ADIR - L'altro diritto

ISSN 1827-0565

Introduzione

Giulia Martini, 2007

La presente indagine ha come obiettivo quello di analizzare la realtà del complesso e variegato fenomeno migratorio che si è manifestata negli ultimi anni e che ha posto l'ordinamento italiano di fronte a scelte normative, amministrative e operative di grande rilievo.

Il fenomeno indagato è quello dei minori stranieri - albanesi - non accompagnati, vale a dire, di quei minori che intraprendono un progetto migratorio da soli, senza nessun familiare o persona che si occupi di loro e che per loro sia responsabile. Ho dedicato una parte della ricerca all'istituto del rimpatrio assistito, istituto che rappresenta la principale risposta che l'ordinamento ha dato al fenomeno.

La presenza di tali minori assume visibilità sociale negli ultimi anni, in concomitanza dei flussi migratori provenienti dall'Albania susseguitisi dopo la caduta del regime comunista. Questi flussi sono, come sostiene Kosta Barjaba, noto sociologo albanese,

così compless[i] che è difficile coglierne tutte le implicazioni nei diversi settori della società. Crea[no] e innesca[no] così tanti mutamenti che tutto quanto segue non è più come prima, né nei luoghi di partenza né in quelli d'accoglienza (1).

La prima parte della ricerca, che comprende il primo e il secondo capitolo, ha prevalentemente carattere analitico. Essa si concentra sulla descrizione del frame normativo e delle funzioni svolte dal Comitato per i Minori Stranieri, autorità amministrativa, che riveste un ruolo preminente nella gestione del fenomeno indagato.

Nella seconda parte sono, invece, illustrati i risultati di una ricerca sociologica svolta in Albania presso i soggetti deputati all'accoglienza dei minori rimpatriati ed alla predisposizione del loro progetto di reinserimento.

Nello specifico, il primo capitolo è dedicato all'analisi della normativa internazionale e nazionale che permette di comprendere all'interno di quali coordinate legislative generali debba essere inquadrato il fenomeno dei minori immigrati non accompagnati. L'analisi è condotta sullo sfondo del principio del best interest of the child, cardine della Convenzione sui Diritti del Fanciullo del 1989, che dovrebbe costituire riferimento imprescindibile di ogni decisione che riguardi il minore.

La legislazione italiana ha risposto in modo confuso e talvolta incerto alle problematiche connesse alla presenza sul territorio dei minori non accompagnati. La produzione legislativa intorno al fenomeno si è infatti sviluppata prevalentemente sotto la pressione dell'emergenza e della progressiva scoperta degli aspetti propri del fenomeno.

Il quadro normativo che ne è risultato ha prodotto conflitti di competenza, diverse e contrapposte interpretazioni tra i soggetti istituzionali coinvolti. La sua complessità ha dato luogo ad una pluralità di interventi e prassi che si sono consolidate a livello locale.

Il tema centrale del secondo capitolo è costituito dall'analisi delle competenze e delle funzioni del Comitato per i Minori Stranieri, organo amministrativo con sede presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che si occupa della gestione del minore non accompagnato e dell'adozione del provvedimento di rimpatrio assistito. Il capitolo contiene anche alcuni dati statistici nazionali sui minori stranieri non accompagnati e sui provvedimenti emessi dal Comitato stesso che aiutano nella comprensione della reale consistenza del fenomeno.

Una parte del capitolo è dedicata all'analisi strutturale e organizzativa del Servizio Sociale Internazionale, organismo internazionale che è, attualmente, l'unico soggetto a cui è demandato il compito di svolgere le indagini presso la famiglia d'origine del minore, di verificare la concreta possibilità di rimpatrio del minore e di curare il suo inserimento in progetti formativi e/o lavorativi dopo il rientro in Albania.

Nel terzo capitolo è descritta e analizzata, in tutte le sue fasi, la procedura che porta a disporre il rimpatrio assistito di un minore albanese non accompagnato. Con questo provvedimento si intende l'insieme delle misure adottate allo scopo di garantire al minore interessato l'assistenza necessaria "fino al ricongiungimento con i propri familiari o al riaffidamento alle autorità responsabili del paese d'origine" (2).

La scelta di concentrarsi esclusivamente sull'esperienza albanese, oltre che sostenuta da un vivo interesse personale, deriva dal fatto che, ad oggi, purtroppo, l'Albania è l'unico paese nel quale concretamente è stato possibile realizzare rimpatri assistiti. Questa esperienza ha quindi una grande importanza, in quanto rappresenta una sorta di progetto pilota da estendere in prospettiva ad altri paesi.

Il capitolo è strutturato in due parti: una prima parte di carattere introduttivo e descrittivo, dove svolgo una sintetica analisi della situazione socio-economica e della cultura albanese ed una seconda nella quale sono esaminate le fasi della procedura di rimpatrio assistito, alla luce dell'indagine empirica svolta in Albania presso i soggetti e le strutture che si occupano della sua esecuzione.

In generale, gli strumenti di analisi utilizzati nella stesura della ricerca sono stati variegati e comprendono, oltre alle fonti normative, agli articoli pubblicati sul tema, alle pronunce giurisprudenziali, le ricerche sul campo realizzate negli ultimi anni, le interviste in profondità e la consultazione dei documenti contenuti all'interno di alcuni fascicoli di minori non accompagnati.

Concludendo questa breve introduzione, desidero ringraziare per la disponibilità e la preziosa collaborazione:

a Prato: dott. Eligio Paolini - Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Prato; Isp. Giuseppina Avvantaggiati - Questura di Prato, Ufficio Immigrazione; Avv. Donatella Mazzoni Bologni e Avv. Federica Bini; a Firenze: Prof.ssa Giovanna Campani e dott.ssa Olivia Salimbeni - Università degli Studi di Firenze; Prof.ssa Giuseppina Turano - Università degli Studi di Firenze; a Roma: dott. Mauro Valeri, dott.ssa Daniela Toma e dott.ssa Anila Husha - Comitato per i Minori Stranieri; dott. Moreno Benini e dott. Attilio Balestrieri - I.P.R.S.; dott.ssa Anna Libri e dott.ssa Ludovica Kirschen - S.S.I.; dott.ssa Valeria Rossato - V.I.S.; in Albania, a Tirana: dott.ssa Lida Leskaj - S.S.I. delegazione albanese, dott.ssa Fatbardha Çako - Qendra Linzë; a Fier: Padre Carmelo Prestipino - Qëndra Murialdo; a Vlorë: Donika Curraj - Ass. Vatra; ad Elbasan: Skerdi - Ass. Tjetër Vizion; a Shkodër: Daniele Fiorini - Associazione Papa Giovanni XXIII.

Note

1. Barjaba K., Dervishi Z., Perrone L., L'emigrazione albanese: spazi, tempi e cause, in Studi Emigrazione, n. 107/1992, p. 514.

2. Art. 7 D.P.C.M. n. 535/99.