ADIR - L'altro diritto

Inchieste in corso di analisi al 2021

Altro Diritto/FLAI CGIL, 2022

Per ogni procura si indica se ha contatti diretti con il Laboratorio e si dà notizia delle inchieste di sua competenza.

PIEMONTE
Procura competente Contatti diretti INCHIESTE
ALESSANDRIA SI
  • Procedimento a carico di otto persone, di cui 3 cittadini albanesi in arresto e altre 5 persone libere, che avrebbero sfruttato 37 braccianti extracomunitari, originari di Nigeria, Gambia, Senegal, Mali, per le vendemmie a Monferrato. I tre erano a capo di una cooperativa di Cannelli, reclutavano i lavoratori in gran parte dai centri di accoglienza e li impiegavano, umiliandoli e insultandoli, nella raccolta d'uva per 10 ore al giorno a 3 euro l'ora, da cui veniva sottratto il costo del trasporto, del vitto e alloggio. Solo il 20% della paga veniva denunciato all'INPS. Si procede per 603-bis c.p. aggravato dalla discriminazione razziale. (Maggio 2020) (https://www.unionesarda.it/news/italia/caporalato-tra-le-vigne-tre-in-manette-pr32v2nc)
  • Indagati per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro e per lesioni gravi, il titolare di un'impresa edile e un suo collaboratore, entrambi italiani, per aver impiegato senza contratto e in condizioni di sfruttamento due operai in diversi cantieri di Novi Ligure e Alessandria. I dipendenti erano pagati saltuariamente e impiegati in turni di lavoro molto lunghi, senza alcuna protezione contro incidenti e infortuni. L'imprenditore, in occasione di una grave caduta di uno dei due operai, aveva simulato un incidente stradale per occultarne l'infortunio sul lavoro. (2021) (https://radiogold.it/news-alessandria/cronaca/268998-caporalato-novi-impresa-edile-carabinieri/)
ASTI SI
  • Inchiesta che riguarda alcuni lavoratori bulgari, impiegati nella vendemmia, tra Langhe e Astigiano, in condizioni di sfruttamento lavorativo, costretti a lavorare per circa 10 ore al giorno, per un compenso variabile tra i 3 ed i 5 euro l'ora. (Agosto 2015) (https://www.lastampa.it/cronaca/2015/08/25/news/i-migranti-della-vendemmia-tra-speranze-coop-e-caporali-1.35235406/)
  • Archiviata l'indagine a carico di quattro persone che rivestivano posizioni apicali all'interno di una cooperativa per irregolarità relative all'impiego di manodopera rilevate durante un controllo della Guardia di Finanza (2015) (segnalazione della Procura di Asti)
  • A seguito di una segnalazione dell'Ispettorato del lavoro di Asti ed Alessandria, che aveva notato assembramenti sospetti nel centro di Alessandria, sempre alla stessa ora, hanno preso avvio delle indagini ex art. 603 bis c.p. a carico di una macedone, titolare di una agenzia di intermediazione, che si sarebbe occupata del reclutamento di almeno 52 lavoratori, di cui 42 senza un regolare contratto, da impiegare nelle aziende agricole della zona, con orari fino alle 10 ore al giorno e senza fornire loro gli adeguati dispositivi di protezione. (Giugno 2018) (https://www.quotidianopiemontese.it/2018/06/21/caporalato-nelle-vigne-piemontesi-sgominata-una-banda-che-sfruttava-braccianti/)
  • Operazione “Sole”: la procura di Asti ha coordinato le indagini relative ad una vicenda di caporalato nelle Langhe, tra Roero e Monferrato. Solo nell'ultimo anno, gli accusati avrebbero fatto arrivare sulle colline oltre duecento macedoni, procurando loro falsi documenti bulgari per poter lavorare, in condizioni di sfruttamento, come cittadini comunitari. Una volta giunti a destinazione, i clandestini venivano sistemati in alloggi già predisposti; si sarebbe proceduto alle fotografie necessarie per ottenere documenti falsi, stampati in Bulgaria e Macedonia, che avrebbero consentito loro di presentarsi all'Agenzia delle Entrate per chiedere codici fiscali e tessere sanitarie. I lavoratori sarebbero poi stati inseriti in cooperative create ad hoc con regolare assunzione. (Marzo 2019) (https://www.alessandriaoggi.info/sito/2019/03/19/caporalato-nelle-vigne-banda-di-finti-bulgari-sgominata-nellastigiano/)
  • Nel corso di un servizio anti-caporalato in un'azienda di Poirino che si occupa di distribuzione di volantini commerciali, i carabinieri hanno scoperto che i titolari dell'azienda, padre e figlia di nazionalità pakistana, avrebbero impiegato, in condizioni di sfruttamento, numerosi lavoratori nella distribuzione di volantini, addirittura monitorando il loro tragitto con g.p.s. Entrambi sono indagati per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Otto su nove lavoratori erano privi di contratto, uno di essi era irregolarmente presente sul territorio italiano e tutti dormivano nei locali della ditta. (Giugno 2019) (https://torinocronaca.it/news/news/129431/blitz-anti-caporalato-controllavano-i-lavoratori-a-nero-col-gps-denunciati-padre-e-figlia-foto-e-video.html)
  • Procedimento per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro a carico di 8 persone, tra cui 3 caporali e la titolare di una cooperativa. Gli indagati reclutavano ed impiegavano nella vendemmia richiedenti asilo di origine sub-sahariana, pagandoli 3 euro l'ora, per 12 ore al giorno e costringendoli a pagarsi vitto, alloggio e trasporto. I lavoratori erano assunti con contratti di lavoro alla giornata, sistematicamente disattesi durante la prestazione lavorativa, che si svolgeva sotto costanti minacce e violenze fisiche. (Ottobre 2020) (https://www.gazzettadalba.it/2020/10/lavoro-irregolare-nelle-vigne-denunciati-cinque-operai-e-la-titolare-di-una-cooperativa/)
BIELLA NO
  • A Biella, arrestato ex art. 603 bis c.p. un cittadino cinese, titolare di un'impresa individuale che si occupava del commercio di prodotti ortofrutticoli, per aver sfruttato un cittadino cinese, irregolarmente presente sul territorio. Il lavoratore viveva in una pertinenza dell'azienda, in condizioni precarie. (Marzo 2019) (https://www.deliapress.it/1-cronaca/biella-arresto-cittadino-cinese-per-sfruttamento-al-lavoratori/)
CUNEO SI
  • Impiegati 26 braccianti nella raccolta di fragole in un'azienda di Peveragno. 17 irregolari, 12 macedoni, in Italia con visto turistico e, in tutto, cinque minori, uno regolarmente presente sul territorio italiano e tre no. Arrestata imprenditrice 57enne. Contestato art. 603 bis c.p., nuova formulazione. (Agosto 2018) (https://torino.repubblica.it/cronaca/2018/08/09/news/caporalato_a_cuneo_carabinieri_scoprono_17_lavoratori_in_nero-203730070/)
  • A seguito delle indagini condotte da Digos, Spresal dell'Asl Cn1 e NIL, che hanno monitorato i luoghi di accoglienza organizzata dei migranti della frutta nel Saluzzese, tre persone sono state fermate per lo sfruttamento di 19 lavoratori impiegati nella raccolta della frutta. Venivano pagati meno di 5 euro l'ora, da cui venivano detratti i «costi» per i servizi offerti dal caporale per vitto e alloggio. A chiusura di ogni finto contratto regolare, ai lavoratori venivano versati 50 euro che dovevano restituire con l'ingaggio successivo. Nel corso delle indagini sono anche stati scoperti diversi sotterfugi per eludere i controlli, inclusi «pizzini» consegnati ai lavoratori per mentire in caso di verifiche su ore lavorate e periodo di assunzione. I braccianti, di fatto, erano impegnati ogni giorno della settimana per 10 ore al giorno, senza protezioni e formazione di alcun genere, anche se maneggiavano muletti e pesticidi durante l'impiego in campi e magazzini. (Maggio 2019) (https://www.lastampa.it/cuneo/2019/05/23/news/tre-arresti-per-caporalato-nel-saluzzese-migranti-della-frutta-pagati-meno-di-5-euro-all-ora-1.33703798/)
  • Inchiesta “Momo”: Sei imprenditori agricoli ed un caporale rinviati a giudizio per un'inchiesta iniziata nel 2018, per sfruttamento di 20 lavoratori, quasi tutti africani, nella zona di Saluzzo. Molte delle vittime erano impiegate di giorno nei campi, a raccogliere frutta, e di notte in una cooperativa avicola per un tempo complessivo pari anche a 20 ore al giorno, dormendo circa due ore prima di iniziare il turno serale. Nel corso dell'inchiesta sono stati riscontrati tutti gli indici di sfruttamento (Dicembre 2019) (https://ilmanifesto.it/ricatti-e-venti-ore-di-lavoro-al-giorno-il-caporalato-made-nord-italia). A conferma dello stato di bisogno dei lavoratori, molti di loro chiedevano un contratto non annuale ma stagionale e, in questo caso, il datore di lavoro pretendeva che gli venissero restituiti, a rate, i 304 euro versati al fisco. Spesso le vittime dormivano in azienda, a fronte di 50 euro mensili, corrisposti per dormire in 15 mq, senza riscaldamento (https://torino.repubblica.it/cronaca/2020/09/25/news/venti_ore_di_lavoro_senza_staccare_mi_sono_addormentato_al_volante_-268419006/). Nei confronti di due famiglie di imprenditori e del presunto caporale è stato disposto il rinvio a giudizio e nel marzo 2021 si è tenuta la prima udienza dibattimentale (https://lavialibera.it/it-schede-481-caporalato_saluzzo_primo_processo). Nel corso dell'istruzione dibattimentale saranno chiamati a deporre anche alcuni lavoratori sfruttati. (https://www.sicurezzaelavoro.org/archives/3479)
IVREA SI
  • La Procura di Ivrea ha aperto un procedimento per sfruttamento lavorativo, con l'aggravante di discriminazione razziale, nei confronti della cooperativa Tsk Service, cui era delegata l'attività di facchinaggio per conto di Mondo-convenienza. Le indagini sono partite in seguito alla denuncia di un gruppo di facchini, perlopiù rumeni, che hanno raccontato agli inquirenti di essere impiegati in turni orari massacranti (dalle 06.00 alle 22.30, circa 14 ore giornaliere), sette giorni su sette, dietro minaccia di licenziamento e insulti a sfondo razziale. (Marzo 2021) (https://torino.repubblica.it/cronaca/2021/03/16/news/mondo_convenienza_la_procura_apre_un_indagine_per_maltrattamenti_e_caporalato-292399988/)
NOVARA NO
  • Nel corso di una verifica inter-force condotta dai Carabinieri della compagnia di Novara e dall'Ispettorato del Lavoro, sono stati identificati quattro operai a lavoro presso un'azienda agricola di Briona, dei quali tre erano privi di regolare contratto. E' stata disposta la sospensione dell'attività alla ditta ed è stato sanzionato il titolare con una multa di 17mila euro; non è chiaro se sia stato anche contestato art. 603 bis c.p. (Settembre 2015) (https://primanovara.it/cronaca/briona-tre-lavoratori-in-nero-su-4-in-un-azienda/)
TORINO NO
  • Trenta lavoratori sfruttati in condizioni terribili, in una sartoria industriale, dove lavoravano per 15 ore al giorno, per 5 euro al giorno (30 centesimi l'ora); indagata una coppia di ragazzi cinesi, fratello e sorella, arrestati dalla guardia di finanza di Torino. Molti lavoratori erano irregolari, con visto turistico scaduto, in gran parte provenienti dalla Cina. La maggior parte di loro alloggiavano, in condizioni degradanti, all'interno dei laboratori tessili, alcuni dei quali con figli minori. (Dicembre 2019) (https://torino.repubblica.it/cronaca/2019/12/23/news/torino_trenta_lavoratori_trattati_come_schiavi_pagati_5_euro_al_giorno_per_15_ore_di_lavoro-244179507/)
  • Una trentina di italiani, pagata meno della metà delle effettive ore lavorate e completamente in nero, è stata identificata in un call center di Orbassano. La maggior parte di loro erano studenti fuori sede che avevano accettato quelle condizioni per mantenersi nella nuova città. Una volta scoperto questo contesto, i carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Torino hanno avviato dei controlli a tappeto contro lo sfruttamento del lavoro nei call center e nei i catering. (Dicembre 2019) (https://torino.repubblica.it/cronaca/2019/12/20/news/torino_scoperto_call_center_con_23_lavoratori_in_nero_su_27-243918953/)
  • Un imprenditore cinese è stato denunciato per omissione colposa di cautele o difese contro disastri o infortuni sul lavoro, per aver occupato alle proprie dipendenze lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno previsto, per omissione della valutazione dei rischi e l'adozione del relativo documento e per non aver provveduto alla salute e sicurezza del luogo di lavoro, nei confronti di 16 dipendenti, di cui due stranieri senza permesso di soggiorno, assunti senza contratto, impiegati nella fabbricazione di tute monouso e mascherine chirurgiche. Gli operai lavoravano in condizioni igienico-sanitarie precarie all'interno di un laboratorio tessile abusivo. (Maggio 2020) (https://www.lastampa.it/torino/2020/05/26/news/a-torino-una-sartoria-clandestina-cinese-per-produrre-camici-e-mascherine-1.38890898/)
  • Operazione “Marco Polo”: a Mappano, i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Torino e i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 5 imprenditori cinesi, accusati di associazione per delinquere, sfruttamento del lavoro, reati fiscali di emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti. Le indagini, partite dalla denuncia di uno dei lavoratori, hanno portato alla luce l'impiego in condizioni di sfruttamento di circa 40 vittime perlopiù provenienti da Paesi extra-UE e richiedenti asilo in attesa del permesso di soggiorno, che venivano impiegate nel confezionamento di pennarelli per dieci ore al giorno, per una retribuzione tra i 350-600 euro al mese. Sono stati sottoposti a sequestro preventivo beni per oltre 85 mila euro. (Maggio 2021) (https://www.quotidianocanavese.it/cronaca/mappano-lavoro-nero-cinesi-sfruttano-richiedenti-asilo-cinque-arresti-nell-operazione-di-carabinieri-e-guardia-di-finanza-video-32798)
  • Nove persone sono state rinviate a giudizio all'esito della chiusura delle indagini preliminari relative all'accertamento di fatti risalenti al periodo compreso tra il 2016 e il 2018, per intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo ex art. 603-bis cp, nel settore della logistica. Nel sistema di caporalato ricostruito dagli inquirenti avrebbe avuto un ruolo centrale il colosso Elpe, cooperativa attiva nel settore di somministrazione di lavoratori da destinare a mansioni di logistica (perlopiù scaffalisti e magazzinieri) nei grandi supermercati, che si sarebbe avvalsa di altre cooperative minori attive sul territorio, cui a sua volta subappaltava il reclutamento di manodopera. L'indagine era partita a seguito della morte di una donna, nel 2015, ad Asti, a seguito di un incidente stradale, dopo un turno di 19 ore lavorative. I lavoratori somministrati, prevalentemente italiani, infatti, erano costretti a lavorare con turni massacranti, senza riposi settimanali, senza diritto alle ferie, e senza retribuzione per gli straordinari lavorati. Tra gli imputati non figurano responsabili di ipermarket o centri commerciali nei confronti dei quali l'Inps aveva comunque avviato accertamenti dal punto di vista contributivo. Alcuni lavoratori si sono costituiti parti civili. (Giugno 2021) (https://torino.repubblica.it/cronaca/2021/06/15/news/torino_caporalato_supermercato-306191844/)
VERBANIA NO Al Laboratorio non è pervenuta notizia di nessuna inchiesta di competenza della procura di Verbania.
VERCELLI NO
  • Il titolare di un ristorante a Formigliana è stato denunciato per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro nei confronti di tre dipendenti, di nazionalità italiana, impiegate in turni superiori al limite massimo consentito, senza diritto al riposo settimanale, senza il pagamento degli straordinari e delle ferie, per 150 euro a settimana. Il titolare era già stato sanzionato in precedenza, perché aveva impiegato le lavoratrici senza contratto: aveva quindi stipulato per tutte e tre contratti di lavoro part-time, che tuttavia venivano sistematicamente disattesi. E' stato disposto il sequestro preventivo del ristorante. (Giugno 2019) (https://primavercelli.it/cronaca/imprenditore-nei-guai-per-lavoro-nero/)
FRIULI VENEZIA GIULIA
Procura competente Contatti diretti INCHIESTE
GORIZIA SI
  • Inchiesta “Free Work”: il GUP di Gorizia ha accolto la richiesta di costituzione di parte civile avanzata da diciannove operai bengalesi, alcuni richiedenti asilo, impiegati nella filiera dell'appalto e del subappalto di Monfalcone, la città-cantiere ove vengono realizzati i transatlantici targati Fincantieri. L'impianto accusatorio dell'indagine punta ad un sistema di aziende che operava, fino al 2013, nell'appalto Fincantieri per la coibentazione e l'arpionatura navale. Tra le accuse, quella di truffa ai danni dell'Inps e di estorsione a danno dei lavoratori, assunti con contratto ma costretti a lavorare in condizioni pesantissime per una paga inferiore a quella stabilita dai contratti collettivi, sottoposti a minacce e costretti a presentare, periodicamente, le loro dimissioni in bianco. (Gennaio 2019) (https://www.repubblica.it/cronaca/2019/01/22/news/caporalato_a_monfalcone_prima_vittoria_per_gli_eroi_bengalesi_19_operai_ammessi_come_parte_civile-217213616/)
  • Denunciati tre cittadini italiani, titolari di una società che appaltava manodopera (circa 170 lavoratori), all'interno dei cantieri di Monfalcone, Genova ed Ancona della società “Fincantieri S.p.A.”, per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (art. 603-bis c.p.), estorsione (art. 629 c.p.) e somministrazione fraudolenta di manodopera (art. 38-bis d.lgs. 81/2015). I tre “capocantieri” si facevano pagare dai 700 ai 1.000 euro per assumere i lavoratori (circa 16 bengalesi), che venivano costretti con violenza fisica e minacce a restituire circa il 15% della paga corrisposta. E' stata sequestrata la somma di oltre 31.500 euro, corrispondente al denaro sui conti correnti degli indagati. Nell'ambito del medesimo procedimento sono indagati anche i titolari delle società di somministrazione di lavoro interinale, per aver aggirato la normativa ex artt. 23 e 32 d.lgs. 96/2018 (Febbraio 2021) (https://www.triesteprima.it/cronaca/aggressioni-estorsioni-caporalato.html). Si procede con giudizio immediato nei confronti di tutti e tre gli imputati. Non è chiaro se questa e l'inchiesta di cui sopra sono collegate. (https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2021/05/20/news/caporalato-nell-appalto-fincantieri-in-3-a-giudizio-immediato-1.40291780)
PORDENONE NO
  • Operazione “Sardinia Job”: la Guardia di finanza ha condotto una complessa indagine per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, emissione di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio e associazione per delinquere a carico di alcune imprese tessili del Nord Italia, che impiegava lavoratori reclutati attraverso società fittizie con sede a Sassari. I lavoratori, per lo più provenienti dall'Est Europa (Slovenia, Romania, Repubblica Ceca, Slovacca) o dal Sud Italia, erano occupati in condizioni di sfruttamento (Gennaio 2018) (https://messaggeroveneto.gelocal.it/pordenone/cronaca/2018/01/10/news/caporalato-scoperti-mille-lavoratori-irregolari-59-denunce-1.16333552). Il processo si è concluso il 20 Luglio 2021 con 11 patteggiamenti, una condanna e un proscioglimento. (https://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2021/07/20/news/caporalato-nei-cantieri-e-riciclaggio-11-patteggiamenti-e-una-condanna-1.40518255)
  • Indagate due persone, rispettivamente amministratore di diritto e de facto di una cooperativa che si occupava di servizi di facchinaggio, movimentazione merci e servizi ecologici. Le indagini della Guardia di Finanza hanno appurato che la cooperativa era un mero “contenitore di manovalanza” ed hanno contestato il reato di somministrazione abusiva di manodopera; non è chiaro se sia stato anche contestato art. 603 bis c.p. (Gennaio 2020) (https://www.prealpina.it/pages/caporalato-e-frodi-in-coop311-irregolar-213732.html)
  • Due titolari di un ristorante etnico sono stati denunciati per intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo, lesioni colpose, minaccia, falso documentale e utilizzo indebito dei sistemi di controllo dei lavoratori, oltre per violazioni delle norme in materia di sicurezza. I dipendenti del ristorante, circa una decina, erano assunti alcuni “a nero”, altri con contratti part-time che venivano sistematicamente non rispettati, in quanto tutti erano impiegati per oltre 60 ore settimanali a 3 euro l'ora, senza il pagamento degli straordinari. Inoltre, i lavoratori erano costantemente controllati tramite webcam e uno di loro, infortunatosi, era stato minacciato affinché non denunciasse l'accaduto. Sono state comminate nei confronti dei due imprenditori sanzioni amministrative per oltre 20.000 euro. (Luglio 2020) (https://www.ilfriuli.it/cronaca/sfruttamento-del-lavoro-in-un-ristorante-etnico/)
  • Operazione “Faber dacicus” della Guardia di Finanza di Pornenone ha scoperto un sistema di caporalato gestito da sette cittadini rumeni, a capo di cinque società operanti nella fornitura di manodopera a favore di terzi, tramite cui avrebbero reclutato e sfruttato oltre 400 lavoratori impiegati nel settore della metalmeccanica, in aziende italiane ubicate perlopiù nel Triveneto. Il sistema di sfruttamento era perpetrato tramite l'esterovestizione delle società, tramite cui i lavoratori venivano assunti con contratti di diritto rumeno, con lorde di poche centinaia di euro (e con conseguenti contributi previdenziali, previsti dalla normativa rumena, di pochi euro mensili), per essere poi retribuiti in Italia in contanti in nero con retribuzioni prossime al CCNL. I redditi sottratti a tassazione sarebbero pari a 5,3 milioni di euro, una maxi frode attuata attraverso raggiri della normativa previdenziale italiana. Sono stati sequestrati 840.000 euro. Si procede per 603-bis cp e altri reati tributari. (Agosto 2021) (https://www.ilfriuli.it/cronaca/pordenone-frode-milionaria-e-caporalato-per-oltre-400-lavoratori-irregolari/)
TRIESTE NO Al Laboratorio non è pervenuta notizia di nessuna inchiesta di competenza della procura di Trieste.
UDINE NO Al Laboratorio non è pervenuta notizia di nessuna inchiesta di competenza della procura di Udine.
LIGURIA
Procura competente Contatti diretti INCHIESTE
GENOVA NO
IMPERIA SI
  • Operazione “Mecenate”: si procede per associazione per delinquere dedita allo sfruttamento lavorativo, alla frode fiscale, al reimpiego di capitali illeciti e all'autoriciclaggio, nei confronti di circa 34 persone, coinvolte a vario titolo in una complessa struttura di società cooperative e di capitali, facenti capo ad un ente con sede a Concorezzo, che reclutava e forniva in appalto manodopera di circa 1.300 lavoratori ad aziende attive nel settore della logistica e delle pulizie. Le indagini hanno svelato un articolato sistema di sfruttamento per cui, alla fine di ogni mese, i “caporali” comunicavano ad un consulente del lavoro le ore lavorate dai dipendenti, affinché fosse ricostruito artificiosamente nelle buste paga un numero inferiore di ore. Venivano anche aggiunte voci “accessorie” alla retribuzione (indennità di trasferta, permessi non goduti, gratifica natalizia, ferie non godute, ecc.), con il fine unico di abbattere l'imponibile contributivo e fiscale degli enti e di consentire, alle aziende, di apparire formalmente in regola. E' stato disposto il sequestro di oltre 2 milioni di beni. (Marzo 2021) (https://www.sanremonews.it/2021/03/18/leggi-notizia/argomenti/cronaca/articolo/operazione-mecenate-della-gdf-contro-il-caporalato-sequestrati-beni-per-22-milioni-a-u.html)
LA SPEZIA SI
  • La Guardia di Finanza di La Spezia, coordinata dal dott. Antonio Patronio, ha denunciato per associazione per delinquere intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro aggravato e per riciclaggio, 8 persone per aver reclutato e impiegato nella costruzione di yatch di lusso decine di lavoratori bengalesi, alcuni richiedenti asilo, costretti a turni giornalieri di oltre 14 ore per una paga di 4-5 euro l'ora, senza alcun riposo o ferie, sorvegliati a vista dai caporali e spesso minacciati, offesi e percossi. Inoltre, il sistema per mascherare le condizioni di sfruttamento dei dipendenti passava attraverso false buste paga redatte da un consulente del lavoro di Ancona (tra gli indagati), in cui si attestavano straordinari, ferie pagate e orari e stipendi secondo i parametri contrattuali, e una volta pagate di lavoratori, i caporali costringevano, anche con violenza fisica, a restituire loro i soldi. Nei confronti di tutti gli indagati sono state eseguite misure cautelari custodiali (7 in carcere e 1 ai domiciliari) ed è stata disposta la misura cautelare reale del controllo giudiziario nei confronti dell'azienda. Sei imputati hanno definito la propria posizione mediante patteggiamento (condannati a 2 anni e 8 mesi di reclusione cinque di loro, mentre l'altro a 3 anni e 8 mesi di reclusione), mentre nei confronti dei restanti si procede con il rito ordinario. (Novembre 2020) (https://www.savonanews.it/2020/11/10/leggi-notizia/argomenti/cronaca-2/articolo/operazione-dura-labor-le-fiamme-gialle-sventano-un-giro-di-bengalesi-schiavi-nella-costruzione.html)
SAVONA SI
  • I Carabinieri della Compagnia di Albenga, in collaborazione con il NIL di Savona, hanno controllato ad Albenga l'area del cantiere della ex cooperativa Ortofrutticola. Durante le verifiche sono stati identificati gli operai di tre distinte ditte i cui titolari, al termine degli accertamenti, sono stati singolarmente denunciati per violazioni inerenti la sicurezza sul lavoro; non è chiaro se sia stato anche contestato l'art. 603 bis c.p. (Luglio 2018) (https://www.savonanews.it/2018/07/13/leggi-notizia/argomenti/cronaca-2/articolo/controllo-interforze-nella-ex-ortofrutticola-contro-lavoro-nero-e-caporalato.html)
  • Procedimento per il reato di cui all'art. 603 bis a carico di più datori di lavoro, per sfruttamento in danno di personale dipendente, nel settore dei trasporti e della logistica. (segnalazione della Procura di Savona)
  • Indagine per 603-bis c.p. a carico di due cittadini pakistani, per aver reclutato e impiegato alcuni connazionali, privi di permesso di soggiorno, a “nero” nel volantinaggio, pagandoli 30 euro al giorno e sorvegliandoli attraverso fotografie che gli stessi lavoratori dovevano inviare. (Marzo 2021) (https://www.ligurianotizie.it/caporalato-del-volantinaggio-nel-savonese-nei-guai-due-pakistani/2021/03/12/432428/). Il procedimento è stato archiviato e, nel 2021, è stato riaperto (segnalazione della Procura della Repubblica di Savona)
  • Indagine “Under Pressure”, avviata dalla Polizia Stradale nei confronti di un'azienda di autotrasporto, i cui responsabili a vario titolo (cinque persone) sono stati accusati di aver sfruttato i lavoratori. Gli autisti erano costretti a guidare oltre l'orario previsto, anche con mezzi non sicuri perché non perfettamente efficienti, sotto minaccia di decurtazione dello stipendio in caso di rifiuto o protesta. L'inchiesta è stata coordinata dal sostituto procuratore di Savona Marco Cirigliano e svolta in collaborazione l'Ispettorato del Lavoro. Nei confronti di tre indagati è stata disposta la misura cautelare personale degli arresti domiciliari. (Luglio 2021) (https://www.trasportoeuropa.it/notizie/autotrasporto/tre-arresti-a-savona-per-sfruttamento-autisti/)
VALLE D'AOSTA
Procura competente Contatti diretti INCHIESTE
AOSTA SI
TOSCANA
Procura competente Contatti diretti INCHIESTE
AREZZO NO
  • I Carabinieri del Casentino hanno individuato un furgone con a bordo quattro cittadini extracomunitari, di cui due di nazionalità nigeriana e due di nazionalità pakistana che recapitavano i volantini porta a porta nel comune di Castel San Niccolò. Dagli accertamenti è emerso che tutti e quattro lavoravano in nero, senza nessuna copertura assicurativa e previdenziale. Il titolare della società di distribuzione è stato invece denunciato alla Procura della Repubblica di Arezzo, anche se non è chiaro quale reato gli sia stato contestato. (Giugno 2019) (https://www.arezzonotizie.it/cronaca/caporalato-volantini-supermarket-furgone.html)
FIRENZE SI
  • Archiviato procedimento per sfruttamento lavorativo di alcuni richiedenti asilo impiegati nella distribuzione di volantini, che faceva parte di un più complesso processo per bancarotta fraudolenta ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. (2017) (segnalazione Procura di Firenze)
  • Procedimento a carico di un italiano, accusato di essere a capo di un'associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento lavorativo, che si è chiuso con un patteggiamento. Gli imputati, coadiuvati anche da alcuni caporali rumeni, tramite due cooperative, si occupavano di collocare numerosi lavoratori, alcuni richiedenti asilo, presso aziende agricole ed edili della Toscana e del Veneto per un compenso di 5 euro all'ora, calcolato su di un monte ore inferiore rispetto a quelle svolte. I lavoratori non godevano di periodi di ferie o di riposo e dai compensi venivano decurtate le spese di vitto e alloggio. (Settembre 2019) (https://www.rainews.it/tgr/toscana/articoli/2019/09/tos-condanna-banda-caporali-firenze-67aeeb7d-467d-40df-a7fc-d943da73fce4.html)
  • Operai costretti a lavorare 10 ore al giorno, sei giorni a settimana, per meno di 400 euro al mese, in alcuni calzaturifici nell'empolese gestiti da due cinesi indagati per sfruttamento lavorativo, evasione fiscale e bancarotta fraudolenta. Le vittime, prevalentemente gambiane, erano assunte con contratti part-time. (Novembre 2019) (https://www.lanuovasardegna.it/italia-mondo/2019/11/14/news/caporalato-migranti-pagati-1-euro-l-ora-1.37903422)
  • Procedimento a carico di una cittadina italiana, due maliani, tre pakistani ed un tunisino che avrebbero impiegato, in condizioni di sfruttamento, circa 80 lavoratori prevalentemente reclutati nei centri di accoglienza della zona e impiegati nella distribuzione di volantini porta a porta. Le indagini hanno preso avvio da una segnalazione dei CAS. Le vittime erano costrette a lavorare fino a 13 ore al giorno, per 2,50 euro l'ora e, spesso, erano sottoposti a controllo gps. Si procede sia nei confronti dei titolari delle aziende che impiegavano i lavoratori, sia nei confronti di una dipendente di una ditta di pubblicità che commissionava la consegna di volantini: dalle indagini, infatti, è emerso che la stessa gestiva da remoto la suddivisione delle aree da sottoporre a volantinaggio. Sono sequestrati beni e denaro facenti delle società. (Luglio 2020) (https://www.pressreader.com/italy/corriere-fiorentino/20200717/281505048525602)
  • Procedimento di competenza della DDA di Firenze che vedrebbe coinvolta una coppia salernitana ed un imprenditore di Benevento. Gli indagati avrebbero illecitamente gestito alcune strutture alberghiere di Chiusi, Chianciano, Napoli e Salerno ivi impiegandovi alcuni lavoratori in condizioni di sfruttamento. Le vittime erano costrette a lavorare 10-12 ore al giorno, per una paga mensile dai 500 agli 800 euro, senza giorni di riposo o ferie. Due delle vittime hanno anche denunciato episodi di violenza sessuale da parte del datore di lavoro. (Ottobre 2020) (https://www.poliziadistato.it/articolo/siena-tre-arresti-per-sfruttamento-del-lavoro-truffe-e-violenze)
  • Procedimento a carico di due imprenditori cinesi che avrebbero impiegato, in condizioni di sfruttamento, alcuni lavoratori stranieri, prevalentemente cinesi, pakistani e bengalesi, di cui una parte richiedenti asilo e titolari di protezione umanitaria, in alcuni capannoni di Campi Bisenzio nella lavorazione del pellame. Le vittime erano tenute a lavorare circa 14 ore al giorno, talvolta anche di notte per rispettare le consegne, con una retribuzione pari a circa 3 euro l'ora, senza riposo, consumando sul posto pasti di fortuna preparati con cucine alimentate con bombole a gas. Nei confronti degli indagati è stata disposta custodia cautelare in carcere e sono stati sequestrati beni per 522.883 euro. Si procede anche per bancarotta fraudolenta, dichiarazione fraudolenta e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, raccolta e smaltimento illecito di rifiuti speciali. (Giugno 2021) (https://firenze.repubblica.it/cronaca/2021/06/09/news/caporalato_e_bancarotta_quattro_misure_cautelari_a_firenze-305001363/)
  • Procedimento a carico di alcuni titolari di un'azienda manifatturiera convertita in produzione di mascherine che impiegava, in condizioni di sfruttamento, numerosi lavoratori stranieri, anche richiedenti asilo, per una paga inferiore a quella prevista dalla contrattazione collettiva, senza periodi di riposo o giorni di ferie, senza dotare loro dei necessari dispositivi di protezione individuale. All'inizio dell'attività lavorativa, le vittime erano costrette ad auto-prodursi le mascherine da utilizzare nel corso della giornata. L'Associazione Altro Diritto ha curato, in collaborazione con la FLAI CGIL, l'accompagnamento di alcuni dei lavoratori coinvolti verso un adeguato percorso di accoglienza. (segnalazione della FLAI CGIL)
GROSSETO SI
  • Non risultano allo stato inchieste di competenza della Procura di Grosseto, anche se sono numerose le ricerche che denunciano la diffusione del fenomeno del caporalato e dello sfruttamento lavorativo nel settore agricole del territorio, in particolare nella zona della Maremma. (https://www.lanazione.it/grosseto/cronaca/caporalato-maremma-c9836de8)
LIVORNO SI
LUCCA NO
MASSA SI
PISA NO
  • Sono state perquisite dalla GDF 17 aziende conciarie delle province di Firenze, Lucca, Pisa e Prato e, al termine delle perquisizioni, un imprenditore cinese è stato arrestato sfruttamento lavorativo. Le indagini hanno preso avvio da una serie di controlli mirati presso un'azienda di Bientina che produce articoli di pelletteria per importanti case di moda, intestata a una donna cinese ma, di fatto, gestita dal figlio, poi arrestato, che impiegava dipendenti cinesi e pakistani. Alcuni lavoratori hanno rivelato agli inquirenti di lavorare, da oltre un anno, 12 ore al giorno percependo circa 2 euro l'ora. (Giugno 2019) (https://www.pisatoday.it/cronaca/sfruttamento-lavoro-bientina-imprenditore-carcere.html)
  • I Carabinieri del Nucleo presso l'Ispettorato del lavoro di Pisa hanno denunciato due persone, italiane, che avrebbero impiegato numerosi braccianti con turni pesantissimi, sottopagandoli e offrendo loro ripari in capannoni agricoli malmessi. (Gennaio 2019) (https://www.pisatoday.it/cronaca/lavoratori-extracomuniari-sfruttati-campi-agricoli-vadicecina-pisa.html)
  • Il titolare di un autolavaggio, di origine africana, è stato denunciato per i reati ex artt. 22, co. 12 TUI e 603-bis c.p., per aver impiegato 3 lavoratori, suoi connazionali, di cui due irregolari, impiegati senza contratto di lavoro e in condizioni di sfruttamento. Sono state comminate sanzioni amministrative per oltre 40.000 euro. (Agosto 2020) (https://www.iltirreno.it/pisa/cronaca/2020/08/14/news/caporalato-in-autolavaggio-denuncia-e-maxi-multa-al-titolare-1.39194647)
