ADIR - L'altro diritto

ISSN 1827-0565

Appendice

Ornella Di Mauro, 2002

Schema di provvedimento di trattenimento (1)

Provvedimento di trattenimento presso il centro di permanenza temporanea (fac simile)

IL QUESTORE DELLA PROVINCIA DI_____________________

ESAMINATI gli atti dai quali si rileva che (cognome e nome), nato/a il (data di nascita), di nazionalità (nazionalità), è stato/a rintracciato/a in data odierna da personale del (ufficio che lo ha accompagnato);

CONSIDERATO che il/la predetto/a risulta espulso/a dal territorio dello stato, giusto decreto di espulsione del Prefetto di (luogo Autorità che lo ha espulso), emesso in data (data provvedimento) e notificato allo/alla straniero/a in data (data notifica espulsione);

RILEVATO che alla data odierna non è possibile dare esecuzione all'espulsione in quanto:

  1. occorre procedere al soccorso dello/a straniero/a; (si-no)
  2. occorre procedere ad accertamenti supplementari in ordine alla sua identità o nazionalità, ovvero all'acquisizione di documento per il viaggio; (si-no)
  3. è indisponibile un vettore o altro mezzo di trasporto idoneo; (si-no)

(condizioni indicate nell'art. 14 D.lvo. nº 286 del 25/07/98)

DISPONE

Che lo/la straniero/a sopra generalizzato/a sia trattenuto/a presso il Centro di Permanenza Temporanea e Assistenza sito in _________________________________.

Il Questore provvede a richiedere la convalida del presente atto entro 48 ore dalla notifica al giudice di_________________ che decide entro le 48 ore successive.

Avverso il decreto di convalida è proponibile ricorso per Cassazione. Il ricorso non sospende l'esecuzione della misura.

_______________lì__________________

IL QUESTORE DELLA PROVINCIA DI__________________________

Cartina dei centri di permanenza operativi al 15 gennaio 2001

Dossier del Centro delle Culture

La situazione del centro di permanenza di via Corelli, anno 1999

Dal 19 aprile 1999 il Centro delle Culture entra ogni lunedì dalle 14.30 alle 16 al centro di via Corelli, con una delegazione di sei persone che comprende un esperto legale e traduttori in varie lingue. Nel corso di queste visite abbiamo appurato i seguenti problemi:

  • Situazioni igieniche vergognose, non a caso sia a Milano che a Roma sono stati rilevati dei casi di scabbia; le carenze igieniche sono spesso diretta conseguenza di come è stata organizzata la struttura stessa del centro, con gli immigrati che vivono in container, dove non ci è stato possibile entrare.
  • Mancanza di traduzioni e informazioni legali sulla situazione degli immigrati stessi, che trovano così moltissime difficoltà nell'organizzare il ricorso contro il decreto di espulsione, che per di più deve essere effettuato entro cinque giorni; molti stranieri non sanno neanche il motivo per cui si ritrovano rinchiusi. Si pensi poi alla modalità assurda con cui le associazioni, come il Centro delle Culture, sono costrette ad offrire assistenza legale: gli stranieri non possono richiedere direttamente aiuto, ma devono essere i rappresentanti dell'associazione a scegliere a caso degli stranieri tra la lista dei presenti nel centro.
  • Numerosi tentativi di suicidio, per la disperazione di una situazione disumana.
  • Molestie sessuali nei confronti delle donne, recluse insieme agli uomini; di notte dormono in container separati, e questo è forse l'unico momento della giornata nel quale posso stare tranquille.
  • Violenze da parte delle forze dell'ordine, con particolare riferimento alla deportazione dal centro verso l'aeroporto per l'espatrio.
  • Mancanza di rispetto delle libertà di culto degli stranieri presenti, con il cibo che viene distribuito senza distinzioni anche a chi, come i musulmani, segue delle regole precise.
  • Mancanza di ogni possibilità di socializzazione, non esistono spazi a tale scopo (nonostante siano previsti dal regolamento di attuazione), mentre è proibito consegnare agli immigrati reclusi qualsiasi oggetto, compresi libri, quaderni e penne.

Prima di affrontare l'inquietante casistica ci preme segnalare alcuni aspetti.

La presenza delle associazioni all'interno del Centro, e le denunce fatte delle sue carenze, hanno portato a un progressivo miglioramento delle condizioni di vita degli stranieri “ospiti”. Nei primi tempi seguenti alla sua apertura abbiamo visto di tutto, soprattutto quando alla discriminazione e violenza delle forze dell'ordine si sommava l'ignoranza della legge e la non applicazione del regolamento. Solo grazie al nostro deciso intervento abbiamo ottenuto piccoli passi verso un trattamento umano, anche se il solo trattamento umano reale sarebbe la chiusura del centro di detenzione. Ci resta il dubbio di come sarebbero andate avanti le cose se non avessimo voluto a tutti i costi entrare nel Corelli e intervenire in difesa degli immigrati.

