ADIR - L'altro diritto

ISSN 1827-0565

Introduzione

Silvia Furfaro, 2004

La definizione di infanzia come esperienza diversa rispetto a quella dell'adulto, come categoria concettuale a sé stante, come problema sociale e fase della vita ben definita, nasce in tempi estremamente recenti. L'adozione di un comportamento specifico da parte dell'adulto nei confronti del bambino si ritrova solo a partire dall'età moderna, con lo sviluppo della famiglia borghese. È soltanto nel 1924 con la Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo che abbiamo il primo riconoscimento ufficiale dei diritti cosiddetti primari dei bambini e degli adolescenti: diritto di essere nutriti, curati, accolti, soccorsi se orfani o abbandonati, ricevere aiuto ed essere protetti. Questa dichiarazione verrà poi ampliata e aggiornata nel 1959 e poi nel 1989, quando verrà riconosciuto al bambino il diritto alla famiglia, all'educazione, allo sviluppo fisico, intellettuale, morale, sociale e spirituale.

Kempe, pediatra nordamericano degli anni settanta, è uno dei primi studiosi ad occuparsi degli abusi sui bambini: non solo degli abusi sessuali o dello sfruttamento lavorativo, ma anche del maltrattamento psicologico, dell'incuria, dell'abbandono, della trascuratezza alimentare, scolastica e sanitaria e dell'abuso sessuale nei casi di pedofilia, pornografia, atti di libidine, prostituzione, rapporti sessuali devianti. Al V Congresso Internazionale sull'Infanzia maltrattata e abbandonata, tenutosi a Montreal nel 1984, è definito abuso «ogni atto omissivo o autoritario che metta in pericolo o danneggia la salute o lo sviluppo emotivo di un bambino, comprendendovi anche la violenza fisica e le punizioni corporali irragionevolmente severe, gli atti sessuali, lo sfruttamento in ambito lavorativo e la mancanza di rispetto dell'emotività del fanciullo». Questo punto è essenziale per comprendere il cambiamento della filosofia di pensiero sul bambino. Si chiarisce in maniera ufficiale, e viene sancito in modo definitivo, che il bambino è un individuo con la sua personalità, la sua emotività, la sua dignità, e come tale deve essere rispettato. Inoltre sempre durante il Congresso l'abuso sessuale viene definito come "il coinvolgimento di bambini e adolescenti in attività sessuali che essi non comprendono ancora completamente, alle quali non sono in grado di acconsentire con piena consapevolezza o che sono tali da violare i tabù di una particolare società".

I comportamenti di abuso sessuale su minori sono sempre esistiti, in qualunque società umana, in ogni tempo. Non è un fenomeno strettamente legato alla cosiddette "società complesse" e soprattutto non è frutto della modernità. Quello che c'è di diverso rispetto al passato è che oggi è pubblica la denuncia e pubblica la consapevolezza delle violenze sessuali sui minori, nonostante vi sia ancora molta reticenza e omertà su questo problema, basti pensare alle violenze perpetrate dietro le mura domestiche che non vengono e non saranno mai denunciate. Per comprendere la pedofilia dobbiamo inscriverla all'interno della cultura e della società di riferimento, notando in questo modo, come tale comportamento assuma un diverso significato a seconda dei luoghi e dei periodo storici.

Con questo studio ho cercato di delineare l'articolato, complesso e multisfaccettato, fenomeno della pedofilia.

Nel primo capitolo ho preso in considerazione i diritti dei minori, analizzando le dichiarazioni e gli interventi internazionali a tutela del minore, effettuando una comparazione con le legislazioni di altri paesi, ed elaborando una dettagliata analisi delle fattispecie normative introdotte dalle leggi italiane per combattere la violenza sessuale (legge n. 66 del 1996), lo sfruttamento sessuale della prostituzione, la pornografia ed il turismo sessuale in danno ai minori (legge n. 269 del 1998), ed infine la violenza nelle relazioni familiari (legge n. 154 del 2001). Mi sono inoltre soffermata su una proposta di legge presentata alla Camera dei deputati nel 2002 che vorrebbe essere una risposta a quello che per molti è un fenomeno crescente, risposta che per la maggioranza della popolazione dovrebbe tradursi in un inasprimento delle pene senza previsione di trattamenti terapeutici appropriati, nonostante la concezione comune e sociale è che il pedofilo sia un soggetto malato.