  • Procedimento a carico di un imprenditore pisano che avrebbe impiegato, in condizioni di sfruttamento, 9 lavoratori stranieri (2 indiani, 3 pakistani e 4 cinesi) nell'attività di vendita all'ingrosso di prodotti per la casa. Le indagini, nel corso delle quali sono stati sentiti anche i lavoratori, hanno preso avvio da un controllo della Guardia di Finanza: le vittime erano assunte con contratto per 4 ore al giorno, pur lavorando con turni i 10 ore; non aveva diritto a riposo od a ferie; subivano consistenti trattenute dallo stipendio in caso di malattia; percepivano circa 3 euro l'ora. (Settembre 2020) (https://www.gonews.it/2020/09/23/sfruttamento-lavoro-eleven-hours-castelfranco-di-sotto/)
PISTOIA SI
  • Arrestate tre persone in flagranza di reato ex art. 603 bis c.p., con l'accusa di trasportare numerosi lavoratori da impiegare in aziende agricole nelle province di Pistoia, Prato, Firenze, Siena, Lucca, Arezzo e Pisa. I braccianti venivano reclutati in tutta la provincia di Pistoia ma anche su Prato ed erano prevalentemente africani, titolari di un permesso di soggiorno per motivi umanitari. Non sono emersi coinvolgimenti delle aziende agricole, che pare appaltassero l'intero lavoro alla ditta che gestiva i lavoratori. (Novembre 2018) (https://www.controradio.it/caporalato-tre-arresti-e-quattro-denunce-in-toscana/)
  • Arrestata la titolare di un'impresa tessile di Quarrata, di nazionalità cinese; presso la ditta sono stati identificati cinque cittadini di nazionalità cinese, irregolari sul territorio nazionale, intenti a cucire e confezionare abiti senza contratto di lavoro, con turni di lavoro estenuanti, senza periodi di riposo e in violazione delle disposizioni a tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Non è chiaro quale sia la fattispecie penale contestata. (Novembre 2019) (https://www.gonews.it/2019/11/07/lavoratori-senza-contratto-irregolari-italia-pessime-condizioni-igieniche-arrestata-imprenditrice/)
  • Si procede nei confronti di 3 persone di nazionalità cinese, (titolare di diritto dell'impresa, caporale e titolare di fatto) per i reati ex artt. 603-bis c.p. e 12 TUI, per aver impiegato in condizioni di sfruttamento alcuni lavoratori cinesi in una ditta tessile di Agliana. Nei confronti del caporale è stata contestata l'ipotesi aggravata da violenza e minaccia (co. 2, art. 603-bis c.p.). I lavoratori, di cui 4 senza permesso di soggiorno, erano impiegati per oltre 12 ore al giorno, sette giorni su sette, senza ferie né riposo. Sono state contestate violazioni della normativa antinfortunistica (le uscite di emergenza erano sbarrate con lucchetti ed era bloccato l'accesso diretto ai sistemi antincendio), oltre a sanzioni amministrative per circa 27 mila euro e la sospensione dell'attività d'impresa. Nei confronti dei 4 cittadini senza permesso di soggiorno è stata avviata la procedura di espulsione. (Ottobre 2020) (https://www.lanazione.it/pistoia/cronaca/sfruttamento-manodopera-clandestina-6-denunce-ad-agliana-lhx7a19g)
  • Nell'ambito del progetto “A.L.T. Caporalato!”, è stata eseguita un'operazione interforze, col coinvolgimento anche degli Ispettorati Territoriali del Lavoro di Prato e Pistoia, in cui sono state sottoposte a controlli circa 64 aziende operanti tra Prato e Pistoia nel settore manifatturiero. Delle 570 posizioni lavorative oggetto di controllo, sono stati riscontrati 250 lavoratori senza contratto, di cui circa 40 senza permesso di soggiorno. Sono stati arrestati in flagranza di reato 4 imprenditori per impiego di lavoratori senza permesso di soggiorno (art. 22 TUI), ma non è chiaro se si proceda anche per 603-bis cp. (Agosto 2021) (https://www.ispettorato.gov.it/2021/08/06/comunicato-stampa-64/)
PRATO SI
  • Diciassette persone indagate per associazione per delinquere, illeciti relativi allo smaltimento dei rifiuti, intralcio alla giustizia e sfruttamento lavorativo di alcuni lavoratori stranieri impiegati nelle vigne del Chianti. In questo caso, trattandosi di indagine che ha preso avvio nel 2016, si è contestato l'art. 603 bis c.p. nella sua vecchia formulazione, ma è stato possibile procedere anche nei confronti dei datori di lavoro, posto che questi ultimi mettevano a disposizione dei caporali i furgoni che venivano utilizzati per trasportare le vittime sui campi. Per nove persone il procedimento si è concluso, alla fine del 2019, con una sentenza di patteggiamento. Alcune delle vittime erano richiedenti asilo. (Ottobre 2016) (https://firenze.repubblica.it/cronaca/2016/10/13/news/sfruttamento_del_lavoro_blitz_della_polizia_di_prato_contro_il_caporalato-149661190/)
  • Arrestato il titolare di un'azienda di confezioni sita nel Macrolotto Zero, di nazionalità cinese, al termine di una ispezione della Asl. Nel corso del controllo sono stati trovati nel capannone 6 operai cinesi, tutti clandestini, che vivevano in degli spazi aziendali in cui erano stati creati dei dormitori. Essendo la vicenda relativa a fatti di inizio del 2016, l'imprenditore è stato arrestato in flagranza di reato, e processato per direttissima; lo sfruttamento lavorativo, in questo caso, è stato perseguito tramite l'art. 22 comma 12 TUI. (Febbraio 2016) (https://www.tvprato.it/2016/02/sfruttamento-manodopera-clandestina-in-manette-un-imprenditore/)
  • Emessa dal GIP di Prato una misura cautelare custodiale in carcere per il reato di cui all'art. 603-bis c.p., nei confronti di un imprenditore cinese, titolare di due imprese individuali, intestate a prestanome, attive nel settore tessile. Alle due imprese era stata commissionata la produzione di mascherine chirurgiche da un primario gruppo tessile locale, che a sua volta aveva ricevuto la commessa dalla Protezione civile. Dalle indagini è emerso lo sfruttamento di quasi un centinaio di lavoratori, per la maggior parte di nazionalità cinese ma in parte anche richiedenti asilo, impiegati in 12 distinte imprese, tutte a conduzione cinese, i cui titolari sono stati tratti in arresto in flagranza per il reato di impiego di manodopera clandestina aggravato dal numero delle persone. E' stato disposto anche il sequestro preventivo d'urgenza di 3 milioni di euro a carico del gruppo imprenditoriale destinatario delle commesse pubbliche per la produzione di mascherine e presidi medici sanitari, nei cui confronti è stata formulata l'ipotesi di reato di truffa aggravata, oltre a quello di violazione del divieto di subappalto per pubbliche forniture ed il concorrente delitto di frode nelle pubbliche forniture. (2018) (segnalazione della Procura di Prato)
  • Procedimento a carico di una coppia di imprenditori cinesi per intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo (art. 603-bis c.p.), favoreggiamento dell'immigrazione clandestina (art. 12 TUI) e impiego di manodopera clandestina (art. 22, co. 12 TUI) per aver impiegato a nero e in condizioni di sfruttamento una ventina di connazionali, tutti irregolari sul territorio, nell'attività di confezionamento di tessuti. I lavoratori erano costretti a turni di lavoro estenuanti (in media 13-16 ore al giorno), con ridotte pause giornaliere, strettamente necessarie a mangiare ed andare in bagno, in assenza del riposo settimanale, per una retribuzione inferiore rispetto a quella prevista dalla contrattazione collettiva. Inoltre, i locali in cui si svolgeva la prestazione lavorativa erano privi delle condizioni minime di sicurezza (assenza di vie di circolazione e di esodo, spazi ridotti in cui si confondevano pellami e cavi elettrici) e di igiene, considerato che gli stessi alloggiavano all'interno dello stesso immobile in cui lavoravano (servizio igienico e il locale refettorio erano ridotti in condizioni igieniche molto precarie). Nei confronti dei due imputati è stata eseguita la misura cautelare personale della custodia in carcere. Entrambi sono stati condannati per tutti i reati contestati, in esito al rito abbreviato richiesto dagli stessi (2019) (segnalazione della Procura di Prato)
  • Indagata la titolare (pakistana) di una società di servizi di volantinaggio, attiva in diverse province della Toscana, che avrebbe impiegato numerosi lavoratori di origine pakistana per un salario bassissimo e per moltissime ore al giorno. Nei confronti della persona denunciata sono state ravvisate responsabilità anche per violazione delle norme in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. Assieme alla titolare della ditta è indagato anche un cittadino pakistano che aveva il compito di reclutare nuovi lavoratori. (Marzo 2019) (https://www.versiliatoday.it/2019/03/25/caporalato-lucchesia-controlli-denunce-dei-carabinieri/)
  • Operazione “Cemento nero”: la squadra mobile di Firenze, con la collaborazione di quelle di Prato e Pistoia, ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 10 persone, nell'ambito di una inchiesta relativa al caporalato nel settore edile; contestate le ipotesi di reato di associazione per delinquere finalizzata all'intermediazione e allo sfruttamento lavorativo, nonché per il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. L'inchiesta coinvolge due aziende dell'edilizia pratesi, intestate ad un cittadino italiano e ad un egiziano. Secondo le indagini, protrattesi dal 2017 al 2019, hanno permesso di individuare un sistema organizzato di sfruttamento, articolato sul reclutamento di decine di lavoratori, prevalentemente stranieri, in condizioni di bisogno, in parte anche richiedenti asilo, e sull'impiego della manodopera senza un regolare contratto di lavoro - promesso ma mai formalizzato -, con retribuzioni stabilite arbitrariamente, sia rispetto al tempo-lavoro prestato, sia rispetto alle modalità di corresponsione, e con turni di lavoro estenuanti (dalle 8 alle 12 ore), senza alcun diritto a ferie nè riposo giornaliero e/o settimanale. E' stato disposto il sequestro preventivo di alcuni beni utilizzati dall'associazione per il compimento dei reati contestati. Si procede con il rito di giudizio abbreviato nei confronti di 3 indagati, mentre la posizione di una persona è stata definita mediante patteggiamento. Nel procedimento alcuni lavoratori sfruttati e la CGIL, che aveva concorso all'emersione dei fatti, raccogliendo la denuncia di alcuni lavoratori, si sono costituiti parti civili. Inoltre, i lavoratori sono stati anche attinti da misure di protezione ex art. 18 TUI e l'azienda è stata sottoposta ad amministrazione controllata. (Maggio 2020) (https://questure.poliziadistato.it/it/Firenze/articolo/14445eccf97d4a00f672920712 e segnalazione della Procura di Prato)
  • Denunciati due coniugi cinesi, titolari di un'azienda agricola a Seano, per impiego della manodopera clandestina e deposito incontrollato di rifiuti. (Febbraio 2020) (https://primafirenze.it/cronaca/blitz-in-unazienda-agricola-sfruttamento-della-manodopera-cinese/)
  • Procedimento a carico di 4 persone di nazionalità cinese, tutte appartenenti al medesimo nucleo familiare, per sfruttamento lavoratori e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina ai danni di alcuni cittadini cinesi e bengalesi. L'indagine ha preso avvio nel 2018 a seguito di un controllo della ASL in una ditta di confezionamento di Pisa presso la quale erano stati identificati numerosi lavoratori impiegati per circa 15 ore al giorno, con turni che iniziavano alle 5 del mattino e finivano alle 9 di sera, con cinque pause di 15 minuti, per 500 euro al mese. I lavoratori, in parte anche richiedenti asilo, venivano anche costantemente monitorati tramite un sistema di videosorveglianza interno al magazzino che consentiva di seguire tutte le fasi della produzione (Ottobre 2020). Le posizioni sono state tutte definite tramite patteggiamento. (https://www.notiziediprato.it/cronaca/sfruttamento-lavoro-si-e-costituita-la-moglie-del-titolare-operai-controllati-con-le-telecamere-24-ore-al-giorno/)
  • Procedimento a carico di tre cittadini cinesi che avrebbero impiegato, in condizioni di sfruttamento, circa 30 lavoratori, prevalentemente bengalesi e pakistani, alcuni richiedenti asilo, all'interno di una ditta di confezioni tessili. (Febbraio 2021) (https://www.lanazione.it/prato/cronaca/sfruttamento-del-lavoro-tre-arresti-a-prato-em8etvm8)
  • All'inizio del 2021 è iniziato lo sciopero dei lavoratori della tintoria Texprint di Prato, che lamentano condizioni di lavoro particolarmente pesanti: gli operai, infatti, verrebbero impiegati sette giorni su sette, per 12 ore al giorno e numerosi sarebbero anche stati gli infortuni sul luogo di lavoro. Alcuni di loro hanno anche fatto presente che eventuali rivendicazioni in punto di condizioni di lavoro avrebbero come conseguenza il collocamento dei singoli lavoratori in cassa integrazione. Non è chiaro se si stiano portando avanti delle indagini per sfruttamento lavorativo. (Marzo 2021) (https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/01/prato-la-protesta-degli-operai-della-tintoria-texprint-lavoriamo-12-ore-al-giorno-sindacato-chi-lo-chiama-viene-messo-in-cassa-integrazione/6113381/)
  • Procedimento a carico di due cittadini cinesi, indagati per sfruttamento lavorativo ed evasione fiscale. L'inchiesta ha preso avvio dalla denuncia di tre cittadini africani che lamentavano di essere stati sfruttati in una pelletteria di Poggio a Caiano, formalmente intestata ad un prestanome ma, in realtà, gestita dagli indagati. I lavoratori coinvolti sarebbero almeno 18, in prevalenza di nazionalità cinese, costretti a lavorare per circa 12 ore al giorno, 6 giorni su 7, per una paga mensile pari ad euro 800. Presente anche un richiedente asilo. Parte dei lavoratori era alloggiata in dormitori funzionali al sito di produzione, caratterizzati da condizioni igienico-sanitarie precarie. Molte vittime erano, inoltre, sottoposte a punizioni corporali ogni volta in cui non eseguivano perfettamente le mansioni affidategli. Nell'ambito del medesimo procedimento si procede anche nei confronti di due imprenditori italiani, amministratori delle società che, in esecuzione di un contratto di subfornitura, commissionavano alla pelletteria la realizzazione di borse ed accessori. Sulla base delle risultanze investigative, infatti, la Procura ha ritenuto che i due fossero a conoscenza delle condizioni di sfruttamento imposte ai lavoratori. Le due posizioni sono state definite in udienza preliminare. (Maggio 2021) (https://www.lanazione.it/prato/cronaca/sfruttamento-lavorativo-evasione-fiscale-c215cbdf)
SIENA NO
LOMBARDIA
Procura competente Contatti diretti INCHIESTE
BERGAMO NO
  • Tre persone rinviate a giudizio per intermediazione illecita con sfruttamento di manodopera a seguito di un complesso ed articolato accertamento ispettivo svolto in collaborazione con l'Inps nel settore del trasporto merci. Gli indagati utilizzavano autisti che venivano pagati con retribuzione difforme di oltre la metà rispetto a quanto effettivamente previsto dai contratti di lavoro nazionali e impiegati in turni di lavoro massacranti. (Ottobre 2018) (https://www.informatoreorobico.it/2018/10/10/bergamo-rinviati-giudizio-reato-caporalato-nel-settore-dei-trasporti/)
BRESCIA SI
  • Procedimento a carico dei caporali che si occupavano di reclutare cittadini di nazionalità indiana da impiegare in alcune ditte attive nella lavorazione del pollame dislocate nelle province di Brescia, Mantova, Cremona, Bergamo, Piacenza. Sono stati contestati art. 603 bis c.p. vecchia formulazione e favoreggiamento dell'immigrazione. (2013) (segnalazione della Procura di Brescia)
  • Indagata azienda che impiegava numerosi richiedenti asilo nel confezionamento e nella stiratura di calze e caporale che si occupava del reclutamento di manodopera. Sono stati contestati art. 603-bis c.p. vecchia formulazione e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina (segnalazione della Procura di Brescia); si è potuto procedere ex art. 603 bis c.p. vecchia formulazione anche nei confronti dei datori di lavoro proprio perché questi avevano partecipato direttamente alla fase di reclutamento. (2017)
  • Arrestati due indiani e un pakistano per caporalato; i due, durante il periodo della vendemmia, avrebbero condotto più di 100 richiedenti asilo a raccogliere uva nella zona della Franciacorta. Tra loro, diversi profughi ospitati nelle strutture di accoglienza di Montechiari. (Ottobre 2018) (https://www.bresciaoggi.it/territorio-bresciano/sebino-franciacorta/vendemmia-in-nero-arrestati-tre-caporali-1.6844541)
  • Due bresciani indagati per sfruttamento di alcuni lavoratori nelle vigne della Franciacorta. Coinvolte anche le due cooperative che forniscono manodopera, in parte reclutata anche nei CAS della zona. (Febbraio 2019) (https://bsnews.it/2019/02/27/caporali-tra-le-vigne-semeraro-flai-cgil-solo-con-lunita-cancelliamo-il-problema/)
  • La Guardia di Finanza di Riva del Garda, in collaborazione con l'INPS di Brescia, nell'ambito di una operazione denominata “Oro Verde”, sta procedendo nei confronti di tre indagati, accusati dello sfruttamento di circa 200 lavoratori indiani ed africani, provenienti da Brescia ed impiegati in altre 23 imprese tra Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte. I lavoratori, impiegati nei campi, erano in larga parte richiedenti asilo, reclutati direttamente presso le strutture di accoglienza; essi erano impiegati per la maggior parte in nero, anche se alcuni di loro erano titolari di regolare contratto. Essi operavano direttamente per un imprenditore indiano, titolare di una ditta individuale che formalmente effettuava servizi di volantinaggio e supporto alle imprese e che, sfruttando le proprie conoscenze, era in grado di reclutare manodopera da impiegare in condizioni di sfruttamento stipulando con le aziende agricole contratti di somministrazione. Sono indagati anche il suo consulente del lavoro e l'utilizzatore della manodopera. (Maggio 2019) (https://www.giornaletrentino.it/cronaca/sfruttamento-del-lavoro-la-finanza-di-riva-stronca-una-rete-ramificata-in-tutto-il-nord-italia-1.2021326)
  • Indagato ex art. 603 bis c.p. dalla Procura di Brescia un cittadino indiano proprietario di un distributore di benzina con autolavaggio di Montichiari, che avrebbe sfruttato i propri dipendenti, tre richiedenti asilo, e falsificato le buste paga, registrando un monte ore inferiore a quello effettivo ed una paga superiore a quella davvero corrisposta, pari a 4 euro l'ora. L'autolavaggio è stato sequestrato. (Gennaio 2020) (https://tg24.sky.it/milano/2020/01/18/caporalato-brescia)
  • Disposta la chiusura di un laboratorio tessile abusivo gestito da un cittadino cinese senza alcuna autorizzazione allo svolgimento all'attività tessile. All'interno del laboratorio sono stati trovati 6 operai cinesi regolarmente presenti sul territorio, impiegati nelle attività di cucitura, confezionamento e lavorazione di capi di abbigliamento senza contratto. Le vittime erano costrette a lavorare in precarie condizioni igienico-sanitarie, senza alcun rispetto delle norme che garantiscono la sicurezza sui luoghi di lavoro ed in violazione delle norme anti-contagio da Covid-19. Non è chiaro quali siano state le contestazioni effettuate nei confronti dell'imprenditore. (Agosto 2020) (https://primabrescia.it/cronaca/brescia-chiuso-un-laboratorio-tessile-cinese-clandestino/)
  • Il proprietario di un autolavaggio a Rezzato, di origine pakistana, è stato denunciato per il reato di cui all'art. 603-bis c.p., per aver impiegato, con contratto di lavoro, 3 connazionali richiedenti asilo in turni di oltre 12 ore al giorno per 2 euro l'ora. L'attività è stata sottoposta a sequestro. (Settembre 2020) (https://www.fanpage.it/milano/rezzato-dipendenti-pagati-2-euro-lora-per-turni-di-12-ore-autolavaggio-chiuso-per-sfruttamento/)
  • Procedimento a carico di un imprenditore tessile cinese, titolare di un laboratorio adibito al confezionamento di abbigliamento di alta moda. Al suo interno lavoravano e vivevano 12 operai cinesi, tutti regolari sul territorio, in precarie condizioni igienico-sanitarie. L'attività è stata sospesa, ma non è chiaro per quali reati si stia procedendo. (Dicembre 2020) (https://www.quibrescia.it/sicurezza/2020/12/10/irregolarita-in-laboratorio-tessile-cinese-si-attende-la-chiusura-dal-prefetto/572813/)
  • Nell'ambito di un'operazione di contrasto al lavoro nero, i CC di Verolanuova e il NIL hanno riscontrato irregolarità in due aziende situate rispettivamente nella frazione di Pontevico e Borgo San Giacomo. Nel laboratorio tessile di abbigliamento di grossi marchi internazionali riferibile alla prima azienda e di proprietà di un imprenditore cinese, erano impiegati 15 operai, di cui 6 senza contratto. L'attività è stata sospesa e sono state comminate pene pecuniarie per 23mila euro. A Borgo San Giacomo è stato invece rinvenuto un calzaturificio in cui erano impiegati 16 dipendenti, di cui 6 senza regolare contratto. Non essendo riportati dettagli in merito alle condizioni di lavoro, non è chiaro se e quali fattispecie penali siano state contestate. (Gennaio 2020) (https://www.quibrescia.it/provincia/bassa-bresciana-2/2020/01/11/pontevico-e-borgo-san-giacomo-due-attivita-chiuse-per-lavoro-nero/557085/)
  • Procedimento a carico di un imprenditore italiano, titolare di un'azienda “fantasma” a Cologne, allestita abusivamente all'interno di un box auto, in cui si producevano guarnizioni in gomma. Alle dipendenze dell'uomo sono stati trovati 10 lavoratori di nazionalità ghanese, senza contratto, impiegati dalle 12 alle 14 ore al giorno nella pulizia dei locali, per 0,70 centesimi l'ora. (Marzo 2021) (https://www.bresciatoday.it/cronaca/cologne-lavoro-nero.html)
  • Dalla segnalazione di alcuni lavoratori all'associazione di categoria Flai-Cgil, è emersa una grave situazione di sfruttamento in un'azienda dell'ortofrutta specializzata nel lavaggio delle cassette di plastica. Secondo quanto denunciato dagli stessi lavoratori, circa 80 dipendenti provenienti dal Bagladesh per anni sono stati assunti con contratti stagionali della durata di poco inferiore ai 10 mesi l'anno, in modo che mai maturasse il diritto all'assunzione a tempo indeterminato, e per lavorare erano costretti a pagare i servizi dei caporali che gestivano le assunzioni. Secondo quanto riferito in una nota del sindacato, l'azienda sarebbe stata all'oscuro di questo sistema illecito di reclutamento cui dovevano sottostare i propri dipendenti e, una volta messa al corrente, avrebbe preso le distanze dagli stessi caporali, e provveduto a stabilizzare contrattualmente una buona parte dei lavoratori coinvolti nel rispetto del contratto collettivo di lavoro (Giugno 2021). Non è chiaro se sia stata solamente avviata una vertenza sindacale. (http://www.imprese-lavoro.com/2021/06/28/grazie-alla-flai-cgil-brescia-smantellato-il-caporalato-alla-algol-di-alfianello-bs/)
BUSTO ARSIZIO SI
  • Lavoratori impiegati nel settore dei trasporti in condizioni di sfruttamento lavorativo; si procede nei confronti del titolare e legale rappresentante di una cooperativa attiva nel settore dell'autotrasporto. Ai lavoratori veniva corrisposta una retribuzione inferiore a quella dovuta ed erano costretti a lavorare senza pause o ferie, guidando fino a 20 ore consecutive veicoli in pessime condizioni. Il loro datore di lavoro li costringeva anche ad eludere i controlli sulla durata dei turni tramite manomissione degli appositi attrezzi in dotazione ai tir (Gennaio 2019) (https://www.varesenews.it/2019/01/autisti-sfruttati-arrestato-titolare-unazienda-autotrasporti/786805/). Il datore di lavoro ha patteggiato la pena di un anno e dieci mesi di reclusione e 250.000 euro di multa, condizionalmente sospesa. (https://www.osservatorioagromafie.it/wp-content/uploads/sites/40/2021/07/cass-pen-26327-2021.pdf)
  • Indagini nei confronti dei titolari di una pasticceria che avrebbero sottoposto i loro camerieri, italiani, a rigidi controlli durante l'orario di lavoro, retribuendoli per anni con compensi inferiori rispetto a quelli dovuti ed impiegandoli per un monte ore superiore a quello previsto. I lavoratori sarebbero anche stati costretti a svolgere straordinari non pagati e avrebbero subito limitazioni nell'usare la toilette durante il turno di lavoro. Di fronte alle richieste delle vittime, gli indagati li avrebbero minacciati di licenziamento con tanto di lettera di referenze negativa. (Ottobre 2019) (https://rassegnastampavarese.it/busto-arsizio-cibi-scaduti-da-tempo-caporalato-e-mobbing-sigilli-alle-pasticcerie/)
COMO SI
  • Due arresti per art. 603 bis c.p. in seguito ad un'ispezione che ha interessato una casa di riposo abusiva, formalmente B&B, che ospitava, senza alcuna autorizzazione, una decina di anziani, molti dei quali non autosufficienti. Il personale della casa di cura abusiva, composto da cittadini stranieri, due dei quali irregolari, era costretto a lavorare o, comunque, a rendersi reperibile per 24 ore al giorno, tutti i giorni della settimana, e veniva retribuito circa 800 euro al mese. Oltre a questo, sono stati contestati anche favoreggiamento dell'immigrazione clandestina ed esercizio abusivo della professione sanitaria, nonché alcuni illeciti in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. (Novembre 2019) (https://www.ilgiorno.it/como/cronaca/casa-riposo-finanza-635e58f2)
  • Caporalato a Inverigo nella consegna di elettrodomestici: numerosi stranieri, sia regolari che clandestini, venivano costretti a lavorare per 16 ore al giorno, per 3 euro l'ora; arrestato il socio amministratore dell'azienda. (Luglio 2019) (https://www.quicomo.it/cronaca/caporalato-inverigo-consegne-elettrodomestici.html)
  • Il GIP del Tribunale di Como ha condannato, a seguito della richiesta di giudizio abbreviato, per il reato di cui all'art. 603 bis c.p. il titolare di un albergo, sito a Canzo, che impiegava i suoi dipendenti in condizioni di sfruttamento, pagandoli circa 50 centesimi all'ora o senza alcuna retribuzione, limitandosi ad offrire loro vitto e alloggio. Due delle vittime, tutte straniere, erano irregolari sul territorio. (Marzo 2020) (https://www.espansionetv.it/2020/03/02/caporalato-nellalbergo-di-canzo-la-procura-chiede-il-giudizio-immediato-per-il-gestore/)
CREMONA NO
LECCO NO
LODI NO
  • Emessa ordinanza di custodia cautelare in carcere per i 5 i titolari di un'azienda di autotrasporti denunciati per associazione a delinquere (art. 416 c.p.), sfruttamento del lavoro (art. 603-bis c.p.), estorsione (art. 629 cp.), riciclaggio (art. 648-bis c.p.) ed evasione fiscale. Gli indagati avrebbero costretto circa 150 lavoratori italiani a turni lavorativi fino 18 ore dietro minaccia di decurtazione dello stipendio o di licenziamento e con la distruzione, a fine turno, dei dischi tachigrafi dei mezzi. Inoltre, secondo quanto riferito dai lavoratori, gli indagati avrebbero richiesto il pagamento di una cifra tra i 200 ed i 300 euro al mese a fronte della possibilità, per i lavoratori, di dormire sui camion che utilizzavano la mattina seguente. (Maggio 2020) (https://www.radiolombardia.it/2020/05/19/lodi-autisti-schiavi-costretti-a-turni-di-18-ore-5-indagati/)
  • Procedimento a carico di due cittadini italiani, titolari di una società agricola dedita alla produzione di canapa light, a Borghetto Lodigiano, in cui veniva invece coltivata marijuana con livelli di THC superiori al quantitativo consentito. All'interno dell'azienda venivano impiegati 12 lavoratori di origine extracomunitaria, con turni di lavoro estenuanti e alloggiati, in condizioni degradanti, in un capannone adiacente alla piantagione, coordinati da due caporali. (Ottobre 2020) (https://tg24.sky.it/milano/2020/10/23/sequestro-marijuana-canapa-lodi)
MANTOVA NO
  • Titolare di un'azienda agricola di Guidizzolo di origine bengalese indagato per sfruttamento di manodopera clandestina e destinatario di una sentenza di patteggiamento all'esito di giudizio per direttissima. Il datore di lavoro impiegava in nero circa 10 lavoratori, costretti a lavorare in condizioni di sfruttamento. Non è chiaro se gli sia stato contestato l'art. 22 comma 12 TUI, ovvero l'art. 603 bis c.p., o entrambi, atteso che uno dei lavoratori era irregolare sul territorio. (Luglio 2018) (https://www.bresciatoday.it/cronaca/guidizzolo-lavoro-nero-azienda-agricola.html)
  • Il titolare di un'azienda agricola, di origine pakistana, è indagato per sfruttamento di manodopera clandestina impiegata nella raccolta di ortaggi coltivati in serra: presso i suoi terreni sono stati ritrovati tre lavoratori, tutti impiegati in nero, di cui uno irregolare sul territorio. Non è chiaro se sia stato contestato art. 603 bis c.p., ovvero art. 22 comma 12 bis TUI. (Giugno 2018) (https://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2018/06/08/news/nelle-serre-tre-lavoratori-in-nero-arrestato-imprenditore-agricolo-1.16938901)
  • Un imprenditore agricolo di origine bengalese sarebbe stato arrestato con l'accusa di caporalato, per aver impiegato nella sua azienda agricola di Casaloldo tre stranieri, di cui uno clandestino, tutti senza contratto. (Luglio 2018) (https://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2018/07/11/news/tre-dipendenti-senza-contrtto-arrestato-imprenditore-agricolo-1.17050192)
  • Titolare e socia di una azienda agricola sita tra i comuni di Monzambano e Valeggio sul Mincio indagati ex art. 603 bis c.p. per aver impiegato 52 richiedenti asilo, di cui 16 senza contratto, per 5 euro l'ora, per 10 ore al giorno, nella raccolta di ortaggi. (Luglio 2018) (https://www.altramantova.it/it/cronacaam/provincia-am/19258-caporalato-maxi-operazione-dei-carabinieri-fra-monzambano-e-valeggio-due-arresti-e-1-denuncia-trovati-16-lavoratori-irregolari-e-sottopagati-per-turni-massacranti.html)
  • A Casaloldo sono stati trovati alcuni braccianti, impiegati nella raccolta di ortaggi per un salario minimo a fronte di un orario di lavoro pesantissimo, in condizioni precarie. Alcune delle vittime erano irregolari sul territorio italiano. (Agosto 2018) (https://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2018/08/17/news/blitz-in-due-aziende-agricole-di-asola-sei-in-carcere-per-caporalato-1.17160670)
  • Arrestati un italiano e cinque bengalesi per aver impiegato 42 richiedenti asilo nei campi tra Asola e Piubega nella raccolta di zucchine in condizioni di sfruttamento. 24 lavoratori erano impiegati senza contratto; tutti percepivano 3 euro l'ora, lavoravano per 13 ore al giorno sotto il controllo costante di 3 cittadini bengalesi incaricati della vigilanza, e venivano alloggiati in camper con un unico bagno per oltre 25 persone. (Agosto 2018) (https://www.cremonaoggi.it/2018/08/17/3-euro-lora-coltivare-zucchine-6-arresti-ad-asola-caporalato/)
  • La Guardia di Finanza ha sottoposto ad alcuni controlli fiscali tre laboratori di cucitura e confezionamento, facenti capito a due diversi cittadini cinesi, durante i quali sono stati identificati una trentina di lavoratori cinesi, 7 dei quali sprovvisti di permesso di soggiorno ed 11 assunti in nero. Durante il controllo alcuni lavoratori si erano nascosti in intercapedini di compensato create all'interno della struttura. L'edificio era in pessime condizioni igieniche, in quanto privo di impianti di areazione, con le finestre completamente oscurate, pieno di cumuli di scarti, fili elettrici cucine di fortuna e frigoriferi colmi di prodotti alimentari. Nei locali aziendali erano inoltre state ricavate varie stanze da letto, con servizi igienici dotati di una sola doccia. Si procede per evasione fiscale e sfruttamento di manodopera clandestina. (Gennaio 2019) (https://primadituttomantova.it/cronaca/caporalato-in-laboratorio-tessile-scoperti-11-lavoratori-in-nero-7-sono-clandestini-video-e-foto/)
  • Il titolare cinese di un laboratorio tessile a Roverbella è stato processato con giudizio direttissimo per aver impiegato dodici lavoratori, di cui cinque non in regola con il permesso di soggiorno, nella cucitura. Non è chiaro se sia stato contestato art. 603 bis c.p. o art. 22 comma 12 bis c.p. (Marzo 2019) (https://primadituttomantova.it/cronaca/clandestini-roverbella-arrestato-titolare/)
  • Arrestati due cittadini bengalesi, titolari di un'azienda agricola, per aver impiegato, in condizioni di sfruttamento, sei richiedenti asilo, regolarmente assunti, costretti a lavorare 12-13 ore al giorno, per circa 4 euro l'ora. (Luglio 2019) (https://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2019/07/02/news/arrestato-per-caporalato-evade-dai-domiciliari-a-castel-goffredo-1.36633055)
  • Processati con direttissima due cittadini italiani, titolari di un'azienda agricola sita tra i comuni di Asola e Casalromano che avrebbero impiegato 13 lavoratori, tutti regolari nel territorio nazionale, provenienti da vari Stati (India, Pakistan, Ucraina e Albania), per circa 14 ore al giorno, con una paga oraria di 5 euro all'ora. Solo sette di loro erano muniti di regolare contratto. I carabinieri hanno proceduto all'arresto in flagranza dei due titolari dell'azienda agricola, ritenuti responsabili dei reati di caporalato e sfruttamento del lavoro. (Settembre 2019) (https://vocedimantova.it/provincia/caporalato-arrestati-due-fratelli-i-loro-operai-lavoravano-in-nero-per-5-euro-allora/)
  • All'esito di un'operazione interforze dei Carabinieri di Minerbe, del NIL e dei Vigili del fuoco, sono stati individuati una falegnameria abusiva, facente capo ad un'azienda francese, ed un laboratorio di assemblaggio di capi di abbigliamento di alta moda, gestito da un imprenditore cinese, nella frazione di San Zenone. Nella falegnameria sono stati rinvenuti materiale e attrezzature per la lavorazione e la verniciatura del legno, nonché il giaciglio di un cittadino nordafricano, irregolare sul territorio e destinatario di un provvedimento di espulsione, verosimilmente impiegato all'interno della stessa. Si procede nei confronti del titolare per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina ex art. 12 TUI. Nel capannone in cui era collocata l'azienda tessile sono stati identificati tre cittadini cinesi, di cui due senza permesso di soggiorno e, quindi, impiegati a nero. L'attività è stata sospesa e sono state comminate al titolare sanzioni amministrative per 40mila euro, ma non è chiaro se e quali reati gli siano stati contestati. (Gennaio 2020) (https://www.larena.it/territorio-veronese/bassa/lavoro-nero-blitz-in-due-capannoni-1.7870367)
  • Procedimento a carico del proprietario di un'autofficina abusiva a Curtatone, ex 603 bis c.p., che avrebbe impiegato - in condizioni di sfruttamento e senza contratto - un lavoratore brasiliano e uno albanese, il secondo dei due senza contratto. Si procede per 603-bis c.p. (Gennaio 2020) (https://vocedimantova.it/provincia/autofficina-abusiva-in-unex-porcilaia-arrestato-34enne/)