Alcuni degli episodi a cui si fa riferimento tra i casi che seguono, riguardano infatti aspetti che dopo la segnalazione sono stati risolti, come la distribuzione degli assorbenti alle donne, la qualità del cibo, le condizioni igieniche generali, la pericolosità delle coperture in amianto dei tetti della struttura adiacente al centro.

Molti altri aspetti però, soprattutto riguardanti l'assistenza legale e informativa, sono tutt'ora notevolmente carenti.

Inoltre vogliamo far notare che, sebbene siano numerosi gli episodi preoccupanti rilevati nelle nostre visite, il reale numero è notevolmente superiore, in quanto ci sono state concesse solo un paio di ore alla settimana. In pratica il campione da noi rilevato è esiguo rispetto al numero di immigrati detenuti nel centro, e quindi possiamo solo immaginare quante ingiustizie siano state perpetrate.

In merito poi ai dati forniti dai responsabili del centro, al di là di fondati dubbi sulla validità delle analisi statistiche effettuate, vogliamo ricordare come siano gli esseri umani e i loro diritti ad essere discriminati nei centri di detenzione. I numeri lasciano il tempo che trovano, in quanto anche uno solo dei numerosi episodi descritti qui di seguito dovrebbe essere sufficiente per la chiusura dei centri di detenzione.

Discriminazione per chi è regolare

All'interno del centro spesso abbiamo trovato immigrati perfettamente in regola, ma che erano stati trovati senza documenti o ai quali la polizia non aveva creduto. Questa è la evidente dimostrazione di quante ingiustizie possono avvenire con l'istituzione di questi centri di detenzione. In molti casi, grazie al nostro intervento, siamo riusciti a liberare gli stranieri, ma in molti altri non ci è stato possibile per la scadenza dei termini previsti. Molti immigrati sono stati quindi espulsi e rimpatriati pur essendo in regola, magari anche con casa, lavoro e famiglia qui in Italia.

Tra i regolari rientrano anche gli immigrati che hanno presentato domanda nella sanatoria di fine 98. Proprio in questi casi sono state commesse le maggiori ingiustizie, in quanto molti immigrati, pur in possesso della ricevuta della domanda e con la possibilità di essere accolti (i termini per la presentazione dei documenti relativi scadono il 20 ottobre 1999), sono stati frettolosamente espulsi.

In molti casi il nostro intervento è stato decisivo per la loro liberazione, recuperando da parenti o amici i documenti necessari.

È evidente quindi l'assenza di una capacità di verifica della situazione degli immigrati, spesso a causa anche delle differenti modalità applicative delle diverse questure (alcune rilasciano delle ricevute, altre timbrano i passaporti, ecc.) e della solita macchinosa burocrazia.

Ma al di là dei limiti tecnici, il fatto che un semplice interessamento da parte dei volontari del Centro delle Culture abbia portato alla liberazione immediata di molti immigrati detenuti ingiustamente, è l'evidente sintomo della volontà da parte dei responsabili del centro di detenzione di non prendersi cura dei casi, di non credere a quanto dichiarato dagli immigrati stessi, di non metterli nella condizione di spiegare la loro situazione e di non svolgere tutti gli accertamenti necessari.

agosto 99 - B. E., nigeriana, fermata e portata in questura, senza l'assistenza di un interprete viene rinchiusa nel centro e dichiara false generalità; riusciamo in extremis a recuperare i suoi documenti (permesso di soggiorno e carta d'identità) contattando un amico, dopodiché viene rilasciata.

agosto 99 - R. G., 20 anni, bulgara, in Italia con regolare visto Schengen, mai assistita da un interprete.

agosto 99 - B., nigeriana, passaporto con timbro della questura di Roma per appuntamento per la sanatoria, fatta uscire dopo il nostro intervento.

luglio 99 - T. O., con ricevuta per la sanatoria, espulsa.

luglio 99 - D. N., 22 anni, rumeno, in Italia dal 1994, ha perso i documenti ed è in attesa del rinnovo da parte del consolato.

luglio 99 - M. H., in attesa di presentare ricorso contro il rifiuto di una delle sue prove per la sanatoria.

giugno 99 - A. C., 55 anni, senegalese, con permesso di soggiorno scaduto ma con ricevuta per sanatoria, in Italia da 7 anni, sposato, assistito da un avvocato ha presentato ricorso.

giugno 99 - L. E., senegalese, senza interprete, ha fatto ricorso.

giugno 99 - M., nigeriana, in possesso della ricevuta della sanatoria ma non vengono effettuati accertamenti, dopo il nostro intervento viene liberata.

giugno 99 - J. J. A., nigeriana di 24 anni, con domanda per sanatoria rifiutata per scadenza dei termini (ma i termini devono ancora scadere...), per paura dichiara false generalità, presenta ricorso tramite avvocato e viene liberata.

maggio 99 - O. A. O., nigeriana, la questura aveva rifiutato i suoi documenti per scadenza dei termini, viene accolto il suo ricorso ed esce dal Corelli.

