ADIR - L'altro diritto

ISSN 1827-0565

Conclusione

Emanuela Cimmino, 2006

A conclusione di questa disamina sulla devianza del minore straniero, si può rilevare che il carcere non è la misura più adatta per porvi rimedio.

Il carcere, per questi ragazzi, rappresenta un'ulteriore forma di emarginazione che ignora il senso della cultura originaria del soggetto e non si innesta su quel substrato che dovrebbe essere la base di ogni comunicazione.

I ragazzi che escono da queste strutture punitive, diventano facilmente preda di insidiosi criminali che fanno breccia in quel mondo di sofferenza, disagio, disorientamento di cui i ragazzi stessi sono portatori.

Da ciò la facilità di delinquere ancora, fin quando la devianza diventa stabile perché diventa l'unico modo in cui si sa, si può, si riesce a vivere.

Si ritiene possa essere più efficace, invece, una politica più attenta alle esigenze di questi giovani in difficoltà, capace di una reale accoglienza, rispettosa delle appartenenze di ogni individuo cultura etnica- individuale.

Inoltre si ritiene indispensabile la creazione di strutture educative all'avanguardia, religiose o laiche, nelle comunità, case- famiglia, in cui sia possibile proseguire il percorso educativo effettuato in carcere in un progetto di continuità in cui il minore non sia mai solo con il suo passato, con le sue paure, con la sua disperazione.