  • Nell'ambito di un'operazione anti-sfruttamento della Guardia di Finanza di Castiglione delle Stiviere, sono state riscontrate irregolarità in 16 aziende agricole attive nella raccolta dell'uva, che impiegavano decine di lavoratori reclutati tramite contratti di appalto con una cooperativa locale. I 62 lavoratori, di cui 6 senza permesso di soggiorno, erano impiegati in condizioni di sfruttamento. L'operazione si è estesa anche ad alcuni laboratori tessili cinesi, ove sono stati individuati complessivamente 226 lavoratori irregolari, di cui 86 in “nero”. Le operazioni hanno coinvolto complessivamente 124 imprese ed hanno portato all'identificazione di 534 lavoratori; all'esito delle ricerche hanno preso avvio alcuni procedimenti penali. (Gennaio 2020) (https://milano.fanpage.it/mantova-sfruttamento-della-manodopera-nei-campi-la-finanza-scopre-62-lavoratori-irregolari/)
  • Procedimento ex art. 603 bis c.p. a carico di un imprenditore cinese, titolare di un tomaificio a Sustinente. Al momento dell'irruzione dei CC, sono stati trovati 6 operai di nazionalità cinese, di cui 2 privi di contratto, che lavoravano con turni estenuanti, a fronte di paghe molto basse e in condizioni igienico-sanitarie precarie. (Gennaio 2020) (https://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2020/01/13/news/operai-come-schiavi-sotto-sequestro-un-tomaificio-cinese-1.38324853)
  • Quattro persone sono state denunciate (una per il reato di cui all'art. 603-bis c.p. e le altre tre per 22, co. 12 TUI), ai danni di 20 braccianti extracomunitari, cui 3 senza permesso di soggiorno, impiegati in condizioni di sfruttamento in due aziende agricole a Magnacavallo. E' stata sospesa l'attività per le due aziende e sono state comminate sanzioni per oltre 49.000 euro. (Maggio 2020) (https://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/2020/05/09/news/caporalato-agricolo-a-magnacavallo-scattano-quattro-denunce-1.38823211)
  • Un'azienda agricola di Dosolo è stata sottoposta a sequestro e il suo titolare è stato denunciato per aver impiegato 15 lavoratori agricoli, 13 dei quali senza alcun contratto di lavoro e 2 senza permesso di soggiorno, costretti a lavorare senza alcun rispetto delle norme anti contagio da Covid-19. Sono state applicate sanzioni amministrative per oltre 60.000 euro, ma non è chiaro quali siano i reati contestati all'imprenditore. (Agosto 2020) (https://www.fanpage.it/milano/ancora-un-caso-di-caporalato-lavoratori-sfruttati-in-unazienda-di-dosolo-nel-mantovano/)
  • Procedimento ex artt. 603-bis c.p. e 22, co. 12 TUI, a carico di un imprenditore cinese titolare di un laboratorio tessile a Castel Goffredo per aver impiegato 10 operai (di cui 6 senza contratto e 1 irregolare sul territorio) in turni di 12 ore al giorno per 4 euro l'ora. Nei confronti dell'uomo è stata eseguita la misura cautelare della custodia in carcere, l'azienda è stata sequestrata e sono state comminate elevate sanzioni amministrative, anche per la violazione delle norme anti contagio da Covid-19. (Maggio 2020) (https://primabrescia.it/cronaca/sfruttamento-in-un-laboratorio-tessile-cinese-arrestato-il-titolare/)
  • Denunciati per 603-bis c.p. e 22, co. 12 TUI, due marocchini, titolari di un'azienda agricola a Castel Goffredo, mentre un terzo soggetto, titolare di un'azienda di allevamento avicolo, è stato denunciato per lesioni colpose. All'interno dell'azienda agricola i Carabinieri hanno individuato 8 braccianti, di cui 2 senza permesso di soggiorno, impiegati in turni giornalieri di 12 ore a fronte di paghe molto basse. Per i due lavoratori irregolari sul territorio sono state avviate le procedure di espulsione. (Ottobre 2020) (https://primadituttomantova.it/cronaca/blitz-dei-carabinieri-caporalato-nel-mantovano-e-lavoratori-in-nero/)
  • La titolare di un laboratorio tessile a Casaloldo è stata arrestata in flagranza e denunciata ex artt. 603-bis c.p., art. 12, co. 5 TUI e art. 22, co. 12-bis TUI. Nel laboratorio sono stati trovati 9 dipendenti, di cui 4 regolarmente assunti e 5 senza contratto (di cui 2 senza permesso di soggiorno), che hanno dichiarato di lavorare per oltre 12 ore al giorno per 4 euro l'ora. E' stato inoltre disposto il sequestro del laboratorio e della merce per 110 mila euro e sono state comminate sanzioni amministrative per oltre 30mila euro. (Gennaio 2020) (https://www.altramantova.it/it/news/cronaca/provincia/28946-casaloldo-blitz-dei-carabinieri-nel-laboratorio-tessile-lavoratori-in-nero-e-sfruttamento-a-4-euro-l-ora-per-12-ore-al-giorno.html)
  • Due cittadini cinesi, titolari di un laboratorio tessile a Medole, hanno patteggiato (uno a 8 mesi, l'altro a 1 anno di carcere, pena sospesa) nel processo che li vedeva imputati per 603-bis c.p. e art. 12, co. 5 TUI per aver tratto ingiusto profitto e impiegato in condizioni di sfruttamento 8 lavoratori, di cui 4 senza permesso di soggiorno. Lo stabile, i macchinari e la merce sono stati sottoposti a sequestro preventivo per un valore complessivo di 200 mila euro. (Maggio 2019) (https://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2019/05/31/news/sfruttamento-della-manodopera-clandestina-e-caporalato-in-manette-due-cinesi-a-medole-1.33186180)
  • Arrestati i titolari di un'azienda agricola a Castellucchio, specializzata nella coltivazione ed esportazione di ortaggi di origine asiatica, due fratelli bengalesi, con l'accusa di 603-bis cp nei confronti di quattro connazionali. I lavoratori erano stati assunti formalmente tramite contratto, ma venivano impiegati in turni massacranti, senza riposi settimanali o ferie, con una paga nettamente inferiore alle ore effettivamente lavorate. I quattro dipendenti erano sistemati all'interno di locali fatiscenti, in gravi condizioni igienico-sanitarie, tra gli scarti della lavorazione. I due proprietari sono indagati anche per abbandono e deposito in maniera incontrollata di rifiuti speciali aziendali. Disposto il sequestro dell'azienda. (Settembre 2021) (https://www.ilgiorno.it/mantova/cronaca/castellucchio-caporali-arrestati-44c3ca53)
  • Sospesa l'attività di due laboratori tessili di Goito, gestiti da un cittadino di nazionalità cinese, denunciato per 603-bis cp. e art. 12 TUI, e comminata una sanzione amministrative per l'impiego di manodopera straniera irregolare di oltre 11.000 euro. All'interno dei locali sono stati identificati 5 lavoratori stranieri, di cui 2 privi di permesso di soggiorno, e accertate condizioni di sfruttamento in relazione all'orario di lavoro e alla retribuzione, nonché alla situazione abitativa degli stessi. (Ottobre 2021) (https://primadituttomantova.it/cronaca/caporalato-e-sfruttamento-del-lavoro-i-militari-mantovani-sospendo-unazienda/)
MILANO SI
  • Procedimento a carico del titolare di un'azienda attiva nel settore della logistica, Premium Net, accusato di aver commesso diverse frodi fiscali, di riciclaggio di denaro e di caporalato, sfruttamento del lavoro nei confronti dei numerosissimi dipendenti che lavorano per lui. Disposto il sequestro per 120 immobili. L'imprenditore sarebbe stato - dal 2012 al 2018 - a capo di un network di consorzi e cooperative che reclutava manodopera da impiegare in condizioni di sfruttamento. Il Tribunale di Milano ha applicato la misura di prevenzione dell'Amministrazione giudiziaria prevista dall'art. 34 bis del codice antimafia alla società di logistica facente parte di un importante gruppo multinazionale operante nel settore, principale committente delle aziende di cui l'imprenditore era amministratore di fatto. (Dicembre 2019) (https://primapavia.it/cronaca/caporalato-guardia-di-finanza-pavia-inchioda-imprenditore-della-logistica/)
  • La Procura di Milano ha avviato un'indagine conoscitiva, nei confronti di ignoti, dopo i controlli effettuati su 30 riders, alcuni dei quali sono risultati privi di permesso di soggiorno e senza documenti in regola, costretti a lavorare senza rispetto delle norme antinfortunistiche e sulla sicurezza stradale e per turni di lavoro massacranti (https://www.kongnews.it/lavoro/riders-la-procura-di-milano-apre-unindagine-per-sfruttamento-e-caporalato/). La filiale italiana Uber eats è stata commissariata dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Milano, dopo aver rilevato che i riders, in parte anche richiedenti asilo, venivano reclutati perché in condizioni di marginalità sociale, acuiti dall'emergenza Covid 19 e che, spesso, venivano sottoposti a minacce esplicite nel caso in cui i lavoratori non avessero accettato le dure condizioni imposte loro. (Maggio 2020) (https://www.ilsole24ore.com/art/capolarato-rider-tribunale-milano-commissaria-uber-italy-ADMPTEU)
  • Il provvedimento di amministrazione controllata è stato revocato nel marzo 2021. Il 15 ottobre 2021 è stato condannato all'esito di abbreviato alla pena di 3 anni ed 8 mesi uno degli amministratori delegati della Flash Road City, una delle società che organizzava il servizio delle flotte di riders per Uber Eats. L'imputato è stato anche condannato al pagamento di una provvisionale di 10 mila euro in favore dei riders costituitisi come parti civili in giudizio e dovrà risarcire anche 20 mila euro alla CGIL, anch'essa costituitasi parte civile. (Ottobre 2021) (https://www.lapresse.it/ultima-ora/2021/10/15/caporalato-gup-milano-condanna-manager-a-pagare-440mila-euro-ai-rider/)
  • Maxi operazione della GdF di Gorgonzola nei confronti di un'azienda agricola a Cassina de'Pecchi, nel cui ambito sono state denunciate per sfruttamento lavorativo 7 persone (2 amministratori, 2 due sorveglianti, 2 impiegati amministrativi e il consulente dell'azienda che predisponeva le buste paga). All'interno dell'azienda, nota per aver ottenuto nel 2013 l'“Oscar Green”, venivano impiegati nella raccolta di fragole un centinaio di lavoratori di nazionalità extra europea, alcuni richiedenti asilo, tutti con regolare contratto, per 9 ore al giorno, a 4,50 euro l'ora, sotto costanti vessazioni e minacce di licenziamento e privi dei presidi imposti dalla normativa anti-covid. I beni dell'azienda sono stati sottoposti a sequestro, per un valore totale di 7,5 milioni di euro, e l'azienda è stata sottoposta a controllo giudiziario. (Agosto 2020) (https://primalamartesana.it/cronaca/caporalato-in-martesana-cento-lavoratori-nei-campi-9-ore-al-giorno-per-45-euro-allora-interviene-la-finanza/)
  • Procedimento a carico del titolare dell'azienda florovivaistica 'Vivai Zazzera' di Inveruno, per il reato di intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo nei confronti di oltre 100 dipendenti del vivaio, assunti con contratti per prestazioni occasionali, ma impiegati come lavoratori subordinati, per oltre 9 ore al giorno e in assenza di pause, riposi settimanali e ferie retribuite, per 3 euro l'ora (contro i 13 euro figuranti nel contratto). I lavoratori venivano reclutati per un periodo di prova di 20 giorni, senza pattuizione di alcun compenso od orario, a cui seguiva l'instaurazione di un rapporto di lavoro subordinato formalmente inquadrato nella categoria del contratto di lavoro con prestazioni occasionali. I lavoratori, perlopiù giovani stranieri di provenienza extracomunitaria, erano costretti a lavorare in un clima di terrore, in quanto vessati e maltrattati dal titolare, anche fisicamente, sotto la continua sorveglianza di telecamere a circuito chiuso installate in tutta l'azienda. Nei confronti del titolare è stata eseguita la misura cautelare degli arresti domiciliari, mentre nei confronti di una dipendente amministrativa l'obbligo di firma. L'azienda è stata sottoposta a controllo giudiziario. (Febbraio 2021) (https://www.legnanonews.com/aree-geografiche/alto_milanese/2021/02/23/caporalato-a-inveruno-lavoratori-di-un-vivaio-pagati-3-euro-allora/971384/)
  • Procedimento a carico del titolare di un laboratorio di pelletteria abusivo dove venivano impiegati 20 lavoratori cinesi, alcuni dei quali clandestini, costretti a lavorare prodotti poi destinati al mercato del lusso. Nello stabilimento si è riscontrata l'assenza delle più elementari norme sulla sicurezza ed igiene sui luoghi di lavoro, anche se non è stato possibile ricostruire orari di lavoro e paghe, in quanto i lavoratori non hanno rilasciato dichiarazioni. All'atto di accesso è stato anche trovato, nello stabilimento, un neonato e, al piano superiore, sono stati individuati spazi trasformati in camere da letto. (Luglio 2021) (https://www.milanotoday.it/cronaca/fabbrica-vestiti-buccinasco.html)
  • Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Lecco ha scoperto un sistema illecito di somministrazione di manodopera a basso costo con mansioni di logistica nel settore ortofrutticolo, realizzato tramite cooperative e consorzi di lavoratori, cui il principale cliente era un'importante azienda del settore, la Spreafico. Nel procedimento per caporalato e frode fiscale, le indagini sono partite a seguito delle proteste dei lavoratori, tutti di origine straniera, che lamentavano il mancato rispetto, da parte dei datori, l'adeguamento economico del contratto dei lavoratori alle mansioni realmente svolte, vittime anche di intimidazioni da parte dei datori affinché tacessero sulle proprie condizioni lavorative. La Procura ha eseguito la misura cautelare reale dell'amministrazione giudiziaria per la durata di un anno, per la Spreafico spa, oltre al sequestro di circa 6 milioni di euro. (Ottobre 2021) (https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/21_ottobre_08/caporalato-commissariato-colosso-dell-ortofrutta-spreafico-sequestro-6-milioni-euro-ac73d298-2818-11ec-8a6d-f17b9efd9487.shtml)
  • Nell'ambito delle Task Force Multiagenzia “A.L.T. CAPORALATO!”, l'Ispettorato Nazionale del lavoro ha sottoposto a controllo uno stabilimento di assemblaggio di espositori a Settala, in cui sono state rinvenute 22 lavoratrici straniere, le quali prestavano attività lavorativa in condizioni di igiene e sicurezza precarie, con orari di lavoro non conformi ai contratti di lavoro. Non è chiaro se sia stato aperto un procedimento penale a carico dei titolari dell'azienda. (Settembre 2021) (https://www.ispettorato.gov.it/2021/09/24/ispettorato-del-lavoro-di-milano-lodi-task-force-alt-caporalato/)
  • Nell'ambito della medesima operazione multiagenzia di cui sopra, in un panificio a Opera sono stati rinvenuti 5 lavoratori extracomunitari, in condizione di soggezione psicologica e fisica al datore di lavoro (un cittadino siriano,) sottopagati e retribuiti tramite un sistema non tracciato. Non è chiaro se si proceda penalmente. (https://www.ispettorato.gov.it/2021/09/24/ispettorato-del-lavoro-di-milano-lodi-task-force-alt-caporalato/)
MONZA NO
  • Procedimento a carico di 3 uomini di origine rumena per 603-bis c.p., per aver reclutato e impiegato in condizioni di sfruttamento 13 connazionali, tra cui 4 minorenni, nelle attività di raccolta, smaltimento, assemblaggio, recupero e rivendita di pallet, all'interno di un terreno agricolo occupato abusivamente sito ad Usmate Velate. Le indagini sono partite grazie alla denuncia di due lavoratori, che hanno raccontato di essere stati reclutati in Romania per poi essere costretti a lavorare senza alcun corrispettivo e per turni massacranti, sotto continue violenze fisiche e minacce. I tre soggetti sono stati arrestati e sottoposti alla custodia cautelare in carcere. Sono state contestate sanzioni amministrative per 163.650 euro. (Novembre 2020) (https://www.bresciatoday.it/cronaca/monza-usmate-pellet-rumeni.html)
  • Il titolare di un'azienda attiva nello stoccaggio di bancali di legno è stato denunciato per il reato di cui all'art. 22, co. 12 TUI e sfruttamento del lavoro, per aver impiegato “a nero” e in condizioni di sfruttamento cinque lavoratori irregolari sul territorio nazionale (quattro malesi e un cittadino del Togo) che alloggiavano - in condizioni di degrado - all'interno dello stesso capannone in cui lavoravano. (Gennaio 2021) (https://primamonza.it/cronaca/sfruttamento-di-manodopera-clandestina-blitz-a-verano/)
  • Nell'ambito delle Task Force Multiagenzia “A.L.T. CAPORALATO!”, l'Ispettorato Nazionale del lavoro ha sottoposto a controllo un laboratorio tessile di Giussano, in cui sono state accertate le posizioni irregolari di 7 lavoratori, di cui 4 privi di permesso di soggiorno, alloggiati all'interno del laboratorio in condizioni igienico-sanitarie precarie. Non è chiaro se sia stato aperto un relativo procedimento penale. (Settembre 2021) (https://www.ispettorato.gov.it/2021/09/24/ispettorato-del-lavoro-di-milano-lodi-task-force-alt-caporalato/)
PAVIA NO
  • Indagini nei confronti di 40 cooperative presenti nell'area logistica della Ceva Logistics di Stradella, nel corso delle quali è stata anche disposta amministrazione controllata ex art. 34 d.lvo 159/2011, della quale di recente la Procura ha chiesto ed ottenuto la revoca (https://www.ilsole24ore.com/art/fine-commissariamento-ceva-logistics-italia-ACneaoLB). I lavoratori, italiani, venivano impiegati in condizioni difficilissime, costretti a spostare 10 mila libri per turni di 12 ore. Nello stabilimento, la produttività veniva valutata in base alle righe eseguite al giorno, dove per “righe” si intende il prelievo di due libri al minuto; per poter continuare a lavorare si dovevano eseguire almeno 130 righe al giorno. I lavoratori, inoltre, venivano impiegati con contratti a tempo determinato, di durata trimestrale, che venivano periodicamente rinnovati; gli straordinari non venivano retribuiti. (Agosto 2018) (https://milano.repubblica.it/cronaca/2018/08/08/news/caporalato_pavia_operai_costretti_a_spostare_10mila_libri_a_turno-203683721/)
  • Procedimento a carico di due caporali di nazionalità indiana che trasportavano in alcune aziende vitivinicole dell'Oltrepò Pavese lavoratori di origine africana, occasionalmente assunti da una cooperativa del Piacentino, da impiegare nella vendemmia. I lavoratori percepivano un compenso orario pari a 5 euro e ciascuno di loro era costretto a pagare 2 euro ai caporali per trasporto. Restano ancora da valutare le posizioni dei titolari delle aziende agricole presso le quali venivano accompagnati i lavoratori. (2018) (http://ticino.diocesi.pavia.it/pls/pavia/v3_s2ew_consultazione.mostra_pagina?id_pagina=38141)
  • Indagati per sfruttamento lavorativo i tre amministratori di una cooperativa sociale che gestiva i trasporti sanitari e che negli ultimi sette anni avrebbe sfruttato 54 lavoratori, di fatto impiegati come dipendenti ma inquadrati come soci volontari. I lavoratori erano costretti ad orari massacranti (sono stati documentati numerosi episodi di doppi o tripli turni) e percepivano un salario irrisorio, senza godere di ferie o straordinari (https://www.ilgiorno.it/pavia/cronaca/lavcoratori-nero-denunciati-c76fdaef). La Guardia di Finanza di Pavia ha eseguito il sequestro di beni e conti correnti per 440 mila euro. (Marzo 2020) (https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/20_dicembre_15/pavia-caporalato-trasporti-ambulanza-scatta-sequestro-400-mila-euro-27a5ec32-3ebb-11eb-9172-c7bb2a56a969.shtml)
  • Procedimento a carico di una coppia di coniugi, titolari di un'impresa del settore l'assemblaggio di materiale plastico del territorio di Giussago, per intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo, utilizzo di beni immobili adibiti abusivamente ad attività produttive ed inottemperanza della normativa inerente la sicurezza sui luoghi di lavoro. Tra i dipendenti era stata impiegata a nero una persona disabile. Alla coppia sono state comminate sanzioni amministrative per oltre 25.000 euro, oltre alla sospensione dell'attività e il sequestro dei locali. (Luglio 2020) (https://primapavia.it/cronaca/caporalato-e-sfruttamento-del-lavoro-a-giussago-coniugi-65enni-denunciati-attivita-sospesa/)
  • Da accessi ispettivi nelle aziende del territorio di Oltrepò Pavese, l'ITL di Pavia ha denunciato per il reato di cui all'art. 603-bis c.p. il presidente di una cooperativa e l'autista che si occupavano di reclutare e impiegare richiedenti asilo come braccianti presso le aziende agricole del territorio, senza contratto, pagandoli meno di 6 euro per 13 ore giornaliere. (Ottobre 2020) (https://www.ispettorato.gov.it/2020/10/05/itl-pavia-caporalato-tra-le-vigne-due-denunciati/)
  • Nell'ambito della medesima attività di controllo dell'ITL di Pavia, sono emerse irregolarità per la violazione del T.U. sulla sicurezza sul lavoro in altre tre aziende agricole del territorio, in cui erano impiegati in totale 33 lavoratori, di cui 9 senza contratto, ed 1 di minore età. Sono state contestate sanzioni amministrative per circa 31mila euro. Non è chiaro se sia proceduto anche per sfruttamento lavorativo. (Ottobre 2020) (https://www.ispettorato.gov.it/2020/10/05/itl-pavia-caporalato-tra-le-vigne-due-denunciati/)
SONDRIO NO
  • Aggirare le regole che limitano a un massimo di 90 giorni all'anno l'impiego in Ticino dei 'lavoratori distaccati esteri' e che ne fissano la paga in base al Contratto collettivo di lavoro dell'edilizia. È su questo piano che s'inserisce l'inchiesta penale avviata dalla Procura di Sondrio per usura e caporalato nei confronti dei vertici italiani di una ditta attiva nella posa di armature in ferro per conto di imprese edili ticinesi in regime di subappalto. Le indagini riguardano pure alcune agenzie interinali e di collocamento, anche se in questo caso non è chiaro se sia stato contestato art. 603 bis c.p. (Novembre 2017) (https://www.tio.ch/ticino/cronaca/1174130/usura-e-caporalato-nel-moesano-la-denuncia-arriva-da-unia)
VARESE NO
  • Operazione “Bada-bene”: indagate nove persone con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e all'intermediazione illecita del lavoro. All'origine delle indagini c'è la denuncia di una badante che segnalava problemi di salute e una situazione di sfruttamento; è emerso che numerose donne, reclutate in Est Europa, in Russia, in Ucraina e in Bielorussia, venivano trasportate in Italia e inserite nei circuiti lavorativi come badanti in nero. L'organizzazione si occupava anche della parte logistica, fornendo alle aspiranti badanti un alloggio provvisorio dietro un compenso di 600 euro percepito sotto forma di iscrizione all'associazione, per statuto senza scopo di lucro. (Agosto 219) (https://archivio.varese-press.it/2019/04/varese-operazione-badabene-9-arresti/)
  • Procedimento a carico del presidente della Onlus Medical Air per truffa aggravata ai danni dello stato e caporalato, per aver impiegato lavoratori dipendenti (al posto di volontari) in condizioni di sfruttamento, nel trasporto in ambulanza di pazienti in dialisi negli ospedali del territorio. (Maggio 2021) (https://www.prealpina.it/pages/caporalato-aiutiamo-il-prossimo-248425.html)
  • Nell'ambito dell'attività di controllo e vigilanza nel settore agricolo, gli Ispettori del lavoro e il NIL hanno accertato l'occupazione irregolare di 2 operai di nazionalità indiana, di cui uno irregolare sul territorio nazionale, presso un'azienda agricola del territorio, dove venivano impiegati con turni massacranti (dall'alba al tramonto), sottopagati e costretti a dormire in prossimità dei campi di lavoro, in tuguri insalubri. Si procede nei confronti del titolare dell'azienda per i reati di sfruttamento lavorativo e intermediazione illecita (603-bis cp) e di occupazione di manodopera clandestina (art. 22 TUI), oltre alla comminazione di sanzioni amministrative per oltre 38.000 euro. (Settembre 2021) (https://www.ispettorato.gov.it/2021/09/17/itl-varese-lotta-al-caporalato-in-agricoltura/)
TRENTINO ALTO ADIGE
Procura competente Contatti diretti INCHIESTE
BOLZANO SI
  • Procedimento a carico di un cittadino indiano, titolare di una impresa individuale di Vicenza, che avrebbe impiegato 82 di nazionalità indiana e pakistana nella distribuzione di volantini in bicicletta in alcune zone della provincia di Trento e Bolzano. Le vittime lavoravano fino a 15 ore al giorno, spesso anche durante i giorni festivi, in cambio di un salario giornaliero tra i 30 e i 50 euro, per una paga oraria che oscillava tra i 2 e i 4 euro all'ora e venivano sottoposti a continua sorveglianza tramite monitoraggio gps. (Giungo 2019) (https://www.ansa.it/trentino/notizie/2019/06/27/gdf-scopre-caporalato-in-bassa-atesina_f0c7ec66-71ed-44fd-b3b7-619efb21ffca.html)
  • Procedimento a carico di due imprenditori titolari di un'azienda agricola di Laives per intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo, nei confronti di 5 lavoratori, di nazionalità bulgara, impiegati come braccianti nella potatura dei meleti e nella raccolta di mele. A questi non erano stati forniti dispositivi atti a prevenire infortuni (indossavano scarpe da ginnastica ed erano sprovvisti di guanti anti-taglio) e non potevano usufruire dei servizi igienici durante l'orario lavorativo, dalle 8 del mattino alle 4 del pomeriggio. Inoltre, erano alloggiati in seminterrati in condizioni igienico-sanitarie precarie. Ai due imprenditori sono state contestate anche violazioni del Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro. (Ottobre 2020) (https://www.gazzettadellevalli.it/cronaca/caporalato-e-lavoro-nero-due-denunciati-dai-carabinieri-in-alto-adige-293220/)
ROVERETO SI
  • Operazione “Giardino orientale”: arrestati il socio e il titolare di una società che gestisce un ristorante in franchising, con l'accusa di sfruttamento ed estorsione in danno di 12 lavoratori pakistani, tutti regolari sul territorio e in larga parte richiedenti asilo, costretti a lavorare in condizioni pesantissime, senza diritto a riposo e ferie e costretti a restituire parte dello stipendio che gli veniva corrisposto a partire dal 2018, data in cui la corresponsione del salario avveniva tramite accredito su conto corrente. I lavoratori venivano avvicinati attraverso il passaparola e assunti con contratti a tempo determinato per 40 ore settimanali. All'atto di assunzione, inoltre, veniva loro fatto firmare un foglio in bianco e minacciati che su tali fogli avrebbero potuto essere scritte dichiarazioni attestanti le loro dimissioni o richieste di aspettativa non retribuita. Le vittime vivevano stipate in un appartamento affittato dallo stesso proprietario in condizioni precarie. Si procede per estorsione e sfruttamento lavorativo e sono stati sottoposti a sequestro preventivo conti correnti, titoli ed altri beni per un valore pari a circa 310 mila euro. (Maggio 2019) (https://www.lavocedeltrentino.it/2019/05/22/caporalato-riva-del-garda-sequestrati-300-mila-euro-ai-titolari-di-sushiko/ e segnalazione della Procura di Rovereto)
  • Arrestate otto persone, accusate di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento di manodopera clandestina. Le vittime erano circa 40 lavoratori marocchini, reclutati in Marocco e trasportati in Italia per una somma dai 3mila ai 5mila euro, che in parte serviva per remunerare gli organizzatori. Una volta giunti in Italia, i lavoratori venivano segnalati all'Ufficio del lavoro di Trento ed alloggiati in due appartamenti di Rovereto. Una volta divenuti clandestini in seguito alla scadenza del visto, venivano impiegati nella raccolta delle mele per 2 o 3 euro l'ora. Il loro essere irregolari costituiva la principale forma di ricatto (http://temi.repubblica.it/metropoli-online/sfruttamento-arresti-dal-trentino-alla-sicilia/)
  • Durante un blitz della Guardia di Finanza di Rovereto è stato individuato un cittadino tunisino, regolare sul territorio, impiegato per circa 200 euro al mese senza contratto (ma con la promessa di essere assunto) all'interno di un capannone, di notte come sorvegliante notturno e di giorno come muratore e giardiniere. Il lavoratore era costretto a dormire su un materasso all'interno dello stesso stabile. Al titolare dell'immobile sono state comminate sanzioni amministrative per oltre 43.000 euro. Non è chiaro se si proceda anche per 603-bis c.p. (2020) (https://www.ildolomiti.it/cronaca/2020/lavoro-nero-blitz-in-una-ditta-di-rovereto-per-mesi-ho-dormito-in-un-capannone-mi-sono-sentito-sfruttato-e-umiliato)
TRENTO SI
  • Procedimento a carico del titolare di un'azienda agricola di Cles in Val di Non, per il reato di cui all'art. 603-bis c.p., per aver impiegato 8 persone, di origine africana, nella raccolta delle mele, in condizioni di sfruttamento. I lavoratori erano stati assunti con un contratto di lavoro apparentemente regolare, che tuttavia veniva sistematicamente disatteso, sia come orario (venivano registrate 6 ore al posto delle 9 effettivamente lavorate) sia come retribuzione. Uno di loro ha riferito all'autorità giudiziaria un episodio di violenza privata, in cui l'imprenditore gli avrebbe lanciato addosso delle mele mentre era sulla scala a raccogliere i frutti, provocandogli una caduta. Inoltre, i lavoratori erano alloggiati all'interno di un garage, senza riscaldamento e in condizioni igienico-sanitarie precarie. L'imprenditore è stato contravvenzionato per 4.000 euro per non aver assicurato due lavoratori. (2020) (https://www.ildolomiti.it/cronaca/2020/raccolta-mele-un-imprenditore-denunciato-per-sfruttamento-del-lavoro-8-braccianti-costretti-a-dormire-in-un-garage-senza-riscaldamento)
  • Procedimento ex art. 603 bis c.p. a carico di due cittadini pakistani per i reati di truffa ed estorsione, nei confronti di una decina di connazionali impiegati come braccianti nel territorio di Aldeno. Agli stessi sub-affittavano a prezzi esorbitanti la loro abitazione, vessandoli e minacciandoli di sottostare alle loro condizioni per non perdere il lavoro. Il procedimento ha preso avvio dalla denuncia di alcuni esponenti della comunità pakistana. (Marzo 2021) (https://www.lavocedeltrentino.it/2021/03/01/brutta-storia-di-caporalato-ad-aldeno-denunciati-due-pakistani/)
VENETO
Procura competente Contatti diretti INCHIESTE
BELLUNO NO
PADOVA SI
  • Procedimento a carico di alcune cooperative che impiegavano, come magazzinieri, numerosi lavoratori in condizioni di sfruttamento, tutti assunti con contratto, ma con stipendi molto bassi e per un numero di ore inferiore rispetto a quello indicato in busta paga e contrario alla normativa di settore. Si è contestato art. 603 bis c.p. vecchia formulazione e alcuni degli indagati hanno patteggiato. Proprio in ragione della vecchia formulazione dell'art. 603 bis c.p. non si è potuto procedere anche nei confronti del committente. (2013) (segnalazione della Procura di Padova)
  • Arrestati e rinviati a giudizio due imprenditori attivi nel settore agricolo, nonché un cittadino bengalese che si occupava del reclutamento delle vittime, che avrebbero impiegato decine di lavoratori, alcuni clandestini, e altri richiedenti asilo, in condizioni di grave sfruttamento lavorativo, mettendo anche a loro disposizione alloggi insalubri. I lavoratori erano formalmente dipendenti di società schermo, intestate a prestanome e create dal titolare della ditta; alcuni di loro hanno riferito di aver subito maltrattamenti ed umiliazioni. (Gennaio 2019) (https://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2019/01/24/news/caporalato-all-azienda-tresoldi-otto-indagati-a-rischio-processo-1.17686790)
  • Procedimento per sfruttamento lavorativo, in cui si procede ex art. 603 bis c.p. vecchia formulazione, a carico del titolare di una cooperativa che avrebbe impiegato, in condizioni di sfruttamento, numerosi lavoratori, alcuni dei quali richiedenti asilo. (2015) (segnalazione della Procura di Padova)
  • Il NIL di Venezia ha compiuto alcuni accertamenti nei confronti del titolare di un'azienda agricola, nel corso dei quali è emerso che l'uomo avrebbe impiegato, in alcuni fondi siti tra Venezia, Padova, Rovigo, 5 braccianti marocchini, due dei quali irregolari, in condizioni di sfruttamento. I lavoratori venivano impiegati della potatura delle vigne, per 5 euro l'ora, senza riposo settimanale e senza ferie. Chi si ribellava veniva picchiato - sono stati registrati vari accessi al pronto soccorso - mentre altri, quando erano vittime di incidenti sul lavoro, dovevano continuare a lavorare, con fasciature ed ecchimosi. La Procura sta anche verificando eventuali profili di responsabilità a carico dei titolari dei terreni che si avvalevano del servizio di caporalato. (Maggio 2019) (https://www.veneziatoday.it/cronaca/caporalato-fondi-agricoli-venezia-padova-rovigo.html)
  • Trenta ragazzi ospiti di varie cooperative della Bassa Padovana, richiedenti asilo dell'Africa centro occidentale, venivano reclutati da un cittadino marocchino e poi impiegati, in condizioni di sfruttamento, in varie aziende agricole del Veneto. In questo caso, la Procura, su sollecitazione dei difensori delle vittime, che si sono anche costituite parte civile nel procedimento penale, ha richiesto il rilascio di un permesso di soggiorno ex art. 22 TUI. Gli imputati sono stati rinviati a giudizio. (Luglio 2019) (https://www.padovaoggi.it/cronaca/sfruttati-campi-caporale-denunciano-premiati-permesso-soggiorno-padova-31-luglio-2019.html)
  • Il titolare di una ditta tessile, di nazionalità cinese, è stato denunciato per il reato di cui all'art. 12, co. 5 TUI, per aver impiegato senza contratto 12 connazionali, di cui 6 senza alcun documento, nè permesso di soggiorno, all'interno della fabbrica di cui era titolare. Quattro dei lavoratori identificati nel corso dell'accesso erano muniti di regolare contratto. Molti di essi dormivano all'interno dello stabile, in parte adibito a dormitorio di fortuna. Lo stabile, già sottoposto a controllo e chiuso nel luglio 2020, è stato nuovamente sequestrato. (Settembre 2020) (https://www.padovaoggi.it/cronaca/zona-industriale-chiuso-capannone-laboratorio-sfruttati-stipati-cinesi-irregolari-padova-17-settembre-2020.html)
  • Operazione “Miraggio”: 5 persone di nazionalità marocchina indagate per associazione per delinquere finalizzata all'intermediazione illecita ed allo sfruttamento lavorativo di 13 connazionali, di cui 2 senza permesso di soggiorno. I lavoratori erano reclutati da un'azienda agricola con sede a Rovigo, che per il reperimento di manodopera si avvaleva di 3 caporali, per poi essere impiegati a nero in varie aziende nel territorio di Padova, Venezia e Rovigo, con turni di oltre 10 ore al giorno, senza riposo né ferie, per 3 euro l'ora, sotto costante sorveglianza dei caporali che, molto spesso, rivolgevano loro violenze fisiche e verbali. Quattro dei cinque indagati sono stati attinti da misure cautelari personali. (Febbraio 2020) (https://www.padovaoggi.it/cronaca/caporalato-sfruttamento-miraggio-campi-padova-venezia-12-febbraio-2020.html)
