ADIR - L'altro diritto

ISSN 1827-0565

Capitolo II
La normativa olandese

Maria de Leeuw, 2012

II.1 Una breve retrospettiva

Nel 1572 Hendrik Verstralen in una lettera a sua moglie descrisse in modo calzante quanto è importante il contatto con il mondo esterno per i carcerati: "de brief heeft my meer swaricheyt van mynder herten wech genomen dan alle het goet weert is dat op de aertbodem is" e "dat van buyten coemt sterckt my tienmael meer dan ick by my hebbe". (1) Per i contatti con il mondo esterno (colloqui e corrispondenza) in quell'epoca si dipendeva completamente dalla condiscenza del custode carcerario. Nelle case di correzione aperte nel 1596 e nel 1598 (la 'rasphuis' per uomini e la 'spinhuis', casa di filatura per donne) ad Amsterdam i visitatori, unicamente per divertirsi, potevano andare ad osservare i detenuti. Di ogni diritto, per cui anche del diritto di ricevere visite o di scrivere o ricevere lettere decideva il direttore del carcere (chiamato anche 'cipier'). D'altronde alla maggioranza dei detenuti il diritto di corrispondenza non serviva perché in quell'epoca leggere e scrivere non era un bene comune. È degno di nota l'articolo 30 del Regolamento Statale del 1798 perché in tale disposizione ci si distanziava espressamente delle azioni arbitrarie e illecite: "Alle gestrengheid omtrent gevangenen, buiten hetgeen de wet bepaalt, gelyk mede alle willekeurig verwyl van derzelver teregtstelling en van de uitvoering hunner straf is misdaadig." (2) Il diritto dei detenuti di corrispondenza e di ricevere visite sono stati regolati per legge soltanto Beginselenwet Gevangeniswezen (Legge di principio per l'organizzazione penitenziaria) del 1886. (3) Questa legge era una legge quadro con linee principali, l'esplicitazione seguiva in una Misura Generale di Amministrazione Interna (Gevangenismaatregel, Misura Carceraria) e in Decreti Ministeriali. (4) La gestione suprema dell'organizzazione carceraria era affidata al Ministro della Giustizia e la gestione degli istituti ad un direttore (cipier) da designarsi per ogni singolo istituto, sotto la supervisione di un Collegio di Reggenti. (5) Salta all'occhio la precisa dicitura dell'articolo 4 della Beginselenwet Gevangeniswezen sul principio delle limitazioni minime, che dovevano essere assolutamente necessarie. (6) La corrispondenza epistolare e le visite (solo familiari) erano regolate negli articoli 70 e 71 Gevangenismaatregel. Oltre un secolo fa non si poteva ancora parlare di diritti codificati e nemmeno di una procedura formale per reclami contro le limitazioni di tali diritti.

II.2 Dopo la seconda guerra mondiale

In seguito a una ricerca della commissione Fick l'organizzazione carceraria alla fine degli anni quaranta del secolo scorso è stato revisionata drasticamente. (7) Ciò ha portato nel 1951 ad una nuova legge Beginselenwet Gevangeniswezen (Legge di principio sull'organizzazione carceraria, in seguito: BG) e nel 1953 ad una nuova Gevangenismaatregel (Misura carceri, in seguito: GM), nonché alla redazione di un regolamento interno per ogni istituto. (8) Il direttore del carcere aveva la piena responsabilità della gestione e non era più sotto sorveglianza del Collegio di reggenti. I detenuti con i loro reclami potevano rivolgersi ad una Commissione di Sorveglianza esistente in ogni istituto, le cui pronunce tuttavia non erano vincolanti. (9) Degno di nota è il testo dell'art. 51 comma 1 sub c BG: "La costituzione appartiene alle prescrizioni vigenti nell'istituto da cui il detenuto può ricavare dei diritti". Pare che un appello da parte dei detenuti ai diritti umani stabiliti nella costituzione in quell'epoca non fosse ovvio. Il diritto alla corrispondenza epistolare (almeno una volta ogni due settimane), nonché il diritto ai colloqui (almeno una volta al mese) era regolato nel GM. Si distingueva tra contatti con familiari e contatti con altri. (10) I contatti con questi ultimi venivano concessi solo in via eccezionale. Per telefonare si dipendeva della condiscendenza del direttore. (11) Secondo una Nota sulle carceri del 1964 dell'allora Ministro della giustizia Y. Scholten, dopo l'introduzione della nuova legge erano state effettuate prove per vedere se si potesse abolire la limitazione quantitativa della corrispondenza epistolare e se si potessero ampliare le possibilità delle visite. (12) In tale nota il ministro comunicò alla Camera dei deputati che le prove erano state positive, ma non si giunse ad una modifica della legge. Solo dopo diverse sommosse nelle carceri (tra l'altro a Groningen nel 1971) nel 1977 fu introdotto il diritto di reclamo. (13) Gli sviluppi sociali degli anni settanta e ottanta del secolo scorso di nuovo condussero a una nuova legislazione: la Legge di principio penitenziaria, entrata in vigore nel 1999 (in seguito: Pbw) e la Misura Penitenziaria (in seguito: PM). (14)

II.3 Contatti con il mondo esterno

II.3.1 La normativa attuale - introduzione

Il legislatore costituente olandese nel 1983 ha incluso nell'art. 15 comma 4 Costituzione (in seguito: Gw) il principio che durante la detenzione le limitazioni dei diritti fondamentali sono ammesse nella misura in cui l'esercizio di tali diritti fondamentali non sia compatibile con la detenzione. Già nel 1982 Strijards ha definito la nuova disposizione nell'art. 15 comma 4 Gw 'vaga'. (15) Sui diritti fondamentali per i detenuti in generale De Lange e Mevis osservarono nel 2009: "Nel diritto olandese non sono previste limitazioni specifiche per ogni diritto fondamentale. Dalla costruzione nell'art. 15 comma 4 Gw queste non necessitano base in leggi formali". (16) Che si possano includere limitazioni dei diritti al contatto con il mondo esterno in legislazione inferiore come i regolamenti d'istituto non rende più facile il controllo da parte del giudice. Di conseguenza ciò ha dato adito a molta giurisprudenza. Il principio incluso nell'art. 15 comma 4 Gw di limitazioni minime è stato esplicitato nell'art. 2 comma 4 Pbw. (17) Il principio importante oltre a questo punto di partenza fondamentale, cioè quello della reintegrazione che vuol dire che l'esecuzione della reclusione deve essere il più possibile rivolta alla preparazione del ritorno dei detenuti nella società, è esplicitato nell'art. 2 comma 2 Pbw. I diritti specifici a contatti con il mondo esterno sono regolati a grandi linee nel Capitolo VII Pbw e elaborati per ogni istituto penitenziario in regolamenti interni da stabilirsi dal direttore. (18) Ogni direttore deve basarsi su un modello fissato dal ministro, tuttavia le differenze tra un istituto e l'altro possono essere notevoli. La motivazione relativa alla Pbw non eccelle in chiarezza: "Il governo dovrà anche mettere in grado il detenuto, nella misura in cui la natura della detenzione lo permette, di mantenere il contatto con il mondo esterno attraverso il ricevimento di visite, l'intrattenimento di corrispondenza epistolare e di telefonate (corsivo aggiunto)". (19)

II.3.2 La posizione giuridica dei detenuti

Nella letteratura il diritto a contatti con il mondo esterno viene considerato parte della posizione giuridica dei detenuti. Al riguardo Kelk parla della posizione giuridica 'interna' dei detenuti. (20) In linea di principio non deve scostarsi dalla posizione giuridica di cittadini non detenuti. (21) Nel 1990 Kelk si espresse in modo semplice: "La privazione della libertà a mio avviso deve consistere esclusivamente della privazione della libertà fisica e quanto possibile va evitata ogni pena supplementare." (22) Infine un punto importante: la posizione giuridica di ogni detenuto nei Paesi Bassi è determinata dal luogo dove è recluso e non dal suo stato. Significa per esempio che i detenuti che si trovano ancora in una Casa di custodia, in attesa di traduzione ad un istituto penitenziario, rientrano nel regime per detenuti in via preventiva e di conseguenza non possono ricevere visite senza sorveglianza (par. II.3.5.2).

II.3.3 I diritti materiali - generale

I diritti materiali a contatti con il mondo esterno sono regolati nel Capitolo VII Pbw e comprendono il diritto alla spedizione e alla ricezione di corrispondenza, il diritto di ricevere visite e il diritto di fare telefonate. (23) Come già osservato nel par. II.3.1 questi diritti sono dettagliati in un regolamento interno da stabilirsi da ogni direttore. Il direttore dunque non solo ha un compito esecutivo e sanzionatorio, ma anche di regolamentazione. Nell'istituto egli rappresenta il governo. Nella Pbw sono stabiliti soltanto la durata e la frequenza minima delle visite da ricevere (un ora alla settimana) e delle telefonate da effettuare (dieci minuti alla settimana). (24) Già nel 1990 Vegter osservò al riguardo: "Oltre ai limiti minimi a mio parere ci devono essere anche limiti massimi. I concetti elementari come la sicurezza giuridica e l'uguaglianza dei diritti lo richiedono." (25) I diritti inclusi nella Pbw offrono solo possibilità, non diritti assoluti a contatti con il mondo esterno. (26) In caso di situazioni particolari di detenuti, come un'infezione da HIV, il direttore deve tenerne conto ampliando i diritti ai colloqui e alle telefonate. (27) Il contatto libero con l'avvocato per i detenuti è di importanza essenziale. Per questo nell'ambito della trattazione dei diritti specifici sarà dedicata particolare attenzione all'argomento. (28)