maggio 99 - R., 23 anni, nigeriana, con fotocopia della domanda per la sanatoria, uscita solo dopo che abbiamo recuperato il documento originale.

maggio 99 - M., ucraina, con appuntamento per la sanatoria scaduto.

maggio 99 - J., peruviano, prelevato dalla polizia durante una partita di pallone tra amici, portato al Corelli perché senza documenti, dichiara alla polizia di aver fatto domanda per la sanatoria ed avere la ricevuta, ma non ottiene ascolto. Fortunatamente arriva in tempo la sua ragazza con la ricevuta.

maggio 99 - R. M. M. D, colombiana di 45 anni, con regolare visto, nessuno le ha tradotto il decreto di espulsione che ha dovuto firmare senza ottenere spiegazioni.

maggio 99 - M. P., bulgara, entrata con regolare visto per turismo, ha fatto come previsto il permesso di soggiorno entro 8 giorni, fermata dalla polizia le hanno ritirato passaporto e permesso, revocato il visto e fatto firmare il decreto di espulsione in inglese, lingua a lei sconosciuta, senza l'assistenza di un interprete.

maggio 99 - G. U., 21 anni, nigeriana, con domanda di sanatoria e appuntamento, senza assistenza di un interprete.

maggio 99 - A., uruguaiana, da 9 anni in Italia, con passaporto rinnovato in Italia al consolato uruguaiano, stava per fare domanda di cittadinanza, fermata, portata al Corelli ed espulsa.

maggio 99 - S. H., tunisino con permesso di soggiorno.

maggio 99 - R., in possesso della fotocopia della ricevuta della domanda per la sanatoria, ma la fotocopia non viene considerata valida e non vengono svolti accertamenti, grazie all'intervento di un amico che porta l'originale viene rilasciata.

aprile 99 - A., con permesso di soggiorno rinnovato.

aprile 99 - B. D., 32 anni, dal Senegal, da 15 anni in Italia, malato di TBC, dichiara di non aver ricevuto assistenza sanitaria, uscito nei giorni seguenti.

aprile 99 - R. A., cileno di 23 anni, con permesso di soggiorno, dichiara di essere malato e di aver subito violenze.

aprile 99 - E., con permesso di soggiorno francese, liberata dopo alcuni giorni.

aprile 99 - B. S., 32 anni, del Benin, con domanda di sanatoria e ricevuta per appuntamento.

Discriminazione per chi richiede asilo politico

Occorre inoltre prestare attenzione a tutti gli immigrati che possono correre rischi per la loro vita o libertà se rimpatriati nel loro paese di origine. Purtroppo nel centro di via Corelli la parola “asilo politico” non è contemplata: manca la più elementare assistenza legale, figuriamoci per affrontare una procedura complessa e intricata come la richiesta di asilo.

agosto 99 - I. I., palestinese, ha chiesto asilo politico in Olanda.

aprile 99 - S. F., rumeno di 25 anni, sposato in italia e con figlio di 3 anni, con passaporto in possesso dei familiari, con i quali non riesce a mettersi in contatto, dichiara di rischiare la vita se ritorna in Romania dalla quale era fuggito anni fa, ha tentato il suicido nei giorni di permanenza al Corelli.

aprile 99 - H. C., algerino di 23 anni, fuggito dall'Algeria per problemi politici, non ha chiesto asilo (non sa come si fa.).

Discriminazione per chi ha bisogno di un'interprete e di assistenza legale

In moltissimi casi abbiamo verificato che agli stranieri non sono state fornite informazioni sufficienti sulla loro situazione legale, con particolare riferimento alla traduzione dei documenti.

Molti addirittura dichiarano di non sapere assolutamente per quale motivo si trovano rinchiusi in quel posto. Non li elenchiamo perché sono praticamente l'80% degli stranieri che abbiamo incontrato.

Il potere decisionale della Polizia

Alcuni gravi casi evidenziano poi il comportamento discriminatorio e fortemente discrezionale da parte delle forze di polizia.

agosto 99 - I. I., bulgara, 18 anni, rapita in Bulgaria, portata in Albania e lì venduta ad un italiano che la porta in Italia con passaporto falso, costretta a prostituirsi, subisce violenza e droga contro la sua volontà, un giorno scappa e si presenta alla polizia per denunciare tutto questo, dando il nome vero (i suoi parenti hanno fatto denuncia in Bulgaria per la sua scomparsa). La polizia non le crede e la rinchiude al Corelli, dove dichiara di subire violenze e che la polizia non interviene se non quando la situazione degenera.

maggio 99 - F. A., nigeriana, portata in Italia con la promessa di lavorare come parrucchiera, scappata perché hanno cercato di farla prostituire ed andata spontaneamente alla polizia per denunciare i suoi sfruttatori. Non è stata creduta e portata al Corelli, in seguito espulsa al suo paese, dove aveva dichiarato di rischiare la vendetta dei suoi sfruttatori.

maggio 99 - A. G. M., libanese di 32 anni, collaborava con la polizia come informatore avendo ricevuto la promessa di un permesso di soggiorno in cambio, ma dopo un po' lo hanno fermato con l'accusa di non aver fornito informazioni che conosceva ed è stato rinchiuso al Corelli.