  • Procedimento che prende avvio dalla denuncia di alcuni lavoratori pakistani, veicolata dal sindacato, a carico dell'amministratore delegato e del direttore dell'area tecnica “Grafica Veneta s.p.a.”, nonché di alcuni caporali, tutti indagati per intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo. I denuncianti, alcuni lavoratori pakistani della ditta BM Services, che confezionava in appalto i libri, hanno riferito di lavorare tutti i giorni della settimana, per 12 ore consecutive, senza possibilità di fruire di ferie e riposo settimanale, sorvegliati a vista. Alcuni di loro vivevano, praticamente sotto sequestro, in due appartamenti vicini ai magazzini di Grafica Veneta. Dalle intercettazioni è emerso che i rappresentanti della stazione appaltante erano a conoscenza delle condizioni in cui i lavoratori venivano impiegati. (Luglio 2021) (https://www.rainews.it/tgr/veneto/articoli/2021/07/ven-Veneto-Trebaseleghe-Caporalato-alla-Grafica-Veneta-indagini-procura-di-Padova-intercettati-i-due-manager-ci-siamo-fregati-da-soli-4c144ee5-98cc-4ba9-8492-dc8b2a2f9ddf.html)
  • I due manager hanno presentato richiesta di patteggiamento, dopo che la loro posizione era stata stralciata, proponendo anche un risarcimento di 200 mila euro in favore della comunità pakistana. (Settembre 2021) (https://www.ansa.it/veneto/notizie/2021/09/07/grafica-veneta-caporalato-manager-chiedono-patteggiamento_3638689e-0514-4ff6-b0b9-2ee43f903e4a.html)
ROVIGO SI
  • Nel corso di alcuni accertamenti finalizzati all'emersione del lavoro sommerso, la GDF ha arrestato un uomo di origine campana per reati di estorsione, caporalato e indebito uso di carte di pagamento. L'indagato è socio e dipendente di una società a responsabilità limitata, con sede in Campania, ma operante in Polesine nel subappalto di lavori di cantieristica navale. Come rilevato anche dai funzionari dell'Ispettorato del lavoro, l'uomo sfruttava un lavoratore tramite minacce e intimidazioni, corresponsione di stipendi irrisori, impiego oltre l'orario previsto, senza riposo e ferie, assegnandolo a mansioni tecniche senza il rispetto delle necessarie misure di sicurezza. (Giugno 2019) (https://www.ilgazzettino.it/nordest/rovigo/estorsione_caporalato-4557602.html)
  • In seguito ad un'indagine degli Ispettori del lavoro di Rovigo a carico dei due titolari di un'azienda agricola di Ceregnano e di un caporale è emersa una situazione di grave sfruttamento lavorativo in danno di 5 stranieri reclutati presso un CAS locale. Le vittime, tutte impiegate senza contratto, lavoravano fino ad 11 ore al giorno e venivano pagati circa 200 - 250 euro mensili. (Febbraio 2020) (https://www.rovigo.news/n/93991/2019-12-04/caporalato-li-reclutavano-nelle-strutture-di-accoglienza)
  • Sospesa l'attività di un'azienda ortofrutticola a Trecenta, in cui erano impiegati tre lavoratori cinesi privi di permesso di soggiorno nella raccolta di frutta e verdura, retribuiti solo per mezzo di vitto e alloggio e ingannati con la falsa promessa di una regolarizzazione. Il titolare dell'azienda è stato denunciato per i reati di cui agli artt. 603-bis cp. e 22 TUI. Sono stati denunciati per violazione della normativa sull'immigrazione anche i 3 lavoratori vittime di sfruttamento. (Agosto 2021) (segnalazione delle associazioni sindacali)
  • Procedimento a carico di un cittadino cinese, per 603-bis cp., accusato di aver interposto illecitamente 154 connazionali in cinque aziende del settore manifatturiero, impiegati nella confezione di abiti per importanti marchi del “Made in Italy”. I lavoratori erano stati assunti con contratti part-time (per soli 18 ore settimanali) ma erano impiegati in turni estenuanti, anche in orario notturno, costretti a lavorare anche in periodi registrati come ferie. I rapporti di lavoro venivano schermati da ditte “fantasma” che trasferivano i lavoratori dall'una all'altra impresa prima di cessare la propria attività, senza versare l'IVA né i contributi di natura previdenziale e assistenziale, per una frode di circa 8 milioni d'euro. Sono stati sequestrati preventivamente 5 immobili (di cui 3 capannoni industriali e 2 abitazioni), 3 autovetture, 53 mila euro detenuti sui conti correnti aziendali, le quote sociali della società stessa, ed è stata eseguita la confisca, anche per equivalente di circa 3 milioni d'euro. (Settembre 2021) (https://www.ilrestodelcarlino.it/padova/cronaca/lavoratori-cinesi-in-nero-nel-made-in-italy-04646fd6)
TREVISO SI
  • Arrestato caporale di origine pakistana che aveva reclutato una ventina di connazionali, tutti richiedenti asilo, 12 dei quali senza contratto, da impiegare nelle campagne. L'uomo si occupava anche di fornire loro cibo e posti letto in un casolare fatiscente, per una paga mensile pari a 150 euro, ai quali si aggiungevano 4 euro al giorno per il trasporto (Dicembre 2019) (https://www.trevisotoday.it/cronaca/sfruttamento-migranti-vigneti-difesa-pakistano-treviso-17-dicembre-2019.html). L'indagato è stato rinviato a giudizio e il procedimento è stato definito in sede di abbreviato: nel corso delle dichiarazioni da lui rese egli ha riferito di essere, a sua volta, vittima di sfruttamento da parte di un altro soggetto, sempre di origine pakistana e di lavorare alle medesime condizioni dei braccianti che reclutava. (https://www.trevisotoday.it/cronaca/cessalto-caporalato-rivelazioni-secondo-uomo-9-luglio-2020.html)
  • Procedimento a carico di un imprenditore cinese titolare di una ditta tessile di Montebelluna, denunciato per violazione delle norme di sicurezza e salute sul lavoro e per avere impiegato otto connazionali, di cui 2 irregolari sul territorio, senza contratto e senza il rispetto delle norme di sicurezza e igiene sul posto di lavoro. Una parte dell'immobile era stata trasformata in zona abitativa e di ricovero per gli operai. (Maggio 2020) (https://tribunatreviso.gelocal.it/treviso/cronaca/2020/05/29/news/treviso-lavoro-nero-e-sicurezza-zero-blitz-del-nas-nel-laboratorio-lager-denunciato-un-cinese-1.38904274)
  • Operazione “Vigneti slegati” condotta dai carabinieri di Treviso e del Nucleo Tutela del Lavoro di Venezia, che ha portato all'arresto di 4 persone (due di origine pakistana, una spagnola e una italiana) per sfruttamento lavorativo, incendio aggravato e violenza privata tentata ai danni di 10 pakistani, tra cui anche dei minorenni. I lavoratori erano impiegati nella potatura e lavorazione dei vigneti della provincia. Erano costretti a lavorare sotto stretta sorveglianza per oltre 12 ore al giorno, senza essere pagati o con la corresponsione dei soli soldi necessari l'acquisto di beni di prima necessità; dovevano, inoltre, corrispondere tra i 100 e 200 euro per usufruire di alloggi fatiscenti. (Maggio 2020) (https://www.qdpnews.it/comuni/treviso/treviso-caporalato-nella-marca-quattro-arresti-il-consigliere-regionale-zanoni-si-indaghi-sulle-aziende/)
  • Procedimento ex art. 603-bis c.p. e 629 c.p. a carico di due cittadini pakistani, sottoposti a custodia cautelare in carcere, che avrebbero sfruttato numerosi loro connazionali reclutati tramite un'impresa agricola con sede legale a Cessalto, che li collocava presso varie aziende del territorio. In particolare, il titolare dell'azienda agricola si occupava dell'impiego dei lavoratori, mentre il suo connazionale di reclutamento, trasporto e sorveglianza delle vittime. I due indagati imponevano mensilmente ai lavoratori il pagamento di 100 euro a testa per un posto letto all'interno di dimore in stato di degrado e 50 per un pranzo misero. (Maggio 2021) (https://www.udinetoday.it/cronaca/caporalato-vigne-friuli-inchiesta.html)
  • Procedimento a carico di un cittadino cinese, titolare di un'azienda tessile, per aver impiegato senza contratto tre lavoratori (un cinese e due ghanesi), e per illecita gestione di rifiuti, che ammontavano oltre a 7 tonnellate dentro e nei pressi dell'azienda. Durante l'ispezione sono state riscontrate diverse violazioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. (Marzo 2021) (https://www.trevisotoday.it/cronaca/castelfranco-laboratorio-cinese-26-marzo-2021.html)
  • Nell'ambito delle Task Force Multiagenzia “A.L.T. CAPORALATO!”, l'Ispettorato Nazionale del lavoro di Treviso ha sottoposto a controllo 16 aziende nel settore della lavorazione delle carni, attive su tutto il territorio Trevigiano, di cui 9 sono state sanzionate e a vario titolo. Non è chiaro, tuttavia, quali siano state le contestazioni effettuate alle aziende né se si proceda penalmente. (Agosto 2021) (https://www.ilrestodelcarlino.it/veneto/cronaca/caporalato-16-aziende-trevigiane-nel-mirino-dei-controlli-solo-5-erano-in-regola-qrivcpic)
VENEZIA SI
  • Condannata ex art. 603 bis c.p. una coppia bengalese, arrestata nel 2017, che gestiva un'azienda agricola con fondi a Chioggia e Cavarzere; la coppia impiegava 15 suoi connazionali nei campi anche per 12 ore al giorno, per 150 euro al mese e sedava eventuali richieste dei lavoratori con violenza o minaccia. Inizialmente la Procura aveva contestato la riduzione in condizioni di schiavitù che, però, il giudice di primo grado ha riqualificato ex art. 603 bis c.p. ritenendo configurato, per il periodo antecedente all'entrata in vigore della norma, unicamente il delitto di violenza privata. (2017) (https://nuovavenezia.gelocal.it/venezia/cronaca/2018/05/24/news/sfruttamento-del-lavoro-due-condanne-1.16879268)
  • Dopo la denuncia di alcune vittime, è indagato per sfruttamento lavorativo ed estorsione nei confronti di dieci lavoratori assunti con contratto il legale rappresentante di un'azienda (la Venice Group) che lavora in subappalto a Fincantieri. I lavoratori erano costretti a lavorare 250 ore al mese, senza giorni di riposo e ferie, per un compenso bassissimo, dietro minaccia di licenziamento, inoltre, l'indagato pretendeva che gli venisse stornato parte dello stipendio che corrispondeva. (Novembre 2018) (https://www.veneziatoday.it/cronaca/caporalato-marghera-bengalesi-arrestato.html). Il procedimento si inserisce nell'ambito di una vicenda più strutturata, in cui si procede non solo per sfruttamento, ma anche per corruzione ed emissione di fatture per operazioni inesistenti che coinvolge 19 imprese operanti nel settore della cantieristica navale, e 12 dirigenti e funzionari della Fincantieri che si avvalevano della manodopera straniera, regolarmente presente sul territorio ed assunta dalle 19 imprese in questione, impiegata nella realizzazione di navi da crociera (https://www.startmag.it/smartcity/fincantieri-magistratura-venezia-aziende-bono/). L'imprenditore, di nazionalità bengalese, è stato assolto perché il fatto non costituiva reato all'epoca dei fatti, commessi tra il 2004 ed il 2011(https://nuovavenezia.gelocal.it/venezia/cronaca/2021/05/04/news/sfruttamento-nei-subappalti-fincantieri-ali-condannato-per-un-episodio-il-caporalato-non-era-reato-1.40231502)
  • Procedimento a carico di 14 persone, di nazionalità albanese, per sfruttamento lavorativo e frode fiscale nei confronti di 77 operai impiegati nei cantieri navali. I soggetti indagati gestivano 7 società, che avevano ricevuto commesse nella cantieristica navale, tramite cui utilizzavano manodopera straniera retribuita al di sotto dei livelli stabiliti dal CCNL per la categoria, con l'inserimento di voci fittizie nella busta paga (perchè mai erogate), realizzando frodi per oltre 6 milioni di euro. I lavoratori venivano retribuiti con il meccanismo della cd. “paga globale”, in virtù del quale il lavoratore verrebbe retribuito, a prescindere dalle previsioni del contratto collettivo, con una paga forfettaria, regolarizzata mediante la predisposizione di documentazione contabile solo formalmente regolare. Per imporre tali condizioni gli indagati minacciavano i lavoratori, extracomunitari, di licenziarli e di non poter ottenere la proroga del permesso di soggiorno. Nei confronti di 10 indagati sono state eseguite altrettante misure cautelari, di cui 4 arresti domiciliari e 6 divieti di dimora, ed è stato disposto sequestro preventivo di beni per oltre 1,3 milioni di euro. (Aprile 2021) (https://primavenezia.it/cronaca/operai-stranieri-sfruttati-e-ricattati-4-arresti-e-sequestro-milionario/)
VERONA SI
  • A partire da un incidente stradale verificatosi, del 2017, vicino a Ferrara, la GDF ha avviato un'indagine per sfruttamento lavorativo, corruzione, falso ideologico e truffa aggravata ai danni dello stato nei confronti del titolare di una cooperativa di Soave, di due funzionari dell'INPS e di un finanziere. Il mini van coinvolto nell'incidente, infatti, trasportava 12 lavoratori, tutti impiegati da cooperative agricole della zona; è quindi emerso un contesto di grave sfruttamento dove i lavoratori, di origine africana e italiana, venivano impiegati nei campi. (Agosto 2018) (https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/08/09/caporalato-a-verona-6-arresti-anche-un-medico-legale-lindagine-dopo-lincidente-stradale-in-cui-mori-un-lavoratore/4549105/)
  • Assolto, perché il fatto non sussiste, un imprenditore che gestiva una cooperativa attiva nel settore avicolo, che somministrava a terzi manodopera a basso costo da impiegare in allevamenti e coltivazioni. Le indagini hanno preso avvio da un incidente avvenuto nel tratto tra Bologna e Padova, che ha coinvolto un furgone con a bordo numerosi braccianti. (Maggio 2019) (https://www.rainews.it/tgr/veneto/video/2019/05/ven-Verona-Mohamed-el-Alami-assolto-dalla-accusa-di-caporalato-a3f799fa-4eeb-4fd9-899b-943d468e5079.html)
  • Un uomo di origine magrebina, legale rappresentante di cinque società agricole operanti nel Veronese, è indagato per lo sfruttamento di un centinaio braccianti agricoli stranieri, alcuni dei quali suoi connazionali, tutti regolari sul territorio ed assunti con contratto. Lo sfruttamento era esercitato con modalità particolarmente insidiose come il ricorso a documenti di identità falsi o a documenti di identità veri ma di altri lavoratori. La Procura ha anche contestato illeciti fiscali e violazioni in materia di lavoro. (Febbraio 2019) (https://www.veronasera.it/cronaca/caporalato-san-bonifacio-finanza-lavoratori-irregolari-11-febbraio-2019.html)
  • Indagati i titolari di una cooperativa con sede legale a Legnago che avrebbero impiegato in condizioni di sfruttamento 56 braccianti, gestiti da una cooperativa modenese, tutti in regola con il permesso di soggiorno, retribuiti soltanto 5 euro l'ora, senza dispositivi di sicurezza e senza esser mai stati sottoposti a visita medica preventiva. Indagato anche il committente del lavoro, un agricoltore italiano. (Giugno 2019) (https://www.veronasera.it/cronaca/arresti-caporalato-ostiglia-16-giugno-2019.html)
  • Operazione “Caporale”: indagine condotta dai carabinieri di Nogara, Villafranca e dal NIL di Verona, su segnalazione del responsabile del Cas di Nogara, che ha portato alla luce una Srl gestita da 2 persone (un uomo e una donna marocchini) tramite cui venivano reclutati richiedenti asilo dal CAS di Scaligero, da impiegare come braccianti nelle aziende agricole del territorio, in condizioni di sfruttamento. I lavoratori, di provenienza nordafricana, erano tenuti in uno stato di soggezione da parte di quattro persone (i “capi squadra”) che li reclutavano per impiegarli “a nero” con orari massacranti per 5 euro l'ora, sotto costanti minacce e vessazioni. Sono state eseguite 3 misure cautelari, di cui due misure cautelari detentive (l'uomo in custodia in carcere e la donna ai domiciliari), e un obbligo di dimora per uno dei 4 caporali. E' stato disposto anche il sequestro preventivo della somma di 15mila euro, trovata nella disponibilità degli indagati. Si procede per i reati di associazione per delinquere finalizzata all'intermediazione illecita, sfruttamento del lavoro di cittadini extracomunitari ed estorsione, e favoreggiamento della loro permanenza illegale in Italia, oltre a quello di concorso in falsità materiale commessa da privato e di violazioni in materia antinfortunistica e sulla sicurezza sul lavoro. (Gennaio 2020) (https://www.veronasera.it/cronaca/caporalato-arresti-verona-carabinieri-lavoro-nero-richiedenti-asilo-24-gennaio-2020.html)
  • Operazione “Polvere di stelle”: indagine interforze tra i Carabinieri del gruppo tutela del lavoro di Venezia e i CC di Verona e Vicenza. A seguito di alcuni controlli effettuati in aziende agricole nelle province di Vicenza, Verona e Padova, è stata individuata una cooperativa di Cologna Veneta che reclutava cittadini marocchini da impiegare nelle aziende del territorio in condizioni di sfruttamento e senza alcun contratto. I 48 lavoratori erano alloggiati in sistemazioni di fortuna, senza riscaldamento né energia elettrica, da dove venivano accompagnati in auto nelle aziende agricole, in cui lavoravano sotto sorveglianza per oltre 12 ore al giorno per circa 5 euro l'ora, senza il rispetto di alcuna norma di sicurezza, privati anche delle mascherine contro il contagio da Covid. Il reclutamento era gestito da tre persone (il titolare dell'azienda di nazionalità marocchina, un collaboratore albanese e una a italiana), sottoposte a custodia cautelare (2 agli arresti domiciliari e 1 in carcere), cui sono stati contestati i reati di cui agli artt. 416 cp e 603-bis cp (Novembre 2020) (https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/11/25/caporalato-cittadini-marocchini-sfruttati-nei-campi-per-meno-di-5-euro-allora-tre-arresti-in-veneto/6015761/). Si procede anche nei confronti di 9 imprenditori, titolari delle aziende in cui venivano impiegati i lavoratori. (https://www.larena.it/territorio-veronese/bassa/caporalato-il-nodo-degli-imprenditori-1.8423374)
  • Nell'ambito delle Task Force Multiagenzia “A.L.T. CAPORALATO!”, l'Ispettorato Nazionale del lavoro di diversi capoluoghi hanno sottoposto a controllo 8 aziende agricole e 21 imprese nel settore dell'autotrasporto e della logistica nella provincia di Verona. E' stata sospesa l'attività di 3 aziende agricole per aver impiegato più del 20% dei propri lavoratori a nero, mentre nel settore logistico in 17 aziende sono state riscontrate irregolarità. Non è chiaro se si proceda penalmente nei confronti degli imprenditori. (Agosto 2021) (https://www.larena.it/territorio-veronese/est/caporalato-17-ditte-logistiche-su-21-sono-irregolari-1.8839689)
VICENZA SI
  • Procedimento per sfruttamento lavorativo, evasione fiscale e associazione per delinquere a carico di sette persone che, tramite società con sede a Trento, Vicenza, Verona, Milano avrebbero reclutato 41 lavoratori, soprattutto stranieri (pakistani, indiani e algerini), impiegati nella provincia di Bolzano nella consegna di volantini “porta a porta”, per 13 ore al giorno, per uno stipendio mensile che andava dai 500 ai 700 euro. I lavoratori venivano trasportati sul luogo di lavoro tramite furgoni in pessime condizioni ed erano continuamente sorvegliati tramite sistemi gps. (Maggio 2018) (https://www.bellunopress.it/2018/05/04/caporalato-scoperti-41-lavoratori-in-nero-15-ore-al-giorno-per-500-700-euro-al-mese/)
  • Presso due laboratori manifatturieri gestiti da cinesi, operanti nel settore delle lavorazioni per conto terzi di capi di abbigliamento, sono stati identificati otto lavoratori, tutti di nazionalità cinese ed impiegati senza contratto, alloggiati in locali all'interno degli stessi capannoni, retribuiti in maniera misera e costretti a lavorare per molte ore al giorno. (Aprile 2019) (https://www.ilgiornaledivicenza.it/territorio-vicentino/area-berica/lavoro-in-nero-e-caporalato-denunce-e-multe-1.7297904)
  • Dal blitz di controlli effettuati dall'Ispettorato interregionale del lavoro con l'Arma dei Carabinieri sono emerse gravi irregolarità presso l'azienda agricola Decimo srl, con sede a Vicenza, ma attiva anche sul territorio bolognese e mantovano, deputata alla produzione e vendita di prodotti biologici. L'operazione interforze è stata sollecitata dalle segnalazioni della FLAI CGIL, raccolte tramite una intensa attività di “sindacato di strada” che ha consentito di intercettare diverse situazioni sintomatiche di condizioni di lavoro degradanti. Presso la sede sono stati individuati 14 lavoratori, stranieri e italiani, assunti formalmente come tirocinanti ma impiegati come dipendenti per oltre 10 ore al giorno per 200-400 euro al mese. Nei confronti dell'azienda sono state comminate sanzioni amministrative per 19mila euro e la sospensione dell'attività imprenditoriale. Non è chiaro se si proceda per 603-bis cp. (Marzo 2021) (https://www.vicenzatoday.it/cronaca/caporalato-sfruttamento-agricoltura-decima-vicenza-marzo-2021.html)
EMILIA ROMAGNA
Procura competente Contatti diretti INCHIESTE
BOLOGNA SI
  • Inchiesta “sogno rubato”, che prende avvio dalla denuncia del sindacato, grazie alle informazioni fornite da alcuni lavoratori. Sono indagati i 2 titolari di una ditta che si occupa delle lavorazioni di rifinitura di articoli per automotive di gomma di Castello d'Argile. Gli indagati impiegavano a cottimo, per 10-12 ore al giorno, circa 58 lavoratori stranieri, prevalentemente pakistani, obbligandoli a restituire almeno la metà dello stipendio percepito ogni mese. Inoltre, gli indagati avevano stabilito un “tariffario” per accedere ai documenti degli operai, essenziali per rinnovare il permesso di soggiorno: ad esempio, per ottenere una copia del contratto di lavoro utile al rinnovo, le vittime dovevano pagare ai datori di lavoro 300 euro. Alcuni lavoratori vivevano in un casolare fatiscente messo a disposizione, verso il pagamento di un corrispettivo, dagli stessi caporali. Contestati sia il caporalato, sia l'estorsione. Sequestrati in via preventiva beni mobili ed immobili per circa 600 mila euro. (Dicembre 2019) (https://www.bolognatoday.it/cronaca/castello-argile-lavoro-caporalato-arresti.html)
  • Sequestrato un capannone nel comune di Monte San Pietro dove sono state identificate 14 persone, di nazionalità cinese, di cui 10 irregolari sul territorio, impiegate nel confezionamento conto terzi. Il capannone conteneva anche dormitori e cucine improvvisate; il titolare dell'attività è indagato ex art. 603 bis c.p. (Gennaio 2020) (https://www.bolognatoday.it/cronaca/monte-san-pietro-caporalato-fabbrica-dormitorio.html)
  • Operazione “Blue Angels”: denunciata per intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo l'amministratrice di 4 società e cooperative attive nel settore di cura e assistenza alla persona. Le badanti venivano reclutate, con l'ausilio di un dipendente, tramite annunci su Internet, sui giornali o manifesti pubblicitari affissi nei pressi delle fermate da cui partono gli autobus per l'Est Europa. Le circa 300 vittime erano assunte con contratti di collaborazione a progetto per dissimulare il rapporto di lavoro subordinato, venivano impiegate per una retribuzione nettamente inferiore rispetto a quella prevista dalla contrattazione collettiva, senza riconoscimento di riposo, ferie o malattia. La donna è stata sottoposta agli arresti domiciliari, ed è stato disposto sequestro preventivo per 650 mila euro. (Maggio 2020) (https://askanews.it/old/op.php?file=/cronaca/2020/05/12/sfruttamento-di-centinaia-di-badanti-dellest-europa-arrestata-pn_20200512_00059/)
  • Scoperta una fabbrica-dormitorio con 21 cittadini cinesi, di cui 8 irregolari, alle dipendenze di un loro connazionale, titolare dell'azienda. I lavoratori erano impiegati nella produzione di mascherine chirurgiche e camici ospedalieri all'interno della fabbrica, dove alloggiavano in condizioni igienico-sanitarie molto precarie. Si procede nei confronti del titolare per 603-bis c.p. (Luglio 2020) (https://bologna.repubblica.it/cronaca/2020/07/16/news/fabbrica_clandestina_di_mascherine_e_camici_a_castel_maggiore_c_erano_anche_bambini-262121171/)
  • Procedimento a carico della titolare di un'azienda tessile ad Argelato, cittadina cinese, denunciata per favoreggiamento, impiego e sfruttamento dell'immigrazione clandestina ai danni di 15 connazionali, di cui 9 irregolari sul territorio, che vivevano e lavoravano all'interno del magazzino in precarie condizioni igienico-sanitarie. Non è chiaro se si proceda anche per 603-bis cp. (Settembre 2020) (https://www.bolognatoday.it/cronaca/argelato-azienda-dormitorio-carabinieri.html)
FERRARA SI
  • Archiviato il procedimento a carico di un pakistano, incensurato, che avrebbe svolto il ruolo di intermediario offrendo servizi di trasporto, reclutamento e sorveglianza durante lo svolgimento delle prestazioni lavorative, nei confronti di alcuni lavoratori pakistani, tutti muniti di permesso di soggiorno per protezione umanitaria, impiegati nel settore agricolo, alcuni con contratto ed altri senza. (2018) (segnalazione della Procura di Ferrara)
  • Archiviato il procedimento a carico del titolare di una cooperativa, che prende dopo un incidente stradale che coinvolgeva un veicolo utilizzato per trasportare 12 senegalesi, tutti regolari sul territorio, verso una società che si occupa dell'allevamento di pollame. (2018) (segnalazione della Procura di Ferrara)
  • Applicazione della pena su richiesta di parte nei confronti di un caporale e del titolare di un'azienda agricola che, rispettivamente, avrebbero reclutato e impiegato, in condizioni di sfruttamento, alcuni braccianti di origine straniera. (2018) (segnalazione della Procura di Ferrara)
  • Archiviato il procedimento a carico di un pakistano, indagato per aver reclutato alcuni lavoratori pakistani di Portomaggiore presso una azienda agricola. Al momento del reclutamento, privava i lavoratori dei loro documenti e prometteva loro un'assunzione regolare volta al conseguimento di un permesso di soggiorno per motivi di lavoro. (2019) (segnalazione della Procura di Ferrara)
  • Scoperto laboratorio tessile clandestino a Bondeno che si occupava della produzione di capi di abbigliamento di un brand di alta moda italiana. Nel laboratorio sono stati individuati 12 lavoratori cinesi, senza permesso di soggiorno, impiegati alle dipendenze di due connazionali (un uomo e una donna), a carico dei quali è stato aperto un procedimento per sfruttamento di manodopera clandestina. E' stato sottoposto a sequestro preventivo l'intero capannone per un totale di 300.000 euro. (Gennaio 2020) (https://primadituttomantova.it/cronaca/scoperto-laboratorio-clandestino-a-bondeno-due-arresti/)
  • Richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di alcune cooperative coinvolte nell'appalto di bonifica dell'Euronovo per un focolaio di influenza aviaria, per intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo, truffa aggravata ai danni di un ente pubblico e sub-appalti non autorizzati. Il procedimento ha preso avvio da un incidente stradale, avvenuto nel novembre 2017, nei pressi del casello autostradale di Ferrara Nord, in cui un furgone con a bordo 12 lavoratori finì in una scarpata, provocando la morte di uno di essi. Indagati il presidente, il vice-presidente, il direttore di cantiere della cooperativa, nonché i legali rappresentanti delle tre imprese alle quali sono stati concessi in sub-appalto i lavori, senza la preventiva autorizzazione dell'Agenzia Regionale Intercent-Emilia Romagna. I lavoratori, per la maggior parte extra-comunitari e regolari sul territorio, venivano reclutati dalle imprese sub-appaltatrici e impiegati in violazione delle norme sul riposo e sulle ferie, nonché delle norme sulla sicurezza sui luoghi di lavoro; percepivano, inoltre, una retribuzione nettamente inferiore rispetto a quella prevista dalla contrattazione collettiva. Su 305 lavoratori, 148 erano privi di un regolare contratto. (Maggio 2021) (https://www.ilrestodelcarlino.it/ferrara/cronaca/caporalato-spese-gonfiate-e-subappalti-aviaria-scoperta-truffa-da-due-milioni-allausl-c311745f)
FORLI' SI
  • Indagati i titolari di due cooperative e due capisquadra. Le indagini hanno preso avvio da una segnalazione di privati in merito ad un appartamento in cui viveva un numero considerevole di stranieri, che venivano impiegati in varie aziende agricole dell'Emilia e di altre regioni e che avevano a disposizione due immobili locati direttamente dalle cooperative per un canone tra i 150 ed i 200 euro mensili. I lavoratori erano tutti muniti, almeno per un certo periodo di tempo, del contratto di lavoro. (2016) (segnalazione della Procura di Forlì)
  • Indagati l'amministratore di diritto di una cooperativa, il gestore di fatto di un'altra cooperativa e due capisquadra, che in esecuzione di alcuni contratti di somministrazione stipulati con aziende attive nel settore dell'allevamento, avrebbero sfruttato numerosi lavoratori marocchini, alcuni reclutati in Italia ed almeno uno reclutato nel suo paese di origine. I lavoratori venivano sistemati in alloggi locati direttamente dagli indagati, per i quali pagavano un compenso pari a 150-200 euro mensili. (2017) (segnalazione della Procura di Forlì)
  • Si procede nei confronti di tre cooperative e dei loro rappresentanti di diritto, accusati di sfruttare i loro dipendenti, alcuni con contratto ed altri senza, da impiegare presso aziende di allevamento con le quali le cooperative stipulavano contratti di somministrazione. In questo caso, pare siano stati compiuti accertamenti anche nei confronti delle aziende, senza che questi abbiano dimostrato un loro coinvolgimento. I lavoratori, per la maggior parte richiedenti protezione internazionale, venivano spesso reclutati direttamente nei CAS (2017) (segnalazione della Procura di Forlì). Rispetto a questo procedimento, che vede coinvolte le cooperative “Trentina Società Cooperativa”, “Multiservizi società cooperativa” e “società cooperativa Mondial”, gli imputati principali sono stati rinviati a giudizio mentre, invece, alcune posizioni secondarie sono state definite con rito alternativo. (https://www.ilrestodelcarlino.it/forli/cronaca/caporalato-e-truffa-nei-guai-coop-forlivese-34efe9a7)
  • Indagati i titolari di due cooperative, di nazionalità marocchina, che stipulavano appalti di servizi con aziende dedite all'allevamento dei polli, nonché tre capisquadra che si occupavano di reclutare i lavoratori, alloggiarli e trasportarli sul luogo di lavoro. I lavoratori, stranieri in parte richiedenti asilo, in parte titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari e, in parte, irregolari, erano costretti a lavorare per 14 ore al giorno, per un compenso che oscillava dai 3 ai 6 euro l'ora ed alloggiati in condizioni degradanti a fronte del pagamento di un corrispettivo. Il procedimento a preso avvio dalla denuncia di un lavoratore, che ha riferito di numerosi infortuni sul lavoro occorsi durante il periodo dello sfruttamento. (Settembre 2018) (https://www.ravennatoday.it/cronaca/caporalato-in-romagna-costretti-a-lavorare-in-condizioni-disumane-a-3-euro-all-ora.html)
  • Procedimento a carico dei titolari di una rosticceria che avrebbero impiegato senza contratto ed in condizioni di sfruttamento, un cittadino africano irregolarmente presente sul territorio italiano. (2018) (segnalazione della Procura di Forlì)
  • Il titolare, di nazionalità cinese, di un'azienda attiva nel settore della produzione e imbottitura di divani e poltrone è stato denunciato per intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo ai danni di 5 cittadini africani richiedenti asilo, assunti con un contratto di lavoro per 4 ore giornaliere, ma impiegati oltre le 11 ore, sottopagati e continuamente esposti ad offese a sfondo razziale. L'indagine è partita a seguito della denuncia di due lavoratori. In via preventiva, sono stati sequestrati i conti correnti dell'indagato per oltre 60 mila di euro. (Settembre 2020) (https://www.romagnauno.it/forli/forli-cesena-lavoratori-sfruttati-e-sottopagati-nel-settore-dellimbottito-blitz-dellarma/)
  • Procedimento a carico di 4 pakistani per intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo che, tramite due società fittizie, avrebbero impiegato in condizioni di sfruttamento 45 lavoratori in 6 aziende agricole sparse sul territorio di Forlì, Castrocaro, San Clemente, San Giovanni in Marignano e di Bagnara di Romagna. L'inchiesta ha preso avvio da una segnalazione della FLAI CGIL di Ravenna, che aveva individuato il casolare dove molti lavoratori erano alloggiati. I lavoratori, in gran parte richiedenti asilo di nazionalità pakistana e afghana, venivano pagati 250 euro al mese per lavorare fino a 80 ore settimanali. Dalla paga venivano trattenuti 200 euro per il vitto e l'alloggio in un casolare abbandonato con la sola messa a disposizione di materassi, precari servizi igienico-sanitari e pasti frugali. Si procede anche nei confronti dei committenti, in totale 8 imprenditori italiani, titolari delle aziende agricole in cui venivano impiegati i lavoratori; nonché nei confronti del titolare del casolare in cui i lavoratori alloggiavano (Aprile 2020) (https://www.forlitoday.it/cronaca/caporalato-sfruttamento-lavoro-agricoltura-romagna-4-arresti-forli-15-aprile-2020.html). A due dei lavoratori sfruttati, richiedenti asilo, la questura di Ravenna ha rilasciato il permesso di soggiorno speciale “per grave sfruttamento lavorativo” ai sensi dell'art. 18 TUI (https://www.ravennaedintorni.it/cronaca/2021/01/28/caporalato-agricoltura-bagnara-romagna/). Uno dei quattro indagati è stato condannato a 4 anni e 4 mesi per 603-bis c.p. (https://www.corriereromagna.it/archivio/forli-condatta-a-4-anni-per-caporalato-LSCR218641)
MODENA SI
  • Coinvolte cinque grandi società attive nella lavorazione delle carni in un'inchiesta per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro ed evasione fiscale per oltre tre milioni di euro, nel corso della quale è stato anche disposto controllo giudiziario in azienda. Dal 2012 al 2017 le società avrebbero impiegato decine di stranieri, tutti cittadini comunitari, sfruttati, sottopagati e costretti a lavorare in condizioni degradanti. Quattro sono le persone indagate per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro ed evasione fiscale. (Ottobre 2018) (https://www.ansa.it/emiliaromagna/notizie/2018/10/22/caporalato-4-indagati-a-modena_3dc0e62f-bf83-4af6-9881-c6451941a6ee.html)
  • A seguito di alcuni controlli dell'ITL di Modena sono stati individuati complessivamente 109 lavoratori assunti irregolarmente, di cui 7 totalmente “a nero”, impiegati all'interno di alcune società che si occupano di gestire alcune palestre, centri sportivi e ginnastica di recupero posturale nella provincia di Modena. Sono state comminate sanzioni per oltre 110 mila euro. Non è chiaro se si sia proceduto anche per 603-bis c.p. (Luglio 2020) (https://www.ispettorato.gov.it/2020/07/07/itl-modena-contrasto-al-lavoro-sommerso/)
PARMA NO Al Laboratorio non è pervenuta notizia di nessuna inchiesta di competenza della procura di Parma.
