ADIR - L'altro diritto

ISSN 1827-0565

Conclusioni

Matteo Ronca, 2000

Si è visto come i fattori eziologici che generano il crimine del colletto bianco siano molteplici. Sebbene i criminologi abbiano cercate di focalizzare la propria attenzione o a livello socio-psicologico, o a livello strutturale, una comprensione completa delle cause della criminalità dei colletti bianchi richiede di riconoscere l'interdipendenza tra questi due differenti approcci. La sola analisi socio-psicologica ci lascia "scoperti" rispetto alle forze storiche e strutturali che intervengono nella criminogenesi. L'indagine basata solo su variabili strutturali, tralascia la dimensione personale del comportamento umano e non è sufficiente a spiegare le cause della criminalità del colletto bianco.

L'analisi dello scandalo dei petroli ha voluto dimostrare come il crimine del colletto bianco sia causato dalla coincidenza tra la motivazione indirizzata verso la devianza e la presenza di opportunità attrattive, secondo l'interazionismo simbolico di Coleman. Nel far ciò si è individuata la presenza di un sottogruppo deviante di imprenditori-petrolieri, nell'ambito della quale si condividono sia valori parzialmente contrastanti con quelli della società, sia tecniche finalizzate a sfruttare le opportunità illecite e a neutralizzare i conflitti soggettivi che si determinano in seguito alla scelta deviante. In tal modo, si sono recepiti gli elementi, a mio parere, più interessanti della teoria delle sottoculture e delle tecniche di neutralizzazione di Matza. Trattando delle motivazioni, si è proposta un'analisi secondo l'ottica economicistica di Wheeler, che ha permesso la lettura della vicenda secondo un diverso e altrettanto convincente punto di vista.

Si vede, quindi, come i diversi strumenti teorici siano stati utilizzati nell'analisi, senza peraltro tentare di fornire una teoria generale monofattoriale, una sola risposta sempre valida alla domanda "perché si commettono i crimini". Si sono presentati approcci anche radicalmente diversi (si pensi alla teoria dell'utilità marginale applicata alla criminologia proposta da Wheeler) con lo scopo di approfondire in chiave multidisciplinare la lettura del fenomeno criminoso.

L'idea che ha accompagnato tutta la realizzazione di questo lavoro, è che la criminologia, nelle sue applicazioni concrete, abbia la funzione preminente di permettere una visione quanto più oggettiva e scientifica del crimine, senza cadere in giudizi morali. Conoscere le dinamiche che portano al crimine, inquadrate nel contesto sociale dell'Italia in cui viviamo, ci consente di attuare delle politiche di controllo giuridico e sociale molto più efficaci. La criminologia, accantonati i tentativi di politicizzazione e aperte le porte ai contributi di altre discipline, è chiamata a svolgere questo scopo.

Questo lavoro, sebbene non contenga indicazioni precise di politica criminale e non suggerisca quali siano le soluzioni da adottare per ridurre o eliminare il comportamento criminale così ampiamente diffuso tra i colletti bianchi, ha cercato di fornire elementi utili per progettare interventi preventivi che tendano a limitare la propensione dei gruppi sociali di alto status socio-economico a violare la legge penale.