II.3.4 La limitazione dei diritti materiali - generale

Nell'ordinamento penitenziario olandese il direttore assume una posizione centrale. Nella sua responsabilità rientrano quasi tutte le decisioni che incidono sulla vita quotidiana del detenuto e quindi anche quelle che limitano i diritti materiali dei detenuti. Nel processo decisionale il direttore deve sempre mettere in bilancio gli interessi sociali e quelli del detenuto. Ogni anno il direttore redige una relazione annuale per il Ministro della giustizia relativa all'anno precedente nonché un programma annuale per l'anno successivo. (29) Il direttore può trasferire parte dei suoi poteri mediante delega a funzionari operanti sotto di lui. (30) Per l'esecuzione del suo incarico, il legislatore ha attribuito i necessari poteri al direttore. (31) In tale ambito l'art. 4.5 sub c della Circolare con il regolamento per i colloqui 1990 (peraltro ritirata nel frattempo) è degno di nota: "ulteriori regolamenti saranno stabiliti dal direttore dopo che questi abbia avuto il consenso del ministro." (32) Ciò contrasta con l'attribuzione dei poteri dal legislatore formale al direttore. Se e in quale misura vengono limitati i diritti dei detenuti a contatti con il mondo esterno dipende dunque in larga misura dal direttore. Le limitazioni devono essere necessarie allo scopo della privazione della libertà o essere prese nell'interesse del mantenimento dell'ordine o della sicurezza nell'istituto. (33) Il fondamento generale di legge per imporre limitazioni è la necessità di difesa di uno o più dei seguenti interessi: a. l'ordine e la sicurezza nell'istituto; b. il mantenimento dell'ordine pubblico e della sicurezza nazionale; c. la prevenzione di o le indagini relative ai reati; d. la protezione delle vittime e delle altre persone coinvolte nei reati. (34) Il direttore deve tenere conto degli interessi delle vittime. (35) Nell'ambito della trattazione dei diritti specifici si entrerà più nel merito riguardo alle forme e ai modi di limitazione. In linea di principio le possibilità di rifiuto e di limitazione dei diritti non sono riferite alla misura di sicurezza dell'istituto dove soggiorna il detenuto. (36) Il legislatore non fa alcuna distinzione al riguardo e da ciò si può desumere che il principio di risocializzazione valga senza meno per tutti i detenuti. (37) Persino per i detenuti in una cella di rigore o di isolamento in linea di massima valgono le possibilità normali di contatto e di limitazione, con l'esclusione del diritto di fare telefonate (vedi par. II.3.5.3). (38)

II.3.5 I diritti materiali: corrispondenza, colloqui, telefonate

II.3.5.1 Corrispondenza

In linea di massima i detenuti possono scrivere cosa vogliono a chi vogliono, senza limitazione del numero di lettere. (39) Le spese postali sono a carico del detenuto, a meno che il direttore non decida diversamente. Qualora il detenuto non possa farsi carico delle spese, esse vengono pagate dall'istituto in ragione di una lettera alla settimana. Quasi tutti i detenuti nei Paesi Bassi svolgono un lavoro e pertanto devono farsi carico delle spese postali. (40) Il direttore può controllare la posta in arrivo e in partenza, anche diretta alle organizzazioni privilegiate di cui all'art. 37 comma 1 Pbw, sulla presenza di oggetti inclusi nei plichi. (41) Si può altresì controllare e copiare il contenuto della posta in arrivo e in partenza, che può dunque essere letto. Al riguardo il direttore è vincolato unicamente alla condizione che il modo del controllo deve essere comunicato in anticipo agli interessati. (42) Nella pratica ciò viola il segreto epistolare dei detenuti garantito nell'art. 13 comma 1 Gw, senza intervento del giudice per controllare se tali violazioni sono giustificate e senza che la legge preveda un termine massimo di controllo. (43) A causa della censura è possibile che il diritto dei detenuti alla libera espressione venga leso in modo ingiustificato. (44) Il censore tuttavia deve mantenere riserbo su quanto legge nelle lettere, il contenuto non può essere comunicato ad altri. (45) Membri del personale dell'istituto non incaricati della censura non possono leggere lettere, nemmeno durante l'ispezione di una cella. (46) Il direttore può prendere decisioni in base al contenuto delle lettere, come in un caso in cui un detenuto aveva richiesto alimenti vegetariani ma aveva scritto in una lettera di non essere vegetariano. (47) Quando il direttore lo ritiene necessario può rifiutare di spedire o di distribuire determinate lettere. (48) Un divieto integrale di corrispondenza epistolare non è ammesso dalla BC della Raad voor de Sanctietoepassing en Jeugdbescherming (Consiglio per l'applicazione delle Sanzioni e la Protezione della Gioventù, in seguito: RSJ). (49) Purché vi sia un fondato motivo, il ritardo nella distribuzione o nella spedizione della posta è ammesso. (50) Quando un direttore, dietro consultazione con uno psichiatra giunse alla conclusione che una lettera in arrivo comportava rischi per la salute di un detenuto, poté rifiutarne la consegna. (51) La spedizione di una lettera di un detenuto a suo padre, in cui chiedeva di intraprendere azioni in seguito ad una perquisizione personale violenta tuttavia non poté essere rifiutata. (52) In una sentenza del 2004 la BC giudicò che la rimozione di lampadine e di audio da una cartolina di natale era in contrasto con la legge. (53) Come già indicato anche la posta da e verso organizzazioni privilegiate, tra cui avvocati, può essere controllata su oggetti inclusi in presenza dell'interessato, tuttavia il contenuto non può essere letto. Nell'art. 37 comma 1 Pbw tra l'altro è indicata "Autorità giudiziaria" come organizzazione privilegiata, non ulteriormente descritta. Dall'iter legislativo consegue che il legislatore ha inteso dare un'interpretazione funzionale di tale concetto. (54) Ciò ha dato adito a molta giurisprudenza. (55) Anche reclami presentati alla Beklagcommissie (commissione reclami) rientrano nella posta privilegiata, non possono essere aperti o controllati se non in presenza dell'interessato. (56) Il direttore e il ministro possono designare altre persone o organizzazioni diverse da quelle indicate nella legge. (57) Il diritto alla libera corrispondenza epistolare con l'avvocato in linea di principio è assoluto, anche durante le ispezioni di cella non è consentito leggere le lettere all'avvocato. (58)

II.3.5.2 Colloqui

Ogni detenuto ha il diritto a almeno un'ora di colloquio per settimana con la famiglia o con altre persone. Il direttore decide chi è ammesso al colloquio, quanti visitatori vengono ammessi alla volta e dove e in che modo si svolge il colloquio. Le ore e i luoghi per i colloqui sono indicati nel regolamento interno. (59) Per colloquio s'intende "ogni contatto visuale tra il detenuto e un'altra persona, che non soggiorna nel reparto del detenuto e nemmeno partecipa insieme a lui a determinate attività". (60) Ne consegue che i colloqui hanno luogo anche tra due detenuti che soggiornano nello stesso istituto. (61) I detenuti posti in cella di isolamento conservano il loro diritto ai colloqui. (62) La grande importanza rivestita da un contatto continuativo tra genitori detenuti e i loro figli per la risocializzazione dei detenuti non può essere sottolineata abbastanza. Dopo che fino a poco tempo fa era prevalente l'idea che era meglio non fare entrare i bambini nel carcere ora questa importanza appare sempre più chiarassere sufficientemente sottolineato.erminateall. Nel 2010 la ISt (Capitolo V), rimandando alle RPE e all'art. 8 CEDU (diritto alla vita familiare) ha fatto una raccomandazione alla Sectie Gevangeniswezen van de Dienst Justitiële Inrichtingen (Sezione Carceraria del Servizio Istituti Penitenziari) di adeguare i tempi dei colloqui in modo che i bambini in età scolare possano far visita al genitore detenuto al di fuori degli orari normali di visita almeno una volta al mese in spazi speciali, adatti all'uopo e altresì di organizzare quattro giornate speciali genitore-figlio all'anno. (63) Benché ciò abbia portato a migliorie notevoli perché l'orario di visita per bambini normalmente è limitato al mercoledì pomeriggio e al fine settimana, resta da domandarsi se tale frequenza e modalità di colloquio, data la cognizione del tempo, in particolare nei bambini piccoli, sia sufficiente per realizzare il mantenimento del legame affettivo tra il genitore detenuto e suo figlio. (64)

Dopazione di ittimo affidamento. dalla scritta sulla bustanuto da parte di altrie. Nemmeno o una permanenza di tre mesi, è possibile avere un colloquio non sorvegliato una volta al mese, solo in istituti a livello di sicurezza normale. (65) Tale colloquio avviene al posto di uno normale. Requisiti generali per poter essere presi in considerazione per questo sono: a. il colloquio deve contribuire al mantenimento o al rafforzamento dei legami tra detenuto e visitatore e b. si tratta di una persona con cui il detenuto ha una relazione stretta e duratura. (66) Il carcere deve assicurare un locale adatto per il colloquio con letto, servizio e rubinetto. (67) Per molto tempo le autorità, ma anche la letteratura, non hanno quasi o per nulla prestato attenzione alla necessità di contatti sessuali dei detenuti. Si sa che contatti sessuali (consenzienti o meno) avvengono tra detenuti. I colloqui senza sorveglianza in primo luogo rivestono grande importanza per il mantenimento del legame affettivo con il partner il che favorisce la risocializzazione del detenuto. Ma il colloquio non sorvegliato può anche fornire un contributo notevole al miglioramento dei rapporti e dell'ordine all'interno degli istituti. Il colloquio non sorvegliato non viene utilizzato solo per contatti sessuali, ma anche per esempio per festeggiare in modo indisturbato un compleanno con famiglia o amici. Quando due detenuti rinchiusi in due istituti diversi vogliono avere un colloquio, è necessario il consenso sia dell'istituto spedente sia di quello ricevente. Il direttore dell'istituto ricevente può porre delle condizioni supplementari relative alle modalità del colloquio. Il detenuto che lascia il carcere non rientra nel regolamento per i colloqui ma in quello dei permessi. (68) Per essere presi in considerazione per questa forma di colloquio è richiesto che si tratti di una relazione stretta esistente con il partner, fratello o sorella, genitore o figlio e che i due interessati non si siano visti da almeno da sei mesi. Una relazione LAT (Living Apart Together) non viene considerato una relazione stretta esistente, perché non si abita sotto lo stesso tetto. (69) In tale ambito rientra nelle possibilità anche il colloquio senza sorveglianza, per cui valgono in più i requisiti generali per tale forma di colloquio. Un divieto generale di ricevere visite non è previsto nella Pbw e la BC nel 2008 ha confermato che tale divieto non è ammesso. (70) L'ammissione nell'istituto di una o più persone può essere rifiutata per un periodo massimo di dodici mesi. (71) Quando ve ne è motivo (ad esempio a causa del pericolo di fuga), i visitatori sono verificati anticipatamente dal punto di segnalazione GRIP (Gedetineerden Recherche Informatie Punt). È rimarchevole che la BC in una procedura in appello ha visione delle informazioni GRIP ma che queste informazioni così importanti vengono negate al detenuto e al suo avvocato. (72) Come sanzione disciplinare si possono rifiutare colloqui (anche non sorvegliati, vedi l'alinea seguente) con determinate persone per un periodo massimo di 4 settimane, però soltanto se il fatto che ha portato alla sanzione è collegato alla visita di tali persone. Come misura d'ordine questa sanzione non è ammessa. (73) In casi particolari il direttore può negare colloqui senza sorveglianza, ma soltanto in relazione ad uno degli interessi indicati nell'art. 36 comma 4 Pbw. (74) Nel rigetto della domanda di colloquio con una donna che non era la moglie del detenuto la BC vide una intromissione illecita del direttore nella vita privata del detenuto. (75) Il fatto di avere una casa in comune come requisito per colloqui (anche non sorvegliati) tra detenuti dunque non vale per partner che vengono da fuori, ma in ogni caso ci deve essere una relazione stretta. Come viene valutata la qualità del legame in una relazione da parte dei direttori nei vari istituti non è chiaro. Al diniego di un colloquio con un partner pertanto è opportuno che la relativa decisione sia particolarmente motivata.