PIACENZA NO Al Laboratorio non è pervenuta notizia di nessuna inchiesta di competenza della procura di Piacenza.
RAVENNA NO
REGGIO EMILIA NO
RIMINI NO
  • Denunciati il titolare e due impiegati di una cooperativa di parcheggi a Cattolica, per sfruttamento di lavoro minorile e impiego di lavoratori in nero. I lavoratori, tra cui un minorenne, venivano impiegati senza contratto, per 48 ore settimanali, sette giorni su sette. Sono state comminate sanzioni per oltre 50mila euro. (Novembre 2020) (https://www.statoquotidiano.it/21/11/2020/rimini-sfruttamento-lavoro-minorile-e-in-nero-foggiano-denunciato/821145/)
  • Procedimento a carico di 6 cittadini pakistani, titolari di altrettante ditte individuali, per evasione fiscale ed intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo. Gli indagati avrebbero reclutato e impiegato in maniera irregolare circa 70 lavoratori nell'attività di volantinaggio tra Pesaro Urbino, Ancona e Rimini per 30 euro per 12 ore lavorative al giorno. I lavoratori, che vivevano in luoghi angusti e privi di acqua corrente e riscaldamento, erano costantemente sorvegliati tramite sistemi Gps e costretti a turni massacranti, senza alcun riposo. (Febbraio 2020) (https://altarimini.it/News131803-sfruttamento-di-lavoratori-per-consegna-volantini-tra-pesaro-ancona-e-rimini.php)
  • Sospesa l'attività di un albergo di Riccione per irregolarità contrattuali e lavorative di molti dipendenti, di cui alcuni impiegati senza contratto, costretti a turni di lavoro superiori alle 48 ore settimanali, senza riposo, pagati in contanti, senza alcuna possibile tracciabilità del denaro. Nei confronti dei titolari dell'attività sono state comminate sanzioni per 12.000 euro. Non è chiaro se sia stato avviato un procedimento penale. (Agosto 2021) (https://altarimini.it/News150738-chiuso-albergo-di-riccione-scoperti-lavoratori-in-nero-con-turni-di-lavoro-massacranti.php)
SARDEGNA
Procura competente Contatti diretti INCHIESTE
CAGLIARI NO
NUORO NO Al Laboratorio non è pervenuta notizia di nessuna inchiesta di competenza della procura di Nuoro.
LANUSEI SI
TEMPIO PAUSANIA NO Al Laboratorio non è pervenuta notizia di nessuna inchiesta di competenza della procura di Tempio Pausania.
SASSARI NO Al Laboratorio non è pervenuta notizia di nessuna inchiesta di competenza della procura di Sassari.
ABRUZZO
Procura competente Contatti diretti INCHIESTE
CHIETI NO Al Laboratorio non è pervenuta notizia di nessuna inchiesta di competenza della procura di Chieti.
LANCIANO SI
  • Assolti per insufficienza di prove i cinque imputati accusati di un episodio di caporalato avvenuto, nel 2015, quindi prima dell'entrata in vigore della l. 199/2016, presso la Saldotek metalmeccanica. Le vittime erano cittadini rumeni che venivano reclutati direttamente in Romania e poi impiegati presso la ditta in condizioni di sfruttamento. Nel corso del procedimento non è stato possibile assumere le dichiarazioni dei lavoratori che, dopo la denuncia sono, per la maggior parte, tornati in Romania. (Giugno 2019) (https://abruzzolive.it/saldotek-di-roccascalegna-i-5-imputati-accusati-di-caporalato-assolti-revocato-sequestro-della-fabbrica/)
VASTO SI
  • I carabinieri di Foggia hanno arrestato due cittadini romeni per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro dopo aver notato, nelle campagne di Lesina, un conducente di un furgone con targa bulgara che prelevava, prima dell'alba, e riportava, nel tardo pomeriggio, una squadra composta da cinque braccianti africani che, si è scoperto, venivano impiegati nella provincia di Chieti e, in particolare, a Cupello. Oltre al loro impiego senza contratto, i carabinieri hanno accertato violazioni in materia di sicurezza, orario di lavoro e retribuzione; gli stranieri vivevano in alloggi di fortuna messi a disposizione dagli stessi caporali. (Novembre 2018) (https://www.chietitoday.it/cronaca/caporalato-arresti-foggia-azienda-agricola-cupello.html)
AVEZZANO SI
  • La Procura ha segnalato al Laboratorio 10 procedimenti per sfruttamento lavorativo in cui si è contestato art. 22 comma 12 bis TUI, ma di cui non è stato possibile acquisire gli atti.
L'AQUILA NO
  • Due procedimenti relativi a fatti anteriori al 2016 in cui è stata contestata agli indagati associazione per delinquere e, tra le altre cose, estorsione in danno di numerosi lavoratori impiegati nella ricostruzione post-sismica. Ai lavoratori, al momento dell'assunzione, veniva fatta sottoscrivere una lettera di dimissioni priva di data, che veniva trattenuta dai datori di lavoro. I dipendenti venivano costretti ad accettare costanti violazioni della normativa relativa all'orario di lavoro, al riposo settimanale e alle ferie, nonché violazioni della normativa in materia di sicurezza sul lavoro. Era, inoltre, imposto loro di attivare carte di credito/debito prepagate, che rimanevano nella esclusiva disponibilità del datore di lavoro e dalle quali gli imputati stornavano parte dello stipendio corrisposto. Nel corso dell'indagine è emerso anche che le ditte operavano in subappalto per conto di altre società, che sono state coinvolte nelle indagini. (2015) (https://abruzzo.cityrumors.it/cronaca/cronaca-laquila/424386-laquila-estorsione-e-caporalato-lombra-dei-casalesi-nella-ricostruzione.html)
  • Dall'attività ispettiva dell'ITL del L'Aquila, effettuata dal 24 agosto al 5 settembre 2020 in 67 aziende agricole del territorio, in cui sono stati intervistati 443 lavoratori, di cui 396 stranieri extra-UE, sono emersi illeciti nei confronti di molti lavoratori, prevalentemente marocchini e pakistani, relativi alla somministrazione illecita, al distacco illecito, al lavoro nero, diffuse violazioni in materia di orario di lavoro (mancati riposi, infedeli registrazioni, ferie), nonchè numerosissime ipotesi di rapporti di lavoro che si svolgevano con modalità e tempi diversi da quelli previsti dai CCNL applicati. Non è chiaro se ciò abbia portato ad inchieste ex art. 603 bis c.p., in quanto gli accertamenti sono ancora in corso. (2020) (https://www.ispettorato.gov.it/2020/09/09/itl-laquila-ispezioni-a-tappeto-nel-fucino/)
  • Nell'ambito del progetto “A.L.T. Caporalato!”, è stata eseguita un'operazione interforze nella Piana del Fucino, col coinvolgimento degli Ispettorati Territoriali del Lavoro del territorio, durante il quale sono state sottoposte a controlli circa 18 aziende agricole, risultate tutte irregolari, di cui 2 sono state sospese per la presenza di 8 lavoratori senza contratto, di cui 7 di privi di permesso di soggiorno. Non è chiaro se sia stato aperto anche un relativo procedimento penale. (Ottobre 2017) (https://www.ispettorato.gov.it/2021/10/08/comunicato-stampa-50/)
PESCARA NO
  • Procedimento a carico di 5 persone, tra cui i titolari di due stabilimenti balneari, uno consulente del lavoro e l'altro reclutatore, ex art. 603 bis c.p. e truffa aggravata ai danni dell'INPS. I lavoratori coinvolti (4 in totale, di cui 2 italiani, 1 rumeno e 1 ucraino) venivano impiegati, dall'aprile all'agosto 2019, fino a 12 ore al giorno, senza alcun riposo settimanale, ed erano indotti a lavorare anche se in malattia in attività di custodia, manutenzione e prestazione di servizi di salvataggio. (Aprile 2021) (https://www.ilcentro.it/pescara/sfruttamento-del-lavoro-guai-per-i-gestori-di-due-stabilimenti-1.2618084)
SULMONA NO Al Laboratorio non è pervenuta notizia di nessuna inchiesta di competenza della procura di Sulmona.
TERAMO NO
  • Procedimento ex art. 603 bis c.p. e illeciti previsti dal TU in materia di sicurezza sul lavoro, a carico di una imprenditrice agricola, titolare di un'azienda che si occupa di allevamento di bestiame per la produzione di latticini. Le vittime, due operai di nazionalità indiana, erano state assunte senza un regolare contratto e impiegate con turni estenuanti, senza alcun riposo settimanale e sotto-retribuite. Sono state comminate sanzioni amministrative per oltre 14.000 euro. (Marzo 2021) (https://www.rete8.it/cronaca/lavoro-nero-e-sfruttamento-fine-di-un-incubo-per-due-operai-indiani-nel-teramano/)
UMBRIA
Procura competente Contatti diretti INCHIESTE
PERUGIA SI
  • Procedimento a carico di 18 persone coinvolte, a vario titolo, in una vicenda di sfruttamento lavorativo nei confronti di alcuni stranieri impiegati, senza contratto, nella raccolta della legna, con una paga pari a 3 euro a metro cubo di legna tagliata ed accatastata. La maggior parte degli stranieri era irregolare sul territorio. Secondo la prospettazione accusatoria esisteva una organizzazione che faceva arrivare in Umbria le vittime, che poi venivano sistemate in alloggi di fortuna e sfruttate. (Giugno 2019) (https://tuttoggi.info/caporalato-in-umbria-18-indagati/518511/)
  • Procedimento a carico di due cittadini egiziani che avrebbero impiegato, in condizioni di sfruttamento, 4 loro connazionali richiedenti asilo in un impianto di lavaggio di auto low-cost di Città di Castello. (Giugno 2019) (https://www.ansa.it/umbria/notizie/2019/06/11/arresto-per-caporalato-in-autolavaggio_62a0afe0-8b59-43e2-91fe-2c93a398452c.html)
  • Procedimento a carico dei tre titolari di un'azienda del tessile, accusati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro ai danni di 25 lavoratori. Le vittime venivano assunte con contratti a termine per circa 23 ore settimanali mentre, invece, lavoravano circa 40 ore settimanali, senza giorni di riposto e senza percepire le dovute maggiorazioni retributive. Sempre secondo la prospettazione accusatoria, il rinnovo del contratto di lavoro sarebbe stato subordinato all'accettazione delle predette condizioni occupazionali. (Aprile 2021) (https://www.perugiatoday.it/cronaca/lavoro-nero-sfruttamento-indagine-perugia.html)
  • Operazione “Horses-team” in cui si procede nei confronti di un imprenditore locale per sfruttamento lavorativo e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. L'indagato avrebbe impiegato in un maneggio, in condizioni di sfruttamento, 6 lavoratori extracomunitari, di cui 3 impiegati senza contratto di lavoro. L'indagine ha preso origine dalla denuncia di 3 dipendenti che hanno riferito di lavorare circa 10 ore al giorno, senza riposo giornaliero e ferie, senza alcun dispositivo di protezione e percependo una retribuzione inferiore al minimo sindacale. Una delle vittime, senza titolo di soggiorno, avrebbe anche subito violenze psichiche e fisiche. Nei confronti dell'imprenditore è stata applicata la misura cautelare dell'obbligo di presentazione alla P.G. nonchè l'obbligo di dimora nel Comune di residenza. (Maggio 2021) (https://tg24.sky.it/perugia/2021/05/17/al-lavoro-10-ore-in-nero-senza-riposi-accusa-di-caporalato)
SPOLETO NO
  • Procedimento ex art. 603 bis c.p. a carico di un allevatore di ovini di Todi, cui sono state contestate specifiche violazioni in materia di igiene e sicurezza sul posto di lavoro e per l'irregolare occupazione di dipendenti. I lavoratori, extracomunitari regolari sul territorio, erano impiegati senza contratto e costretti a lavorare 10-12 ore al giorno, per una retribuzione mensile di 800 euro, in condizioni di sicurezza e igienico-sanitarie precarie. Sono state comminate sanzioni amministrative per un totale di 94.000 euro. La denuncia-querela è partita da uno dei lavoratori e nei confronti dell'imprenditore è stata eseguita la misura cautelare degli arresti domiciliari. (Luglio 2020) (https://www.ilmessaggero.it/umbria/caporalato_lavoro_nero_arresto_carabinieri-5325002.html)
TERNI NO
  • Procedimento a carico di un imprenditore umbro accusato di intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo nei confronti di due braccianti rumeni, costretti a lavorare 7 giorni su 7 e talvolta retribuiti solo con derrate alimentari. I due lavoratori vivevano in un casolare di proprietà dell'imprenditore, senza riscaldamento e in un generale stato di degrado, a cui l'uomo aveva fornito l'allaccio abusivo di acqua e luce. (Marzo 2021) (https://www.perugiatoday.it/cronaca/orvieto-caporalato-sfruttamento-lavoratori.html)
MARCHE
Procura competente Contatti diretti INCHIESTE
ANCONA NO
  • Arrestati per caporalato e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina un imprenditore ed un caporale pakistani che si occupavano di offrire manodopera - circa 30 lavoratori - da impiegare nelle campagne, per 10 ore al giorno, per una paga mensile che oscillava tra i 200 ed i 300 euro. Le vittime erano stranieri regolari, molti dei quali richiedenti asilo assunti con regolare contratto (anche se in busta paga veniva riportato un monte ore inferiore rispetto a quelle effettivamente svolto). I braccianti, una volta reclutati, venivano destinati all'impiego presso svariate aziende agricole della provincia di Ancona, con le quali gli indagati avevano preventivamente stipulato contratti di appalto di manodopera, statuendo compensi inferiori ai 5 euro l'ora, da cui venivano detratte le spese per trasporto, vitto ed alloggio (alcuni di loro erano alloggiati in un immobile a Senigallia). (Ottobre 2018) (https://youtvrs.it/immigrazione-clandestina-e-sfruttamento-del-lavoro-nei-guai-due-pakistani/)
  • Procedimento a carico di diciannove persone per frode fiscale, caporalato e truffa ai danni dello Stato, nell'ambito di una operazione della guardia di finanza di Ancona, denominata “Global Pay”, che vede coinvolte 16 società, site in 6 differenti regioni (Marche, Campania, Puglia, Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Veneto) ed attive nel settore subappalti della cantieristica navale. Le vittime sono circa 416, di cui 146 impiegate direttamente ad Ancona, nell'azienda Fincantieri, risultata estranea ai fatti contestati. Gli inquirenti hanno individuato un sistema di sfruttamento volto a contenere i costi del lavoro e fondato sulla commissione di plurimi illeciti contributivi e fiscali, funzionale ad offrire prezzi ribassati e fuori mercato alla Fincantieri (Maggio 2020) (https://www.notix.it/caporalato-in-subappalti-cantieristica-navale-19-denunce-della-guardia-di-finanza-inchiesta-della-procura-di-ancona/). I lavoratori, in larga parte bengalesi, venivano sottopagati, vivevano in condizioni di degrado ed erano costretti a lavorare, talvolta anche di notte, per avere un contratto che consentisse loro di rinnovare il permesso di soggiorno. (https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/05/29/ancona-operai-sottopagati-e-costretti-a-pagare-il-pizzo-19-denunciati-per-caporalato-nella-cantieristica-navale/5817725/)
  • Procedimento a carico di 7 persone, 6 uomini pachistani e 1 donna italiana, accusate di aver sfruttato alcuni braccianti nelle campagne di Cingoli e Cupramontana. Tra gli indagati vi sono i titolari della società cooperativa agricola presso cui i lavoratori erano assunti e somministrati ad altre aziende in condizioni di sfruttamento, nonché i caporali che si occupavano dl trasporto e del reclutamento della manodopera. I lavoratori erano costretti a turni di lavoro massacranti, sottopagati e accampati in casolari in condizioni igienico-sanitarie molto precarie. (Agosto 2021) (https://www.cronachemaceratesi.it/2021/08/09/sfruttamento-dei-braccianti-chiuse-le-indagini-in-sette-nei-guai-per-caporalato/1555233/)
ASCOLI PICENO NO
  • Indagate quattro persone per sfruttamento lavorativo di 7 braccianti agricoli impiegati in nero, alcuni dei quali richiedenti asilo, nelle campagne di San Benedetto del Tronto. Le vittime erano costrette a lavorare fino ad 11 ore al giorno, per 3,80 euro all'ora, dei quali 50 centesimi per ora venivano trattenuti dal caporale. Indagati sia il caporale, sia i titolari dell'azienda agricola presso la quale i lavoratori erano impiegati. Disposto anche controllo giudiziario in azienda. (Dicembre 20219) (https://www.fotospot.it/la-guardia-di-finanza-di-ascoli-piceno-sui-campi-contro-il-caporalato/)
  • Operazione “Arcipelago”: dalle indagini iniziate nel 2018 e svolte dai CC di Montalto Marche è emersa una densa rete di sfruttamento lavorativo che coinvolgerebbe circa 30 persone, tra cui caporali di nazionalità pakistana e imprenditori agricoli italiani, ai danni di 70 braccianti pakistani, per la maggior parte in possesso di regolare permesso di soggiorno (anche se sono stati individuati alcuni lavoratori clandestini), impiegati nei campi in condizioni di sfruttamento. (Febbraio 2021) (https://www.fanpage.it/attualita/caporalato-indagate-oltre-30-persone-per-sfruttamento-nelle-campagne-di-ascoli-piceno/)
FERMO SI
MACERATA NO
PESARO SI
  • Condannate per estorsione due persone originarie di Aversa, che chiedevano cifre consistenti per concedere il lavoro nei cantieri per la terza corsia della A14. In alcuni casi, si facevano consegnare anche più dello stipendio: a tre operai sono stati chiesti dai 500 ai 700 euro su stipendi di poco superiori ai mille. Il caso era stato denunciato dalla Cgil di Pesaro, che si era anche costituita parte civile. (Luglio 2014) (https://www.ilmessaggero.it/marche/pesaro_caporalato_cantieri_a14_condannati_estorsione-490009.html)
  • Il Nucleo dei Carabinieri dell'Ispettorato del Lavoro di Pesaro ha eseguito un provvedimento di sequestro preventivo ex art. 603 bis c.p. nuova formulazione nei confronti di un imprenditore locale, attivo nel settore di manutenzione e fabbricazione di infissi. L'uomo avrebbe impiegato in condizioni di grave sfruttamento quattordici lavoratori stranieri, in parte richiedenti asilo. (Novembre 2017) (https://www.corriereadriatico.it/pesaro/pesaro_telecamere_minacce_maxi_turni_paghe_fame_arrestato_imprenditore-3372694.html)
  • Indagati i titolari di un ristorante sushi che avrebbero impiegato 28 richiedenti asilo reclutati da un loro connazionale. Le vittime erano impiegate in maniera irregolare, sottoposte a turni massacranti, con straordinari non pagati, sotto minacce continue, insulti e sopraffazioni, in cambio di una paga estremamente ridotta. Sequestrati in via preventiva beni mobili ed immobili per un valore complessivo pari ad euro 150 mila. (Dicembre 2019) (https://www.centropagina.it/attualita/pesaro-sushi-caporalato-sequestro-conti-correnti-auto-titolari-ristorante/)
  • Procedimento ex art. 603 bis c.p. a carico di sei persone che avrebbero impiegato numerosi lavoratori afgani, pakistani, africani, in parte richiedenti asil, nella distribuzione di volantini. Gli indagati erano i responsabili di società che si aggiudicavano l'appalto per la distribuzione di materiale pubblicitario ed utilizzavano circa 70 lavoratori privi di contratto, oltre ad altri regolarmente assunti. I lavoratori erano costretti a lavorare sotto continua sorveglianza, anche tramite sistemi gps, per più di 11/12 ore al giorno, per cinque/sei giorni alla settimana, in cambio di una retribuzione pari a 30 euro giornalieri. Spesso, erano alloggiati presso abitazioni in affitto del medesimo datore di lavoro, talvolta prive di acqua e riscaldamento. (2020) (https://www.occhioallanotizia.it/carabinierioperazione-anti-caporalato-volantinaggio-sfruttamento-e-lavoro-nero/)
  • Arrestate quattro persone di nazionalità egiziana per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, indagati per aver reclutato e impiegato decine di connazionali in condizioni di sfruttamento presso un lavaggio di auto a Bellocchi di Fano, a 3 euro l'ora con turni di 12 ore al giorno. Alcuni di loro erano impiegati senza contratto (circa 18 lavoratori) e due di loro erano senza permesso di soggiorno. Inoltre, i lavoratori pagavano circa 150 euro per un posto letto in abitazioni in pessimo stato, prive di riscaldamento e con servizi igienici del tutto inadeguati. Nei confronti dei quattro sono state eseguite misure cautelari custodiali (1 condotto in carcere e gli altri 3 agli arresti domiciliari). (Luglio 2021) (https://www.ansa.it/marche/notizie/2021/07/14/caporalato-12-ore-autolavaggio-e-alloggi-fatiscentiarresti_ce423ff1-293c-4cfc-8c22-fba284808652.html)
URBINO SI
  • Procedimento a carico di un'imprenditrice cinese, da tempo residente in Italia, operante nel settore tessile nelle province di Ascoli Piceno e Pesaro Urbino, per sfruttamento lavorativo nei confronti di quattordici richiedenti asilo. Il procedimento è iniziato su impulso del personale della cooperativa di accoglienza che ha segnalato alla stazione dei Carabinieri i movimenti della donna, che ogni mattina si recava presso il centro per prelevare manodopera. I quattordici rifugiati (8 pakistani, 3 senegalesi, 1 gambiano, 1 bengalese e 1 guineiano) per mesi sono stati costretti a turni massacranti di 10/12 ore al giorno con un compenso complessivo di poche decine di euro. (Settembre 2018) (http://www.gomarche.it/news.php?newsId=698765)
  • “Operazione Capestro”: procedimento a carico di cinque cittadini pakistani titolari di una cooperativa di logistica e facchinaggio, con sede legale a Pesaro, che prende le mosse da un esposto presentato dal Sindacato alla Procura di Urbino. Gli indagati impiegavano alcuni loro connazionali, circa 17, tra cui richiedenti asilo, sottoponendoli a ricatti e vessazioni; per oltre 10 ore al giorno; senza nessuna giornata di riposo; con paghe assai inferiori a quelle contrattuali, che, comunque, in parte, si facevano restituire con bonifici. Oltre a essere state disposte misure cautelare di carattere personale, sono stati sequestrati in via preventiva circa 157 mila euro mensili (Maggio 2019) (https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/caporalato-urbino-1998369b). Tutti gli indagati sono stati rinviati a giudizio con l'accusa di intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo. (Luglio 2021) (https://www.centropagina.it/pesaro/urbino-giudizio-caporalato-pakistani-cgil-parte-civile/)
  • Arrestato in flagranza un imprenditore cinese, titolare di un'impresa tessile nel territorio di Acqualagna, con l'accusa di sfruttamento lavorativo nei confronti di suoi 5 dipendenti, impiegati nel laboratorio tessile, in condizioni lavorative ed alloggiative degradanti (i dipendenti vivevano in camere, ricavate da pareti di cartongesso, con visibili infiltrazioni di acqua dall'esterno, collocati al di sopra del laboratorio), con turni di lavoro pesantissimi ed in assenza di qualsiasi norma anti contagio da Covid-19. (Giugno 2020) (https://www.centropagina.it/pesaro/acqualagna-arrestato-caporalato-cinese-titolare-maglificio/)
MOLISE
Procura competente Contatti diretti INCHIESTE
CAMPOBASSO SI
  • I NAS di Campobasso, in collaborazione con il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro, nell'ambito di una complessa indagine sulle case di riposo molisane, hanno denunciato 3 persone, amministratrici della medesima società, accusate di aver promosso ed organizzato un'associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento del lavoro dei propri dipendenti, indotti a prestare parte delle ore lavorative sotto forma di volontariato. Gli indagati non avrebbero sottoposto i dipendenti a visita sanitaria, non li avrebbero informati dei rischi per la salute e sicurezza connessi all'attività, non avrebbero presentato le dichiarazioni contributive. Contestati anche reati fiscali. (Aprile 2019) (https://quotidianomolise.com/case-di-riposo-nel-mirino-dei-nas-lavoro-nero-ed-evasione-fiscale-denunciati-in-tre/). Il procedimento è stato archiviato (segnalazione della Procura)
  • Nell'ambito dell'Operazione Empact Thb, condotta dai Carabinieri dell'Ispettorato del Lavoro di Campobasso, sono state ispezionate diverse aziende agricole, è emerso l'impiego irregolare di due lavoratori presso un'azienda di allevamento di Castropignano, consistente nell'assenza di un contratto di lavoro, nella violazione dei riposi giornalieri e settimanali, nonché numerose violazioni in materia di igiene e sicurezza sul luogo di lavoro. Sono stati denunciati ex art. 22 TUI due persone (un dipendente e l'amministratore di fatto della società), ma non è chiaro se si proceda anche per 603-bis cp. (Ottobre 2021) (https://www.quotidianomolise.com/articolo/caporalato-lavoratori-in-nero-in-due-aziende-nei-guai-i-titolari)
  • Nell'ambito della medesima operazione, è stata sospesa l'attività di un'azienda agricola di Campomarino, in cui sono venivano impiegati irregolarmente 4 lavoratori, di origine straniera e privi di permesso di soggiorno. Anche in questo caso non è chiaro se si proceda penalmente nei confronti dell'imprenditore titolare della società. (Ottobre 2021) (https://www.quotidianomolise.com/articolo/caporalato-lavoratori-in-nero-in-due-aziende-nei-guai-i-titolari)
LARINO SI
  • Procedimento a carico di un imprenditore agricolo che avrebbe impiegato, in condizioni di sfruttamento, alcuni richiedenti asilo nella raccolta delle olive, tutti in nero. (Ottobre 2017) (https://quotidianomolise.com/impiega-extracomunitari-nella-raccolta-delle-olive-arrestato-agricoltore-larino/)
  • Procedimento a carico di tre indagati che prende le mosse da un incidente stradale in cui sono morti 12 braccianti stranieri, a Lesina (Foggia), mentre venivano trasportati per essere impiegati nella raccolta di pomodoro. (Agosto 2018) (https://www.rainews.it/archivio-rainews/articoli/caporalato-Braccianti-morti-in-incidente-Procura-Larino-tre-indagati-1af8fd32-102f-41e8-992f-82184d5ab93e.html)
  • I Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Campobasso hanno eseguito nella provincia di Campobasso una serie di controlli in aziende operanti nei settori edile e alimentare nel corso dei quali hanno segnalato due datori di lavoro per la violazione delle norme in materia di sicurezza sul lavoro e per aver utilizzato impalcature occupate da vario materiale e, quindi, prive dello spazio che consentiva il movimento. Sono state impartite opportune prescrizioni ai datori di lavoro, col fine di ripristinare le condizioni di sicurezza imposte dalla legge e sono state contestate diverse sanzioni amministrative; non è chiaro se si stia procedendo anche ex art. 603 bis c.p. (Febbraio 2020) (https://quotidianomolise.com/controlli-nei-settori-edile-e-alimentare-due-imprenditori-sotto-la-lente-dei-carabinieri/)
  • Procedimento a carico di sette persone (3 datori di lavoro e 4 caporali) che sfruttavano decine di braccianti, perlopiù di origine non europea, nella raccolta di pomodori nei terreni agricoli di Campomarino. Gli indagati pagavano i lavoratori pochi centesimi a cassetta e non dichiaravano le ore effettive lavorate, nonostante per tutti i braccianti fosse stata trasmessa la comunicazione di inizio rapporto agli organi competenti. (Giugno 2020) (https://www.primonumero.it/2020/06/caporalato-nei-campi-di-pomodoro-indagata-la-banda-di-sfruttatori-ci-sono-due-imprenditori-termolesi/1530617658/)
  • Procedimento a carico del gestore di una stazione di distribuzione di carburante, nei confronti del quale si procede per intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo, nonché per alcune violazioni ex D. Lgs. 81/2008. L'indagato avrebbe costretto un cittadino bengalese a vivere all'interno di un box sito nel negozio, di un metro quadrato per due, in condizioni igienico-sanitarie degradanti. Il lavoratore veniva pagato 92 euro al mese, a fronte di circa 850,00 peraltro pattuiti per mansioni diverse da quelle cui era stato adibito. (Maggio 2021) (https://www.quotidianomolise.com/articolo/lavoro-nero-e-sfruttamento-in-un-distributore-di-carburanti-intervengono-i-carabinieri)
ISERNIA NO
  • Procedimento a carico dell'imprenditore di un'azienda attiva nel settore primario dell'allevamento di bovini e ovini, per 603-bis c.p., per aver impiegato in condizioni di sfruttamento un pastore, con orario medio giornaliero di 12 ore, a fronte di una paga irrisoria, che aveva il compito di gestire la cura di tutte le bestie dell'azienda. La vittima era costretta ad abitare in locali fatiscenti, in pessime condizioni igieniche, nonché a subire maltrattamenti fisici da parte di altri soggetti all'interno dell'azienda, indagati per lesioni personali. Sono state comminate sanzioni amministrative per circa 4.000 euro. (Settembre 2021) (https://www.primonumero.it/2021/09/pastore-sfruttato-e-costretto-a-vivere-in-un-tugurio-imprenditore-denunciato/1530690687/)
LAZIO
Procura competente Contatti diretti INCHIESTE
CASSINO NO Al Laboratorio non è pervenuta notizia di nessuna inchiesta di competenza della procura di Cassino.
FROSINONE NO Al Laboratorio non è pervenuta notizia di nessuna inchiesta di competenza della procura di Frosinone.
