ADIR - L'altro diritto

ISSN 1827-0565

Introduzione

Carlotta Happacher, 2012

L'obiettivo del presente lavoro è l'analisi della riforma del sistema italiano di espulsione dello straniero, in particolare in seguito all'intervento del legislatore europeo con la direttiva 2008/115/CE "recante norme e procedure comuni applicabili negli Stati membri al rimpatrio di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare".

Il primo capitolo è dedicato ad alcune premesse generali in ordine al fondamento del potere espulsivo dello Stato e ai limiti che lo stesso incontra nel necessario bilanciamento tra l'interesse statale al controllo delle frontiere e dei flussi migratori da un lato, e la tutela dei diritti fondamentali dell'individuo (quali la vita e l'integrità fisica di fronte al rischio di persecuzione, il diritto alla salute, alla vita familiare...) dall'altro.

Il secondo e il terzo capitolo descrivono il sistema di allontanamento dello straniero antecedente al 24 dicembre 2010 (giorno della scadenza del termine assegnato agli Stati membri per il recepimento della 'direttiva rimpatri'). Si è cercato di tracciare un quadro, per quanto possibile esaustivo, dell'evoluzione del sistema dal 1998 al 2010, prestando particolare attenzione in primo luogo ai punti di maggior frizione con il dettato costituzionale, alle risposte si volta in volta fornite dalla Corte costituzionale e ai conseguenti interventi del legislatore. In secondo luogo, si è messo in evidenza il ricorso sempre più massiccio al diritto penale come strumento di gestione del fenomeno migratorio.

Il quarto capitolo, dopo una breve premessa sulla competenza dell'Unione europea in materia di immigrazione e sugli atti adottati in materia, analizza nello specifico la disciplina dettata dalla direttiva 2008/115/CE, anche attraverso l'interpretazione di alcune importanti disposizioni fornita dalla Corte di Giustizia dell'Unione europea.

In conseguenza del mancato adeguamento della legislazione italiana nel termine prescritto, sono sorti, nelle more del recepimento, numerosi problemi interpretativi dovuti alla radicale difformità tra la procedura espulsiva nazionale e quella delineata dalla direttiva. Pertanto, oggetto del quinto capitolo sono le diverse tesi che si sono affacciate in dottrina e le posizioni assunte dalla giurisprudenza, fino alla questione di interpretazione pregiudiziale sottoposta alla Corte di Giustizia, la sentenza da quest'ultima emessa e le immediate conseguenze nell'ordinamento italiano di detta pronuncia.

Infine, il sesto capitolo si concentra sul decreto 23 giugno 2011, n. 89, convertito con modificazioni in legge 2 agosto 2011, n. 129, con cui il legislatore italiano ha dato attuazione alla direttiva 2008/115/CE, mettendo in evidenza soprattutto gli aspetti critici dell'adeguamento e i problemi che questo ha lasciato aperti.