Chiunque entra in un istituto penitenziario, all'entrata passa un portale metal detector. (76) Le borse e i cellulari sono posti in cassette di sicurezza speciali. La durata del controllo d'entrata non può essere sottratta dalla durata della visita. (77) In base al suo potere generale di gestione il direttore può stabilire in che modo si svolge il colloquio. (78) Di norma si ricevono le visite in una sala, in cui la sorveglianza delle guardie avviene a distanza fuori di udito. La riservatezza della conversazione tra i detenuti e i loro visitatori deve essere garantito al massimo. (79) Quando il direttore lo ritiene necessario, può effettuare un controllo in virtù dell'art. 38 comma 4 Pbw e del regolamento interno. In pratica sono stati presentati spesso - ma invano - reclami relativi alla presenza di una parete divisoria di vetro tra il detenuto e il suo visitatore. (80) Contro il tavolo a serpente posto ormai in molte sale colloqui dalla pronuncia della BC del gennaio di quest'anno non si può più reclamare (annotazione 80). Quando il direttore per motivi di ordine, sicurezza, indagini o eventuali vittime ritiene ce ne sia la necessità, si possono registrare ed ascoltare colloqui tra detenuti e visitatori. La natura e la ragione della sorveglianza devono essere anticipatamente comunicate all'interessato, come per il controllo della corrispondenza epistolare. (81) Agli avvocati deve essere garantito il libero accesso al loro cliente. (82) In linea di massima il colloquio con il cliente può avvenire in tutti i giorni lavorativi, purché annunciato con un giorno di anticipo. (83) Gli avvocati stranieri devono dimostrare di essere iscritti come avvocati nel proprio paese. (84) I membri della RSJ e della Commissione di Sorveglianza (Commissie van Toezicht, in seguito: CvT) hanno il diritto al colloquio in ogni momento. (85) Anche per visitatori privilegiati il direttore può fissare delle regole sulle modalità del colloquio. In linea di principio il colloquio con il detenuto non può essere ascoltato. (86) Una parete di vetro unilaterale che impediva al detenuto di vedere l'avvocato mentre un membro del personale commentava quello che l'avvocato diceva, nel 1993 venne ritenuta in contrasto con gli articoli 5 e 6 CEDU da parte del tribunale dell'Aia. (87) La Corte Suprema olandese nel 1996 giudicò che una parete divisoria di vetro è ammessa durante colloqui con l'avvocato, purché la comunicazione non avvenga attraverso un telefono interno o un microfono. (88)

Talvolta i detenuti vengono esposti agli sguardi di piccoli o grandi gruppi di visitatori che circolano nel carcere. Diversamente dal diritto al colloquio si tratta della situazione speculare, si impongono visitatori violando il diritto al rispetto della vita privata dei detenuti. Ovviamente ciò vale anche quando guardie e visitatori entrano nella loro cella non desiderati. Benché per il direttore sia problematico organizzare le visite di gruppo in modo che i detenuti restino fuori dalla vista dei visitatori, le limitazioni della privatezza devono essere ridotte al massimo. I detenuti devono essere avvisati anticipatamente di tali visite, nella maggior parte dei casi allora possono scegliere di rimanere nella loro cella. (89) Da quando si è appurato che oggetti (droga) venivano contrabbandati negli istituti tramite le aperture del corpo, dopo ogni colloquio si effettua una perquisizione degli abiti e del corpo. (90) Trattasi di un'ispezione esterna delle aperture e delle cavità del corpo. (91) Questo modalità di controllo veniva ritenuta lecita da parte della BC nel 2008. (92) A giudizio della BC la drasticità della modalità della perquisizione personale è un interesse che deve far parte del processo decisionale prima di ricorrervi. (93) La Corte EDU diede una bacchettata ai Paesi Bassi nel 2003 dopo che i carcerati venivano perquisiti regolarmente nel carcere di massima sicurezza. (94) Kelk sull'argomento scrisse: "Da queste ultime sentenze emerge chiaramente che a giudizio della Corte EDU si può parlare anche di violazione dell'art. 3 CEDU già quando le circostanze di detenzione o il trattamento in concreto dei detenuti non sono ritenuti rispondenti al requisito di dignità umana". (95)

II.3.5.3 Telefonate

In un'epoca in cui i cittadini si chiamano continuamente sul cellulare il contatto telefonico - sentire una voce familiare - è da considerarsi un'arteria vitale, soprattutto per quei detenuti i cui familiari a causa della grande distanza non possono venire ai colloqui o vi vengono poco. Il diritto alle telefonate dal carcere è stato codificato soltanto nella Pbw nel 1999. Ogni detenuto ha il diritto di telefonare a proprie spese almeno 10 minuti alla settimana. (96) In linea di principio il detenuto è libero nella scelta del suo interlocutore e può anche effettuare più chiamate nel giro del tempo consentito. Dal 1999 non è più ammesso vietare le chiamate verso i cellulari. (97) I detenuti stessi non possono chiamare da un cellulare e nemmeno avere un telefono cellulare in loro possesso. (98) Al fine di proteggere la vita privata gli apparecchi destinati alle chiamate devono essere installati in luoghi tranquilli dell'istituto. (99) Ogni detenuto ha il diritto di segnalare la detenzione telefonicamente a parenti o amici il giorno dell'ingresso in carcere o al massimo il giorno successivo. (100) Telefonate in entrata vengono passate soltanto in casi molto eccezionali, ad esempio di grave malattia. (101) Quando due coniugi soggiornano in due istituti diversi si fa un'eccezione per uno di loro. Il rifiuto del permesso di fare determinate telefonate deve essere fondato su uno degli interessi indicati nell'art. 36 comma 4 Pbw. Per quanto riguarda la segretezza delle comunicazioni telefoniche in virtù della costituzione è ammessa la violazione da parte di coloro all'uopo designati dalla legge. In questo caso è il direttore cui, dunque in conformità con la costituzione, è stato attribuito tale potere da parte del legislatore. (102) Il termine massimo di durata di un divieto, come il termine per il diniego di ammissione di determinate persone al colloquio, nel 2005 è stato prorogato da tre a dodici mesi. (103) Il divieto assoluto di fare telefonate non è ammesso. (104) Ciò ad eccezione dei detenuti in una cella di rigore o di isolamento, per cui il direttore ha ampio potere discrezionale. (105) Nel Regolamento relativo tuttavia è previsto che il direttore assicuri che il detenuto possa mantenere contatto con il mondo esterno. (106) Le limitazioni possono essere imposte dal direttore soltanto in base all'interesse del mantenimento dell'ordine e della sicurezza nell'istituto o alle necessità derivanti da comportamenti, dallo stato fisico o dallo stato d'animo del detenuto. Che cosa si intende esattamente per stato d'animo e come il direttore lo deve valutare tuttavia non è chiaro.

Quando un detenuto vuole telefonare a un detenuto in un altro istituto penitenziario, i requisiti sono gli stessi di quelli per le visite tra detenuti (par. II.3.5.2), pertanto ci deve essere una relazione stretta esistente. Il diritto fondamentale al rispetto della vita privata durante i colloqui telefonici è garantito nel secondo comma dell'art. 13 Gw. Pertanto non sorprende che la BC giudicava già dal 1980 che non tutte le conversazioni possono essere ascoltate sistematicamente. (107) Quando nel 2003 si ascoltò un colloquio e in seguito lo si interruppe perché il detenuto stava esprimendosi negativamente sul personale carcerario la BC ritenne fondata il relativo reclamo. (108) Dopo un reclamo sull'ascolto di una conversazione telefonica di un detenuto sospettato di importazione di droga, la BC non solo ritenne fondato, ma persino obbligato il direttore ad ascoltare i colloqui telefonici quando ci sono sufficienti indizi di un reato. (109) Nell'ambito delle indagini penali l'interesse generale dunque prevale sempre sul diritto al rispetto della vita privata del detenuto. Non è chiaro in quale misura i colloqui telefonici sono ascoltati nella pratica e in quale misura tale diritto dei detenuti viene violato in realtà. Non si deve dimenticare che il diritto al rispetto della vita privata vale anche per gli interlocutori che non sono sempre al corrente che le conversazioni vengono ascoltate. Nella sentenza "Doerga vs. Paesi Bassi" la Corte EDU nel 2004 giudicò che la normativa olandese nel momento dell'ascolto dei colloqui telefonici non era sufficientemente chiara. (110) Nel 2008 la BC giudicò che il controllo secondo la norma nel frattempo modificata in generale non era in contrasto con l'art. 8 CEDU. (111) Il controllo di cui all'art. 39 comma 2 Pbw è ora elaborato nell'art. 23a PM e in un Decreto del 2010. (112)