Molestie sessuali e violenze

Infine la vita dentro al centro è molto pericolosa, soprattutto per le donne; uomini e donne dormono in container separati ma vivono insieme di giorno all'interno del centro, e la polizia interviene solo quando la situazione degenera. Durante i colloqui abbiamo ascoltato racconti agghiaccianti sulle molestie sessuali che alcune donne hanno subito dentro e fuori dal Corelli.

Alle nostre domande i responsabili del centro hanno risposto in maniera evasiva.

maggio 99 - R. dichiara di aver subito molestie sessuali dal personale in servizio al centro.

maggio 99 - A. S., venezuelana, ha fatto ricorso, dichiara che la notte le donne ricevono molestie perché i container non sono chiusi, in precedenza è stata insultata pesantemente in questura e ha ricevuto un pessimo trattamento da parte della polizia.

Non abbiamo avuto testimonianze dirette di episodi di violenza commessi dalle forze dell'ordine nel centro. L'unica segnalazione riguarda il trasporto di un gruppo di rumeni verso l'aeroporto, che dalla Romania hanno fatto sapere che la polizia li ha ripetutamente picchiati, durante il tragitto e nell'imbarco sull'aereo.

Purtroppo non è possibile assistere al trasporto degli immigrati dal centro all'aeroporto dove vengono imbarcati, operazione che viene spesso effettuata in tutta fretta e senza preavvisi.

Assistenza sanitaria

L'assistenza sanitaria viene assicurata dalla Croce Rossa, che sembra curiosamente convinta della validità del Valium come medicina globale. A causa della limitata permanenza del centro, i tossicodipendenti non ricevono una terapia al metadone, ma semplici dosi di Valium a seconda delle loro richieste.

Ogni straniero viene visitato al momento di entrare nel Centro e successivamente su sua richiesta.

Non ci è stato possibile verificare le condizioni igieniche all'interno dei container, anche se molti immigrati ci hanno segnalato problemi igienici (ad es. lenzuola di carta non cambiate).

I vari casi di scabbia verificatisi al Corelli di Milano e a Ponte Galeria di Roma sono però un chiaro indicatore della situazione igienica all'interno dei centri di detenzione.

Un recente caso (settembre 99), in particolare, evidenzia come il mancato rispetto di norme igieniche fondamentali può portare a conseguenze drammatiche per chi viene detenuto, per di più ingiustamente, dentro al centro. Tre ragazze sudamericane sono infatti risultate positive al test della TBC, dopo che nel loro container aveva dormito un'altra donna infetta da TBC.

Lettera dal lager di via Corelli: qui è un inferno!

È passato un altro giorno. Uno di quelli più brutti della mia vita nel lager per stranieri di Via Corelli 28 a Milano. Da quando sono in Italia per la prima volta sono dispiaciuta per il modo nel quale si comportano le persone in uniforme che occupano determinati posti. Prima non pensavo che alcuni italiani potessero essere nazisti, però adesso, stando in questo posto da noi chiamato lager, ho cambiato idea, sì possono. Una sera alcune ragazze di colore, che stavano in un container vicino al nostro, stavano protestando perché venivano sempre maltrattate e discriminate per il colore. Dopodiché noi siamo state portate fuori mentre loro le hanno chiuse dentro senza corrente né acqua. Poi ci hanno portato a dormire in una grande e sporca stanza su materassi per terra; come cani senza bagno e al freddo, perché l'ispettore non voleva fare niente per migliorare la situazione nel modo più decente possibile. Per loro era più comodo così, portarci fuori al freddo, dandoci sempre un cibo schifoso che a volte non si riusciva a mandare giù, farci morire di fame, metterci a dormire su lenzuola di carta. Lenzuola che quando arrivano nuove persone non vengono nemmeno cambiate. Lasciano quelle delle persone che sono “andate via” facendoci venire fuori delle allergie cutanee. Così si va dal dottore il quale, per curarci il corpo ed il viso, ci dà una crema con la quale l'allergia peggiora ancora di più. Se ti succede qualcosa, se ti fa male la testa vai dal dottore, aspetti 2 ore prima che qualcuno ti dia attenzione e alla fine ti danno una pastiglia che ti fa passare il mal di testa ma in compenso non riesci a dormire tutta la notte dal mal di stomaco che ti ha fatto venire. Io e tutti quelli che con me hanno sottoscritto questo articolo siamo testimoni di una bruttissima scena al Corelli: un uomo era salito sul tetto, voleva impiccarsi perché lo volevano mandare al suo paese. E la moglie ed il figlio nato in Italia lo guardavano dall'altra parte della rete e piangevano. Un atto che non può essere perdonato ai responsabili di questo lager. Secondo me la gente che arriva a tanta disperazione non è suicida ma è spinta ad ammazzarsi. Il motivo per il quale uno straniero viene in Italia è cercare una vita migliore, cercare lavoro, poter curare la sua famiglia, avere un tetto sulla testa ... però dove sono queste possibilità? Scrivo a nome di tutte le persone che hanno firmato in fondo. Voglio che tutti quelli che leggeranno capiscano che qui è un inferno. Nella mia vita non ho fatto niente contro la legge per stare in galera ed essere trattata come ladra o assassina, per essere picchiata in Questura. Dove posso denunciare? Chi mi può difendere? Chi sono io qua? Un animale come il resto di tutti gli stranieri che sono in Italia senza documenti perché non hanno i soldi per comprarseli. Chi sono questi tutori della legge che possono mettere in galera gente indifesa che soltanto gira per la strada ma non fa del male a nessuno? Chi sono questi che si permettono di fare di te tutto quello che vogliono solo perché sono protetti dalla legge? “Noi siamo esseri umani come tutti voi e dobbiamo avere gli stessi diritti. Viviamo nello stesso mondo ma perché? Per essere maltrattati da voi ed essere rinchiusi in un lager come tempo fa faceva Hitler con gli ebrei! Tutti pensano che questo sia 'passato' e che non ci sarà un secondo Hitler. La differenza tra i suoi Lager e questi centri in Italia è che lì li uccidevano e a noi ci spediscono nei nostri paesi. E la stretta somiglianza è l'odio verso la gente diversa da te.”

