ADIR - L'altro diritto

ISSN 1827-0565

Introduzione

Gianluca Massaro, 2002

Scriveva nel 1978 Ian McEwan in Il giardino di cemento: (1)

Ciò che mi colpisce di più è che tante cose terribili vengono commesse da persone che non appaiono affatto terribili.

Questa è l'incredulità, lo stupore di chiunque si trovi di fronte ad un omicidio seriale. L'apparente assenza di movente, la serialità, la ripetizione accompagnata alla mostruosità dell'azione portano inevitabilmente a domandarsi: perché si commettono crimini così atroci? È davvero la follia a fare di un uomo un serial killer?

Il motivo dell'interesse per gli assassini seriali deriva dal fatto che questi soggetti rappresentano quanto di più si accosta al concetto di cattiveria assoluta: uomini che agiscono svincolati da ragioni di carattere passionale o vendicativo, con un movente che consiste nell'uccidere per il piacere di procurare la morte altrui. Questo è ciò che avvicina il serial killer al dominio del male più totale: prevale la distruzione sulla costruzione, la morte rispetto alla vita, l'orrore rispetto al piacere. L'assassino seriale rappresenta, per definizione, la negazione stessa della società organizzata, l'annullamento del rispetto e della solidarietà. Proprio lo sgretolamento del tradizionale valore intrinseco della vita umana è una delle costanti dell'omicidio seriale.

Di fronte ad un'aggressività e ad una violenza spropositate e gratuite, tutti tendono ad attribuire alla follia, a riversare negli altri, ciò che ci genera paura; l'importante è placare quell'angoscia dell'incomprensibile che suscitano taluni eventi e talune condotte. Del resto, è insito nella natura umana il bisogno di collocare tutto quanto accade nel grembo di una spiegazione generale che dia certezza. È la necessità di rassicurazione che spinge a fare questo, proprio perché ciò che viene spiegato appare, naturalmente, meno angoscioso di ciò che non si comprende.

La mia indagine parte, per questo motivo, cercando di spiegare chi sono i serial killer; la specificità di questa categoria di soggetti sta nella bulimia di omicidi che lo rende differente dall'assassino passionale, che in genere uccide una sola volta, o anche dall'assassino di massa, che stermina in breve tempo un gran numero di persone.

Avendo chiaro chi sono i serial killer, sono poi passato a quantificare il fenomeno, cercando di dare una visione globale della diffusione e della distribuzione degli assassini seriali in Italia e nel mondo. Successivamente ho cercato di fornire un esauriente quadro descrittivo delle classificazioni in materia di serial killer, tenendo conto delle acquisizioni più recenti della criminologia moderna, secondo la quale ogni comportamento deviante è la risultante dell'interazione tra componenti individuali, sociali e relazionali; in primo luogo, ho ordinato la figura dell'assassino seriale in base al movente per il quale agisce, al numero di soggetti implicati nell'azione omicidiaria, alle modalità esecutive e alla pianificazione del disegno delittuoso, alle fasi dello stesso, completando la descrizione con una classificazione capace, attraverso un'elencazione delle componenti psicodinamiche e comportamentali presenti nella maggior parte dei serial killer, di dare una visione univoca del fenomeno in questione.

Terminata quest'elencazione, sono passato ad individuare le forme atipiche di omicidio seriale (quelle legate ad organizzazioni terroristiche, ad associazioni criminali, all'omicidio di guerra con caratteristiche di sadismo seriale e al satanismo), troppo spesso ignorate degli studiosi del fenomeno, che ci permettono, invece, di fornire un quadro esauriente dell'omicidio seriale. Ho, inoltre, affrontato l'argomento della donna serial killer, un universo ancora poco conosciuto, la cui entità numerica tende ad essere sottostimata, e, di conseguenza, trattato da pochi studiosi. Ho proceduto in questa sede ad indicare le caratteristiche fondamentali della donna assassina seriale e ciò che la differenzia dall'uomo nel commettere questo tipo di omicidio. Per completare il quadro classificatorio ho dedicato ampio spazio alla vittimologia dell'omicidio seriale, individuando le categorie vittimologiche predilette dagli assassini seriali.