I detenuti hanno il diritto di contatto telefonico libero con il loro avvocato. (113) Non è ammesso il controllo di colloqui con avvocati e in caso di azione penale ciò può portare a non ammissibilità del PM. (114) La durata dei colloqui telefonici con l'avvocato non può essere sottratta dal tempo settimanale normalmente concesso per le telefonate. (115) Quando l'avvocato di un cliente detenuto chiede di domandare all'assistente sociale di chiamarlo, in linea di principio si deve soddisfare tale richiesta. (116) Ciò vale anche per coloro che si trovano in una cella di rigore o di isolamento. Nel 1995 venne rifiutato il permesso di telefonare all'avvocato dalla cella di rigore. La BC lo giudicò ragionevole perché il detenuto non aveva evidenziato sufficientemente l'urgenza. (117) Ciò sembra in contrasto con la normativa, in cui si garantisce il contatto tra detenuti che si trovano nella cella di rigore con persone privilegiate. (118) Nel 2008 un direttore assunse la posizione che l'iniziativa al contatto spettasse all'avvocato. La BC non era d'accordo e giudicò che l'intento dell'art. 39 comma 4 Pbw è che il detenuto qualora sia necessario e possibile può contattare liberamente (tra l'altro) il suo avvocato. In seguito la BC consigliò la seguente modalità per tali casi. Prima si deve chiamare l'avvocato che deve rendere plausibile la necessità asserita da parte del detenuto. (119) In questo modo l'avvocato viene a trovarsi in una posizione difficile, in particolar modo quando non ha idea del motivo per cui il detenuto desidera parlargli. I diritti dei detenuti vengono così limitati, usando possibilmente l'avvocato come strumento. (120) Nel 2010 la BC giudicò che al direttore, nello stabilire della necessità o meno di contatto telefonico del detenuto con il suo avvocato, spetta solo un potere discrezionale marginale. L'assunto di un direttore che la necessità deve essere dimostrata dal detenuto e che un ulteriore requisito sia che la trattazione della causa (penale) sia imminente, è rigettato dalla BC. (121)

Dall'iter legislativo risulta che una provvisione di legge per l'uso dei mezzi moderni di comunicazione e di internet non è intesa da parte del legislatore con la concessione del diritto alle telefonate nell'art. 39 Pbw e nemmeno altrove nella Pbw è previsto un tale utilizzo. (122) Eppure nel 2006 la BC, rimandando alle RPE, giudicò irragionevole il rifiuto di portare all'interno dell'istituto un webcam pagato dallo stesso detenuto per poter comunicare con il figlio minore in Israele. Nella sua annotazione sotto tale pronuncia Kooijmans parla di un processo di prova. Egli è del parere che la Pbw non si oppone ad altre forme di contatto diverse da quelle indicate nel Capitolo VII Pbw. (123) In alcune carceri è previsto un uso limitato del PC per studio o gioco, ma da nessuna parte è ammesso l'uso di e-mail- o internet. In assenza di una normativa per l'uso di mezzi moderni di comunicazione nemmeno è prevista una limitazione. La tutela della vita privata per la corrispondenza telefonica come prevista nell'art. 13 comma 2 Gw si estende anche ai mezzi moderni di comunicazione. (124)

II.3.5.4 I contatti con i media

Nell'art. 40 Pbw si trova una provvisione separata per i contatti con i media, in cui è esplicitato il principio di libera espressione (art. 7 Gw, art. 10 CEDU e art. 19 Patto Internazionale sui diritti politici e civili). L'iniziativa per questa forma di contatto può essere presa sia dalla stampa sia dal detenuto stesso. Dall'iter legislativo consegue che questa forma di contatto deve essere considerata un servizio accessorio, in aggiunta alla normativa esistente per i colloqui e per l'uso del telefono. (125) Il direttore può concedere al detenuto un permesso per contatti con la stampa, purché siano garantiti l'ordine e la sicurezza nell'istituto e i diritti e le libertà di altri (vittime e parenti di vittime decedute) non siano messe in pericolo e non vengano ostacolate le indagini penali. (126) Pertanto non esiste un diritto assoluto di contatti con i media e al riguardo spetta un ampio potere di discrezionalità al direttore. Egli deve basare il rifiuto di permesso su uno o più degli interessi indicati nell'art. 40 comma 1 Pbw. In aggiunta agli interessi indicati nell'art. 36 comma 4 Pbw in tale articolo oltre al mantenimento dell'ordine pubblico sub b sono indicati il buon costume e sub c i diritti e le libertà di altri. Le possibilità di limitazione dunque sono notevolmente più ampie. All'ammissione il direttore può porre condizioni e in caso di mancato rispetto di tali condizioni può fare estromettere i giornalisti dall'istituto. (127) In un decreto ministeriale del 1999 è incluso un contratto modello per contatti con i media. (128) Su questo argomento c'è molta giurisprudenza. (129) In una pronuncia del novembre 2007 la BC ha sottolineato la facoltà propria del direttore di concedere o meno contatti con i media. (130) Ne consegue che la RSJ considera inopportuna la restrizione di tale potere, attribuito al direttore dal legislatore, da parte del ministro. Il reclamo di un detenuto in merito ad un visitatore che appena prima del colloquio aveva comunicato di essere giornalista e per questo non era stato ammesso, nel 2009 fu dichiarato fondato. (131)

II.4 Tutela giuridica

II.4.1 Introduzione

Per quanto riguarda la tutela giuridica dei detenuti non è tanto questione di quali diritti sono loro riconosciuti dal legislatore, ma piuttosto la questione se e in quale misura tali diritti essi possono far valere nella pratica e possono essere attuati. In altre parole riguardo ai contatti con il mondo esterno trattasi soprattutto dalla misura in cui i diritti possono essere concretizzati e dalla misura in cui possono essere limitati e fin dove i detenuti dispongono di rimedi giurisdizionali efficaci contro la limitazione di tali diritti. Nel seguente sottoparagrafo si discutono le diverse forme di tutela giuridica. Si entrerà anche nel merito dei compiti di consulenza e di giurisdizione della RSJ e dei problemi concernenti l'indipendenza e l'imparzialità dell'amministrazione della giustizia, requisiti previsti nell'art. 6 CEDU.

II.4.2 Reclamo e appello

Il diritto al reclamo venne incluso nella GM del 1953 solo tramite modifica con Decreto Reale del 22 aprile 1977. (132) La Pbw prevede l'istituzione di una Commissione di Sorveglianza (CvT) in ogni istituto. Un membro di tale commissione in veste di 'commissario del mese' mantiene i contatti con i detenuti. Tra i suoi membri la commissione nomina una commissione reclami di tre membri. (133) Questa commissione reclami, presso cui si devono presentare i reclami scritti, può passare un reclamo al commissario del mese per un tentativo di mediazione. (134) La commissione reclami si riunirà tante volte quante necessarie per la trattazione e la definizione dei reclami, a meno che il presidente non definisca la questione de plano. (135) Reclami sono possibili solo contro decisioni (o decisioni che si fanno attendere) del direttore che riguardano direttamente il detenuto interessato. Pertanto su regole generali e atti di fatto il Capitolo XI Pbw non si applica. Trattasi dunque di un diritto di reclamo individuale, che non ha effetti verso terzi. (136) Il reclamante dove necessario ha diritto ad assistenza giuridica sovvenzionata, a un interprete e alla visione della sua pratica. (137) La commissione reclami dichiara il reclamo non ammissibile, fondato o infondato. La dichiarazione di fondatezza avviene quando la decisione è stata presa in contrasto con una disposizione di legge o con una disposizione convenzionale vincolante per chiunque e quando la decisione è ritenuta irragionevole o iniqua. Secondo Bleichrodt la verifica di ragionevolezza ed equità comprende anche quella dei principi generali di buona amministrazione e questo criterio di verifica comporta che laddove al direttore spetta potere discrezionale, tale potere deve essere rispettato. (138) Con ciò sottolineò il carattere amministrativo della procedura di reclamo e di appello. A meno che il reclamo sia chiaramente non ammissibile, infondato o fondato sia il reclamante sia il direttore sono uditi. (139) La commissione reclami può raccogliere informazioni verbali o scritte da altre persone, dunque chiamare testimoni o esperti, ma il reclamante non ha tale diritto. (140) Nel caso di una dichiarazione di fondatezza la commissione reclami può ordinare al direttore di prendere una nuova decisione, ma può anche stabilire che la sua pronuncia sostituisca la decisione del direttore. La commissione può anche solo annullare la decisione, interamente o parzialmente. (141) Il giudizio avviene non appena possibile, in ogni caso entro quattro settimane o nel caso di circostanze particolari entro otto settimane. (142) Nella sentenza deve essere indicato che il detenuto può ricorrere presso la commissione di appello della sezione dell'organizzazione carceraria (Sectie Gevangeniswezen) della RSJ nonché entro quale termine e in che modo. (143) La RSJ è un organo indipendente con 60 membri, fondato nel 2001 dopo la fusione della Centrale Raad voor de Strafrechttoepassing (Consiglio Centrale per l'applicazione del diritto penale, fondato nel 1953) e con il College van Advies voor de Justitiële Kinderbescherming (Collegio di consulenza per la protezione infantile, fondato nel 1955). La RSJ ha compiti sia di consulenza, sia di giurisdizione a favore del sistema carcerario, gli istituti TBS e della protezione della gioventù. La sezione giurisdizionale della RSJ consiste di tre giudici togati e tratta in appello le pronunce dei giudici di reclamo. (144) Trattasi di una procedura giurisdizionale in contraddittorio. Nel caso di una dichiarazione di fondatezza dell'appello può essere concesso un compenso in denaro o di altra natura. Poiché il compenso non è di natura risarcitoria, gli importi sono bassi (il minimo ammonta a 5 Euro). (145) Le pronunce della commissione d'appello sono vincolanti, pertanto non è possibile appellarsi. (146) Non è nemmeno previsto il ricorso in cassazione, dato il carattere di diritto amministrativo della procedura di appello. Esiste la possibilità di presentare, insieme al reclamo (presso la commissione reclami), una domanda di sospensione della decisione presso il presidente della commissione d'appello. (147) Quando si tratta della concessione di un favore non servirà, poiché il direttore può nuovamente rigettare la domanda. In tal caso il detenuto può rivolgersi al giudice civile per i provvedimenti cautelari. (148) Finché la commissione non si pronuncia, è possibile presentare di nuovo una domanda di sospensione dopo la presentazione del ricorso presso la BC. (149)

