ADIR - L'altro diritto

ISSN 1827-0565

Conclusioni

Vieri Lenzi, 1999

Come penso si sia capito l'argomento di questa tesi cioè la tossicodipendenza, mi è stato suggerito in buona parte dalla mia vicenda personale.

Fin dal periodo dei miei studi secondari l'eroina mi si è parata innanzi, attraverso le dipendenze di amici e compagni di scuola, spesso il disagio familiare e l'incomunicabilità con gli adulti in genere apriva la strada all'eroina che diventava una sorta di alternativa ai tanti muri di gomma che il giovane curioso ed impaziente si trovava attorno.

L'antropologia culturale mi ha dato gli strumenti pratici e teorici per intraprendere lo studio di questo fenomeno che da tempo destava la mia curiosità e spesso la mia compassione. Vedere amici, e compagni di scuola sprofondare prima nella dipendenza poi nei problemi della post-dipendenza mi fece intuire la presenza di infiniti controsensi e incoerenze che si celavano dietro a questi eventi.

Drogarsi con l'eroina non significa semplicemente adoperare una sostanza, una droga, significa scegliere di morire lentamente, prima come personalità, poi come corpo.

L'etnografia è stato il mezzo che mi ha permesso di tradurre per iscritto quelle vicende di singoli individui che giorno per giorno barattano la propria esistenza con un poco di sostanza.

Un mondo sempre più complesso e società multietniche, di milioni di persone sono luoghi che appiattiscono e confondono la vita dell'individuo, con falsi principi e retoriche, queste società producono al loro interno sub-culture a loro volta composte da uomini che cercano di sopravvivere in un mondo che non ne dà facilmente il modo. Comprendere gli equilibri di queste nuove realtà è il compito dello studioso; quello sguardo verso società lontane, esotiche, deve fare valere ciò che ha compreso fino ad oggi, rivolgendosi all'esame dei problemi della contemporaneità.

Continuare a produrre traduzioni delle culture distanti è importante proprio perché forse, un giorno, rimarranno soltanto quelle come punto di riferimento delle differenze.

L'operazione svolta da me nel diario è stata quella di narrare le vicende di alcuni tossicodipendenti che nel tentativo di sopravvivere hanno iniziato a condividere regole e principi indipendenti o quasi dalla società di appartenenza. Lo studio della dipendenza da eroina da un lato, e il riportare testimonianze ed esperienze dall'altro sono unite dal movente di mettere in luce l'incoerenza di molte decisioni e comportamenti sociali, che in questo caso emergono dal rapporto con l'eroina. Spesso gli atteggiamenti terapeutici e di recupero hanno parvenze talmente teoriche e sperimentali che mettono l'individuo (in questo caso il tossicodipendente) nella condizione di risultare una vera e propria cavia.

Sul piano teorico mi sono avvalso degli studi del sociologo americano Earving Goffman e dell'antropologo inglese Victor Turner, perché in fondo mi è parso di individuare una matrice sostanzialmente unica; questi due studiosi su due livelli distinti mi hanno fatto elaborare una teoria che con qualche difficoltà ho cercato di esporre nel terzo capitolo. Avvalendosi del principio di liminalità Turner analizza i processi di trasformazione sociale e la successiva codificazione. Questa successiva codificazione trasforma via via le relazioni umane e sociali che si codificano costantemente nel tempo. Non essere 'aggiornati' sui fenomeni di ricodificazione vuole dire rimanere esclusi dai cambiamenti sociali e in una certa misura rimanerne addirittura emarginati. Una società come la nostra, cioè una società complessa, non dà sempre gli strumenti conoscitivi sufficienti al fine di partecipare consapevolmente a questi movimenti intestini dei comportamenti e delle partecipazioni. È facile che la vita materiale assorba i soggetti abbandonati a se stessi che con facilità si ritroveranno insoddisfatti ed esclusi dalla vita culturale della collettività: tale fatto penso possa essere già un buon motivo d'insoddisfazione a spingere un uomo verso l'utilizzo di una droga.

Il mondo riferito da Goffman nella sua idea di rappresentazione, codifica dei principi di riconoscimento e di appartenenza reciproca ad un gruppo, non essere riconosciuti e non appartenere a nessun gruppo vuole dire non essere accettati da nessuno e in una certa misura, paradossalmente, vuole dire non esistere.

Il tossicodipendente entra in questo giro vizioso spesso senza rendersene minimamente conto, aggravando via via la propria condizione, e spesso viene pregiudicato anche dalla possibilità di rientrare a fare parte del novero della società civile.

L'esistenza di tante sub-culture e in particolare della sub-cultura dell'eroina è un'alternativa che permette, in seguito, a questi tossicodipendenti di sopravvivere grazie a una sottocodificazione di valori tollerati dalla società civile.

L'etnografia può indagare e chiarire le sviste e i fraintendimenti avvalendosi della possibilità di produrre un materiale teorico atto al risanamento di certe vicende sociali, e alla prevenzione, la teoria antropologica si sta sviluppando in direzioni scientifiche che le permetteranno sempre più di tradurre e rispondere a una realtà in costante cambiamento.