ADIR - L'altro diritto

ISSN 1827-0565

Introduzione

Michele Arcella, 2002

L'obiettivo di questa tesi è analizzare l'inserimento lavorativo degli immigrati extracomunitari in un determinato ambito territoriale, ossia la Regione Toscana, con una specificazione dell'osservazione in un contesto ancora più ristretto che è quello del comprensorio del cuoio, formato dai Comuni del Valdarno inferiore, tra la Provincia di Pisa e quella di Firenze. In particolare, l'intenzione di questo lavoro è quella di misurare lo scarto fra i percorsi d'inserimento lavorativo prospettati dall'attuale disciplina giuridica (la chiamata dei lavoratori da parte dei datori di lavoro e le entrate in garanzia nell'ambito dei flussi annuali) e la realtà dell'integrazione lavorativa. Quest'ultima è caratterizzata da consuetudini e desuetudini che non possono essere percepite attraverso un semplice studio dei testi giuridici, ma vanno necessariamente portate alla luce per cercare di offrire un quadro il più realistico possibile dell'inserimento lavorativo dei cittadini extracomunitari. Nel primo capitolo mi occupo anche della disciplina dei ricongiungimenti familiari proprio perché tale istituto, che in astratto non ha alcuna relazione con l'inserimento dei lavoratori stranieri, si mostra, nella realtà territoriale che ho studiato, un canale d'ingresso di vitale importanza per i lavoratori.

Per quanto riguarda la struttura della tesi questa si snoda attraverso tre capitoli. Nel primo viene delineato, dopo qualche cenno di storia della disciplina dell'immigrazione in Italia, il quadro attuale della stessa, dettata oggi dal Testo unico in materia di immigrazione e condizione dello straniero (decreto legislativo nº 286 del 1998) e dal relativo Regolamento di attuazione (d.p.r. nº 394 del 1999), con particolare riguardo all'ingresso in Italia sia dei lavoratori stranieri a tempo determinato ed indeterminato, sia dei cittadini stranieri in cerca di lavoro, entrati nel nostro paese grazie alla prestazione di garanzia.

In questo capitolo, trascuro salvo alcune eccezioni di rilievo, sia la dottrina che la giurisprudenza in materia, i cui interventi saranno evidenziati nei capitoli successivi dove andranno ad affiancare volta a volta la descrizione di tutte quelle pratiche che i vari organismi amministrativi, come le Questure, le Direzioni provinciali del lavoro, il Ministero dell'interno, coinvolti nella gestione del fenomeno dell'immigrazione, pongono in atto. Tali pratiche non sempre corrispondono pienamente alla regolamentazione prospettata da una disciplina giuridica più volte inattuata.

Il secondo capitolo descrive la realtà del comprensorio del cuoio, in particolare i reali percorsi d'inserimento lavorativo, descritti attraverso le interviste fatte ai lavoratori stranieri ed ai soggetti (sindacalisti, industriali, mediatori culturali) che operano a contatto con gli immigrati.

Nel capitolo conclusivo mi occupo delle prassi amministrative inerenti l'ingresso e la permanenza dei cittadini stranieri in Italia.