L'indipendenza e l'imparzialità dei membri della commissione reclami e della commissione d'appello presso la RSJ sono sufficientemente garantite? Il doppio compito della RSJ (consulenza e giurisdizione) non ostacola necessariamente l'indipendenza e l'imparzialità della giurisdizione. (150) Tuttavia non viene reso pubblico quali membri della RSJ partecipano alla consulenza e quali alla giurisdizione e, diversamente che nella giurisdizione regolare, i membri della commissione d'appello della RSJ non sono nominati a vita. Mancano norme di legge per la ricusazione e per l'astensione dei giudici. (151) La procedura non si svolge in pubblico, ma né la convenzione né la Corte EDU lo richiedono. (152) La decisione di ammettere il pubblico rientra nel potere di gestione del direttore. (153) De Lange e Mevis sono del parere che la pubblicità sia opportuna al fine di poter controllare il metodo di lavoro dei giudici di reclamo e di appello. (154) In parte ciò viene risolto dalla pubblicazione di tutte le pronunce sul sito web della RSJ. (155) Ci si può chiedere inoltre se le regole per l'audizione di esperti devono essere ampliate in modo che anche i reclamanti avranno il diritto di chiamare testimoni ed esperti. (156) Fatto notevole è che i Paesi Bassi non hanno ratificato il Settimo Protocollo Addizionale alla CEDU, in cui è codificato il diritto del giudizio in due gradi. (157) Nell'art. 18 comma 2 PM è previsto che il presidente della commissione reclami deve essere di preferenza un membro della magistratura preposto alla giurisdizione. Un secondo punto è che la Pbw non prevede la ricusazione dei giudici. La BC ha confermato che il diritto penitenziario non permette l'applicazione del diritto di ricusazione analogamente al diritto amministrativo. (158) Oltre al reclamo e all'appello ci sono altre possibilità di lamentela per i detenuti. Possono scrivere senza essere censurati agli organi elencati nell'art. 37 comma 1 Pbw. (159) Inoltre possono presentare reclamo presso l'Ombudsman nazionale. (160) Si può anche intentare un procedimento d'urgenza contro lo stato olandese per atti illecito di governo. (161) Qualora tuttavia esistesse ancora la possibilità di presentare reclamo e appello, il giudice civile dichiarerà la domanda dell'attore non ricevibile. (162) Dopo aver esaurito i rimedi giurisdizionali nazionali, infine ci si può rivolgere alla Corte EDU. (163)

II.5 Detenuti stranieri

Il sistema carcerario olandese, così scrisse Vegter nel 1992, non prevede servizi speciali per questa categoria. (164) Per chi non parla la nostra lingua comunicare è problematico. Il personale carcerario spesso non ha avuto una formazione plurilingue e non sempre è a conoscenza dei diritti specifici dei detenuti stranieri. (165) Si pensi anche al diritto di reclamo e alle procedure da seguirsi, al diritto di appello e alla possibilità di misure cautelari e di sospensione della decisione. (166) Il presidente della commissione reclami tuttavia deve procurare un interprete quando un detenuto in una procedura di reclamo non comprende sufficientemente la lingua olandese. Come ciò si applica nella pratica e che cosa si intende con sufficientemente non è chiaro. (167) Il detenuto può presentare il reclamo nella propria lingua. Il presidente della commissione reclami può stabilire (ma dunque non vi è costretto) che il reclamo venga tradotto. (168) La posta non distribuita deve comunque essere tradotta e a tale fine si richiede dal direttore uno sforzo notevole. (169) Ai detenuti stranieri si deve offrire l'occasione di contatti con le rappresentanze consolari dello stato cui appartengono. (170) Infine giova osservare che qualora la famiglia abiti lontano, questi detenuti non ricevono quasi o del tutto visitatori e che telefonare è costoso. (171) I mezzi moderni di comunicazione potrebbero essere una soluzione per questo gruppo di detenuti, ma come già affermato tuttora l'uso di tali mezzi non è ammesso (par. II.3.5.3).

Note

1. Traduzione libera in italiano contemporaneo: "La lettera mi ha tolto più peso dal cuore del valore intero di quanto c'è di buono in questo mondo" e "quello che viene dall'esterno mi rinforza di più di tutto quanto ho con me", come citato in: A. Hallema, De Geschiedenis van het Gevangeniswezen: hoofdzakelijk in Nederland, 's Gravenhage: Staatsdrukkerij en Uitgeverijbedrijf 1958, p. 47. Per 'cipier' si intendeva generalmente il custode del carcere. Sinonimi erano: sluyter, stokkenmeester, steenwaerder, gardian, carcermeester, kasteleyn. La parola olandese 'kerker' proviene del latino carcer, da cui deriva la parola italiana contemporanea 'carcere'.

2. Traduzione libera: "Ogni severità nei confronti dei carcerati, oltre quanto dispone la legge, così come ogni rinvio arbitrario della loro esecuzione e dell'esecuzione della loro pena è delittuoso". Ontwerp van Staatsregeling voor het Bataafsche Volk, door de Constitueerende Vergadering, ter goedkeuring of afkeuring aan hetzelve volk voorgedragen (Disegno di Regolamento Statale per il Popolo Bataviero, presentato allo stesso popolo dall'Assemblea Costituente, in approvazione o diniego"), 's Gravenhage: Ter 's Lands Drukkerij 1798.

3. Wet van den 14den April 1886, tot vaststelling der beginselen van het gevangeniswezen, Stb. 1886, n. 62, basato sull'articolo 22 del Codice Penale olandese, 1881, Stb. 35.

4. Algemene Maatregel van Inwendig Bestuur, Besluit als bedoeld in art. 22 Wetboek van Strafrecht, 1886, Stb. 159. Vedi anche Gestichtenwet, 3 gennaio 1984, Stb. 1884, n. 3, per la ripartizione degli istituti. Le amministrazioni redigevano un regolamento interno per ogni istituto, da approvarsi dal Re.

5. Art. 1 e 2 BG 1886. Il collegio era composto dal sindaco, dal procuratore e da tre cittadini.

6. Art. 4 BG 1886: "De gevangenen, bedoeld in artikel 3, sub 2 en 3 van de wet van 3 januari 1884, (Staatsblad n. 3), worden aan geene andere beperkingen onderworpen dan die voor het doel hunner opsluiting of in het belang der orde volstrekt noodzakelijk zijn" (cursivering toegevoegd). In het huidige art. 2 lid 4 Pbw is het woord 'volstrekt' niet meer opgenomen. ("I reclusi, ai sensi dell'articolo 3, sub 2 e 3 della Legge del 3 gennaio 1884, non saranno assoggettati a nessun'altra limitazione diversa da quelle che sono assolutamente necessarie allo scopo della loro reclusione o nell'interesse dell'ordine (corsivazione aggiunta). Nell'attuale art. 2 comma 4 Pbw non è più inclusa la parola 'assolutamente').

7. Commissie-Fick, 's-Gravenhage, 1947.

8. BG, 21 dicembre 1951, Stb. 596; GM: KB, 23 maggio 1953, Stb. 238. Art. 22 BG: "Het opperbeheer der gestichten berust bij Onze Minister, die (...) voor elk gesticht een huisreglement vaststelt" (La gestione degli istituti grava sul Nostro Ministro, che (...) stabilisce un regolamento interno per ogni istituto).

9. Art. 26 BG. Questa possibilità, oltre al reclamo in base all'art. 60 Pbw, esiste tuttora.

10. Art. 90, art. 91 e art. 92 GM.

11. Art. 92a GM.

12. Gevangenisnota, Kamerstukken II, 1964-1965, n. 7709, n. 2, p. 29.

13. Stb. 1977, 231.

14. Stb. 1998, 430; Stb. 1998, 111.

15. G.A.M. Strijards, De vrijheid van de fysieke persoonlijkheid, in: Grondrechten (Jeukens-bundel), Nijmegen: Ars Aequi Libri 1982, p. 325.

16. J. de Lange & P.A.M. Mevis, De gedetineerde als rechtssubject; algemene aspecten van de rechtspositie van gedetineerden, in: Detentie, gevangen in Nederland, Alphen aan den Rijn: Kluwer 2009, p. 382.

17. Sono solo ammesse limitazioni necessarie allo scopo della detenzione o nell'interesse dell'ordine o della sicurezza.

18. Art. 5 comma 1 Pbw. È rimarchevole che le regole relative ai contatti con il mondo esterno non sono state elaborate nel regolamento di esecuzione, il PM.

19. Kamerstukken II, 1994-1994, 24 263, n. 3, p. 11. Le parole "nella misura in cui" si ricollegano all'art. 15 comma 4 Gw.

20. C. Kelk, Nederlands Detentierecht, Deventer: Kluwer 2008, p. 7; A. Geurts, De rechtspositie van de gevangene, Assen: Van Gorcum 1962, p. 8.

21. Diversamente Th.W. van Veen, "Gedenken van Jonkers, Her-denken over de vrijheidsstraf. Toespraak bij de aanbieding van de Jonkers-bundel op 27 febbraio 1987" in: NJB 1987, afl. 19, p. 603. A suo parere l'allontanamento dalla società e un regime rigoroso dovrebbero formare il principio base, altrimenti il carattere punitivo andrebbe perso. "Dat uitgangspunt heeft consequenties. (...) Dat impliceert bijvoorbeeld dat we het contact beperken tot familieleden en geselecteerde bezoekers" (Tale principio base ha conseguenze. (...) Ciò implica ad esempio che limitiamo il contatto ai membri della famiglia e ai visitatori selezionati).

22. "De vrijheidsbeneming dient m.i. uitsluitend uit fysieke vrijheidsbeneming te bestaan en ieder extra leed dient zoveel mogelijk te worden vermeden.", C. Kelk, Contacten van gedetineerden met de buitenwereld, in: Buiten de muren - Relaties van gedetineerden, M. Moerings en G. Ter Haar (red.), Arnhem: Gouda Quint 1990. Nel 2005 Kelk lo ripeté nel modo seguente: "In un ordinamento sanzionatorio moderno la massima dell'esecuzione della pena è che il disagio sotteso alla pena deve essere comminato senza dolore supplementare e per quanto possibile evitato" ("De stelregel van de straftenuitvoerlegging in een modern sanctiestelsel is dat de pijn die met de straf is bedoeld zoveel mogelijk zonder extra pijn moet worden voltrokken"), C. Kelk, De zwakheden van het detentierecht, Ars Aequi 2005, n. 7/8, p. 590.

