ADIR - L'altro diritto

ISSN 1827-0565

Introduzione

Angela Suprano, 2016

Il lavoro proposto si presenta come un'analisi sul sistema di accoglienza italiano per richiedenti asilo e rifugiati, condotta a livello documentario e nell'ultima parte arricchita da uno studio condotto sul campo.

Si tratta di un excursus volto a dare risposta (se una risposta vi sia) al quesito evidenziato nel titolo del lavoro: il sistema di accoglienza, così com'è articolato, è in grado, nel nostro Paese, ad assicurare un percorso finalizzato all'integrazione dei beneficiari?

Prendendo le mosse da questa premessa, la prima parte del lavoro è incentrata sulla descrizione del fenomeno sotto diversi aspetti, primo tra tutti giuridico, con la ricostruzione del panorama giuridico internazionale, europeo e nazionale di riferimento in tema di asilo, a partire dalla evoluzione terminologica dello stesso termine "asilo". A questo quadro fa da sfondo la particolare situazione storico-giuridica che dalla fine della II Guerra Mondiale giunge fino ai giorni nostri ed affronta alcuni dei temi più dibattuti, soprattutto a livello europeo, sulle scelte politiche che i Paesi dell'Unione hanno esperito al riguardo, nel tentativo di creare un quadro normativo omogeneo e valido per tutti gli Stati membri. Saranno ripercorse, in questo contesto, le precise scelte in tema di accoglienza impiegate a livello europeo e le difficoltà con cui spesso ha dovuto misurarsi il nostro Paese al fine di adeguare la propria normativa ai dettami delle direttive sovranazionali.

Nel secondo capitolo saranno descritti invece i processi di revisione che hanno travolto negli ultimi anni tanto la normativa europea quanto quella nazionale. L'attenzione sarà focalizzata sui processi di revisione delle due direttive europee "Procedure" e "Accoglienza" e sulle scelte adottate dal legislatore italiano in seguito all'emanazione del recente d.lgs. 142/2015, atto di recezione delle direttive richiamate. A seguire sarà ripercorso il faticoso iter per il riconoscimento dello status di protezione internazionale in Italia e qui verrà presentato il sistema di accoglienza nazionale la cui trattazione occuperà tutta la seconda parte del lavoro. In quest'ultima sede ci si confronta con un sistema che, come vedremo in seguito, presenta tutt'oggi enormi lacune, contraddizioni, ritardi, questioni irrisolte, ma che, nell'ultimo biennio, a fronte delle gravi emergenze, è stato oggetto di una rivisitazione da parte del nostro legislatore, il quale, almeno nella terminologia impiegata, ha ripensato ex novo il circuito di accoglienza nazionale. Attenzione privilegiata sarà riservata al sistema di seconda accoglienza predisposto dallo SPRAR (sistema di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati), considerato una best pratice anche a livello europeo, in quanto volto alla realizzazione di un'accoglienza integrata che veda i singoli beneficiari come soggetti attivi del progetto di inclusione, articolato in vari profili: linguistico, economico, abitativo, sociale.

L'ultimo capitolo, dopo un breve excursus sul termine "integrazione", propone lo studio del modello di SPRAR attivo sul territorio fiorentino, dove ho condotto un'analisi sul campo. Si tratta di un'indagine suffragata da una serie di dati statistici attraverso i quali si cerca di evidenziare quanto risulti difficile rispondere al quesito posto a premessa del lavoro.

L'indagine è stata resa possibile grazie alla disponibilità mostratami da alcuni dei protagonisti del terzo settore attivi sul territorio fiorentino, che si occupano di accoglienza e dei servizi destinati ai richiedenti asilo, in particolare operanti nello SPRAR fiorentino di Villa Pieragnoli.

Sono consapevole che i risultati di questa analisi lasciano aperti molti dubbi, giustificati, in parte, dall'attuale periodo di sperimentazione dei nuovi meccanismi di accoglienza.

In particolare:

  • Esiste un diritto di asilo costituzionalmente garantito, ma come si attua?
  • Per quanto ancora si potrà sostenere che l'Italia è un Paese di "giovane immigrazione" e che per questo non è pronta ad accogliere?
  • L'integrazione è davvero un punto di arrivo di un percorso di accoglienza oppure è un fattore interno, incontrollabile, non monitorabile?
  • Cosa non funziona in un Paese che si atteggia a promotore e garante dei diritti e promotore dell'uguaglianza? Le mentalità dei cittadini che negano l'integrazione o il sistema accoglienza che così com'è congegnato la inibisce?