ADIR - L'altro diritto

ISSN 1827-0565

Introduzione

Nastassya Imperiale, 2007

Il presente lavoro, ha per oggetto lo studio delle modalità con cui sono applicati i principi della giustizia riparativa, e in particolare della mediazione penale, nell'ambito del nostro ordinamento giudiziario minorile. Il lavoro si suddivide in una prima parte, dedicata a un'analisi teorica dei principi che caratterizzano la giustizia riparativa e la mediazione penale, delle ragioni della loro diffusione, e della possibilità di applicarli all'interno dell'ordinamento giudiziario minorile, e una seconda parte dedicata all'analisi delle esperienze di alcuni Uffici di mediazione penale minorile.

In particolare nel primo capitolo, sono ripercosse le ragioni storiche che hanno consentito l'affermarsi all'interno degli ordinamenti giudiziari occidentali dei principi di un nuovo modello di giustizia, quello riparativo. Tale analisi non ha potuto prescindere dallo studio delle principali fonti internazionali, che hanno favorito la diffusione più o meno rapida in quasi tutti i paesi occidentali di questa nuova forma di giustizia. La sua diffusione nel mondo giuridico è avvenuta secondo due principali modelli, quello francese e quello anglosassone, che nel presente lavoro sono stati oggetto di studio.

Il legislatore, in conformità con le principali fonti internazionali e costituzionali, ha deciso di attribuire al processo penale a carico del minorenne soprattutto la finalità educativa e responsabilizzante. Il secondo capitolo è dedicato allo studio dei principi che caratterizzano il processo penale minorile introdotto con il D.p.r. 22 settembre n. 448/88. In particolare, il presente studio concentra il suo sguardo su gli istituti giuridici del proscioglimento per immaturità, della sentenza di non luogo a procedere per irrilevanza del fatto, del perdono giudiziale e dell'estinzione del reato per esito positivo della prova che, ispirati al principio della minima offensività, consentono la definizione anticipata del processo a carico dell'imputato minorenne. Questi istituti giuridici, vengono in rilievo anche perché hanno consentito l'introduzione della mediazione penale all'interno del processo.

Il terzo capitolo è invece dedicato alla mediazione penale minorile. Quest'analisi parte dallo studio delle norme del D.P.R. n. 448 del 1988 che consentono di dare rilevanza giuridica al percorso di mediazione intrapreso dal minore autore del reato con la sua vittima. In particolare, si distinguono una mediazione in fase pre-processuale nell'ambito delle indagini preliminari, e una mediazione in fase processuale. È fatta poi una breve analisi di come sono costituiti gli Uffici per la mediazione penale minorile, e di come si è organizzato il personale che lavora all'interno di questi Centri.

L'ultimo capitolo ha a oggetto un'indagine delle prassi di alcuni dei principali Uffici per la mediazione penale minorile che operano nel nostro territorio. In particolare, questa indagine è stata condotta negli Uffici di mediazione penale minorile di Torino, Milano, Bari, Trento e Firenze anche grazie alla gentile collaborazione dei coordinatori e dei mediatori dei Centri interessati, i quali mi hanno aiutato a tracciare il modus operandi dei singoli Uffici di mediazione all'interno delle rispettive realtà territoriali. Solamente per la Sezione di mediazione penale minorile di Roma non è stato possibile fare questo tipo di lavoro, a causa della chiusura della Sezione al termine del suo periodo di sperimentazione, e per la difficoltà di rintracciare coloro che vi avevano lavorato. I dati che si riferiscono alle mediazioni effettuate dagli Uffici in questione cominciano in periodi diversi, poiché gli Uffici sono stati costituiti in anni diversi, inoltre non per tutti gli Uffici, è il caso di Milano, è stato possibile avere dati recenti a causa della mancata loro elaborazione da parte dell'Ufficio.