23. Art. 36 e.v. Pbw.

24. Art. 38 comma 1 e art. 39 comma 1 Pbw.

25. P.C. Vegter, Deconcentratie: enkele voorwaarden en gevolgen, in: Sancties 1990, p. 191.

26. Che molti detenuti non ricevano visite può essere indice di un tabù sulla detenzione che persiste nella società. Secondo quanto dichiarato da una guardia carceraria durante una visita dell'autrice al carcere femminile di Ter Peel il 31 gennaio 2011 il 40% delle donne detenute non riceve mai visite. D'altronde era già così negli anni 60 del secolo scorso: "Risulta che molti non ricevono o non ricevono quasi visite: 32 dei 62 detenuti", R. Rijksen, Vijf jaar tot levenslang, langgestraften in de gevangenis te Breda, Alphen aan den Rijn: Samson 1967.

27. Beroepscommissie (Commissione d'appello, in seguito: BC) 27 marzo 1987, A 5/87, PI 1987, 40.

28. Art. 18 comma 1 Gw; art. 28 comma 2, art. 50 comma 1 Sv; art. 37 comma 1, art. 38 comma 7, art. 39 comma 4 Pbw.

29. Art. 2 PM.

30. Il combinato disposto degli articoli 3 comma e 5 comma 2 Pbw.

31. Art. 3 comma 3 Pbw.

32. Circulaire bezoekregeling, 15 novembre 1990, n. 35241, DJI 90, Sancties 1991, 3, suppl. VI, p. 4.5 sub c.

33. Art. 2 comma 4 Pbw.

34. Il combinato disposto degli articoli 36 comma 4 e art. 38 comma 3.

35. MvT, Kamerstukken II, 1994/1995, 24 263, n. 3, p. 56.

36. Art. 13 comma 1 Pbw indica i vari regimi: sicurezza molto bassa, sicurezza bassa, sicurezza normale, sicurezza supplementare, massima sicurezza (EBI). Nella presente tesi la selezione per la collocazione nei diversi regimi non viene discussa.

37. Cfr. Sancties 1994, 57 con annotazione di R. Verpalen.

38. Art. 55 comma 1; art. 24 comma 2 Pbw; Regeling Straf- en afzonderingscel penitentiaire inrichtingen, 15 giugno 1999, Sancties 1999, 11. In questo regolamento viene sottolineato il diritto di contatto libero con privilegiati (art. 37 comma 1 Pbw).

39. Art. 36 comma 1 Pbw. La limitazione della posta non privilegiata è stata considerata ragionevole in un carcere di massima sicurezza in BC 17 giugno 1997, A97/144. Diversamente: Rijksoverheid.nl, Welke rechten heeft een gedetineerde?: "Il detenuto può mantenere contatti con il mondo esterno. Può spedire e ricevere quante lettere vuole".

40. Il ricompenso è di 12,80 Euro/settimana, in contrasto con la Regola 26.10 RPE (compenso equo). G. de Jonge, Arbeid, in: Detentie, gevangen in Nederland, Alphen aan den Rijn: Kluwer 2009, p. 598.

41. Art. 36 comma 2 e comma 3 Pbw, art. 37 comma 1 Pbw.

42. Art. 36 comma 3 Pbw. Per i privilegiati indicati nell'art. 37 comma 1 Pbw non vale questa disposizione.

43. "Het briefgeheim is onschendbaar, behalve, in de gevallen bij de wet bepaald, op last van de rechter (Il segreto epistolare è inviolabile, tranne nei casi stabiliti dalla legge, su ordine del giudice (corsivazione aggiunta)".

44. Art. 7 Gw.

45. BC 19 dicembre 1980, A105/80; P.A.M. Mevis e T. Blom, Artikel 13, in: A.K. Koekkoek (red.), De grondwet, Een systematisch en artikelsgewijs commentaar, Deventer: Kluwer 2000, p. 192.

46. BC 2 marzo 1981, A 140/80.

47. BC 17 marzo 1981, A138/80.

48. Art. 36 comma 4 Pbw. Il rifiuto della direzione del carcere di spedire lettere e del permesso di fare telefonate può ledere anche il diritto del detenuto alla libera espressione, art. 36 comma 4 Pbw, art. 7 Gw e art. 10 CEDU. In questa tesi tale argomento non sarà ulteriormente discusso.

49. BC 29 gennaio 2002, Sancties 2002, 26.

50. BC 8 aprile 1993, A10/93 e BC 28 aprile 1993, A494/93.

51. BC 12 marzo 1986, A2/86.

52. BC 28 gennaio 1985, A167/84; BC 19 maggio 2000, 00/235/GA; BC 27 agosto 2001, 01/1145/GA. Cfr. art. 11 Gw, in cui è previsto il diritto di incolumità del corpo.

53. BC 5 aprile 2004, 04/168/GA, Sancties 2004, 21.

54. MvT, Kamerstukken II, 1994/1995, 24 263, n. 3, p. 56.

55. BC 15 novembre 2006, n. 05/122/B, Sancties 2007, 18. Il CJIB non vi fa parte. In BC 21 maggio 1990, SG-A90/90 la BC giudicò che le lettere del Consolato e dell'Ambasciata d'Italia potevano essere aperte. Dunque le ambasciate e i consolati stranieri non sono organizzazioni privilegiate. Nemmeno gli assistenti spirituali appartengono a tale categoria, BC 20 aprile 1999, A99/86/GA, Sancties 1999, 5. Al CPT (Capitolo IV) si può scrivere liberi da censura, BC 16 ottobre 1996, A 96/382.

56. BC 29 gennaio 2010, 09/2786/GA, DD 2010, p. 1064. Il rifiuto del direttore di ricevere un reclamo è in contrasto con l'art. 61 comma 2 Pbw, BC 22 gennaio 2010, 09/2939/GA.

57. Art. 37 comma 1 Pbw; Regeling geprivilegieerde post gedetineerden, 20 ottobre 1998, n. 715636/DJI, Stc. 1998, n. 211, p. 9.

58. Art. 50 comma 1 Sv: (...) "scambiare lettere senza che altri prendano conoscenza del contenuto". Che la posta proviene dall'avvocato o è a lui destinata deve risultare dalla scritta sulla busta, BC 21 gennaio 1991, A243/90; BC 7 marzo 2005, 04/3107/GA.

59. Art. 3 comma 3 Pbw; il diritto ad orari più lunghi di visita in un libretto con istruzioni deve essere rispettato sulla base del principio del legittimo affidamento, BC 28 aprile 1988, A3/85, PI 1988, n. 66.

60. Regeling toelating en weigering bezoek en beperking telefooncontacten penitentiaire inrichtingen, Stc. 2006, 77.

61. MvT, Kamerstukken II, 1994/1995, 24 263, n. 3, p. 58/59.

62. Regeling straf- en afzonderingscel penitentiaire inrichtingen, 15 giugno 1999, Sancties 1999, 11, art. 21 comma 4; vedi anche ISt, Inspectierapport Penitentiaire Inrichting Zwolle, novembre 2010, p. 32.

63. Ispezione dell'Istituto Penitenziario di Zwolle, relazione di novembre 2010, p. 28.

64. Il reclamo di un detenuto, che non aveva la possibilità di abbracciare il figlio a causa di un tavolo speciale a serpente nella sala colloqui, che invocava l'art. 8 EVRM, fu dichiarato infondato, BC 18 febbraio 2010, 09/2997/GA, DD 2010, p. 1065; nel gennaio di quest'anno un reclamo simile fu dichiarato non ammissibile, perché si trattò di una misura generale, BC 4 gennaio 2011, 10/2828/GA.

65. Circolare Bezoek zonder toezicht voor gedetineerden, 8 settembre 2000, n. 5041936/00/DJI, Stc. 176. Nella circolare si estende la possibilità ai reparti di sicurezza con trattamento individuale (BIBA). Un appello all'art. 8 EVRM in tale ambito in BC 12 marzo 1997, A96/757, Sancties 1997, 30.

66. Art. 3.8.1 Model-huisreglement. Una richiesta di colloquio non sorvegliato deve essere inviata al direttore sia dal detenuto sia dal visitatore.

67. Art. 3.8.1 Model-huisreglement. In BC 4 marzo 2010, n. 09/3983/GA la BC giudicò che lo spazio non rispondeva a tale requisito. Al reclamante venne assegnata una compensazione di 25 Euro.

68. Regeling tijdelijk verlaten van de inrichting, 24 dicembre 1998, n. 733726/98/DJI, Sancties 1999, 4, ultimamente modificato il 23 giugno 2008, 5546389/08/DJI, Stc. 2008, 129; BC 3 novembre 1994, A94/496.

69. BC 5 aprile 2005, 04/2841/GA, Sancties 2005, 26 con annotazione di G. de Jonge.

70. BC 8 luglio 2008, 08/0883/GA.

71. Fino al 2005 il periodo massimo era di tre mesi, termine che il legislatore ha esteso con ben 9 mesi! Art. 38 comma 3 Pbw, Stb. 2006, 24 (Reparatiewet II Justitie). In BC 3 maggio 1995, A95/101, Sancties 1995, 50 un periodo di sei mesi era stato giudicato dalla BC troppo lungo, di tre mesi ragionevole.

72. GRIP, Zoetermeer. Il DJI fornisce al direttore elenchi aggiornati mensilmente. BC 12 aprile 1996 A94/789, Sancties 1996, 73; BC 7 giugno 1996 A 96/63-64.

73. Art. 51 comma 1 sub b Pbw; C. Kelk, Nederlands Detentierecht, Deventer 2008, p. 181; BC 13 gennaio 2005, n. 04/2883/GA.

74. BC 7 ottobre 2002, 02/0902/GA, Sancties 2003, 7 (colloquio ritenuto non nell'interesse del figlio, la detenuta madre era affetta di Münchhausen by proxy, una patologia in cui la madre causa malattie al figlio per procurarsi attenzione) e BC 4 dicembre 2004, 02/21044/GA.