Scritto e firmato da:
Stefca Stefanova, bulgara

Collaboratori:
Elisabeth Michailova, bulgara
Veronica Peeva, bulgara
Ivanka Gresceva, bulgara
Sachav Iolanela, polacca
Valentina Popola, bulgara
Adriana Cenay, albanese
Adana Alazi, albanese
Bulas Daniela, rumena
Golub Olia, russa

Milano, 30 aprile 1999. Seconda visita al Corelli

Per la seconda volta il Centro delle Culture è entrato nel lager di via Corelli. La situazione in cui i “detenuti” vivono in quel luogo non è più sostenibile.

DENUNCIAMO:
Le condizioni igienico-sanitarie: ci sono stati due casi di scabbia e i locali non sono stati igienizzati - c'è un caso di tubercolosi - un caso di verruche ai piedi grave da operare (confermato dalla stessa Croce Rossa) - non vengono forniti assorbenti igienici e shampoo.

Inoltre vengono violati non solo i Diritti Umani ma anche lo stesso Regolamento del Centro redatto dalla Prefettura di Milano, negli articoli 4, 6, 7, 9.

Art 4 [...] avendo cura di provvedere distinti moduli abitativi per gli stranieri in base al sesso ed in relazione all'etnia di appartenenza [...] Gli stranieri convivono non solo tra etnie ma anche tra uomini e donne, dando vita ad ovvi scontri e violenze, anche sessuali. [...] È individuato nell'ambito della Croce Rossa Italiana operante nel Centro un mediatore culturale, con il compito di assicurare un servizio giuridico-informativo nei confronti dei cittadini extra-comunitari che ne facciano richiesta [...] Nessun straniero conosce i propri diritti, inoltre non ci sono interpreti tra gli operatori della Croce Rossa.

Art 6 [...] Nell'erogare i pasti si tiene conto delle particolari esigenze degli individui, anche legate alle abitudini alimentari, alle condizioni di salute, non ché alle confessioni religiose di appartenenza. Il cibo servito al Centro di via Corelli non conosce alcuna distinzione di alcun genere.

Art 7 [...] La croce Rossa Italiana provvede ai servizi sanitari [...] Questo autorizza a somministrare 250 gocce di Valium al giorno alle persone per affrontare la tossicodipendenza?

Art 9 [...] La croce Rossa Italiana individua all'interno del Centro spazi per attività ricreative, sociali e religiose. Non c'è alcuna organizzazione di svago, né strumenti: non ci sono penne, libri, quaderni, TV, radio. hanno proibito perfino un diario che il Centro delle Culture aveva loro consegnato per scrivere appunti.

Quale irrimediabile avvenimento bisogna ancora aspettare affinché questo lager venga irreversibilmente chiuso?