LATINA SI
  • La squadra Mobile di Latina ha arrestato un cittadino indiano accusato di sfruttamento della manodopera ed estorsione, che impiegava i suoi connazionali nei campi incassando delle percentuali sui contratti di lavoro. L'impresa in cui lavorava si trova tra Borgo Grappa e Sabaudia. (Febbraio 2017) (https://www.ilmessaggero.it/latina/caporalato_a_latina_la_squadra_mobile_arresta_a_sabaudia_un_cittadino_indiano-2275244.html)
  • Procedimento a carico di un imprenditore di origini campane, titolare di un'azienda agricola sita a Borgo Sabotino che avrebbe impiegato, in condizioni di sfruttamento, un italiano ed un indiano, costretti a lavorare 7 giorni su 7, per undici ore al giorno, senza riposo o ferie. I due lavoratori vivevano in due roulotte all'interno di un capannone dell'azienda agricola ed erano sottoposti costantemente alla minaccia di essere allontanati dall'azienda. (Novembre 2017) (https://www.h24notizie.com/2017/11/28/sfruttamento-del-lavoro-imprenditore-sottoposto-allobbligo-di-firma-per-caporalato/)
  • Due imprenditori agricoli di Terracina indagati ex art. 603 bis c.p. per aver impiegato alcuni stranieri (di cui uno irregolare sul territorio), in parte a nero ed in parte con contratto a tempo determinato, per un salario bassissimo, per molte ore al giorno, senza riconoscere ferie o periodi di riposo. (Ottobre 2018) (https://www.ilfaroonline.it/2018/10/18/giro-di-vite-sul-caporalato-in-manette-due-fratelli-di-terracina/242693/)
  • Stranieri irregolari, in parte richiedenti asilo, impiegati in una azienda agricola per 4 euro l'ora, per 12 ore al giorno, tutti i giorni, alcuni addirittura sorpresi a lavorare scalzi e costretti a sostare, nella pausa pranzo, in una stalla per animali. Rapporto di lavoro instaurato senza contratto. Si procede sia nei confronti del titolare dell'azienda agricola che nei confronti di due caporali che sorvegliavano le maestranze. (Agosto 2018) (https://www.news-24.it/viveva-nella-villa-di-lusso-sede-della-sua-azienda-agricola-e-sfruttava-i-braccianti-indiani-arrestato-limprenditore-massimiliano-cimaroli-denunciati-i-due-caporali-che-sorvegliavano-le-maestranze/)
  • Arrestati un imprenditore agricolo di Terracina ed un caporale addetto alla sorveglianza di braccianti costretti a lavorare tutto il giorno, per 5 euro l'ora, e a vivere in giacigli di fortuna, spesso da condividere con animali domestici. Si procede per sfruttamento lavorativo, ricettazione e detenzione di arma da fuoco. (Agosto 2018) (https://www.h24notizie.com/2018/08/14/caporalato-armato-tra-i-campi-lo-sfruttamento-a-terracina-le-manette-a-fondi/)
  • Operazione “Commodo”: procedimento a carico degli amministratori di fatto di una cooperativa agricola, nonché del suo presidente, per sfruttamento di numerosi lavoratori, in parte extracomunitari (tra cui ci sono anche alcuni richiedenti asilo) e in parte rumeni, impiegati nella raccolta e lavorazione di ortaggi. Capi di imputazione. Artt. 416, 603 bis c.p., 629, 319 e 321 c.p., 648 ter1 c.p. Nel procedimento sono coinvolti anche un Ispettore del Lavoro ed un Sindacalista. Non è chiaro se siano stati fatti accertamenti anche nei confronti delle ditte che commissionavano i lavori alla cooperativa (Gennaio 2019) (https://www.repubblica.it/cronaca/2019/01/17/news/caporalato_migranti_latina-216761267/). La Procura ha chiesto il giudizio immediato nei confronti di tutti gli imputati (https://www.ciociariaoggi.it/gallery/cronaca/75909/caporalato-e-l-ora-del-processo-ricostruito-l-inferno-dei-braccianti.html). Condannati ad un anno e quattro mesi comminati all'esito di patteggiamento il dipendente dell'Ispettorato territoriale del lavoro ed il formale presidente della cooperativa, a due anni e mezzo di carcere all'esito di giudizio abbreviato. (https://www.latinatoday.it/cronaca/latina-caporalato-operazione-commodo-condanne.html)
  • Procedimento a carico di un imprenditore agricolo ed alcuni caporali, accusati di sfruttamento; minaccia aggravata con l'utilizzo di un fucile a pompa; lesioni personali; detenzione abusiva di munizioni e omessa denuncia di materie esplodenti.
    L'indagato avrebbe costretto braccianti agricoli di nazionalità indiana a lavorare in condizioni disumane, addirittura fumando oppio per sopportare la fatica, per poi dormire in baracche fatiscenti. L'indagine sarebbe partita dalle segnalazioni di cinque lavoratori minacciati dal datore di lavoro, con tanto di colpi di fucile sparati verso di loro “per spronarli ad accelerare la raccolta e la lavorazione dei prodotti”. (Ottobre 2019) (https://roma.repubblica.it/cronaca/2019/10/12/news/spara_sui_braccianti_per_farli_lavorare_di_piu_arrestato_imprenditore_a_terracina-238342091/)
  • Nel corso di alcuni controlli della Questura di Latina presso un'azienda di località Migliara, sono stati identificati 84 braccianti agricoli, di origine indiana e magrebina, alcun richiedenti asilo, tutti regolari sul territorio nazionale, impiegati nelle serre in precarie condizioni di sicurezza e senza i necessari dispositivi. c.p. (Novembre 2019) (https://www.latina24ore.it/latina/156057/caporalato-84-braccianti-in-condizioni-precarie/)
  • Morto un bracciante di nome Singh Gurjant, di 26 anni, caduto mentre lavorava - senza dispositivi di sicurezza- all'interno di una serra presso un'azienda agricola di San Felice Circeo. Il bracciante è arrivato in ospedale in macchina, trasportato dal suo datore di lavoro. Pochi giorni prima un altro lavoratore della zona era deceduto a seguito di un infarto occorso dopo un turno di lavoro di 12 -15 ore, nei campi, sotto il sole, a ritmi massacranti e senza nessuna tutela. Non è chiaro se, in entrambi i casi, si sia proceduto anche per sfruttamento lavorativo. (Settembre 2020) (https://www.fanpage.it/roma/san-felice-circeo-bracciante-di-26-anni-muore-sul-lavoro-non-e-stata-chiamata-lambulanza/)
  • “Operazione δοῦλος (schiavo)”: l'attività d'indagine della Guardia di Finanza di Latina ha portato alla denuncia dei titolari di un'importante azienda agricola del territorio, ex artt. 110 e 603-bis cp, per aver impiegato nel corso degli ultimi due anni oltre 290 lavoratori, prevalentemente indiani, in condizioni di sfruttamento. Nei confronti degli indagati sono state emesse sei misure cautelari personali. (Novembre 2020) (https://www.flaicgilfrosinonelatina.it/2020/11/caporalato-scatta-loperazione-schiavo.html)
  • Procedimento a carico di padre e figlio, titolari di un'azienda agricola di Terracina, accusati di aver picchiato e gettato dentro ad un canale di scolo un lavoratore indiano che aveva chiesto i DPI anti Covid-19 e la paga per il lavoro svolto. A seguito dell'episodio sono stati eseguiti controlli all'interno dell'azienda, da cui è emerso lo sfruttamento dei braccianti ivi impiegati, pagati meno di 4 euro l'ora, con orari giornalieri estenuanti, tutti i giorni la settimana. Nei confronti dei due indagati sono state eseguite le misure cautelari degli arresti domiciliari (per il padre) e dell'obbligo di firma (per il figlio). Si procede per i reati di estorsione, rapina, lesioni personali aggravate e sfruttamento lavorativo. (Maggio 2020) (https://www.h24notizie.com/2020/05/18/caporalato-e-aggressione-ai-braccianti-in-unazienda-agricola-di-terracina-nei-guai-padre-e-figlio/)
  • Procedimento ex art. 603-bis cp e art. 22, co. 12 TUI a carico di due coniugi, titolari di due società agricole di Fondi. Dalle indagini è emerso un collaudato sistema di reclutamento e sfruttamento di numerosi braccianti, sia italiani che stranieri, costretti a lavorare fino a 10 ore al giorno, anche di notte, per 4 euro all'ora, senza giorni di riposo, copertura sanitaria, retribuzione aggiuntiva in caso di festività o riposo settimanale e senza presidi antinfortunistici e/o di sicurezza. Nei confronti di entrambi è stata eseguita la misura cautelare degli arresti domiciliari, e le due aziende sono state sequestrate in via preventiva. (Aprile 2020) (https://www.radiocivitainblu.it/sottomissione-reclutamento-sfurttamento-braccianti-latina/)
  • Operazione “Job Tax”: procedimento - che ha preso avvio dalla denuncia di un lavoratore - a carico di 7 cittadini italiani e due bengalesi, che avrebbero impiegato, in condizioni di sfruttamento, alcuni lavoratori nella coltivazione in serra di ravanelli. Si procede - nei confronti dei titolari dell'impresa e dei caporali - per associazione a delinquere, sfruttamento di manodopera extracomunitaria, estorsione e impiego illecito di fitofarmaci non autorizzati. A seguito delle indagini, sono stati scoperti circa 157 lavoratori impiegati nell'azienda dietro minaccia di punizioni corporali e ritorsioni economiche. Sono stati sottoposti a sequestro probatorio 244 litri di prodotti fitosanitari non autorizzati all'impiego in agricoltura, per un valore di 7mila euro. Nei confronti di tutti gli indagati è stata eseguita l'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Non è chiaro se sia stato contestato anche il reato ex art. 603-bis cp. (Aprile 2021) (https://latinatu.it/operazione-job-tax-braccianti-sottomessi-e-doping-ai-ravanelli-arrestati-una-famiglia-di-san-felice-e-2-caporali-bengalesi/)
  • Nell'ambito del medesimo procedimento sono stati sequestrati, in via preventiva, circa 550 mila euro atteso che gli indagati, nel periodo antecedente all'esecuzione delle misure cautelari, avrebbero distratto proprio beni mobili ed immobili a fare di altra società formalmente intestata ad un parente ma a loro riconducibile. (Settembre 2021) (https://www.latinatoday.it/cronaca/san-felice-circeo-operazione-job-tax-sequestro-beni.html)
RIETI NO
CIVITAVECCHIA NO
  • Procedimento che vede coinvolta un'azienda di Tarquinia attiva nel settore metalmeccanico ai cui rappresentanti sono contestati sfruttamento, sequestro di persona, estorsione e minacce in danno dei lavoratori. Le vittime, tutte formalmente assunte, venivano fatte lavorare per 8/10 ore al giorno, per 3,90 euro l'ora o, addirittura, per 2 euro l'ora in caso di straordinari, ed erano costrette a firmare lettere di licenziamento in bianco. Ogni 2 anni, venivano licenziate e contestualmente assunte da un altro soggetto, sostanzialmente gestito dai medesimi indagati, anche se formalmente diverso. (Settembre 2017) (https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/09/27/operai-sottopagati-e-minacciati-a-tarquinia-4-arresti-perverso-e-spregiudicato-sfruttamento/3880366/)
  • Procedimento per truffa aggravata ai danni dell'INPS e sfruttamento lavorativo a carico di 22 persone, che vede coinvolte una cooperativa e tre società. Gli indagati avrebbero impiegato circa 300 lavoratori, quasi tutti italiani, tra Tarquinia, Montalto di Castro, Frascati, Civitavecchia, Fiumicino, Roma, Novara, Campobasso e Anagni (Frosinone) come camerieri, baristi, banconisti, addetti al carico e scarico merci, operatori di impianti di recupero, panificatori, commessi, per 5 l'ora. I gestori della cooperativa, nel corso degli anni, avevano contattato diverse ditte e società di Tarquinia, Montalto, del litorale laziale e di Roma, proponendo ai titolari di conseguire notevoli vantaggi economici attraverso il licenziamento degli operai, fino a quel momento regolarmente assunti da quelle imprese, e l'esternalizzazione dei servizi alla cooperativa. La forza lavoro già in servizio sarebbe dovuta transitare solo formalmente in carico alla Cooperativa, continuando a svolgere le stesse mansioni. Alcuni lavoratori sono risultati completamente ignari del “cambio” del datore di lavoro e ne hanno preso atto solo con la consegna delle buste paga contenenti le nuove indicazioni e le conseguenti condizioni peggiorative. (Luglio 2019) (https://www.ilmessaggero.it/viterbo/costretti_a_lavorare_per_5_euro_l_ora_caporalato_sfruttamento_e_truffa_all_inps_sequestri_della_finanza_dal_piemonte_al_molise-4598288.html)
  • Procedimento ex art. 603 bis c.p. a carico di un cittadino, rumeno e 2 italiani (fratello e sorella), per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Dopo il reclutamento, i 26 lavoratori di origine romena e 4 cittadini marocchini venivano impiegati nei campi per oltre 12 ore al giorno, in precarie condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza, sottopagati e sottoposti a continue minacce. 16 di loro erano privi di un regolare contratto di lavoro. Il GIP ha emesso un'ordinanza di misura cautelare personale degli arresti domiciliari per i due uomini, mentre la donna è stata interdetta dall'esercizio dell'attività d'impresa per un anno. (Aprile 2020) (https://etrurianews.it/2020/04/29/caporalato-braccianti-agricoli-sottopagati-e-minacciati-il-gip-annulla-il-provvedimento-di-arresto-per-i-fratelli-di-cellere/)
ROMA SI
  • La DDA di Roma, unitamente alla Procura di Latina, starebbe seguendo due procedimenti per sfruttamento lavorativo e riduzione in condizioni di schiavitù nei confronti di alcune lavoratrici straniere (indiane) impiegate nella lavatura e pulitura di ortaggi per 14 ore al giorno, all'interno di un capannone, per una retribuzione pari a 4 euro l'ora, che però veniva corrisposta solo per le prime sei ore di lavoro. Nel corso dell'indagine, che ha preso avvio da un'inchiesta giornalistica, è emerso che le donne venivano costrette a prestazioni sessuali in cambio del rinnovo del contratto di lavoro. (Luglio 2019) (https://www.avvenire.it/attualita/pagine/lazio-le-braccianti-indiane-sikh-e-il-muro-infranto-dellomert)
  • Procedimento ex art. 603 bis c.p., a carico di un cittadino senegalese ed uno tedesco, per aver impiegato due richiedenti asilo (un ghanese e un malese) nell'attività di volantinaggio, dopo averli reclutati tramite un'applicazione di messaggistica istantanea e successivamente prelevati presso la fermata della metro Anagnina per essere poi condotti in località “Cocciano”.I due lavoratori venivano pagati 1 euro ogni 150 volantini smistati. (Marzo 2019) (https://www.dentromagazine.com/blitz-contro-caporalato-del-volantinaggio-a-frascati-2-arresti/)
  • Procedimento a carico di tre cittadini italiani (due imprenditori e un caporale), che avrebbero reclutato e impiegato in condizioni di sfruttamento 6 cittadini extracomunitari privi di titolo di soggiorno. Le prestazioni lavorative venivano rese all'interno di alcune serre per la coltivazione di vegetali, situate nel territorio di Ostia. I lavoratori vivevano all'interno di baracche site nei pressi delle serre, in condizioni igienico-sanitarie precarie. (Febbraio 2021) (https://www.romatoday.it/cronaca/caporalato-roma-imprenditori-denunciati.html)
TIVOLI NO
  • Procedimento a carico di sette persone per favoreggiamento e sfruttamento di manodopera clandestina. Vittime di sfruttamento erano 28 lavoratori stranieri, irregolari sul territorio, costretti a lavori pesanti, prevalentemente attività di facchinaggio, per 5 euro al giorno, al Centro agroalimentare Cargest a Tivoli. Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati circa 100 furgoni. Non è chiaro se sia stato contestato anche l'art. 603-bis cp. (2013) (https://www.romatoday.it/cronaca/immigrazione-clandestina-centro-agroalimentare-tivoli.html)
VELLETRI NO
VITERBO NO
BASILICATA
Procura competente Contatti diretti INCHIESTE
MATERA SI
  • Denunciati due imprenditori agricoli di Pisticci ed uno straniero che avrebbero impiegato un lavoratore privo di permesso di soggiorno e altri lavoratori senza contratto. Gli stranieri venivano accompagnati con dei furgoni presso campi gestiti da aziende agricole locali, ed utilizzati nella raccolta di insalata. Nei confronti del lavoratore irregolare è stata avviata la procedura di espulsione. (Settembre 2018) (https://www.ilmetapontino.it/archivio/index.php/component/k2/item/32762-metaponto-lavoro-nei-campi-e-sfruttamento-l-ipotesi-e-caporalato-3-denunciati-e-26-000-euro-di-sanzioni)
  • Procedimento a carico di 14 persone accusate di associazione per delinquere con carattere di transnazionalità, finalizzata all'intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro; violenza privata; uso indebito di carte di credito; corruzione, che ha preso avvio a seguito della denuncia presentata da un cittadino rumeno. I lavoratori, principalmente rumeni, venivano reclutati tramite Facebook e, una volta arrivati in Italia, venivano privati dei documenti, collocati in alloggi di fortuna e costretti a lavorare in diversi fondi agricoli fino a 14 ore al giorno, per 3,5 euro l'ora. Al sodalizio hanno preso parte anche alcuni titolari e gestori di aziende operanti nel settore orto - frutticolo, nonché un impiegato dell'Ufficio Anagrafe di Scanzano Jonico e due sindacalisti. Sembra che le aziende siano state sottoposte a controllo giudiziario. Disposto anche il sequestro preventivo di circa 60 mila euro. (Gennaio 2019) (https://basilicatanotizie.net/2019/01/16/scacco-matto-al-caporalato-nel-metapontino-12-arresti-tra-policoro-e-scanzano/)
  • Ci sono varie segnalazioni che evidenziano un contesto di grave sfruttamento lavorativo nel settore della ristorazione; ma non è chiaro se si stiano facendo specifiche indagini. (https://www.rassegna.it/articoli/matera-2019-capitale-dello-sfruttamento). Risulta solo una vicenda che vedrebbe coinvolti 10 lavoratori in nero identificati in alcuni ristoranti della zona nel corso di alcuni controlli della guardia di finanza; non è chiaro, però, se in questo caso sia stato contestato anche art. 603 bis c.p. (Ottobre 2019) (https://www.materalife.it/notizie/lavoro-nero-10-su-12-non-assunti-in-due-ristoranti/)
  • Operazione “Demetra”: duecento braccianti pagati 80 centesimi a cassetta per la raccolta di agrumi, ovvero 28 euro al giorno per la raccolta di fragole. 14 le aziende sequestrate, per un valore complessivo di 8 milioni di euro. Arrestate 52 persone, di cui 12 in custodia cautelare in carcere e 38 agli arresti domiciliari, tutte accusate di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento lavorativo e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Il sistema di sfruttamento si fondava su due organizzazioni criminali; la prima, gestiva lo sfruttamento dei braccianti, impiegati in grigio, ed era composta da 22 titolari o gestori di aziende agricole della zona. La seconda, con l'appoggio di un dipendente del Comune di Rossano, si faceva versare larga parte dei guadagni dei migranti promettendo loro documenti regolari, ricongiungimenti familiari o matrimoni di comodo. (Giugno 2020) (https://www.repubblica.it/cronaca/2020/06/10/news/caporalato_60_misure_cautelari_e_14_aziende_agricole_sequestrate_tra_cosenza_e_matera-258847533/)
  • Procedimento a carico di dieci caporali, 9 uomini e 1 donna, di nazionalità italiana, accusati di intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo per fatti relativi al periodo dal 2014 al 2016. Gli indagati reclutavano senza contratto donne e uomini di origine italiana nelle province di Bari e Taranto e li impiegavano nei campi del Metapontino nella raccolta di frutta. I lavoratori percepivano meno di 3 euro l'ora per 10-12 ore di lavoro al giorno ed erano costretti a remunerare i caporali dei servizi da loro svolti. (Novembre 2020) (https://www.avvenire.it/attualita/pagine/schiavi-per-tre-euro-allora-il-caporalato-made-in-italy)
  • Nel corso di un'indagine ispettiva in due supermercati sul litorale della costa ionico-metapontina, i Finanzieri della Compagnia di Policoro hanno scoperto irregolarità nell'assunzione con contratti a tempo indeterminato di 9 dipendenti, nelle cui buste paga venivano indicate circa 1000 ore lavorative in meno di quelle effettivamente prestate. Mentre, infatti, i contratti part time prevedevano che un impiego per circa 4-6 ore, i dipendenti effettuavano turni praticamente raddoppiati. Non è chiaro quale se sia stato contestato l'art. 603 bis c.p.: sono, però, state comminate sanzioni amministrative fino a 3mila euro e le ditte sono state diffidate a sanare le irregolarità riscontrate. (Marzo 2021) (https://www.trmtv.it/cronaca/2021_03_08/267842.html)
LAGONEGRO SI Al Laboratorio non è pervenuta notizia di nessuna inchiesta di competenza della procura di Lagonegro.
POTENZA NO
  • Procedimento ex art. 603 bis c.p., che ha portato alla prima pronuncia della Corte di Cassazione sulla nuova fattispecie, ma di cui non è stato possibile ricostruire la vicenda fattuale. (banca dati CED Cassazione)
  • Procedimento ex art. 603 bis c.p. e associazione per delinquere che vede coinvolta un'associazione che operava nei comuni di Lavello, Venosa, Montemilone, Maschito, Palazzo San Gervasio e Banzi, impiegando nella raccolta della frutta e del pomodoro numerosi stranieri regolari sul territorio e muniti di contratti che, però, non venivano registrati. I migranti erano costretti a lavorare 12 ore al giorno per 4 euro al cassone ed erano costretti a vivere in alloggi di fortuna, privi di servizi igienici, messi a disposizione dai membri della stessa associazione. (Ottobre 2019) (https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/potenza/1178202/caporalato-nel-potentino-sfruttavano-braccianti-nei-campi-smantellata-organizzazione.html)
  • In seguito ad alcuni controlli disposti dal Questore di Potenza, è stata individuata un'azienda agricola di Lavello il cui titolare è indagato ex art. 603 bis c.p. per aver impiegato nei campi alcuni lavoratori, muniti di contratto di lavoro, in condizioni di sfruttamento. (Settembre 2019) (https://www.potenzanews.net/sfruttamento-del-lavoro-scoperto-titolare-di-unazienda-agricola-i-controlli-disposti-dal-questore-di-potenza/)
  • L'ispettorato territoriale del lavoro di Potenza, unitamente al personale dell'ASP Potenza e ai militari della Compagnia di Viggiano hanno effettuato un controllo presso il circolo ricreativo privato Villa D'Agri, durante il quale hanno individuato 8 lavoratrici straniere, tutte impiegate in nero, di cui alcune irregolarmente presenti sul territorio italiano. Le donne erano sottoposte a videosorveglianza non autorizzata e costrette ad operare in un contesto privo del rispetto delle norme di sicurezza ed igiene sul luogo di lavoro. Non è chiaro se sia stato contestato il delitto di cui all'art. 603 bis c.p. (Febbraio 2020) (https://www.potenzanews.net/ispettorato-del-lavoro-provincia-potenza-sfruttamento-violazioni-materia-igiene-sicurezza-dettagli/)
  • Procedimento a carico di cinque indagati che avrebbero reclutato, tramite social network, più di 80 donne moldave direttamente nel loro paese di origine per poi impiegarle nell'attività di cura a condizioni molto peggiori di quelle indicate nell'annuncio. Le donne al loro arrivo si vedevano ritirare il passaporto e venivano collocate in alcune strutture abitative a disposizione degli indagati in attesa di essere assegnate ad una famiglia, ove venivano impiegate in nero, senza orari da rispettare, con turni massacranti che non prevedevano riposo, per una retribuzione nettamente inferiore a quella prevista dalla contrattazione collettiva e con l'obbligo di parare mensilmente 100 euro ai reclutatori. (Settembre 2021) (https://www.quotidianodelsud.it/basilicata/potenza/cronache/2021/09/06/potenza-la-tratta-delle-badanti-schiavizzate/)
CAMPANIA
Procura competente Contatti diretti INCHIESTE
AVELLINO SI
  • Indagato ex art. 603 bis c.p. un cittadino italiano che avrebbe reclutato 4 lavoratori di origini maliane da impiegare, nella raccolta del pomodoro, in un fondo agricolo sito in Conza della Campania; dalla stampa non è chiaro quali fossero le condizioni dei lavoratori, ma si procede ex art. 603 bis c.p. nei confronti sia del reclutatore, sia del titolare del fondo. (Settembre 2019) (https://www.nuovairpinia.it/2019/09/14/caporalato-denunciati-un-reclutatore-e-il-proprietario-di-un-fondo-a-santandrea-di-conza/)
  • Nell'ambito dei servizi disposti dal Comando Provinciale di Avellino, a seguito di alcuni controlli nelle campagne locali sono stati individuati 29 operai, di cui sette stranieri, impiegati, in condizioni di sfruttamento, in una azienda agricola di Montella. Si procede sia nei confronti dei due caporali, sia nei confronti del titolare dell'azienda. (Maggio 2021) (https://avellino.zon.it/montella-denunciate-tre-persone-per-sfruttamento-del-lavoro/)
AVERSA (NAPOLI NORD) SI
  • Reclutati a Mondragone numerosi braccianti provenienti dell'Est Europa che venivano impiegati, in nero, nei campi di Sparanise, Vairano, Cellole, Falciano del Messico, Villa Literno e, in generale, Aversa, dalle 6 alle 1 di pomeriggio e dalle 14 alle 6 di sera, per un compenso pari a 30/50 euro giornalieri, che variava in base al sesso delle vittime (le donne venivano pagate meno). Il trasporto dalla Bulgaria veniva spesso organizzato in base alle richieste di lavoro provenienti dall'Italia e i braccianti venivano adescati con la falsa promessa di un lavoro ben remunerato. Una parte dei compensi giornalieri veniva trattenuta dal caporale. (Settembre 2017) (https://www.ilmattino.it/caserta/trenta_euro_per_10_ore_di_lavoro_blitz_anti_caporalato_nel_casertano-3220842.html)
  • Lavoratore italiano morto nelle campagne di Varcaturo, nel Comune di Giugliano, mentre era impiegato in una serra per la coltivazione di meloni, per una paga di 40 euro al giorno. Nell'azienda, oltre al lavoratore deceduto, secondo gli accertamenti eseguiti dai militari, era impiegato anche un lavoratore senza contratto; il titolare è indagato per omicidio colposo, violazione delle norme in materia di sicurezza sul lavoro, irregolarità relative alla norme igienico-sanitarie: non è chiaro se gli sia stato contestato anche art. 603 bis c.p. (Settembre 2019) (https://napoli.repubblica.it/cronaca/2019/09/01/news/napoli_morto_nei_campi_lavorava_in_nero-234861040/)
  • Alcuni controlli dei Carabinieri hanno condotto all'identificazione di sessanta lavoratori, per la maggior parte donne, prive di regolare contratto ed impiegate nella lavorazione del pellame per note griffe di moda, per 9 ore al giorno, retribuite con 20 euro. Tra le vittime anche una donna incinta e due minorenni, tutte tenute segregate dietro una porta blindata, in uno spazio senza finestre e servizi igienici, durante l'ispezione delle forze dell'ordine, che le hanno liberate. Indagato il titolare della ditta. (Novembre 2019) (https://www.ilmessaggero.it/italia/operai_segregati_napoli_imprenditore_arrestato-4866557.html)
  • Procedimento a carico di un cittadino bengalese che impiegava lavoratori in un opificio abusivo a Casandrino; 4 su 7 delle vittime non erano regolarmente assunte e lavoravano in ambienti insalubri; si procede ex art. 603 bis c.p. e per la violazione di norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. (Novembre 2019) (https://www.napolitoday.it/cronaca/caporalato-bengalese-denunciato-laboratorio-casandrino.html)
  • Nell'ambito di alcuni controlli per contrastare il caporalato disposti dalla Procura nelle province di Napoli e Caserta che hanno interessato 28 aziende del settore agricolo, tessile e calzaturiero, sono stati individuati 265 lavoratori, di cui un centinaio assunti senza contratto; in tre delle ditte coinvolte sono anche state riscontrate situazioni di grave sfruttamento lavorativo, per cui nei confronti dei titolari si procede ex art. 603 bis c.p. (Ottobre 2019) (https://www.cronachedellacampania.it/2019/10/controlli-anti-caporalato-tra-napoli-e-caserta-scoperti-ben-104-lavoratori-in-nero/)
BENEVENTO NO
  • Nel corso di alcuni accertamenti dei Carabinieri del Comando Provinciale e del Nucleo Ispettorato del lavoro, sono stati individuati due responsabili di un'azienda agricola attiva nella produzione del vino, accusati di sfruttamento lavorativo nei confronti di 4 lavoratori stranieri, due dei quali erano stati reclutati presso un centro di accoglienza della zona. (Ottobre 2018) (https://www.tvsette.net/denunciati-due-imprenditori-per-caporalato-e-sfruttamento-di-lavoratori/)
  • Procedimento a carico di 4 indagati per intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo nel settore della lavorazione dei tessuti che avrebbero impiegato numerosi lavoratori in condizioni di sfruttamento, mettendo a loro disposizione anche alcuni alloggi fatiscenti a fronte di un corrispettivo direttamente trattenuto dal datore di lavoro sulla retribuzione dovuta, pari a 20 euro al giorno. I lavoratori venivano impiegati dalle 5 del mattino alle 17 in violazione delle norme sulla sicurezza sui luoghi di lavoro e sottoposti a continue vessazioni, anche al di fuori dell'orario di lavoro. Nell'ambito delle indagini si è anche proceduto al sequestro dell'opificio. (Febbraio 2021) (https://www.irpinianews.it/sfruttamento-del-lavoro-nei-guai-un-imprenditore-sannita/)
NAPOLI SI
  • Procedimento per sfruttamento lavorativo e associazione per delinquere per fatti anteriori al 2016 in cui sono stati condannati i titolari bengalesi di alcune ditte tessili ed alcuni caporali. L'associazione reclutava suoi connazionali direttamente in Bangladesh, con la promessa di un lavoro ben remunerato, per poi impiegarli, per molte ore al giorno e senza periodi di riposo, per una paga tra i 200 ed i 300 euro al mese, non sempre corrisposta. Il procedimento prende avvio dalla denuncia di alcuni lavoratori che avevano deciso di interrompere il loro rapporto di lavoro. I lavoratori, per giungere in Italia, organizzavano autonomamente il viaggio, ma erano costretti a versare, fin da subito, una quota ai reclutatori per regolarizzare la loro posizione. (2018) (https://www.satistoscana.org/tribunale-di-napoli-prima-condanna-per-sfruttamento-lavorativo-nelle-fabbriche-tessili/)
  • Controlli a tappeto della Guardia di Finanza nelle strutture alberghiere site ad Ischia e Capri durante i quali è emerso un abbondante uso di manodopera irregolare od in nero nei settori della ristorazione e dell'edilizia. Sono stati riscontrati numerosi illeciti di natura fiscale; non è chiaro se sia stata contestata anche la fattispecie prevista all'art. 603 bis c.p. (Aprile 2019) (https://www.tvcity.it/controlli-della-guardia-di-finanza-a-capri-e-ischia-scoperti-40-lavoratori-in-nero/)
NOCERA INFERIORE NO
  • Procedimento a carico di due cittadini di nazionalità cinese, gestori di un negozio di casalinghi di Nocera Inferiore, che avrebbero impiegato, tra il 2016 ed il 2017, un giovane lavoratore italiano per 10 ore al giorno, per 500 euro al mese, ai quali si aggiungevano ulteriori 10 euro per ogni giorno festivo lavorato. Non venivano corrisposti TFR e tredicesima. Il ragazzo, licenziato nel 2017, ha denunciato la vicenda all'Ispettorato del Lavoro. (Giugno 2018) (https://www.zerottonove.it/nocera-cinesi-sfruttamento-lavoro/)
NOLA NO Al Laboratorio non è pervenuta notizia di nessuna inchiesta di competenza della procura di Nola.
