ADIR - L'altro diritto

ISSN 1827-0565

Conclusione

Paola Sánchez-Moreno, 2002

Durante quest'ultimo secolo l'Europa ha sperimentato l'evoluzione progressiva del sistema di giustizia minorile. All'inizio del secolo, con la nascita dei primi tribunali per i minorenni, si è introdotto il cosiddetto modello di protezione, caratterizzato dall'esclusione e dalla repressione dei più deboli. Negli anni sessanta con lo Stato del benessere si è diffuso il modello educativo che considerava il minore un soggetto capace di esprimere i propri interessi e negli anni ottanta si è messo l'accento sulla tutela dei diritti e delle garanzie del minore con l'introduzione del modello di responsabilità contraddistinto dall'inserimento dei primi casi di degiudizializzazione (1).

In Spagna invece le cose sono andate diversamente. Il modello di protezione, apparso con la nascita del primo tribunale di minori nel 1918, è rimasto immutabile fino agli anni ottanta. In quel momento grazie alla transizione politica, economica e sociale sono state introdotte le prime politiche di welfare. Dalle elezioni democratiche del 1977 fino al 1992 nonostante le importanti trasformazioni avvenute con la transizione, il sistema di giustizia minorile è rimasto praticamente invariato in tutta la Spagna ad eccezione della Catalogna, dove negli anni ottanta si è iniziato un percorso di ricerca di nuove forme di intervento sui minori. Questo percorso è sfociato nella nascita nel 1990 del programma di mediazione catalano (2).

L'istituto della mediazione è stato concepito come il primo passo verso una politica penale a favore di una drastica riduzione dell'intervento. Così facendo la Catalogna e le altre regioni spagnole, che ad oggi si sono dotate di simili programmi, si sono dimostrate rispettose della normativa internazionale sulla materia ed in particolare della Raccomandazione (99) 19 del Consiglio d'Europa su mediazione in ambito penale. La mediazione infatti evita il ricorso alla giudizializzazione e promuove la riduzione degli effetti negativi di una reazione sociale esagerata. La mediazione, al contrario dei sistemi tradizionali di giustizia penale, affronta il conflitto scaturito dal reato con l'obiettivo di risolverlo, e attraverso la conciliazione e la riparazione del danno persegue la pace sociale. Ma non si tratta soltanto di un'alternativa al sistema tradizionale di sanzioni del diritto penale, la mediazione rappresenta altresì una forma di pensiero, un modo di concepire le persone come soggetti capaci di dialogare e di affrontare la soluzione dei conflitti che le coinvolgono direttamente. Si tratta infine di un modo di concepire la giustizia al di fuori dei procedimenti formali, della colpa e della retribuzione. La mediazione comporta insomma un cambio di mentalità.

Ma ciò che ci interessa maggiormente sottolineare è che la mediazione ha dimostrato la capacità di raggiungere delle soluzioni soddisfacenti sia per la vittima che per l'autore del reato e di conseguenza per la comunità nel suo insieme. La natura conciliativa della mediazione può infatti aiutare il sistema della giustizia a raggiungere l'obiettivo della nascita di una società pacifica e più sicura.

Bisogna tuttavia superare gli ostacoli e le reticenze che spesso si sono verificati da parte dei membri più conservatori del sistema di giustizia penale verso le forme extragiudiziarie di risoluzione di conflitto. A questo proposito è necessario dimostrare, da una parte, le qualità addizionali che la mediazione apporta al processo penale minorile e, dall'altra, il livello di professionalità degli uffici di mediazione. Al fine tuttavia di conseguire questo obiettivo è necessario incoraggiare e promuovere dei contatti stabili e permanenti tra i membri dei servizi di mediazione e i membri del sistema della giustizia penale.

La Catalogna nella sua esperienza ormai oltre decennale ha dimostrato di essere in grado di raggiungere questi obiettivi. La legge del '92, nonostante le numerose critiche ricevute, ha avuto il merito di prevedere la conciliazione e la riparazione del danno in due momenti assai interessanti del processo e di aver promosso l'istituzione di programmi di mediazione. Il programma di mediazione catalano ha istaurato uno stretto legame di fiducia tra gli uffici di mediazione e le istituzioni della giustizia che ha permesso un funzionamento adeguato ed efficace dello stesso. Nei primi dieci anni di lavoro si è rilevato un accesso numeroso di partecipanti al programma che è addirittura aumentato a più di mille all'anno negli ultimi tre anni. Nello stesso periodo di tempo la percentuale degli interventi conclusi con successo è stata assai alta raggiungendo l'82,4%. Infine la percentuale di recidiva nel periodo breve di un anno oscilla tra il 7 e il 9 % dei ragazzi che hanno partecipato al programma di mediazione rispetto al 13,2% dei ragazzi che invece hanno affrontano il processo penale.

Oggi però si avvertono all'orizzonte delle minacce gravi alla pace sociale. La prima riguarda l'aumento di crimini violenti gratuiti, che hanno scosso la società spagnola negli ultimi anni. La seconda riguarda la possibilità concreta che i figli degli immigranti, come conseguenza di una politica inadeguata dello Stato e delle regioni, crescano senza le condizioni economiche e culturali idonee per una socializzazione efficace. Situazione che potrebbe inevitabilmente contribuire ad un incremento significativo della devianza minorile. La terza e ultima riguarda l'aumento della violenza scolastica (3).

Di fronte a queste minacce bisogna accertare se la mediazione è in grado di offrire delle risposte adeguate. Sicuramente la mediazione esercita un ruolo importante di prevenzione dal momento che diminuisce la percentuale di recidiva rispetto alle forme tradizionali di risposta alla devianza minorile. Siamo convinti che l'estensione della mediazione ad altri ambiti d'interesse come la scuola, i rapporti di vicinato e le relazioni multi etniche possono ulteriormente contribuire alla costruzione di una società più pacifica.

L'ottimismo è la tendenza generale che emana dalle esperienze e dalle ricerche realizzate fino ad oggi sulla mediazione nell'ambito della giustizia minorile. Il tempo ci dimostrerà le potenzialità della nuova legge augurandoci che esperienze come questa possano estendersi in modo uniforme nel resto della Spagna godendo delle stesse risorse umane, economiche e materiali.

Note

1. Jaime Martín Barberan, La justice réparatrice en Catalogne et le débat sur les alternatives, in Mediares, numero unico, Centro ricerche interventi stress interpersonale, Bari, settembre, 2000, pp. 47-48.

2. Jaime Martín Barberan, La justice réparatrice en Catalogne et le débat sur les alternatives, in Mediares, numero unico, Centro ricerche interventi stress interpersonale, Bari, settembre, 2000, pp. 48-49.

3. V. Garrido, P. Stangeland, S. Redondo, Principios de Criminología, Tirant lo Blanch, Valencia, 2001, p. 430.