Milano, 3 maggio 1999. Terza visita al Corelli

In un certo modo siamo diventati un po' di casa Corelli, la rigidità e i controlli dei primi giorni sono spariti. Siamo stati ricevuti come vecchi amici che vengono a fare qualcosa d'importante. La gente ci aspetta ammassati dietro le sbarre, ci salutano chiamandoci per nome. Il sole batte forte sul campo di Corelli, i tavolini e le sedie all'aria aperta sono già pronti. Ci arriva la solita lista e apprendiamo con sorpresa che alcuni dei nostri amici, come Bamba che aveva la tubercolosi ed Ettien che aveva un permesso di soggiorno Francese sono stati liberati. Sarà un caso ? Non lo sappiamo ma siamo contenti lo stesso. Chiamiamo per prima Regina con la quale avevamo preso degli accordi lunedì scorso per scrivere un articolo per Alien e guarda caso, mentre eravamo lì, le viene comunicato che può uscire, può andare via da quel postaccio. Mi dà un abbraccio che non dimenticherò mai e mentre mi stringe sento, che al di là di ogni risultato, ciò che facciamo ha senso, semplicemente perché contribuisce e riconoscere la vita e l'umanità di coloro che sono rinchiusi in quella gabbia, perché diamo loro speranze e perché in qualche modo li facciamo pensare al futuro, almeno quello di sapere che lunedì prossimo, qualcuno su cui veramente possono contare sarà lì per ascoltare i loro racconti disperati. I nomi li scegliamo a caso ma il destino è della nostra parte. Io chiamo Julio un ragazzo peruviano. È preoccupato, si vede, cammina pianissimo come se avesse perso la forza, quando si avvicina io capisco la sua espressione e li dico...“No pasa nada hermano, esto es una payasada italiana”. Si siede e mi dice che sono due giorni che è li dentro senza sapere perché.

Giocava a calcio con gli amici, poi c'è stata una rissa è arrivata la polizia e cosi come era in tenuta sportiva, senza aver potuto prendere neanche i documenti lo hanno portato a Corelli. Poi aggiunge “Io ho fatto la sanatoria, ho la ricevuta; me la dovrebbero portare adesso”. Gli chiedo se ciò è vero e se ha detto questo alla polizia, dice di sì ma nessuno lo ha ascoltato. Chiamo uno dei responsabili e chiedo di accompagnare al portone d'ingresso. Lì c'è Bianca, la compagna di Julio e ha in mano la sua ricevuta. Un senso di rabbia e gioia se mischia dentro di me e allora parlo con i responsabili. Perché, perché non gli credete, perché non li ascoltate, perché non utilizzate la tecnologia per accertarvi della loro situazione legale prima di portarli a Corelli? Loro rispondono che si tratta di problemi burocratici difficili da risolvere. Julio adesso è libero. Poi ci chiedono di sospendere per qualche minuto le chiamate. Devono distribuire saponette, shampoo e assorbenti. Li abbiamo visto con i nostri occhi entrare nella gabbia con il grande carrello. Anche questo è un vero caso! Durante i colloqui abbiamo ascoltato racconti agghiaccianti sulle molestie sessuali che alcune donne hanno subito dentro e fuori Corelli. Alcuni qui dentro hanno molto potere? Chiedo a uno dei responsabili del Centro, le sue risposte sono evasive pur riconoscendo la responsabilità che lui ha sul personale di servizio. La nostra intenzione è fargli capire che noi “sappiamo”. Lo stesso facciamo con il Capitano della Croce Rossa quando gli chiediamo dei due casi di scabbia registrati nei giorni scorsi. Avete chiamato l'USL per fare la disinfezione? Lui risponde che è stata fatta internamente. Siamo quasi certi che per lunedì prossimo avranno chiamato L'USL per fare una disinfezione generale del Centro. Prima di andarcene uno dei ragazzi di servizio ci dice “vi prego fate qualcosa per far chiudere questo posto”.

Infine tutte queste casualità ci fanno rendere conto che al di là del nostro potere formale, come associazione o come partito politico, noi esercitiamo su quella struttura un potere reale, un potere umano che non ha niente a che vedere né con la disciplina, né con la legge. Ha a che vedere semplicemente con la parte più umana che vive dentro ognuno di noi.

Milano, 25 giugno 1999. Centro di via Corelli (MI). Rapporto sulla situazione in due mesi di visite*

Non a conoscenza della possibilità di innoltrare un ricorso all'espulsione 18
Consegnato un decreto di convalida senza avere reati 3
Non hanno avuto un interprete 16
Non hanno fatto la revoca per le espulsioni precedenti** 2
Lamentele per le condizioni igienico sanitarie? 18
Problemi sanitari riscontrati 26
di cui:
tubercolosi 1
tentati suicidi 5
atti di autolesionismo 10
allergie 2
scabbia 2
problemi intestinali 2
cure personali da terminare 2
problemi psichiatrici 1
In possesso di appuntamento per la domanda del permesso di soggiorno** 12
In possesso di permesso di soggiorno 8
In possesso di ricevuta per il ritiro del permesso di soggiorno** 9
In possesso di revoca del permesso di soggiorno 2
Lamentele per il trattamento ricevuto 30
In possesso di passaporto con visto valido? 5
In attesa di un processo per reati 5
Richiedenti asilo politico 2

* I dati si riferiscono alla situazione degli immigrati detenuti al centro di Via Coreli a Milano, Tali dati sono stati raccolti da 100 colloqui intrattenuti presso lo stesso Centro dalla nostra associazione durante i mesi di aprile / maggio 1999 con le persone “Ospiti”.