75. BC 24 maggio 1984, A42/84, PI 1984, 57; BC 17 giugno 1985, A61/85.

76. Regeling toegangscontrole bezoekers penitentiaire inrichtingen, 20 maggio 1999, n. 752566/99/DJI, Sancties 1999, 22.

77. BC 18 giugno 1981, A35/82, PI 1982, 77.

78. Art. 3 comma 3 Pbw.

79. MvT, Kamerstukken II, 1994/1995, 24 263, n. 3, p. 56. Art. 8 CEDU.

80. Pres. Rechtbank Den Haag, 11 gennaio 1994: ai partner e ai familiari di primo grado deve essere consentito un colloquio al mese senza parete divisoria di vetro. Il detenuto non può optare per tale parete al fine di evitare la perquisizione personale dopo il colloquio, BC 29 maggio 1988, A97/770, Sancties 2008, 47. Un reclamo, con appello all'art. 8 CEDU (un detenuto nel carcere di massima sicurezza non poteva abbracciare il figlio) di recente è stato dichiarato infondato, BC 18 febbraio 2010, 09/2997/GA, DD 2010, p. 1065.

81. Il combinato disposto degli articoli 38 comma 4 e 36 comma 4 Pbw.

82. Il combinato disposto dell'art. 50 Sv comma 1 e l'art. 37 comma 1 sub i Pbw. Per il diritto all'assistenza di un avvocato vedi l'art. 28 Sv.

83. Art. 3.8.2 Model-huisreglement.

84. BC 21 giugno 2002, n. 02/0262/GA e art. 16a - 16f Advocatenwet (Legge sugli avvocati).

85. Il combinato disposto degli articoli 38 comma 7 e 37 comma 1 sub g e h Pbw. Il CvT ha accesso a tutti i luoghi, art. 15 comma 1 PM.

86. Eccetto soltanto nel caso in cui l'avvocato stesso è sospettato di un reato e caso in cui non può nemmeno invocare il suo diritto di astensione in virtù dell'art. 218 Sv.

87. President rechtbank Den Haag 23 luglio 1993, Sancties 1993, 55.

88. HR 21 aprile 1995, NJ 1996, 39.

89. BC 10 novembre 2008, 08/1115/GA, Sancties 2009, 7; DD 2009, p. 475/476; Regeling inzake de toelating van niet-justitiegebonden organisaties tot penitentiaire inrichtingen, Stc. 1997, 181.

90. Art. 29 comma 1 Pbw. Gli oggetti trovati possono essere sequestrati, distrutti, conservati o trasferiti alla polizia giudiziaria, art. 29 comma 4 Pbw.

91. Art. 29 comma 2 Pbw; HR 18 novembre 1989, NJ 1989, 667. In seguito ad incidenti la perquisizione personale avviene anche dopo le visite degli organizzazioni privilegiate. Per un reclamo respinto relativo a perquisizione sistematica dopo le visite dell'avvocato, vedi BC 4 gennaio 2008, 07/2452/GA. Nel luglio 2009 la BC dichiarò infondato l'appello dell'Istituto Penitenziario Haaglanden contro la dichiarazione di fondatezza della BC: BC 14 luglio 2009, 09/1418/GA. Il direttore non aveva ulteriormente indagato riguardo al sospetto che la visitatrice (madre, allo stesso tempo avvocato) del detenuto abusasse della sua posizione di privilegiata.

92. BC 14 ottobre 2008, 08/1187/GA. La perquisizione dopo ogni colloquio non era contraria alla legge.

93. BC 16 settembre 2002, Sancties 2003, 3.

94. Corte EDU 4 febbraio 2003, n. 50901/99, Van de Ven vs. Paesi Bassi; President Rechtbank Den Haag, 7 luglio 2003, KG/03/624, Sancties 2003, 51. Vedi anche par. IV.2.1. e IV.2.2.

95. "Uit deze laatste uitspraken komt nog eens duidelijk naar voren dat naar het oordeel van het EHRM ook reeds van een schending van art. 3 EVRM sprake kan zijn als de detentieomstandigheden of de concrete behandeling van gedetineerden niet in overeenstemming met de menselijke waardigheid worden bevonden", C. Kelk, Nederlands Detentierecht, Deventer: Kluwer 2008, p. 105.

96. Art. 39 Pbw. Dal 1953 l'art. 92a GM includeva una disposizione "può", a discrezione del direttore. Nella Circolare n. 17/358, 13 gennaio 1958, il ministro riteneva ancora inaccettabile che i detenuti potessero telefonare loro stessi. Circolare n. 563/383, PI 1983, n. 89 del 20 giugno 1983 conteneva una proposta per concedere telefonate per cinque minuti alla settimana.

97. BC 26 maggio 1999, A98/1250, Sancties 1999, 28. Nel 1994 il tribunale dell'Aia non ritenne ancora illecito il bloccaggio di numeri 06 nel penitenziario De Schie, 24 agosto 1994, n. di ruolo 94/809.

98. All'ingresso dell'istituto ha luogo il cosiddetto "bagno" (ampia ispezione).

99. BC 18 novembre 1999, n. A99/699/GA e BC 31 marzo 2010, 09/3243/GA, DD 2010, p. 1067. Gli orari per telefonare sono stabiliti nel regolamento interno. Dopo i tagli e la riduzione dei programmi giornalieri si può telefonare solo di giorno. Un procedimento d'urgenza contro l'introduzione del regime ridotto non ebbe esito positivo: Presidente Tribunale dell'Aia, 16 novembre 2004, KG 04/1214.

100. Art. 3.9.1 Model-huisreglement, l'obbligo cosiddetto di notificazione; vedi anche la Regola 24.9 RPE.

101. BC 7 dicembre 1995, A 94/373, Sancties 1996, 27; in BC 26 ottobre 1995, SG-A95/531, Sancties 1996, n. 10 l'appello relativo ad una conversazione in arrivo dalla moglie in Bolivia fu rigettato.

102. Il combinato disposto dell'art. 13 comma 2 Gw e l'art. 39 comma 2 Pbw.

103. Il combinato disposto dell'art. 39 comma 3 e l'art. 36 comma 4 Pbw. In BC 22 settembre 1999, A99/877/GSA si trattava di un divieto di telefonare perché un detenuto disturbava la sua ex. La decisione fu sospesa e al direttore fu fatta presente la possibilità di vietare determinate telefonate per tre mesi. Il divieto era stato imposto ingiustamente in virtù dell'art. 51 comma 1 sub c Pbw, che riguarda attività.

104. BC 29 gennaio 2002, 01/1956/GA, Sancties 2002, 26. BC 8 luglio 2003, 03/1403/SG, Sancties 2003, 52.

105. Art. 24 comma 2 Pbw recita: "Il direttore può limitare o escludere il contatto con il mondo esterno durante il permanenza nella cella di isolamento." MvT, Kamerstukken II, 1994/1995, n. 24 263, n. 3, p. 59/60.

106. Regeling Straf- en afzonderingscel penitentiaire inrichtingen, 15 giugno 1999, Sancties 1999, 11, art. 21 comma 2; nell'art. 21 comma 4 si garantisce il libero contatto tra detenuto e privilegiati (tra cui l'avvocato).

107. "Il segreto delle corrispondenza telefonica e telegrafica è inviolabile, tranne, nei casi stabiliti dalla legge, da o con delega di coloro che vi sono designati per legge." BC 31 ottobre 1980, A101/180, PI 1981, n. 20.

108. BC 4 novembre 2003, 03/901/GA, Sancties 2004, 7.

109. BC 17 marzo 1993, A289/92, Sancties 1993, 31.

110. Corte EDU 27 aprile 2004, NJ 2004, 651, Doerga vs. Paesi Bassi; HR 2 marzo 1999, NJ 1999, 576 con annotazione Mevis; HR 24 febbraio 2004, Nieuwsbrief strafrecht 2004, n. 123, NJ 2004, 225; vedi Capitolo IV.

111. BC 3 giugno 2008, 08/0169/GA.

112. Il combinato disposto dell'art. 39 comma 2 Pbw e l'art. 23a PM. Besluit Toezicht Telefoongesprekken Justitiële Inrichtingen, 23 settembre 2010, DD 2011, n. 2/13, p. 162 (requisito di conoscibilità); dopo otto mesi i colloqui registrati devono essere attivamente cancellati; la motivazione relativa all'art. 23a PM recita che la registrazione dei colloqui telefonici non rientra nell'esecuzione di sorveglianza, ma che si tratta di una condizione necessaria tecnica; cfr. art. 139c e 139d Sr.

113. L'articolo 28 comma 2 Sv recita: "ogniqualvolta quando lo richiede, gli viene data il più possibile l'occasione di mettersi in collegamento con il suo difensore o i suoi difensori". L'articolo 50 comma 1 Sv è la disposizione speculare: al difensore deve essere offerto il libero accesso al suo cliente.

114. Il tribunale di Amsterdam giudicò la domanda non ammissibile a causa della violazione dell'art. 126aa Sv nella sua sentenza del 12 dicembre 2007, LJN BC0685. Come per i colloqui personali, le conversazioni tra i detenuti e i loro avvocati non devono essere udibili ad altri, BC 27 luglio 1994, A94/231, Sancties 1994, 57; anche il personale di servizio deve mantenere sufficiente distanza, KC 19 gennaio 2010, 2010/41.

115. Il combinato disposto dell'art. 37 comma 1 sub i Pbw e degli articoli 16a - 16f Advocatenwet; Presidente Tribunale dell'Aia, 11 gennaio 1994, Sancties 1994, 5; in una sentenza recente, BC 6 giugno 2011, 11/0521/GA, la BC confermò che in caso di necessità si deve poter telefonare all'avvocato anche al di fuori dei momenti regolari. Nel caso in questione la necessità non era stata resa sufficientemente plausibile e l'appello del direttore contro la decisione della commissione dei reclami veniva accolto. Anche in due altre cause il detenuto aveva reso insufficientemente plausibile la necessità, BC 2 novembre 2010, 10/1478/GA; BC 30 maggio 2011, 10/3908/GA.