Nel secondo capitolo, l'analisi, supportata da grafici e tabelle, verte sul fenomeno delle violenze sessuali sui minori, partendo dalla concezione di violenza presunta, a prescindere dal consenso del minore. Il capitolo analizza il percorso del probabilmente più conosciuto, sito di "cultura pedofila", il Danish Pedophile Association, soffermandosi su quanto esso conteneva. Il sito è stato oscurato in base ad un'ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari di Catania. Il capitolo secondo, prosegue con l'esame delle forme di violenza sessuale sui minori (distinguendo pedofilia e abuso sessuale), la classificazione, la definizione e i protagonisti dell'abuso sessuale sui minori e gli indicatori della violenza. Lo svolgimento del lavoro mi ha indotto, a questo punto, a soffermarmi sull'analisi della pedofilia dal punto di vista sociale, attraverso la presentazione e il commento di uno studio pilota. Il capitolo secondo proseguire poi con l'esame del fenomeno dell'incesto, in particolare il percorso storico e la sua definizione giuridica; il fenomeno della prostituzione minorile e del turismo sessuale attraverso l'analisi della prostituzione minorile in Italia, i tentativi di protezione dei minori in tutti i paesi, le organizzazioni che alimentano lo sfruttamento sessuale e quelle che tentano di combatterlo. L'ultima parte del capitolo si sofferma sulla pedopornografia, l'ingresso della pedofilia nelle reti informatiche, la velocità di circolazione di foto, immagini e parole, ma anche la possibilità di risalire facilmente agli eventuali autori dei siti che hanno a che fare con la pedofilia. Ed infine un accenno al progetto STOP-IT, un progetto avviato nel settembre del 2002, grazie ad un'iniziativa coordinata da Save The Children Italia, che si propone di contrastare e prevenire la diffusione di materiale pedo-pornografico in rete.

Nel terzo capitolo ho cercato di esaminare nel dettaglio il fenomeno della pedofilia iniziando il percorso con l'analisi storica, dalla Grecia classica fino ad arrivare ai primi del novecento. Successivamente mi sono soffermata sull'interpretazione psicoanalitica della violenza sessuale sui minori, partendo dall'interpretazione freudiana dei miti e delle fiabe e proseguendo con l'interpretazione psicologia della pedofilia, in particolare analizzando i cenni storico-psicologici sulle perversioni sessuali, i fattori che condizionano la pedofilia e le conseguenze sul minore. Il capitolo si conclude con l'esame del danno psicologico subito dal minore e il trattamento terapeutico a cui può essere sottoposto.

Il quarto capitolo si sostanzia in due particolari manifestazioni della violenza sessuale sui minori: un fenomeno antico come quello dell'incesto ed uno forse più squallidamente "nuovo" come quello dello sfruttamento sessuale dei minori, soprattutto dei paesi asiatici dove dilaga la povertà e spesso la sopravvivenza è legata allo sfruttamento del proprio corpo. Un accenno in particolare al turismo sessuale in Romania, i cui bambini sono tristemente noti come "i bambini delle fogne di Bucarest" proprio perché vivono nelle fogne, dove si trovano fonti di calore e dove il pedofilo non arriva perché disgustato, una forma di violenza che neutralizza perfino il pedofilo.

Nel capitolo quinto ho esaminato la pedofilia dal punto di vista clinico, secondo i criteri diagnostici del D.S.M. (Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali) e di altri psichiatri (come Groth, Lanning, Holmes e St. Holmes e O'Connor). Nell'approfondire le interpretazioni psichiatriche della pedofilia, ho ritenuto opportuno soffermarmi sulle relazioni oggettuali e lo sviluppo psicosessuale del bambino, sia dal punto di vista clinico che da quello fisiologico. Il particolare, ho cercato di capire cosa significa per il bambino essere oggetto di un amore pedofilo, soprattutto per i bambini prepuberi (generalmente i preferiti dai pedofili), sicuramente inadatti a ricevere questo tipo di amore, sia dal punto di vista fisico che da quello psichico. Il quinto capitolo prosegue con l'analisi della perizia psichiatrica sul pedofilo e la sua centralità soprattutto in fase processuale, per definire la capacità di intendere e volere al momento del compimento del fatto e dunque l'imputabilità del soggetto e la sua pericolosità sociale. Per dimostrare la rilevanza della perizia psichiatrica, ho voluto rappresentare la storia di Luigi Chiatti, pedofilo e pluriomicida, nei cui processi la perizia psichiatrica ha giocato un ruolo determinante. Il capitolo si conclude con l'analisi delle strategie terapeutiche per la pedofilia e un progetto per il recupero terapeutico dei pedofili (il programma WOLF), in particolare con l'esperienza della casa circondariale di Prato (il cui progetto si chiama In.Tra, For Wolf) raccontata da Alessandra Scotto.

Il capitolo sesto infine, esamina le strategie di contrasto che tentano di sconfiggere il fenomeno della pedofilia, analizzando i siti antipedofili su Internet, i meccanismi di filtraggio, le agenzie di Rating, i centri anti-violenza, e l'azione degli organi istituzionali quali gli uffici minori istituiti solo recentemente, in ogni Questura e l'operato della polizia postale e delle comunicazioni, la cui attività è stata analizzata nel dettaglio anche grazie all'intervista realizzata ad un agente e al Primo dirigente della Polizia di Stato.