** I tali casi vi è un alto indice di abuso del provvedimento di espulsione verso tali persone.

Alcuni casi di persone trattenute al Corelli

Gli Umanisti, con il segretario Giorgio Schultze in testa, che visitano spesso il Corelli mi forniscono incontrandomi un foglio preso da un grosso archivio: è il resoconto della loro visita al Corelli del 12 gennaio 2001, durata 45 minuti. C'è Yon, rumeno. È stato arrestato lunedì. Faceva l'infermiere e curava un diabetico grave a Cinisello Balsamo, lo hanno convocato giorni fa in questura, gli hanno fatto una foto e preso le impronte digitali. Comunque è fiducioso, come se si trattasse di un brutto sogno: un amico, dice, verrà presto a tirarlo fuori. Mensur dice che è kosovaro e bisogna credergli anche se parla un italiano perfetto: sta in Italia da 22 anni e ha una compagna italiana. Che ci fa in via Corelli? Non ha rinnovato il permesso di soggiorno. Oljaca è bosniaco, non un pittore affermato, ma comunque lavorava con partita Iva. Un delinquente? Eccolo, Mustaphà, palestinese con alle spalle otto mesi di carcere per spaccio e una richiesta che non fa una grinza: “Il mio reato l'ho già scontato, perché non mi mandano a casa subito invece di farmi fare un altro mese?”. Sahra, marocchina: mentre rosolava brochettes al mercato di San Donato milanese è coinvolta in una rissa con vigili e polizia. È successo domenica scorsa, i giornali hanno scritto che lei avrebbe picchiato un poliziotto. Ha due figli e non sa dove sono, uno di 8 e uno di 2, “che senza la mamma non riesce a dormire la notte”. C'è poi una sudamericana, in Italia da 5 anni, fino a pochi giorni fa assisteva un anziano. Le è costata cara una visita a un'amica di Varese: è rimasta a dormire la notte in un albergo di Legnano ma l'albergatore ha fatto la spia. Senza permesso di soggiorno, polizia, via Corelli. Nessuno di loro, almeno questa è la sensazione di chi ieri con loro ha parlato, ha la ben che minima percezione di quali siano i propri diritti, di come si contattano gli avvocati d'ufficio.

Regolamento interno del centro di permanenza di Ponte Galeria

Gentile ospite,

sei accolto nel centro di permanenza temporanea e di assistenza di “Ponte Galeria”, dove la Croce Rossa Italiana si occuperà di te, durante la tua permanenza.

Sei stato portato presso questo centro perché hai ricevuto un provvedimento di espulsione, che verrà convalidato da un magistrato, entro 48 ore. Puoi nominare un avvocato oppure chiederne uno d'ufficio. Durante l'udienza di convalida puoi presentare tutti i documenti in tuo possesso e puoi ricorrere contro la decisione del magistrato.

Puoi essere trattenuto per un periodo massimo di 30 giorni. Durante questo periodo vengono attivate le procedure, da parte della Questura, per identificarti e organizzare l'eventuale rimpatrio. Durante il periodo di permanenza non puoi allontanarti dal Centro. La Polizia, i Carabinieri e la Guardia di Finanza hanno il compito di sorveglianza e di mantenimento dell'ordine pubblico.

Durante la permanenza presso il Centro, il personale di Croce Rossa s'interesserà di te, distribuendo il vitto, assegnandoti un alloggio, dandoti assistenza medica.

Il personale addetto alle pulizie ogni mattina svolge lavoro di pulizia. Si raccomanda di tenere il proprio alloggio pulito per questioni d'igiene e per rispetto degli altri.

Al tuo arrivo sarai visitato dal nostro personale medico e successivamente ti verrà consegnato un tesserino di riconoscimento ed un kit contenente prodotti per l'igiene personale.

Puoi spiegare al medico se hai bisogno di seguire una dieta o di particolari medicine, che ti verranno somministrate recandoti in infermeria, dove puoi essere visitato nei seguenti orari: dalle ore 9.00 alle ore 13.00, dalle ore 16.00 alle ore 18.00, dalle ore 21.00 alle ore 22.00.

L'ambulatorio è aperto tutti i giorni per il servizio di pronto soccorso e per le visite specialistiche verrà fissato un appuntamento presso le strutture ospedaliere.

Per rispetto delle tue abitudini, convinzioni religiose e della cultura del tuo paese, sarai alloggiato insieme a presone provenienti da paesi a te vocini e il vitto sarà appropriato alle tue necessità. I pasti vengono distribuiti, e si consumano solo nella sala mensa per motivi igienici, nei seguenti orari:

  • colazione, dalle ore 8.00 alle 10.00,
  • pranzo, dalle ore 12.00 alle ore 14.00,
  • cena, dalle ore 18.00 alle ore 20.00.

Ti ricordo che sono a tua disposizione giornali, riviste e libri: puoi richiederli al personale della Croce Rossa.

Se vuoi può venire a farti visita un ministro di culto, come puoi richiedere libri di preghiera per la tua religione.