SALERNO NO
  • Nella zona di Eboli vengono impiegati in condizioni di sfruttamento tantissimi africani, perlopiù richiedenti asilo ospiti nei CAS, nella raccolta in serra di pomodori, meloni ed insalata, per 25 euro al giorno, per 10 ore lavorative. I pomodori vengono pagati 7 euro a cassetta. Una donna del Maghreb, per l'esposizione prolungata a sostanze tossiche, avrebbe addirittura contratto la meningite e perso tutti gli arti. Non è chiaro se sia stata avviata un'inchiesta ex art. 603 bis c.p. (2018) (https://www.avvenire.it/attualita/pagine/nelle-serre-schiavi-dei-pesticidi-i-diritti-si-sono-fermati-a-eboli)
  • Procedimento di competenza della DDA di Salerno in cui è emersa una associazione per delinquere composta da una quarantina di persone, in parte straniere ed in parte salernitane, con finalità di sfruttamento lavorativo, riduzione in schiavitù, tratta di esseri umani e favoreggiamento dell'immigrazione. L'organizzazione aveva anche basi in Marocco, Francia Belgio. I migranti dovevano pagare una cifra dai 5 mila ai 12 mila euro per raggiungere l'Italia ed ottenere un permesso di soggiorno, che poi non veniva rilasciato; una volta giunti a destinazione con regolare visto di ingresso per motivi di lavoro, infatti, la procedura di regolarizzazione non veniva completata ed i migranti venivano avviati al lavoro, in condizioni di sfruttamento, dietro ricatto di una regolarizzazione postuma. (Marzo 2019) (https://napoli.repubblica.it/cronaca/2019/03/18/news/salerno_immigrazione_clandestina_tratta_schiavi-221865737/)
  • Procedimento a carico del titolare di un'azienda agricola di Scafati e di un caporale che avrebbero impiegato, in condizioni di sfruttamento tre lavoratori privi di regolare contratto. Tra le altre cose le vittime erano sfornite di dispositivi di protezione individuale volti al contenimento del virus Coovid-19 (Novembre 2020) (https://www.laredazione.eu/lotta-al-caporalato-denunce-agro-nocerino-sarnese/)
  • Procedimento a carico del titolare di una fabbrica di bancali situata nella zona industriale della Piana che avrebbe impiegato, in condizioni di sfruttamento, 15 operai, di cui uno italiano e gli altri stranieri irregolari sul territorio. La maggior parte dei lavoratori era impiegata senza contratto e dormiva all'interno dello stesso capannone, su materassi di fortuna appoggiati per terra. Le vittime erano costrette a lavorare per 2,50 euro l'ora ed utilizzavano macchinari per la lavorazione del legno privi di qualsiasi sistema di sicurezza. (2020) (https://www.tvoggisalerno.it/sfruttamento-del-lavoro-denunciati-i-titolari-di-una-fabbrica-nella-piana-del-sele/)
  • Procedimento a carico di un imprenditore agricolo della Piana del Sele che avrebbe impiegato senza contratto 6 lavoratori, di cui uno irregolare sul territorio italiano. I lavoratori venivano reclutati e poi impiegati senza visita medica preventiva, senza alcuna formazione ed informazione relativa ai rischi connessi alle prestazioni svolte, senza dispositivi di sicurezza. Non è chiara quale fattispecie sdia stata contestata. (Aprile 2021) (https://www.italia2tv.it/2021/04/28/piana-del-sele-scoperti-6-lavoratori-in-nero-impiegati-nei-campi-nei-guai-imprenditore-agricolo/)
SANTA MARIA CAPUA VETERE SI
  • Procedimento per una vicenda del 2015 che si è concluso con una condanna a 4 anni per un imprenditore italiano imputato per estorsione e danneggiamento in danno di un suo dipendente ghanese; la vittima, titolare di protezione umanitaria, era stata assunta nel 2011 senza contratto dall'impresa coinvolta, specializzata in saldature, per la quale aveva lavorato qualche mese, per 10 ore al giorno, per una paga di 20 euro. Era stata licenziata dopo aver chiesto un aumento e, quindi, si era rivolta alle autorità competenti per denunciare la vicenda. (Gennaio 2015) (https://www.radiondadurto.org/2015/01/30/caserta-padrone-sfruttatore-condannato-per-estorsione-e-danneggiamento/)
  • Procedimento nei confronti di due stranieri indagati per aver reclutato quotidianamente decine di persone straniere da impiegare, in condizioni di sfruttamento, nella raccolta di prodotti ortofrutticoli presso due aziende agricole di Fondi e Falciano del Massico. I lavoratori venivano reclutati presso prestabiliti punti di raccolta, situati all'interno del tessuto urbano di Mondragone e lungo il litorale domizio. La maggior parte di loro erano bulgari, tunisini ed ucraini e venivano trasportati sul luogo di lavoro in furgoni non a norma. Tra di loro, vi erano anche richiedenti asilo. In un secondo momento, per dissimulare lo sfruttamento, i caporali hanno costituito delle ditte individuali volte ad assumere formalmente una parte della manodopera. Il procedimento coinvolge anche due committenti, commercianti all'ingrosso di frutta ed ortaggi, il cui concorso nell'attività di sfruttamento è stato appurato grazie alle intercettazioni. Tra i lavoratori reclutati sono stati identificati anche una donna invalida, una donna in stato di gravidanza e un minore, impiegati nella raccolta di fagiolini in serra. (Ottobre 2018) (https://www.anteprima24.it/caserta/caporalato-arresti-sfruttamento/)
  • Procedimento a carico di 4 soggetti, due imprenditori e due caporali di nazionalità italiana, indagati per associazione per delinquere a scopo di sfruttamento lavorativo e intermediazione illecita di manodopera. Vittime di un articolato sistema di reclutamento e sfruttamento erano centinaia di braccianti, perlopiù donne di nazionalità bulgara e nordafricana, reclutati nelle piazze di Mondragone, stipati in furgoncini e impiegati nella raccolta di pomodoro, per 12 ore al giorno, 7 giorni su 7, per una paga inferiore ai 4 euro l'ora. Nei confronti degli indagati sono state eseguite misure cautelari personali (un imprenditore in custodia cautelare in carcere, l'altro agli arresti domiciliari, e per i 2 caporali l'obbligo di presentazione alla P.G.) e reali, col sequestro preventivo dell'intero complesso aziendale composto da due imprese agricole, nonché al sequestro di beni, denaro e valori per un valore complessivo di oltre 1,8 milioni di euro. (Maggio 2021) (https://www.avvenire.it/attualita/pagine/caporali-italiani-che-sfruttano-braccianti-stranieri-viaggio-a-mondragone)
  • Procedimento a carico di un imprenditore di Mondragone che si sarebbe rivolto alla Caritas, che ha denunciato la vicenda, per reclutare braccianti. I lavoratori, una volta reclutati, venivano impiegati nelle serre a condizioni nettamente deteriori da quelle originariamente pattuite e retribuiti a cottimo. (Giugno 2021) (https://www.avvenire.it/attualita/pagine/schiavi-per-un-euro-allora)
  • Procedimento a carico di 3 indagati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e sfruttamento lavorativo di numerose donne moldave destinate ad essere impiegate, in condizioni di sfruttamento, come colf e badanti nell'alta Campania e nel basso Lazio, ovvero nei campi. In particolare, gli indagati procuravano alle vittime il primo ingresso in Italia passando per l'Ungheria tramite visto turistico per poi collocarle presso famiglie in cerca di collaboratrici domestiche, pattuendo un compenso che oscillava tra i 500 e gli 800 euro e, per il lavoro agricolo, pari a circa 600 euro. I lavoratori venivano impiegati senza giorni di ferie e senza vedersi corrisposti straordinari. Inoltre, le lavoratrici domestiche, in molte occasioni hanno riferito di essere rimaste digiune o di aver subito avances dai loro datori di lavoro. I braccianti, invece, hanno riferito di esser stati costretti a vivere in baracche o roulottes di fortuna. E' stato disposto sequestro preventivo per un valore pari a circa 120 mila euro. (Luglio 2021) (https://www.casertanews.it/cronaca/immigrazione-arresti-finanza-fratelli-mondragone.html)
TORRE ANNUNZIATA SI
VALLO DELLA LUCANIA NO
CALABRIA
Procura competente Contatti diretti INCHIESTE
CASTROVILLARI SI
CATANZARO NO Al Laboratorio non è pervenuta notizia di nessuna inchiesta di competenza della procura di Catanzaro.
COSENZA SI
  • Procedimento ex art. 603 bis c.p. a carico di due fratelli titolari di un'azienda agricola di Amantea, che avrebbero impiegato numerosi lavoratori africani, rumeni ed indiani, in condizioni di sfruttamento. La paga giornaliera dipendeva dalla nazionalità; ai “bianchi” venivano corrisposti 35 euro; agli altri lavoratori 25; tutti venivano sottoposti al controllo costante dei due indagati. Molti lavoratori erano richiedenti asilo e dormivano in baracche prossime ai campi; altri venivano reclutati presso il CAS “Ninfa Marina” di Amantea. (Settembre 2017) (https://www.repubblica.it/cronaca/2017/09/22/news/caporalato_due_arresti_a_cosenza_pagavano_i_bianchi_piu_dei_neri-176185855/)
  • Imputato il titolare di impresa individuale, per aver impiegato, dal 2017 al 2018, senza regolare contratto di lavoro ed in modo non occasionale, almeno 3 lavoratori, di cui due afghani richiedenti asilo ed un rumeno, presso terreni ove si svolge attività agricola e su diversi cantieri ove si attività edile. Le vittime, prive di contratto, erano obbligate a lavorare 7 giorni su 7, dalle 5 alle 19, con una pausa pranzo verso le 13,00. Le indagini hanno preso avvio a seguito dell'aggressione subita da una delle vittime che, picchiata alla testa dal datore di lavoro dopo essersi rivolta a lui per ottenere lo stipendio. (Aprile 2018) (https://www.quicosenza.it/news/provincia/211553-costretto-a-lavorare-14-ore-nei-campi-chiede-lo-stipendio-e-viene-ridotto-in-fin-di-vita)
  • Processo nei confronti di 13 imputati che avrebbero reclutato ed impiegato senza contratto numerosi richiedenti asilo da impiegare presso società agricole della zona in condizioni di sfruttamento con l'aiuto degli operatori del centro, anch'essi imputati (lavoratori venivano prelevati direttamente al CAS di Reggiano). I lavoratori venivano impiegati per 9 ore al giorno, con una pausa di circa 30 minuti, per una paga pari circa a 20 euro. (Ottobre 2018) (https://www.quicosenza.it/news/provincia/258066-roggiano-richiedenti-asilo-sfruttati-per-lavorare-nei-campi-arrestato-imprenditore-agricolo)
  • Controllo condotto dall'Ispettorato del lavoro di Cosenza su 45 aziende agricole della zona (site, in particolare, ad Amantea, Piane di Tarsia e Sibari). All'esito del controllo, 42 realtà produttive sono risultate irregolari e, su 281 lavoratori (113 italiani, 59 comunitari e 108 stranieri extra-UE), 83 sono risultati impiegati senza regolare contratto (di questi 83, il 76% è cittadino extracomunitario). I controlli hanno portato all'avvio di due procedimenti penali ex art. 603 bis c.p. (Settembre 2021) (https://www.quicosenza.it/news/provincia/422001-lavoro-nero-blitz-nel-cosentino-trovate-irregolari-42-aziende-agricole-su-45)
CROTONE NO
LAMEZIA TERME SI
  • Operazione “Spartaco”: procedimento per estorsione a carico di un imprenditore agricolo che avrebbe costretto i propri dipendenti ad accettare retribuzioni minori (ridotte di circa un terzo) di quelle formalmente risultanti in busta paga, oppure non corrispondenti a quelle previste dal contratto collettivo nazionale di lavoro. Sembra che l'indagato obbligasse i lavoratori a rinunciare al tfr con la minaccia dell'immediato licenziamento o, prima dell'instaurazione del rapporto lavorativo, con l'esplicito rigetto della richiesta di assunzione avanzata da coloro che aspiravano all'impiego secondo le regole. Sequestrati in via preventiva anche beni per un valore pari a 400 mila euro (2019) (https://www.lameziaterme.it/lamezia-sfruttamento-dei-lavoratori-alberto-statti-rinviato-a-giudizio/). Nel dicembre 2019 la Cassazione ha confermato l'ordinanza del Tribunale delle libertà con la quale il sequestro era stato annullato (https://www.infooggi.it/articolo/cassazione-conferma-dissequestro-beni-alberto-statti/117732)
  • Procedimento a carico di un cittadino di origine bulgara di 53 anni, residente a Curinga, accusato di intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo ex art. 603 bis c.p., intercettato alla guida di un veicolo con all'interno 16 cittadini di nazionalità marocchina da impiegare nei campi di Amantea. Nei confronti dell'indagato è stato chiesto rinvio a giudizio. (Luglio 2020) (https://www.strill.it/citta/catanzaro/2020/07/catanzaro-la-polizia-di-stato-in-prima-linea-nella-lotta-al-caporalato/)
  • Operazione “articolo 36”: I finanzieri del Comando provinciale di Catanzaro hanno eseguito un'ordinanza applicativa di controllo giudiziale in azienda emessa dal GIP di Lamezia Terme nei confronti degli amministratori di diritto e di fatto di un'azienda commerciale che vendeva profumi. Gli indagati sarebbero accusati di intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo nei confronti di 3 donne, impiegate in violazione delle norme sull'orario di lavoro e sulle ferie, con retribuzioni palesemente difformi dai contratti collettivi e disponendo nei loro confronti metodi di sorveglianza degradanti. (Luglio 2020) (https://www.ilfattodicalabria.it/catanzaro/2020/07/caporalato-commesse-sfruttate-e-sottopagate-denunciati-2-imprenditori/)
  • Altro filone dell'operazione “articolo 36” è costituito da un procedimento in cui sono indagati ex art. 603 bis c.p. l'amministratore di fatto ed il legale rappresentante della “Rusticherie Mediterranee di G.S. snc”, sottoposti anche a misura cautelare interdittiva (divieto di esercitare l'attività di impresa), controllo giudiziario in azienda e sequestro preventivo per circa 200 mila euro, per aver sottoposto, dal 2016, 8 dipendenti a condizioni di sfruttamento. Le dipendenti erano assunte con contratto part-time per circa 21 ore settimanali (per le quali venivano retribuite) quando, invece, lavoravano per 48/55 ore, compresi i giorni festivi, per i quali non veniva corrisposta alcuna indennità. Inoltre, venivano costrette a rinunciare a metà dei giorni di ferie previste e alla 14esima mensilità tramite minaccia di licenziamento. Si procede anche per autoriciclaggio. (Dicembre 2020) (https://www.lanuovacalabria.it/noi-sfruttate-e-minacciate-il-racconto-delle-dipendenti-della-rusticherie-mediterranee-agli-inquirenti)
  • Procedimento a carico del gestore di un call center (è stata contestata anche la responsabilità amministrativa all'ente, ex art. 231/2001) che, per circa 3 anni, avrebbe impiegato, in condizioni di sfruttamento, tre operatrici telefoniche, italiane, retribuite senza tener conto dei parametri offerti dalla contrattazione collettiva, violando la normativa relativa all'orario di lavoro ed alle ferie e sottoponendo le impiegate a condizioni di lavoro degradanti, in quanto destinatarie di continue minacce e pressioni ogni volta in cui si lamentavano della loro condizione. Le indagini hanno preso avvio dietro segnalazione dei sindacati. Nel corso del procedimento sono stati disposti il controllo giudiziario in azienda e il sequestro preventivo. (Novembre 2020) (https://www.corrieredellacalabria.it/2020/11/05/incubo-per-le-dipendenti-del-call-center-indagato-un-imprenditore-a-lamezia/)
  • “Operazione Sheffield”: procedimenti a carico di sei indagati, destinatari di misura cautelare personale, in qualità di amministratori di una società che effettuava trasporto su strada. Gli indagati, a partire dal 2016, impiegavano una sessantina di lavoratori in condizioni di sfruttamento. In particolare, venivano corrisposte retribuzioni palesemente difformi rispetti alla contrattazione collettiva, calcolate in maniera forfettaria e pari ad una cifra ricompresa tra 1.200 ed 1.300 euro, senza tener conto degli straordinari svolti, delle indennità di trasferta e della tredicesima e quattordicesima mensilità (in pratica, il valore riportato nelle buste paga veniva ricostruito tramite voci inserite a ritroso non rispondenti all'attività lavorativa svolta). I lavoratori erano costretti a rinunciare a gran parte dei loro giorni di ferie. (Maggio 2021) (https://www.zoom24.it/2021/05/25/accusati-di-caporalato-indagati-6-imprenditori-e-sequestrati-oltre-3-milioni-di-euro/). E' stata contestata responsabilità amministrativa delle due società ai sensi del D.Lgs. 231/2001, nei confronti delle quali è stato disposto il controllo giudiziario, oltre al sequestro preventivo della somma complessiva di circa 3,5 milioni di euro, equivalente al profitto del reato di sfruttamento di lavoro, successivamente annullate dal Tribunale del riesame (https://www.lametino.it/Cronaca/lamezia-operazione-sheffield-riesame-annulla-sequestro-beni-per-sei-imprenditori.html)
LOCRI NO
PALMI SI
  • Operazione “Dominus”: Cinque persone indagate per sfruttamento lavorativo, violenza sessuale, estorsione, istigazione alla corruzione, a seguito della denuncia di un lavoratore rumeno. I cinque avrebbero impiegato, tra settembre 2017 e marzo 2018, vari rumeni e maliani in attività agricole. Si contestano anche due distinti episodi di violenza sessuale in danno di due lavoratrici rumene e due episodi d'istigazione alla corruzione di militari dell'Arma, sollecitati ad omettere i controlli nei confronti delle attività agricole coinvolte. Le vittime lavoravano dall'alba fino, talvolta, alle 10 di sera, per 350-400 euro al mese, non sempre corrisposti, e venivano sottoposte a continue violenze. Alloggiavano in strutture messe a disposizione dei datori di lavoro. (Marzo 2019) (https://www.newz.it/2019/03/05/operazione-dominus-stranieri-sfruttati-in-lavori-agricoli-dettagli-nomi-e-foto-degli-arrestati/317154)
  • Procedimento a carico di tre indagati, due accusati di reclutamento e l'altro di utilizzazione di lavoratori migranti, regolari sul territorio, in condizioni di sfruttamento. Le vittime, prevalentemente regolari, dimoravano in una struttura malmessa, in attesa di essere chiamate a lavorare per un numero di ore altissimo ed uno stipendio di pochi euro al giorno. (Agosto 2019) (https://www.calabriainforma.it/cronaca/2019/08/10/caporalato-decine-migranti-in-masseria-fatiscente-3-denunce/21112/)
  • Operazione “Euno”: procedimento a carico di 18 caporali e 11 imprenditori agricoli per sfruttamento lavorativo e favoreggiamento della prostituzione; gli indagati reclutavano le vittime con furgoni inidonei al trasporto presso le baraccopoli di San Ferdinando e Rosarno e le trasportavano a lavoro utilizzando mezzi inidonei al trasporto. I lavoratori, di origine straniera, venivano impiegati 7 giorni su 7, per 10-12 ore consecutive, con brevi pause tassative e senza gli adeguati dispositivi di protezione e sicurezza, per una somma che variava dai 2 ai 3 euro per ogni cassone di frutta raccolto. Nell'ambito della medesima inchiesta, sono stati anche contestati spaccio di sostanze stupefacenti e favoreggiamento della prostituzione. Sono state sequestrate 3 attività imprenditoriali e 18 mobili registrati, per un valore complessivo pari ad oltre 1 milione di euro. (Gennaio 2020) (https://calabria7.it/lavoro-nero-e-sfruttamento-prostituzione-29-indagati-video/)
  • Procedimento a carico di un imprenditore agricolo nel territorio di San Ferdinando, che ha preso avvio da verifica ispettiva da parte del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Reggio Calabria. Alle dipendenze del proprietario dell'azienda sono stati identificati 9 braccianti agricoli di origine africana senza permesso di soggiorno. Nei confronti dell'imprenditore è stata applicata la sanzione amministrativa di 3.600 euro. Non è chiaro se si sia proceduto anche per 603-bis cp. (Dicembre 2020) (https://www.quicosenza.it/news/calabria/384795-caporalato-9-braccianti-in-nero-denunciato-proprietario-di-unazienda-agricola)
  • Procedimento a carico di tre titolari di aziende agricole, nel territorio di Laureana di Borrello e di Rosarno, nell'ambito della medesima operazione di controlli volti al contrasto del fenomeno del caporalato. Nel corso degli accessi ispettivi sono stati trovati 10 braccianti agricoli di origine africana, di cui circa la metà assunti senza regolare contratto di lavoro. Sono state comminate sanzioni amministrative per 11.500 euro, ma non è chiaro se sia stato contestato anche il 603-bis c.p. (Gennaio 2021) (https://www.calabriareportage.it/gioia-tauro-contrasto-al-caporalato-i-carabinieri-denunciano-i-titolari-di-3-aziende-agricole/)
  • Operazione “Euno 2”: procedimento a carico di 7 indagati, di cui alcuni di origine africana, per intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo, in quanto i medesimi reclutavano manodopera straniera, approfittando dello stato di bisogno delle vittime. Sono state eseguite perquisizioni locali. (Aprile 2021) (https://ilmeridio.it/lotta-al-caporalato-operazione-euno-2-perquisizioni-e-denunce/)
  • Operazione “Rasoterra”: operazione interforze tra la Squadra Mobile ed il Commissariato di Polizia di Gioia Tauro, coadiuvati dalla Squadra Mobile di Caserta e dagli equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine da cui è scaturito un procedimento a carico di 9 datori di lavoro ed alcuni caporali, nei cui confronti sono state eseguite altrettante ordinanze di custodia cautelare, di cui 3 in carcere e sei agli arresti domiciliari. Nell'ambito dell'operazione è stato eseguito il sequestro preventivo di un'azienda agricola attiva nel settore delle coltivazioni agrumicole, olivicole, di kiwi e ortaggi. Le indagini svolte hanno portato all'individuazione di numerosi braccianti di origine subsahariana, vittime di grave sfruttamento lavorativo ed alloggiati nella baraccopoli di San Ferdinando. Dall'inchiesta è emerso un sistema organizzato di sfruttamento nel lavoro dei campi, che faceva capo ad un soggetto affiliato alla 'ndrangheta, del clan Piromalli-Molè, nonché titolare effettivo dell'azienda agricola in cui lavoravano i migranti in condizioni di sfruttamento, che teneva continui contatti con i caporali cui impartiva loro direttive. (Aprile 2021) (https://www.poliziadistato.it/articolo/15266077ec5e862fa940317213)
PAOLA NO
REGGIO CALABRIA SI
  • La Procura ha segnalato al Laboratorio 6 procedimenti per sfruttamento lavorativo, di cui 1 archiviato, 2 con richiesta di archiviazione pendente, 2 in corso di dibattimento, e 1 in fase di avviso ex art. 415 bis c.p.p.
  • Operazione “inter nos”: procedimento a carico degli amministratori di alcune società che si occupavano di servizi di pulizia e sanificazione delle strutture amministrative e sanitarie ricadenti nella competenza territoriale dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria che, secondo la prospettazione accusatoria, sarebbero connesse ad alcune famiglie 'ngranghetiste. Oltre ad essere state contestate l'emissione di fatture per operazioni inesistenti, accordi corruttivi, turbata libertà degli incanti, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente, frode nelle pubbliche forniture, si ipotizza che gli indagati abbiano posto in essere condotte estorsive nei confronti dei loro dipendenti, dai quali pretendevano la restituzione di una quota parte dello stipendio percepito e pari a circa 250 euro. (Agosto 2021) (https://www.citynow.it/nomi-arrestati-operazione-inter-nos-reggio-calabria/)
VIBO VALENTIA SI
PUGLIA
Procura competente Contatti diretti INCHIESTE
BARI SI
BRINDISI NO
FOGGIA SI
  • Procedimento a carico di un imprenditore agricolo italiano ed un caporale rumeno. Quest'ultimo, che viveva assieme ad alcuni migranti (in parte richiedenti protezione internazionale) in un insediamento rurale in pessime condizioni, di proprietà dell'imprenditore agricolo, si occupava del trasporto delle vittime utilizzando vetture che gli venivano messe a disposizione dal suo complice, le sorvegliava durante la loro permanenza nell'insediamento e vigilava sull'esecuzione delle loro prestazioni (le vittime venivano impiegate nella raccolta di asparagi). Le vittime venivano impiegate per 8-9 ore al giorno e venivano remunerate 4 euro l'ora, sotto minaccia di licenziamento in caso di rivendicazioni. I lavoratori erano formalmente assunti, ma le giornate di lavoro registrate erano solamente due al mese. (Maggio 2017) (https://www.lagazzettadisansevero.it/manfredoniaarrestati-a-zapponeta-per-sfruttamento-del-lavoro-e-intermediazione-illecita-un-imprenditore-agricolo-del-posto-e-un-caporale-bulgaro/)
  • Intercettato un furgone fatiscente, privo di copertura assicurativa, con a bordo 7 lavoratori africani, per la maggior parte sprovvisti di regolare contratto destinati ad essere impiegati nella raccolta delle olive in condizioni di sfruttamento imposte dal medesimo caporale, che quotidianamente li prelevava presso il ghetto di Rignano, ove le vittime vivevano. (Dicembre 2017) (https://www.immediato.net/2017/12/20/la-schiavitu-in-provincia-di-foggia-arrestato-caporale-nei-campi-del-tavoliere/)
  • Procedimento a carico di un caporale di nazionalità senegalese che avrebbe reclutato cinque suoi connazionali, in parte richiedenti asilo, per trasportarli a lavorare nei campi, in condizioni di sfruttamento, fermato durante il trasporto. (2018) (segnalazione Procura di Foggia)
  • Procedimento a carico del titolare di una cooperativa, imputato con la figlia ed alcuni suoi collaboratori per aver reclutato moltissimi lavoratori da impiegare, in condizioni di sfruttamento, nei settori prevalentemente agricolo e tessile. In un caso, i lavoratori erano anche stati destinati ad attività di cura domestica e ristorazione. (2018) (segnalazione Procura di Foggia)
  • Procedimento a carico di un cittadino senegalese di Borgo Mezzanone sorpreso alla guida di un furgone utilizzato per il trasporto di braccianti. Il furgone era vuoto, ma privo dei sedili e con delle panche di legno disposte su tre file che facevano presumere che il veicolo venisse usato per il trasporto dei braccianti. Inoltre, gli inquirenti hanno trovato un quadernone dove l'indagato annotava nomi, cifre e giornate lavorative svolte dalle persone reclutate. (Agosto 2018) (https://www.ilmattinoquotidiano.it/gallery/mediagallery/38880/arrestato-a-foggia-un-caporale-senegalese-la-polizia-lo-acciuffa-nella-geenna-di-borgo-mezzanone.html)
  • Procedimento a carico di un cittadino maliano, sorpreso alla guida di un furgone ed accusato di aver reclutato 15 braccianti, alcuni richiedenti asilo, dei quali aveva curato anche trasporto e sorveglianza sul luogo di lavoro. I lavoratori venivano pagati 4,50 a cassone, non avevano rapporti con il proprietario del campo e corrispondevano al caporale 5 euro al giorno per i servizi offerti. L'imputato, nel novembre 2019, è stato condannato a 3 anni e nove mesi di reclusione. (Agosto 2018) (https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/08/30/caporalato-con-15-braccianti-su-furgone-senza-finestrini-arrestato-40enne-raccoglievano-pomodori-nel-foggiano/4590443/)
  • Procedimento a carico di due imprenditori agricoli del foggiano accusati di sfruttamento lavorativo. All'interno dell'azienda, sottoposta a controllo giudiziario, sono stati individuati circa 30 braccianti, alcuni richiedenti asilo, alloggiati in container in lamiera e costretti a vivere in assenza di adeguate condizioni igienico-sanitarie. I braccianti percepivano 5 euro l'ora, lavoravano 7 giorni su 7 e mensilmente dovevano corrispondere un canone pari a 50 euro per remunerare l'utilizzo dei container. La procura, per i lavoratori, ha richiesto alla Questura l'accesso al percorso di integrazione sociale previsto dall'art. 18 TUI. Per gli imputati è stato chiesto il rinvio a giudizio. (Giugno 2019) (https://bari.repubblica.it/cronaca/2019/06/29/news/foggia_caporalato_azienda_agricola-229900900/)
  • I carabinieri della Compagnia di San Giovanni Rotondo hanno effettuato un vasto servizio di controllo straordinario del territorio finalizzato al contrasto del fenomeno del “caporalato”. Nel corso delle attività di controllo, concentrate nelle zone rurali di tutta l'area di competenza, a San Marco In Lamis, in località “Cicerone”, dove risiedono numerosissimi braccianti agricoli di origine straniera impiegati in questo periodo dell'anno per la raccolta dei pomodori, sono stati controllati sedici veicoli adibiti al trasporto dei lavoratori nei campi, con l'identificazione di trenta persone. Ben tredici dei veicoli controllati sono risultati sprovvisti della copertura assicurativa, e quindi sottoposti a sequestro, togliendoli così dalle strade dove, per le loro fatiscenti condizioni, rappresentavano un autentico pericolo per tutti, non solamente per i trasportati. Non è chiaro se sia stato contestato anche art. 603 bis c.p. (Luglio 2019) (https://www.immediato.net/2019/07/13/caporalato-e-violenze-nei-campi-pensionato-colpisce-al-volto-rivale-arrestato/)
  • Procedimento a carico dei titolari di tre aziende agricole e di tre caporali che avrebbero impiegato, con regolare contratto ma in condizioni di sfruttamento, 45 lavoratori, prevalentemente africani ed albanesi, con salari che oscillavano dai 3 ai 4 euro orari, a seconda della nazionalità, per 10 ore al giorno. I braccianti dovevano anche versare 15 euro al mese per poter dormire in roulotte o alloggi di fortuna privi di servizi igienici. (Febbraio 2020) (https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/02/11/caporalato-tre-arresti-a-foggia-ecco-come-vivevano-i-braccianti-il-cartello-di-minaccia-ai-lavoratori-chi-va-via-deve-tornare-in-marocco/5702767/)
  • Procedimento a carico di un imprenditore agricolo di Apricena, arrestato e posto ai domiciliari con l'accusa di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Alcuni lavoratori erano richiedenti asilo. Sono state inoltre sottoposte a controllo giudiziario 5 aziende dove lavoravano 222 dipendenti; il volume complessivo di affari dell'attività è pari a circa 5 milioni e 800 mila euro annui. I lavoratori venivano pagati dai 3 euro ai 5 euro l'ora, per 7-9 ore al giorno, con una pausa giornaliera di circa 30 minuti. (Luglio 2020) (https://bari.repubblica.it/cronaca/2020/07/01/news/caporalato_fatturato_da_6_milioni_sfruttando_i_braccianti_arrestato_noto_imprenditore_agricolo-260669647/)
  • Dal 20 luglio al 10 ottobre 2020 gli ispettori del lavoro, in coordinamento con Prefettura, Procura, Comando Provinciale dei Carabinieri e Questura, hanno effettuato una serie di azioni mirate volte al contrasto dello sfruttamento lavorativo. Decine di aziende sottoposte a controllo, 649 posizioni lavorative verificate; nel corso di queste attività sono state intercettate 83 persone occupate in nero, sono stati emessi 16 provvedimenti di sospensione dell'attività imprenditoriale e sono stati sequestrati 3 automezzi utilizzati per il trasporto dei braccianti. Non è chiaro se ed in che misura gli accertamenti abbiamo portato all'avvio di procedimenti penali. (Novembre 2020) (https://www.foggiatoday.it/cronaca/denunce-caporalato-ispettorato-lavoro-foggia.html)
  • Operazione “White Labour”: maxi operazione anticaporalato, coordinata dalla Procura della Repubblica di Foggia e sviluppata attraverso un'apposita “task force” costituita dal Nucleo Investigativo CC di Foggia, dalla Compagnia CC di Lucera e da militari del NIL Foggia. Nell'ambito dell'operazione sono state applicate le misure cautelari degli arresti domiciliari a tre imprenditori agricoli titolari delle due aziende coinvolte, e la custodia cautelare in carcere al caporale di origine straniera. I lavoratori, di origine straniera (in prevalenza africana ed indiana) alcuni irregolari sul territorio (tra i regolari si registra una quota di richiedenti asilo) venivano reclutati dai ghetti della provincia e venivano impiegati in diverse aziende agricole ubicate tra Foggia e San Giovanni Rotondo, in condizioni di sfruttamento, percependo un salario variabile dai 3,5 ai 6 euro l'ora, lavorando talvolta fino a 13 ore al giorno senza soste. Una delle aziende agricole coinvolte era già stata attenzionata dalla misura cautelare reale del controllo giudiziario; mentre all'interno di un'altra azienda sono stati rinvenuti dei dormitori all'interno di containers, in pessime condizioni igienico-sanitarie. Si procede per i reati ex art. 603-bis cp e art. 22 D.lgs. 286/1998. (Maggio 2020) (https://www.immediato.net/2020/05/02/decine-di-schiavi-dietro-fatturati-milionari-i-nomi-degli-aguzzini-di-foggia-e-san-giovanni-rotondo-vaccaro-imprenditori-onesti-rischiano-di-restare-fuori-dal-mercato/)
  • Operazione “Principi e caporali”: l'attività d'indagine - durata da luglio a ottobre 2020, coordinata dalla Procura della Repubblica di Foggia e condotta dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile (NOR) dei Carabinieri di Manfredonia e da quelli del Nucleo Ispettorato di Foggia - ha individuato 8 aziende agricole, attive nel territorio di Stornara, che impiegavano in condizioni di sfruttamento numerosi braccianti extracomunitari, per lo più africani, fatturando 6 milioni l'anno. I lavoratori erano reclutati nei pressi della baraccopoli di Borgo Mezzanone, venivano stipati su furgoni da 9 in 20, e venivano impiegati nei campi con ritmi lavorativi estenuanti (9 ore giornaliere), per 4 euro l'ora, sottoposti al controllo serrato dei caporali e soggetti ad arbitrarie sanzioni disciplinari da parte di questi. Tra gli indagati vi sono tre caporali, di origine africana, e tre imprenditori titolari delle attività (padre e i due figli). Le aziende sono state sottoposte a controllo giudiziario; i beni aziendali sono stati sequestrati e, nei confronti degli indagati, sono state eseguite 10 misure cautelari personali (due arresti in carcere, due arresti domiciliari e sei soggetti sottoposti all'obbligo di firma). Si procede per il reato di intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo. (Aprile 2021) (https://www.foggiatoday.it/cronaca/arresti-stornara-foggia-caporalato-sfruttamento-lavoro.html). Arrestato nel giugno 2021 anche il caporale, originariamente irreperibile (https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/foggia/1305462/foggia-arrestato-ilcaporale-sfuggito-a-due-blitz.html)
  • Operazione “Schermo”: procedimento a carico di 7 indagati, imprenditori e caporali, titolari di cinque aziende agricole site nel Foggiano ed in Molise che sono state sottoposte a controllo giudiziario. Secondo la prospettazione accusatoria, i braccianti venivano reclutati nei ghetti di Borgo Mezzanone e Torretta Antonacci da una cooperativa “schermo”, priva di qualsiasi autorizzazione ministeriale, per poi essere impiegati nei campi durante la pandemia. Le vittime percepivano circa 5 euro a cassone di pomodori, anche se i caporali trattenevano dalla paga 0.50 centesimi ogni volta in cui il prodotto veniva raccolto in maniera non appropriata, non godevano di giorni di riposo o ferie, rimanevano senza cibo per ore, erano costretti a bere l'acqua di un pozzo ed erano privi di qualsiasi dispositivo di protezione individuale. (Luglio 2021) (https://www.immediato.net/2021/07/01/operazione-anticaporalato-schermo-domiciliari-per-uno-dei-maggiori-indiziati-ma-resta-il-grave-quadro-probatorio-a-suo-carico/)