116. BC 20 febbraio 1980, A 88/79, PI 1980, n. 54.

117. BC 15 dicembre 1994, Sancties 1995, 22.

118. Art. 21 comma 4 Regeling Straf- en afzonderingscel penitentiaire inrichtingen, 15 giugno 1999, Sancties 1999, 11.

119. BC 6 febbraio 2008, Sancties 2009,19 con annotazione di Ten Kate. D'altronde questo reclamo non ebbe altro risultato che una dichiarazione di fondatezza; BC 6 febbraio 2009, 08/11880/GA, DD 2009, p. 474; BC 23 agosto 2010, 10/0246/GA (l'appello contro il rifiuto veniva rigettato). Di recente ha BC accolto una domanda di sospensione di una decisione di rifiuto del direttore riguardo alla richiesta di un detenuto di poter telefonare al suo avvocato a causa del contrasto con art. 39 comma 4 Pbw. Il direttore era del parere che il reclamante potesse telefonare al suo difensore soltanto dopo che questi avesse presentato una domanda scritta all'uopo.

120. Ciò sembra in contrasto con l'art. 18 Gw, art. 28 e 50 Sv e art. 39 comma 4 Pbw. Per una possibile violazione dell'art. 6 comma 3 sub c CEDU vedi par. V.3.5; cfr. Corte EDU, 21 febbraio 1975, NJ 1975, 462, Golder vs. UK.

121. BC 5 marzo 2010, 09/2956/GA (il ricorso venne respinto perché la necessità non era stata resa sufficientemente plausibile).

122. MvT, Kamerstukken II, 1994/1995, 24 263, n. 3, p. 59/60.

123. BC 22 agosto 2006, 06/698/GA, Sancties 2007, 6 con annotazione Kooijmans.

124. P.A.M. Mevis en T. Blom, Artikel 13, in: A.K. Koekkoek (red.), De Grondwet, Een systematisch en artikelsgewijs commentaar, Deventer: Kluwer 2009, p. 192.

125. MvT, Kamerstukken II, 1994/1995, n. 3, p. 60.

126. Art. 40 comma 1 Pbw, art. 14.3 Regeling model-huisreglement.

127. Art. 40 comma 2 Pbw.

128. Circolare Regeling contacten tussen individuele gedeteneerden en de pers, 18 giugno 1999, n. 761025/99/DJI. Richieste di contatto coi media in casi delicati sono presentate all'addetto stampa del DJI (reati di violenza, reati a sfondo sessuale, sequestri di persona, suicidi).

129. Alcuni esempi: BC 7 ottobre 2002, 02/1286/GA, Sancties 2003, 11; BC 16 giugno 2004, 04/0427/GA (rifiuto di ammissione); BC 26 gennaio 2006, 05/1885/GA (anche per mancata comunicazione scritta come requisito nell'art. 58 comma 2 sub b Pbw); BC 27 gennaio 2005, 05/1996/GA; BC 12 luglio 2010, 09/3061/GA, Sancties 2010, 20.

130. BC 12 novembre 2007, 07/0943/GA, Sancties 2008, 10 con annotazione di C. de Jonge (programma TV Zembla).

131. BC 3 settembre 2009, 09/0713/GA.

132. Stb. 1977, 579; Stb. 1953, 238.

133. Art. 7 Pbw; art. 62 Pbw. La CvT fa rapporto annualmente al ministro, art. 19 PM.

134. Il combinato disposto degli articoli 61 comma 1, 63 comma 4 e 7 comma 3 Pbw.

135. Il combinato disposto dell'art. 18 comma 1 PM e l'art. 62 comma 2 Pbw. Ciò avviene quando si tratta di un reclamo di natura semplice, o di reclami ritenuti evidentemente non ammissibili, evidentemente infondati o evidentemente fondati.

136. Art. 60 Pbw; BC 7 ottobre 2002, 02/1207/GA, Sancties 2003, 8; BC 26 maggio 1999, A98/1250, Sancties 1999, 28; art. 48 comma 2 sub b Pbw. In quale misura ciò è compatibile con l'art. 70 comma 1 e comma 5 RPE (reclami di gruppi e interessati terzi) si vedrà nel Capitolo IV.

137. Art. 65 Pbw, elaborazione dell'art. 18 comma 1 Gw. Cremers tuttavia sottolinea che in pratica è sempre più difficile ottenere assistenza legale sovvenzionata presso il Consiglio per l'assistenza legale (Raad voor Rechtsbijstand), H.M.S. Cremers, Bezwaar, beklag en beroep in penitentiaire zaken, Strafblad, 2007-3, p. 235.

138. F.W. Bleichrodt, Beklag en beroep, in: Detentie, gevangen in Nederland, Alphen aan den Rijn 2009, p. 429. In particolare intende i principi indicati nella sezione 3.2 Awb: il principio di legittimo affidamento, il divieto di détournement de pouvoir, il principio di uguaglianza e il principio di sollecitudine.

139. Art. 64 comma 1 Pbw.

140. Art. 64 comma 4 Pbw, cfr. art. 7:22 Awb.

141. Art. 68 comma 3 Pbw.

142. Art. 67 comma 1 Pbw. Tuttavia non ci si può lamentare per un ritardo nella trattazione.

143. Art. 67 comma 3 Pbw.

144. Art. 69 comma 2 Pbw. Il compito di sorveglianza degli Istituti penitenziari e dei Servizi Sociali nel 2007 è stato trasferito alla ISt e alle Commissioni di Sorveglianza degli istituti; Regeling Inspectie voor de Sanctietoepassing, Stc. 2005, 166, p. 9.

145. Standaardbedragen tegemoetkoming in euro (luglio 2010), da consultarsi nel sito Raad voor Strafrechtstoepassing en Jeugdbescherming.

146. Si deduce anche dalla possibilità di sospensione da parte del presidente della commissione d'appello, art. 70 comma 2 Pbw.

147. Art. 66 Pbw.

148. Voorzieningenrechter Rechtbank Den Haag, 7 settembre 2009, Nieuwsbrief strafrecht, 2009, n. 374.

149. Art. 70 Pbw.

150. Cfr. la giurisprudenza sul duplice compito del Consiglio di Stato: Corte EDU, 28 settembre 1995, NJ 1995, 667, Procola; Corte EDU, 6 maggio 2003, Kleyn vs. Paesi Bassi, NJ 2004, 15; Corte EDU, 9 novembre 2006 n. 65411/01, Sacilor-Lormines vs. Francia (la Corte ritenne non problematico il duplice compito purché non si tratti della stessa decisione nella stessa causa).

151. Nel regolamento amministrativo della RSJ, negli articoli 24, 25 e 26, è prevista la separazione della funzione di consulenza da quella giurisprudenziale nonché norme per la ricusazione. Conflitti d'interessi sono da evitare.

152. Corte EDU (Grand Chamber), 17 settembre 2009, n. 74912/01, Enea vs. Italia. La Corte giudicò che la pubblicità, viste le circostanze all'interno degli istituti penitenziari, non è sempre necessaria. Nei Paesi Bassi la trattazione del reclamo può avvenire in pubblico (talvolta fuori dell'istituto) se la trattazione a porte chiuse non sarebbe compatibile con una disposizione convenzionale vincolante per chiunque, art. 62 comma 4 Pbw.

153. In relazione all'ordine e alla sicurezza all'interno dell'istituto. In BC 18 marzo 2005, 04/3048/GA la richiesta di ammissione della stampa (Telegraaf, SBS6) fu rigettata.

154. J. de Lange & P.A.M. Mevis, De Nederlandse penitentiaire procedure en art. 6 EVRM (deel 2), in: Sancties, n. 1, 2010, p. 13.

155. Vedi Raad voor Strafrechtstoepassing en Jeugdbescherming.

156. Art. 64 comma 4 Pbw prevede soltanto la possibilità della commissione reclami di raccogliere informazioni.

157. Settimo Protocollo Addizionale alla CEDU, art. 2.

158. Art. 8:15 e.ss. Awb. BC 13 agosto 1998, Sancties 1998, 51 con annotazione Mevis, in cui si sottolinea 'la natura intrinseca' del diritto penitenziario; BC 23 gennaio 2002, 02/2641/GA.

159. Art. 37 comma 1 Pbw; art. 5 Gw (diritto di petizione).

160. I consigli non sono peraltro azionabili. Nella sua Relazione 2007/138 l'Ombudsman nazionale sottolineò la totale dipendenza dei cittadini detenuti dalle autorità penitenziarie. Qualora sia possibile un qualsiasi reclamo o appello l'ombudsman passa il reclamo all'organo competente, art. 9:19 comma 1 Awb; ci si domanda se le decisioni del direttore rientrano nel 'comportamento' ai sensi di tale articolo. I capitoli da 2 a 8 e l'art. 10 Awb non si applicano al diritto penale né al diritto penitenziario, art. 1:6 Awb.

161. Kort Geding presso il giudice civile in base all'art. 6:162 BW. Trattasi di un procedimento sommario al fine di ottenere misure cautelari.

162. Voorzieningenrechter (giudice per le misure cautelari) Tribunale dell'Aia, 2 ottobre 2006, n. LJN: AY9232.

163. Oppure al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra, che nella presente tesi non viene ulteriormente discusso.

164. P. Vegter, Straffen en andere sancties, in J. Fiselier (red.) De Staat van Justitie, Nijmegen: Sun 1992. La percentuale di stranieri nelle carceri e le case di custodia nel 1988 era del 21,2%.

165. F. Hofstee - Van der Meulen, Gedeteneerde buitenlanders in Europees Perspectief in: Detentie, gevangen in Nederland, Alphen aan den Rijn 2009, p. 633/634.

166. T. van Roomen, Het beklagrecht van gedetineerden in theorie e praktijk, Proces 2008, n. 1, p. 11.

167. Art. 65 comma 2 Pbw. D'altronde ciò vale anche per la procedura di processo penale.

168. Art. 61 comma 4 Pbw. I relativi criteri applicati non sono chiari.

169. BC 24 marzo 2003, 03/0104/GA, Sancties 2003, 28.

170. Art. 56 comma 2 Pbw, che corrisponde alla Regola 37.1 RPE: "Prisoners who are foreign nationals shall be informed, without delay, of their right to request contact and be allowed reasonable facilities to communicate with the diplomatic or consular representative of their state." Vedi il Capitolo IV.

171. Visti i bassi compensi per il lavoro (vedi annotazione 56), per molte persone telefonare è troppo costoso.