Ogni settimana riceverai lenzuola, asciugamani, scheda telefonica e sigarette.

Se hai necessità di vestiti e scarpe puoi richiederle al nostro personale. Se hai necessità di ricevere dei soldi dai tuoi parenti o amici, puoi farteli inviare con un vaglia postale all'indirizzo:

Centro Accoglienza Ponte Galeria, via Portuense Km 10.400 - 00050 Ponte Galeria, Roma

Puoi ricevere generi di necessità (abiti, libri, prodotti per la pulizia e di bellezza) ma ricordati che non puoi avere oggetti taglienti (coltelli, forbici, rasoi) o che possono essere pericolosi.

Per i generi di conforto di cui hai bisogno verrà effettuato il servizio di “acquisti”, tre volte alla settimana.

A tua disposizione c'è un barbiere a cui ti potrai rivolgere nei giorni di lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle ore 10.30 alle 12.00 e dalle ore 16.00 alle ore 18.00.

Per le signore ospiti il servizio è riservato nei giorni lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle ore 13.00 alle ore 16.00.

Puoi anche usufruire dei campi sportivi dalle ore 9.00 alle ore 12.00 e dalle ore 15.00 alle ore 17.00, facendone richiesta al personale della Croce Rossa.

Nel tuo alloggio troverai una televisione che potrà essere tenuta accesa sino alle 23.00.

Questi emittenti trasmettono il telegiornale in multilingue:

  • ITALIA 9 NETWORK Ch.60, dal lunedì al sabato alle ore 11.25 - 11.55, la domenica alle ore 20.30;
  • VIDEO LAZIO Ch. 67, dal lunedì al sabato alle ore 20.00-21.00;
  • RETE ORO Ch. 62, dal lunedì al sabato alle ore 8.00 - 9.00 ed alle ore 01.00 - 02.00;
  • G.B.R., dal lunedì al sabato alle ore 8.30 - 9.00;
  • EUROPEA TV Ch. 70, dal lunedì al sabato ore 22.00 - 23.00.

Puoi ricevere la visita dei tuoi parenti e del tuo avvocato tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 12.00 e dalle ore 16.00 alle ore 19.00. Ricordati che parenti, amici ed associazioni per farti visita devono chiedere l'autorizzazione al Prefetto di Roma.

Per raggiungere il centro di Ponte Galeria:

  • in treno prendendo la linea FM1 fino alla stazione di Ponte Galeria e poi l'autobus in direzione Fiumicino;
  • in macchina percorrendo il Grande Raccordo Anulare, uscita Magliana, direzione Ponte Galeria, e proseguendo per la via Portuense, direzione Fiumicino, fino al km 10.400.

Fotografie del centro di permanenza di Ponte Galeria

  • Foto 1
    Foto n. 1: camminamento ubicato sul retro dei settori adibiti ad alloggio.
  • Foto 2
    Foto n. 2: particolare della recinzione che delimita i settori.
  • Foto 3
    Foto n. 3: persone nello spazio comune, in prossimità della recinzione che delimita un settore femminile. Sul retro si intravede la biblioteca.
  • Foto 4
    Foto n. 4: un settore femminile.
  • Foto 5
    Foto n. 5: lo spazio dei cortili. Sul fondo si intravede il cortile adiacente, appartenente ad altro settore, e il locale mensa situato nell'area comune.
  • Foto 6
    Foto n. 6: l'attesa dietro le sbarre.
  • Foto 7 Foto 8
    Foto n. 7 e n. 8: le 'attività' nei cortili.
  • Foto 9 Foto 10
    Foto n. 9. e n. 10: la comunicazione attraverso le sbarre che delimitano i cortili dei settori.
  • Foto 11
    Foto n. 11: l'attesa del proprio turno per recarsi nell'area comune.
  • Foto 12
    Foto n. 12: il momento di uscire dal proprio settore per recarsi nell'area comune.
1999 2000 2001
Stranieri effettivamente allontanati 72.392 66.057 75.448
di cui respinti alla frontiera 36.937 30.871 30.625
di cui respinti dai Questori 11.500 11.350 10.433
di cui espulsi con accompagnamento alla frontiera 12.036 15.002 21.266
di cui espulsi su conforme provvedimento dell'A.G. 520 396 373
di cui riammessi nei Paesi di provenienza 11.399 8.438 12.751
Stranieri intimati 40.489 64.734 58.171
Totale stranieri effettivamente allontanati o intimati 112.881 130.791 133.619
Stranieri sbarcati 49.999 26.817 20.143
di cui in Puglia 46.481 18.990 8.546
di cui in Sicilia 1.973 2.782 5.504
di cui in Calabria 1.545 5.045 6.093

Note

1. Schema di provvedimento di trattenimento presso il centro di permanenza temporanea dello straniero già colpito da provvedimento di espulsione temporaneamente non suscettibile di esecuzione ai sensi del D.Lgs. 286/98.