  • Procedimento a carico di due soci di una azienda di allevamento di Castropignano, nonché del caporale, che avrebbero impiegato, in condizioni di sfruttamento alcuni lavoratori stranieri irregolari sul territorio e privi di un contratto. (Ottobre 2021) (https://www.primonumero.it/2021/10/migranti-al-lavoro-per-meno-di-5-euro-allora-il-caporale-e-di-foggia/1530690850/)
  • A seguito della morte, occorsa il 6 agosto 2018, di alcuni braccianti a bordo di un furgone che stava percorrendo la Statale 16, la Procura di Foggia ha avviato una complessa attività di indagine facendo emergere che, all'epoca, un imprenditore della zona ed il figlio assumevano ed impiegavano nei loro terreni, per la raccolta dei pomodori, 17 braccianti agricoli nord africani, reclutati da un caporale deceduto durante l'incidente. I lavoratori venivano impiegati in condizioni di sfruttamento e costretti a vivere in case rurali fatiscenti distanti dal luogo di lavoro. Determinanti, per l'attività di indagine, le dichiarazioni degli altri braccianti, nonché il rinvenimento di un quaderno all'interno del furgone, in cui venivano registrate le giornate di impiego dei lavoratori. Analogo procedimento era stato avviato anche dalla Procura della Repubblica del Molise, atteso che i lavoratori erano stati impiegati anche presso una azienda agricola della zona. (Ottobre 2021) (https://www.immediato.net/2021/10/20/sfrutto-i-12-braccianti-morti-nella-strage-sulla-statale-16-arrestato-imprenditore-del-gargano-per-caporalato/)
LECCE NO
  • Procedimento per associazione a delinquere, finalizzata alla riduzione in schiavitù di numerosi migranti, alcuni richiedenti asilo, impiegati nella raccolta di angurie ed olive nelle campagne di Nardò che aveva preso avvio, nel 2011, dopo la rivolta dei lavoratori. La sentenza di primo grado, del 13 luglio 2017, aveva portato alla condanna di tutti gli imputati, tra i quali figuravano anche imprenditori agricoli, con pene dai sette agli undici anni. La condanna è stata ribaltata in appello; i giudici della Corte d'Assise, infatti, hanno assolto tutti gli imputati, tranne coloro che avevano svolto attività di intermediazione, ritenendo che non sussistessero gli estremi della riduzione in schiavitù, ma che dovesse essere contestato il delitto di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro che, però, all'epoca, non era ancora stato inserito. (2011) (https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/04/09/caporalato-ribaltata-in-appello-la-storica-sentenza-contro-re-delle-angurie-accusati-di-schiavitu-sagnet-hanno-vinto-loro/5097684/)
  • Procedimento a carico di tre persone (2 titolari di un'azienda agricola, ed un reclutatore). L'inchiesta ha preso avvio nel 2015 dalla morte di un bracciante sudanese, richiedente asilo, stroncato da un malore mentre lavorava senza contratto nella raccolta di pomodori tra Nardò e Avetrana. Contestato omicidio colposo; non è chiaro se sia stato contestato, quanto meno al reclutatore, anche art. 603 bis c.p. (Luglio 2015) (https://bari.repubblica.it/cronaca/2015/07/21/news/lecce_bracciante_muore_mentre_lavorava_con_40_la_procura_indaga_forse_era_in_nero-119525231/)
  • Processo a carico di 12 persone che avrebbero impiegato in condizioni di sfruttamento più di 400 persone, tutte straniere, nell'installazione di pannelli fotovoltaici. Si procede per associazione per delinquere, riduzione in schiavitù, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, estorsione aggravata. I fatti sono anteriori al 2016. I lavoratori, tutti stranieri e in prevalenza irregolari sul territorio, venivano impiegati senza turni di riposo, per 12 ore al giorno, con solo due brevi pause di mezz'ora, anche nei giorni festivi e, talvolta, di notte, con l'esplicita minaccia di perdere il lavoro in caso di proteste. (Luglio 2016) (https://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/lecce/cronaca/15_luglio_16/fotovoltaico-dodici-giudizio-lo-sfruttamento-immigrati-fd8893bc-2bd0-11e5-b7c2-086f3b1407a5.shtml)
  • Procedimento per sfruttamento lavorativo a carico di un cittadino pakistano che avrebbe svolto la funzione di caporale, reclutando 32 suoi connazionali impiegati nella raccolta di pomodori. I lavoratori erano impiegati per 10 ore al giorno, senza giorni di riposo, costretti a lavorare con fitofarmaci e a dormire in alloggi di fortuna. I regolari dormivano su giacigli allestiti nel casolare; gli irregolari in una buca coperta da una botola. Denunciati anche i proprietari dell'azienda agricola. (Agosto 2018) (https://www.ansa.it/puglia/notizie/2018/08/18/caporalato-arrestato-36enne-nel-leccese_0536567c-ee54-4035-b564-d29fb96a9231.html)
  • Procedimento ex art. 603 bis c.p. a carico del titolare di una cooperativa agricola di Nardò che impiegava, nella raccolta di angurie, cinque cittadini di nazionalità tunisina per 1 euro e 40 centesimi a quintale, facendoli lavorare 10 ore al giorno e in violazione delle norme su prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro. I lavoratori vivevano in una struttura fatiscente messa a disposizione dell'indagato (Luglio 2019) (https://www.lecceprima.it/cronaca/arrestato-antonio-leopizzi-caporalato-raccolta-angurie-4-luglio-2019.html). Nei confronti dell'indagato, è stato emesso avviso di conclusione delle indagini, seguito dalla richiesta di rinvio a giudizio. (https://www.leccenews24.it/cronaca/raccolta-angurie-stranieri-procura-chiude-le-indagini.htm)
  • Due indagati ex art. 603 bis c.p. per aver il primo impiegato e il secondo reclutato tre lavoratori africani nella raccolta del pomodoro. Le vittime, che hanno sporto denuncia, erano costrette a lavorare dalle 10 alle 11 ore al giorno e venivano pagate a cottimo (1 euro per ogni cassetta piccola, 4 euro per quelle più grandi). (Agosto 2019) (https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/video/lecce/1163214/lequile-braccianti-pagati-1-euro-per-cassetta-di-pomodori-2-denunce.html)
  • Procedimento a carico di un allevatore di Copertino che avrebbe impiegato per 15 ore di fila al giorno, senza giorni di riposo e senza retribuzione, due migranti albanesi, irregolarmente presenti sul suolo italiano. Le vittime erano alloggiate in un dormitorio attiguo alle stalle degli animali. Pare che, in questo caso, siano stati anche denunciati i lavoratori, perché sprovvisti di titolo di soggiorno. (Settembre 2019) (https://www.lecceprima.it/cronaca/copertino-denuncia-sfruttamento-lavoro-caporalato-19-settembre-2019.html)
  • Il Nucleo ispettorato del lavoro di Lecce e i Carabinieri hanno svolto controlli finalizzati alla tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro in 32 aziende - 10 agricole e 22 edili - nel corso dei quali sono emerse numerose irregolarità. In particolare, 12 imprese edili di Nardò ed una impresa edile di Lecce impiegavano parte della loro manodopera senza contratto; una delle imprese edili monitorate impiegava i lavoratori senza alcun dispositivo di protezione individuale. All'esito dei controlli nelle aziende agricole site nella zona di Arnò, invece, sono state riscontrate violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, nonché l'assenza di dispositivi volti al contenimento della pandemia Covid - 19. Non è chiaro se, all'esito dei controlli, siano anche stati aperti procedimenti penali. (Giugno 2021) (https://www.piazzasalento.it/lavoratori-in-nero-senza-protezioni-in-cantieri-edili-e-nei-campi-bloccate-tre-imprese-per-un-imprenditore-scatta-lestorsione-183764)
TARANTO NO
  • Condanna del Tribunale di Taranto per intermediazione illecita di manodopera e sfruttamento lavorativo nei confronti di un imprenditore agricolo e del caporale con il quale avrebbe sottoposto a condizioni di sfruttamento circa 30 lavoratori rumeni. Le vittime venivano private dei loro documenti, rinchiuse in edifici fatiscenti ed erano costrette a lavorare, senza riposo, per 17 ore al giorno, per 4 euro. Dalla retribuzione venivano decurtate le spese per vitto, alloggio e trasporto. (Ottobre 2017) (https://bari.repubblica.it/cronaca/2017/10/04/news/taranto_arresti_caporalato-177311643/)
  • Procedimento a carico di un caporale, sorpreso mentre trasportava nove braccianti sudanesi, privi di permesso di soggiorno, da impiegare nei campi in condizioni di sfruttamento. (Giugno 2019) (https://www.corriereditaranto.it/2019/06/19/12operazione-anticaporalato-un-arresto-a-ginosa/)
  • Procedimento a carico di un pugliese, un marocchino ed un rumeno, ritenuti gli intermediari di numerosi lavoratori impiegati in località Salete in condizioni di sfruttamento. (Luglio 2019) (https://www.rtmweb.it/torricella-caporalato-raccolta-angurie-tre-arresti-ed-denuncia/)
  • Procedimento a carico di un uomo che avrebbe impiegato, come caporale, cinque lavoratori stranieri per la raccolta delle angurie. Indagato anche il titolare del fondo, nei confronti del quale sono stati contestati vari illeciti amministrativi; non è chiaro se si proceda, nei suoi confronti, per art. 603 bis c.p., ovvero per art. 22 comma 12 TUI. I lavoratori, costretti a turni estenuanti per paghe da fame, vivevano in un casolare abbandonato nei pressi dei campi e messo a disposizione dal datore di lavoro. (Luglio 2019) (https://www.quotidianodipuglia.it/taranto/sfruttava_cinque_lavoratori_manette_a_caporale_rumeno-4612040.html)
  • Il titolare di una azienda agricola di Grottaglie e una intermediatrice nella fornitura di manodopera sono stati denunciati per sfruttamento lavorativo nella raccolta e nel confezionamento dell'uva dal personale della squadra mobile di Taranto. Nove lavoratori coinvolti, arruolati dalla donna indagata e formalmente assunta come bracciante agricola dell'azienda. Il lavoro iniziava alle sei di mattina e terminava quando il camion veniva riempito di bancali di frutta. I lavoratori non hanno dichiarato l'orario esatto, ma hanno riferito di non aver diritto alle ferie, ad altri giorni di malattia retribuiti, al riposo settimanale. Tutti i lavoratori erano muniti di contratto di lavoro. (Settembre 2019) (https://www.noinotizie.it/09-09-2019/grottaglie-sfruttamento-del-lavoro-due-denunciati/)
  • Procedimento a carico di sei indagati, ai quali è stato notificato avviso di conclusione delle indagini, che prende avvio da alcuni controlli svolti, nell'estate del 2019, dal Commissariato di Manduria su alcuni braccianti agricoli, 5 tunisini e 3 rumeni, intenti a raccogliere angurie. Gli accertamenti hanno consentito di riscontrare una situazione di grave sfruttamento lavorativo; i lavoratori erano anche stati obbligati a trascorrere le prime 3 notti all'interno del campo nei pressi di alcuni ruderi per poi essere collocati nel garage di uno degli indagati. (Dicembre 2020) (https://www.rtmweb.it/caporalato-sei-avvisi-di-conclusione-indagini-e-garanzia-sfruttavano-braccianti-tra-sava-e-maruggio/)
  • Procedimento a carico di un imprenditore agricolo per sfruttamento lavorativo nell'ipotesi aggravata, ai danni di un cittadino di nazionalità afghana, che aveva accettato di lavorare nei campi fino a 20 ore al giorno in condizioni di assoluto degrado, in violazione dei contratti collettivi di lavoro nazionali e provinciali, delle norme in materia di igiene, salute e sicurezza sul lavoro, per ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno. Il lavoratore abitava all'interno di una roulotte e di un container, privi di servizi igienici, acqua potabile e riscaldati solo da una piccola stufa allacciata a un impianto elettrico improvvisato, che venivano sottoposti a sequestro preventivo finalizzato alla confisca. Nel complesso, sono state comminate sanzioni amministrative e penali per complessivi euro settantacinquemila. (Aprile 2020) (http://www.carabinieri.it/cittadino/informazioni/comunicati-stampa/contrasto-allo-sfruttamento-sul-posto-di-lavoro)
  • Inchiesta “Radici”: dopo una segnalazione della FLAI CGIL, conseguente al tentato omicidio di un bracciante italiano che, nel 2016, aveva tentato ribellarsi, sono state avviate indagini e un procedimento penale all'esito del quale è stato condannato dal Tribunale di Taranto ad otto anni di carcere un uomo, accusato di svolgere attività di caporalato nei confronti di numerosi braccianti impiegati nelle campagne tra Puglia e Basilicata, per 10 ore al giorno e pagati (non sempre) 4 euro l'ora. Altre posizioni sono state definite mediante patteggiamento. Il caporale tratteneva parte della paga per remunerare il trasporto, l'alloggio in stanze fatiscenti e la benzina per il trasporto. Le rimostranze dei lavoratori venivano tacitate anche con minacce di morte. (Giugno 2020) (https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/06/12/taranto-braccianti-pagati-4-euro-allora-per-la-raccolta-nelle-campagne-e-minacciati-per-tacere-8-anni-di-carcere-a-un-caporale/5832222/)
  • A seguito di una operazione della task force anti-caporalato voluta dal Questore di Taranto, presso una masseria sono stati individuati due cittadini extracomunitari - un marocchino e un gambiano - intenti a governare animali. Il primo aveva il compito di portare il pascolo al gregge e lavorava per 12 ore al giorno a fronte di un compenso mensile di 600 euro; il secondo provvedeva a nutrire gli animali senza percepire alcuna retribuzione. All'interno della masseria è stata trovata una stanza con due letti, priva di servizi igienici, adibita ad alloggio dei lavoratori. (Luglio 2020) (https://laringhiera.net/pastori-extracomunitari-sfruttati-in-un-masseria-alle-porte-di-taranto/)
  • Condannato dalla Corte d'Assise di Taranto a 10 anni per lesioni e riduzione in schiavitù un cittadino bulgaro residente nel Palagino, che aveva indotto un suo connazionale a raggiungerlo con l'inganno di un impiego ben retribuito ma, una volta arrivato lo aveva costretto a vivere in condizioni di degrado presso la propria abitazione, dopo avergli sottratto i documenti e il telefono, e lo aveva costretto a lavorare per 7 ore al giorno nella propria campagna, senza alcuna retribuzione, picchiandolo e maltrattandolo quotidianamente. (Giugno 2020) (https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/06/24/taranto-bracciante-costretto-a-dormire-per-terra-non-pagato-e-picchiato-una-condanna-a-10-anni-per-riduzione-in-schiavitu-e-lesioni/5846637/)
TRANI NO
  • Procedimento nei confronti di sei persone, accusate di aver gestito una rete di caporalato che reclutava braccianti agricoli tramite un'agenzia interinale di Noicattaro. L'inchiesta ha preso avvio, nel 2015, dalla morte della bracciante Paola Clemente, impiegata nella raccolta dell'uva, ed in seguito alla quale è emersa una grave situazione di sfruttamento lavorativo. La procura ha contestato l'art. 603 bis c.p., vecchia formulazione (sono coinvolti infatti i soli intermediari) e truffa aggravata ai danni dell'INPS. (Febbraio 2017) (https://bari.repubblica.it/cronaca/2017/02/23/news/caporalato_6_arresti_per_morte_palola_clemente-158977625/)
  • Inizierà il 12 febbraio 2021 il processo a carico dell'indagato datore di lavoro per cui lavorava Paola Clemente a seguito della decisione di rinviare a giudizio del Dott. Ivan Barlafante, in seguito alla richiesta del dott. Alessandro Pesce. (https://bari.repubblica.it/cronaca/2020/10/31/news/paola_clemente_la_sua_morte_nel_vigneto_du_omicidio_colposo_a_giudizio_il_titolare_dell_azienda-272486268/)
  • Arrestati in flagranza tre imprenditori, proprietari di un'azienda agricola attiva nel territorio di Spinazzola, a conduzione familiare, con l'accusa di sfruttamento del lavoro. I Carabinieri del Comando Provinciale di Bari e del Nucleo Ispettorato del Lavoro, con una “task force” hanno osservato con l'ausilio di droni, fin dalle prime luci dell'alba, un intenso via vai di braccianti i quali, a bordo di mezzi di fortuna, raggiungevano i campi o le serre per la raccolta dei prodotti. A seguito di un'ispezione, i CC trovavano lavoratori costretti a lavorare 9 ore al giorno, con una paga oraria di euro 3,80 in luogo di euro 9,60 previsti da CCNL, e con la registrazione di 15 giornate in luogo delle 30 effettivamente prestate ogni mese dai lavoratori. Le prestazioni venivano monitorare con un sistema di telecamere installate dai datori di lavoro. Inoltre, i lavoratori alloggiavano in abitazioni fatiscenti e privi delle minime condizioni igienico-sanitarie. Sono state comminate complessivamente sanzioni amministrative e ammende contestate è uguale a 73.000,00 euro e i due imprenditori sono stati condotti agli arresti domiciliari. (Agosto 2020) (https://www.puglianews24.eu/spinazzola-sfruttamento-del-lavoro-arrestati-3-imprenditori-44386.html)
SICILIA
Procura competente Contatti diretti INCHIESTE
AGRIGENTO SI
  • Procedimento a carico di un imprenditore agricolo e di alcuni caporali rumeni che avrebbero impiegato, in condizioni di sfruttamento, lavoratori italiani e rumeni e alcuni stranieri richiedenti asilo nello sgrappolamento dell'uva all'interno delle serre, con turni lavorativi di 8 ore, per una retribuzione che oscillava tra i 30 ed i 35 euro. (2018) (segnalazione della Procura di Agrigento)
  • Procedimento a carico del titolare di un caseificio abusivo che impiegava, in condizioni di sfruttamento, un lavoratore straniero. (Dicembre 2019) (https://www.lasiciliaweb.it/2019/12/topi-morti-accanto-alle-caciotte/)
BARCELLONA POZZO DI GOTTO NO
  • Procedimento a carico di un indagato che avrebbe reclutato due cittadini stranieri regolarmente presenti sul territorio per avviarli al lavoro nell'azienda agricola intestata al figlio, senza regolare contratto di lavoro. Nell'azienda sono state riscontrate violazioni inerenti la sicurezza sul lavoro; sono stati contestati vari illeciti amministrativi; non è chiaro se si sia proceduto anche ex art. 603 bis c.p. (Novembre 2018) (https://www.amnotizie.it/2018/11/30/santa-lucia-del-mela-71enne-denunciato-per-sfruttamento-del-lavoro/)
  • Procedimento a carico di un imprenditore di Barcellona Pozzo di Gotto per estorsione ai danni di più di ottanta dipendenti ed indebita percezione di erogazioni pubbliche. L'imputato, titolare di una catena di supermercati, avrebbe ricattato i dipendenti minacciandoli di licenziamento per far loro accettare condizioni lavorative svantaggiose. Lavoratori e lavoratrici venivano costretti a sottoscrivere contratti che prevedevano la diminuzione del loro orario di lavoro (28 ore settimanali, invece di 40), con conseguente riduzione della loro retribuzione, malgrado lavorassero per un numero di ore settimanali superiore a quelle previste. Le indagini sono state avviate sulla base delle segnalazioni dei dipendenti. Le indagini hanno preso avvio direttamente dai dipendenti. (Settembre 2018) (https://www.fanpage.it/attualita/messina-imprenditore-minacciava-i-lavoratori-di-licenziarli-per-pagarli-meno-denunciato/)
CALTANISSETTA SI
  • Operazione “Attila”: l'operazione, che ha portato a 12 arresti a Caltanissetta, ha preso le mosse da un'indagine a carico di un gruppo di cittadini pakistani, che hanno assoggettato la comunità di appartenenza a numerose vessazioni. L'indagine ha consentito di rilevare una rete che reclutava lavoratori da destinare ad aziende agricole, costretti a lavorare in condizioni di sfruttamento. Le vittime venivano pagate circa 25/30 euro al giorno e una parte del compenso, corrisposto dalle aziende ai caporali, veniva trattenuto da questi ultimi. Nel giugno 2020 uno dei lavoratori è stato ucciso perché si era ribellato ai suoi sfruttatori. (Dicembre 2020) (https://palermo.repubblica.it/cronaca/2020/12/02/news/caporalato_braccianti_schiavi_a_caltanissetta_12_arresti_uccisero_un_lavoratore_che_si_era_ribellato_-276656743/). Nel corso della prima udienza dibattimentale, la difesa di due degli imputati ha eccepito la nullità della richiesta di rinvio a giudizio, atteso che gli stessi, pur avendone fatto richiesta, non sarebbero stati sentiti dalla Procura. La richiesta è stata accolta dalla Corte d'Assise di Caltanissetta mentre, invece, si procede per gli altri imputati accusati, a vario titolo, di caporalato, associazione per delinquere e favoreggiamento personale (https://www.castelloincantato.it/omicidio-e-caporalato-tutto-da-rifare-per-due-e-sette-restano-alla-sbarra/)
CALTAGIRONE NO
CATANIA SI
  • Due lavoratrici italiane sottoposte a condizioni di sfruttamento lavorativo all'interno di un esercizio commerciale gestito da imprenditori cinesi. Le due donne erano impiegate senza contratto di lavoro per un compenso pari ad un euro e 60 centesimi l'ora e sottoposte, durante l'orario lavorativo, a controllo remoto mediante telecamere. Si procede per 603-bis c.p. (Febbraio 2018) (https://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/due_giovani_sfruttate_prendevano_un_euro_60_la_polizia_denuncia_titolare_cinese_chiude_negozio-3569376.html)
  • Procedimento a carico di un imprenditore agricolo di Paternò per fatti antecedenti all'entrata in vigore della l. 199/2016, in cui si procede per estorsione, associazione per delinquere e rapina (inizialmente il pm aveva contestato riduzione in schiavitù, riqualificata dal gip in sede di resame). L'imprenditore, il figlio, e vari caporali di nazionalità rumena avrebbero sfruttato numerosi lavoratori agricoli, prevalentemente rumeni (ma vi sono anche alcuni richiedenti asilo) costringendoli a turni massacranti, per 25 euro al giorno. Si è proceduto anche al sequestro di prevenzione di beni per 10 milioni di euro. (Aprile 2019) (https://meridionews.it/paterno-confiscato-patrimonio-milionario-di-di-perna-sfruttamento-di-braccianti-dalla-sicilia-alla-romania/)
  • Procedimento a carico di una cittadina rumena che avrebbe indotto la figlia minorenne a prostituirsi. Il procedimento ha preso le mosse dalle indagini della Squadra Mobile che, nel corso di controlli finalizzati al contrasto del caporalato, aveva notato la minore in atteggiamenti non adeguati alla sua età. La minore svolgeva anche attività lavorativa presso alcune aziende agricole nella zona di Acate, in condizioni di sfruttamento. (Luglio 2019) (https://www.lastampa.it/cronaca/2019/06/08/news/fa-prostituire-la-figlia-13enne-arrestata-la-madre-e-quattro-uomini-nel-ragusano-1.36539481/)
  • Procedimento a carico di un cittadino italiano che avrebbe reclutato alcune cittadine albanesi, tutte tranne una, prive di titolo di soggiorno ed entrate con visto turistico trattenuto. Le donne erano costrette a lavorare in vigna per otto ore al giorno, percependo una paga che era la metà di quella prevista dalla contrattazione collettiva. (Giugno 2019) (https://tg24.sky.it/palermo/2019/06/26/caporalato-catania-intascava-paga-operaie)
  • La DDA ha proceduto nei confronti di alcuni cittadini rumeni per tratta finalizzata allo sfruttamento lavorativo ed allo sfruttamento della prostituzione. Il procedimento si inserisce nell'ambito di una vicenda più articolata, nell'ambito della quale sono imputati, ex art. 603 bis c.p., anche i titolari di alcune imprese agricole locali. Le posizioni degli imputati per tratta finalizzata allo sfruttamento lavorativo e allo sfruttamento prostituzione sono state definite, all'esito di un giudizio abbreviato, con sentenza di condanna del 20 dicembre 2019. Limitatamente alla parte della vicenda qualificata come tratta di esseri umani, i condannati reclutavano le vittime direttamente in Romania, scegliendole tra soggetti particolarmente vulnerabili e prospettando loro la possibilità di lavorare in agricoltura, in Italia, per un monte ore ed un compenso diverso da quello pattuito. Una volta giunte in Italia, le vittime venivano impiegate, in condizioni di sfruttamento, nel lavoro nei campi, ogni giorno, dalle sei del mattino fino a tardo pomeriggio, per 2,50 euro al giorno (che spesso non venivano corrisposti) con una pausa di mezz'ora, sottoposte ad un controllo continuo e a minacce e violenze. Molto spesso non venivano pagate. Vivevano, inoltre in alloggi fatiscenti ed isolati, dai quali non si potevano allontanare. Le donne, molto spesso, erano costrette a prostituirsi. Il procedimento ha preso avvio dalla denuncia di una vittima. (Dicembre 2019) (https://www.ragusah24.it/2019/12/28/acate-condannati-caporali-che-riducevano-i-lavoratori-in-schiavi/)
  • Procedimento nei confronti del titolare di un'azienda agricola e di un suo socio, fratelli, ex art. 603 bis c.p. e violenza privata. Gli indagati avrebbero impiegato 8 dipendenti stranieri di nazionalità rumena, marocchina e tunisina, per 2,50 euro all'ora, costringendoli a svolgere turni di lavoro estenuanti e senza rispettare la normativa in materia di sicurezza ed igiene sui luoghi di lavoro. Il procedimento prende avvio dalla denuncia di due cittadini rumeni che, oltre a lavorare per i due fratelli, erano costretti a vigilare 24 h su 24 sull'azienda, vivendo in un fabbricato sito sui medesimi terreni. (Dicembre 2019) (https://www.gazzettinonline.it/2019/12/18/catania-due-arresti-per-sfruttamento-del-lavoro-dipendenti-schiavizzati_140405.html)
  • Procedimento a carico dei due gestori di un'officina abusiva, che avrebbero impiegato due minori di età di 11 e 17 anni nella loro attività. Nell'officina sono anche stati identificati 5 lavoratori italiani, catanesi, privi di contratto di lavoro. (Gennaio 2020) (https://www.spazionotizia.it/2020/01/10/catania-sfruttamento-lavoro-minorile/)
  • Nell'agosto 2020, all'esito di alcuni controlli condotti presso un cantiere edile sullo stradale San Giorgio, sono stati accertati il mancato utilizzo dei dispositivi di protezione individuale da parte di ben 10 lavoratori, nonché l'impiego di un minore, figlio del titolare di una delle imprese, al quale è stato contestato il delitto di intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo. (Agosto 2020) (https://www.cataniatoday.it/cronaca/denuncia-minorenne-lavoro-cantiere-catania-5-agosto-2020.html)
  • Procedimento a carico del titolare di un autolavaggio di Borgo Ognina che avrebbe impiegato, in condizioni di sfruttamento, alcuni stranieri non comunitari. Le vittime, alcune prive di regolare contratto, erano costrette a lavorare 10 ore al giorno, per circa 2,50 euro l'ora, in un ambiente non conforme alle prescrizioni in materia di tutela e sicurezza sul luogo di lavoro. Alcuni di loro alloggiavano presso locali dello stesso autolavaggio. (Giugno 2021) (https://www.sicilianews24.it/sfruttamento-di-lavoro-minorile-e-di-extracomunitari-in-autolavaggio-a-catania-667969.html)
ENNA SI
GELA NO
  • Procedimento a carico di quattro persone per i reati di associazione a delinquere, frode nelle pubbliche forniture e caporalato. L'attività di indagine scaturisce da un'azione di contrasto alla commissione delle frodi nella gestione di centri per Richiedenti Asilo. (Dicembre 2018) (https://www.radiocl1.it/frode-nelle-pubbliche-forniture-e-caporalato-a-gela-sgominata-associazione-a-delinquere-quattro-arresti/)
MARSALA NO
MESSINA NO
  • In una struttura di assistenza per persone anziane sono stati individuati 36 lavoratori impiegati in condizioni di sfruttamento lavorativo, molti dei quali privi di un regolare contratto di lavoro. Il titolare imponeva condizioni di lavoro particolarmente onerose, vietando qualsiasi forma di ristoro o riposo durante l'orario di lavoro e imponendo loro un turno notturno di 12 ore, per 45 ore settimanali circa, a fronte di un compenso di circa 700 euro al mese, pari alla metà di quanto previsto dalla contrattazione collettiva. Non è chiaro se si proceda anche per sfruttamento lavorativo o se siano state solo contestate sanzioni amministrative. (Novembre 2020) (https://www.ilfattonisseno.it/2020/11/sicilia-sfruttamento-rsa-di-taormina-36-lavoratori-in-nero-sanzione-da-130mila-euro/)
  • Il NIL di Messina, in sinergia con l'Arma dei carabinieri, avrebbe condotto alcuni controlli volti alla prevenzione e repressione dello sfruttamento lavorativo. In una delle 5 aziende ispezionate sarebbero stati individuati 6 lavoratori (di cui 4 italiani ed un minore) impiegati senza regolare contratto; in una diversa impresa, invece, sarebbero state riscontrate numerose violazioni in materia di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro. Non è chiaro se si proceda anche per sfruttamento lavorativo. (Gennaio 2020) (https://www.tempostretto.it/news/messina-lavoratori-tutti-in-nero-in-un-negozio-cinese-denunciati-i-titolari-multa-da-157mila-euro.html)
PALERMO NO
  • Ipotizzato il delitto di intermediazione illecita a carico dei gestori del giro di parcheggiatori abusivi che operano a Palermo e che sono, in larga parte, cittadini stranieri, costretti a consegnare gran parte del ricavato ai loro caporali, per trattenere circa 10 euro al giorno. (Settembre 2017) (https://www.ilsitodisicilia.it/parcheggiatori-abusivi-a-palermo-i-carabinieri-indagano-sul-giro-di-oltre-400-extracomunitari-gestiti-da-caporali/)
  • Indagati 8 imprenditori siciliani ed i gestori di una cooperativa di Borgetto che avrebbero ricevuto in affidamento alcuni minori, poi impiegati in condizioni di sfruttamento in attività agricole e nella ristorazione. (Luglio 2018) (https://livesicilia.it/imprenditori-borgettto-e-partinico-indagati-sfruttamento-migranti/)
  • Operazione “Ponos”: Condannati con rito abbreviato, nel 2020, sei dei nove imputati in un procedimento per associazione per delinquere e intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Gli altri 3 indagati hanno scelto di procedere con rito ordinario. Secondo la ricostruzione della DDA di Palermo, i lavoratori, quasi tutti ucraini e moldavi, arrivavano in autobus ad Agrigento, Campobello, Licata, Naro, Canicattì, con permessi turistici, passando attraverso la Polonia. Pagavano circa 100 euro di affitto per alloggi messi a disposizione dell'organizzazione; e lavoravano nei campi fino a 13 ore nei mesi estivi, per una paga oraria di circa 3 euro l'ora (dott.ssa Ilaria de Somma). (Ottobre 2020) (https://palermo.repubblica.it/cronaca/2020/10/02/news/agrigento_braccianti_dell_est_ridotti_in_schiavitu_sei_condanne_per_caporalato-269258882/)
  • A Capaci sono stati denunciati i due titolari di una azienda agricola, ritenuti responsabili di intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo di due cittadini di nazionalità indiana. (Ottobre 2020) (https://www.ilsole24ore.com/art/lavoro-nero-e-caporalato-maxi-operazione-carabinieri-166-aziende-ispezionate-ADfBOwt)
PATTI NO Al Laboratorio non è pervenuta notizia di nessuna inchiesta di competenza della procura di Patti.
RAGUSA SI
SCIACCA NO
SIRACUSA SI
  • Imputati i titolari di una azienda agricola che, fino al 2017, hanno impiegato numerosi lavoratori in condizioni di sfruttamento per lo svolgimento di varie attività connesse all'agricoltura, in parte nei campi ed in parte nei magazzini. I lavoratori, alcuni irregolari sul territorio, percepivano ai 40 ai 45 euro al giorno e lavoravano dalle 6 di mattina alle 7 di sera, per alcune ore nei magazzini e per altre nelle campagne, sottoposti a continuo controllo. L'azienda è stata sottoposta controllo giudiziario. (Luglio 2017) (https://www.nuovosud.it/59999-cronaca-siracusa/lotta-al-caporalato-siracusa-innigrati-sfruttati-commissariata-unazienda-di?p=49)
  • Procedimento a carico dei titolari di un'impresa di servizi del settore terziario che avrebbe sfruttato numerosi suoi dipendenti. I lavoratori, addetti alla mansione di magazzinieri, venivano assunti con contratti part-time di 20 ore settimanali, anche se ne lavoravano di più; per 6 euro l'ora; il datore di lavoro li invitava a dimettersi ogni volta che i lavoratori chiedevano un aumento od una riduzione delle ore. Il servizio di logistica era stato assegnato all'imprenditore da un ente pubblico in seguito a gara d'appalto. Dagli accertamenti, è emerso che l'azienda aveva sbaragliato la concorrenza e vinto l'appalto grazie a un ribasso esagerato. (Maggio 2019) (https://meridionews.it/siracusa-una-denuncia-per-sfruttamento-sul-lavoro-magazzinieri-sottopagati-e-costretti-a-lavorare-di-piu/)
  • Procedimento nei confronti del titolare di una impresa di autotrasporto della provincia di Siracusa e di un suo collaboratore, accusati di caporalato, estorsione, falso ideologico. I due avrebbero imposto agli autisti di guidare oltre il tempo consentito, minacciandoli di licenziamento. (Ottobre 2021) (https://www.trasportoeuropa.it/notizie/autotrasporto/due-indagati-per-caporalato-nellautotrasporto-a-siracusa/)
TERMINI IMERESE NO
TRAPANI SI
  • Procedimento a carico del titolare di un'impresa agricola e di un suo collaboratore esterno che avrebbero impiegato numerosi lavoratori in condizioni disumane, costringendoli anche a dormire in baracche fatiscenti. (Maggio 2018) (https://www.trapanioggi.it/lavoro-nero-e-caporalato-denunciati-imprenditore-agricolo-e-suo-collaboratore)
  • Procedimento a carico del titolare di un'azienda zootecnica di Paceco dedita all'allevamento di ovini per aver impiegato, senza contratto di lavoro ed in condizioni di sfruttamento, un cittadino ghanese titolare di permesso di soggiorno per richiesta di asilo ed impiegato nella pulitura delle stalle. In particolare, il lavoratore era costretto a lavorare circa 70 ore settimanali, con orario dalle 6 alle 14 e dalle 14,00 alle 16,00, per una retribuzione inferiore rispetto a quella prevista per la contrattazione collettiva e pari a circa 750 euro al mese, senza poter godere di straordinari, ferie e riposo settimanale. Il lavoratore alloggiava in uno spazio messo a disposizione dal datore di lavoro e privo di servizi igienici. Il procedimento si è concluso con assoluzione, per insussistenza del fatto, pronunciata dalla Corte di Appello di Palermo. (2019) (pronuncia consultabile sulla banca dati Leggi d'Italia)
  • Inchiesta “Shot of money”: nell'ambito di un controllo in materia previdenziale e contributiva effettuato nei confronti di un supermercato marchio Conad è emerso che numerosi lavoratori erano costretti ad accettare retribuzioni non adeguate alle prestazioni effettuate, con sottoscrizione di buste paga attestanti somme non corrispondenti a quelle alle quali avrebbero avuto diritto. I lavoratori erano costretti a subire tali condizioni dietro minaccia di licenziamento e, talvolta erano anche costretti a presentare dimissioni non spontanee, che venivano messe a verbale all'esito di una procedura conciliativa gestita da rappresentanti sindacali in accordo con i datori di lavoro. Si procede per estorsione e autoriciclaggio. (Novembre 2020) (https://www.trapanisi.it/estorsione-e-autoriciclaggio-indagata-a-trapani-societa-proprietaria-di-supermercati-e-due-sindacalisti/)
  • Posto ai domiciliari, su richiesta della Procura di Trapani, un imprenditore agricolo di Alcamo, accusato di svolgere attività di intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo di alcuni operai da impiegare nei campi, tra cui anche alcuni minorenni. L'indagine ha preso le mosse da segnalazioni dei gestori di centri di accoglienza e coinvolge, oltre all'imprenditore, 11 persone, di cui 6 sono titolari di aziende agricole che si avvalevano della manodopera. Stando alla stampa, i lavoratori percepivano un compenso giornaliero pari a 25 euro, per 6 ore di lavoro. (Gennaio 2021) (https://www.trapanisi.it/caporalato-imprenditore-alcamese-ai-domiciliari/)