di "famiglia allargata" e al ruolo svolto dai parenti, i quali nel caso prestino al minore l'assistenza necessaria, comportano l'esclusione dello stato di abbandono. Questa non è l'unica causa impeditiva della dichiarazione di adottabilità, esiste infatti anche la forza maggiore la quale, per la sua sussistenza necessita di elementi oggettivi e contrari alla volontà dei genitori che impediscono loro l'adempimento dei loro doveri di assistenza verso i figli.

L'accertamento dello stato di abbandono è il passaggio determinante per il procedimento per la dichiarazione di adottabilità. Sarà importante, quindi, verificare quali siano le fasi di tale procedura, dall'attivazione, ai provvedimenti provvisori nell'interesse del minore, all'audizione del minore fino alla pronuncia di adottabilità e alle sue impugnazioni. In quest'ambito la legge 149/2001 ha introdotto alcune novità che, nel corso dell'esposizione, cercherò di mettere in evidenza e di valutarne portata e effetti.

Se nel primo capitolo, dunque, vengono affrontate le tematiche riguardanti la legge sull'adozione nazionale e sulle problematiche relative all'applicazione delle norme sullo stato di abbandono, nel capitolo secondo mi occuperò del problema dei minori stranieri che si trovano in Italia senza il riferimento di figure parentali valide e legittimate ad occuparsene ed a rappresentarlo.

La questione, nel corso degli ultimi decenni, si è affermata come un problema sociale di grande rilevanza, sia con riferimento all'intero fenomeno dell'immigrazione proveniente dai paesi extra comunitari, sia nel caso in cui l'attenzione venga rivolta alle problematiche dei minori non accompagnati. Per lo studio degli aspetti giuridici collegati a questo argomento la normativa di riferimento non è più soltanto la legge 184/1983, modificata dalla 149/2001, ma è assolutamente indispensabile effettuare un attento esame della disciplina italiana in tema di immigrazione. La legge 189/2002 ha recentemente modificato la legge 40/98 introducendo alcune novità anche per quanto concerne la questione dei minori non accompagnati.

È mia intenzione, nel secondo capitolo, chiarire la definizione, che appare all'art, 1, comma 2, del DPCM 535/99, di minore straniero non accompagnato, offrire un'analisi accurata dello status di tali soggetti e verificare l'eventuale applicabilità delle disposizioni concernenti la situazione di abbandono a tale categoria. Per fare ciò sarà necessario prendere in considerazione diversi elementi, come:

  • le disposizioni di diritto internazionale privato concernenti la competenza degli Stati in materia di protezione dei minori;
  • gli artt. 33, 34 e 37 bis della legge 184/83, introdotti dalla legge 476/98 sull'adozione internazionale, i quali si occupano dei minori stranieri presenti sul territorio italiano;
  • il ruolo e le funzioni del Comitato per i minori stranieri, istituito dall'art. 33 della legge 40/98, riguardo all'accoglienza e al rimpatrio assistito di questa speciale categoria di soggetti.

Proprio in relazione a quest'ultimo punto il legislatore ha determinato il sovrapporsi di competenze concorrenti e senza il necessario coordinamento fra l'organo giudiziario preposto alla tutela dell'interesse del minore, il Tribunale per i Minorenni e un'autorità prettamente amministrativa come il Comitato.

Nel terzo capitolo mi occuperò principalmente dell'attività svolta dai servizi sociali in tema di protezione dei minori e di interventi a tutela dei minori che vertono in situazioni di abbandono o semi abbandono. Il capitolo si strutturerà in due parti: una di carattere introduttivo e descrittivo del panorama legislativo italiano in materia; ed una in cui, invece, riassumerò un'indagine sul campo da me svolta nell'ambito del Comune di Firenze.

Nella prima parte il mio obiettivo sarà quello di delineare in maniera generale quali siano i testi legislativi di riferimento in materia di servizi, osservando una maggiore attenzione per la più recente riforma dei servizi socio assistenziali, conclusasi con l'approvazione della legge 328/2000. Vi saranno, poi paragrafi dedicati rispettivamente: al Piano Nazionale Sociale 2001-2003, alla legge regionale toscana 72/97 e al piano di zona del Comune di Firenze, valido per il triennio 2002-2004.

Per quanto riguarda, invece, la seconda parte, essa è il frutto di una serie di interviste e di incontri da me tenuti con alcuni assistenti dei servizi socio assistenziali territoriali, con la dirigente dell'Ufficio di Sicurezza Sociale del Comune di Firenze ed altri operatori del medesimo ufficio, con il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Firenze, con il Presidente del Tribunale ed altri giudici e con il dirigente dell'ufficio immigrazione della Questura di Firenze.

Scopo di questo lavoro è comprendere le modalità di intervento dei servizi sociali e degli organi giudiziari a fronte dei vari problemi individuati e descritti nei precedenti capitoli da un punto di vista giuridico.

Attraverso le domande da me rivolte in queste interviste, tenute tra maggio e giugno del 2003, era mia intenzione comprendere quali strutture intervengano e quali procedure siano adottate, nell'ambito del Comune di Firenze, per fronteggiare: da una parte il rischio abbandono vissuto dal minore italiano; e dall'altra il recente incremento numerico dei minori stranieri non accompagnati e anch'essi in stato di abbandono.