Terminato il quadro descrittivo, sono passato a spiegare come l'infanzia, l'adolescenza degli assassini seriali, il rapporto con la famiglia, il gruppo dei pari e la società in generale (ma quella industrializzata in particolare), possano considerarsi fattori facilitanti, predisponenti o scatenanti il comportamento omicidiario seriale.

Ho, in seguito, descritto il rapporto tra sessualità e serial killer e le possibili perversioni sessuali di questi soggetti, tenuto conto che, tradizionalmente, si è considerato assassino seriale chi uccide più persone per il ripetersi della sadica motivazione che associa sesso e morte, e che tuttora l'omicidio seriale "sessuale" è quello numericamente prevalente. In quest'ambito non poteva mancare uno spazio dedicato all'influenza della pornografia e delle fantasie sul comportamento omicidiario seriale. Sono passato poi a cercare di capire quali potessero essere le reazioni dei parenti delle vittime e dell'aggressore e quelle della comunità colpita da una così grave vicenda. A seguire, ho ritenuto utile analizzare quale fosse il rapporto tra omicidio seriale e mass media, vista la morbosa attenzione dei mezzi di comunicazione di massa nell'affrontare quest'argomento, cercando di capire come questi ultimi descrivono il "fenomeno serial killer" e come, per contrasto, gli assassini seriali si pongono nei confronti della stampa.

È apparso quindi opportuno dedicare spazio alle tecniche di investigazione relative ai casi di omicidio seriale, indicando i problemi investigativi e la ricerca dei mezzi in possesso della Polizia per affrontare la rapida espansione di questo tipo di delitto. In particolare, per l'Italia, la nuova Unità per l'Analisi del Crimine Violento (U.A.C.V.), sorta da pochi anni (1995), all'interno delle Sezioni Indagini Speciali della Polizia Scientifica, che costituisce la fondamentale novità nella lotta contro reati particolarmente gravi: omicidio senza immediato movente, omicidio a sfondo sessuale, omicidi seriali, violenze carnali riconducibili ad un unico autore, incendi dolosi. Di recente è divenuto operativo anche il Sistema per l'Analisi della Scena del Crimine (S.A.S.C.), cioè un particolare programma che rende più semplice individuare le correlazioni tra eventi criminosi apparentemente privi di collegamento. Per quanto riguarda invece gli Stati Uniti, patria dei serial killer, ho spiegato il funzionamento del National Center for the Analysis of Violent Crime (N.C.A.V.C.) e le relazioni con i nostri organi investigativi.

È risultata poi indispensabile l'analisi degli aspetti connessi al sistema penale, in particolar modo quelli legati all'imputabilità di questi soggetti autori di delitti in serie; questo perché attraverso l'analisi della mente è possibile, in primo luogo, riconoscere se un soggetto sia o meno capace di intendere e di volere, aspetto sempre trattato nei processi riguardanti serial killer, in secondo luogo, per portare alla luce i motivi per cui il soggetto ha agito e gli scopi che intende perseguire. Prestare l'attenzione all'utilità della psichiatria in ambito giuridico non è stato affatto superfluo; sono gli psichiatri, del resto, che accertano lo stato di mente dell'imputato e ciò ha un grande impatto sul processo: con il suo giudizio, il perito può favorire il proscioglimento del reo, se giudicato incapace di intendere e di volere al momento dei fatti o, al contrario, giudicarlo pienamente imputabile, facilitandone la condanna. Lo psichiatra, comunque, esprime un giudizio sulla responsabilità, sulla libertà di scelta, ovverosia sulla capacità di intendere e di volere dell'imputato. Sempre in quest'ambito, ho considerato altri aspetti giuridici quali il reato continuato e, dal punto di vista dell'esecuzione penale, il modo in cui si svolge la vita in carcere per questi assassini, non disdegnando l'illustrazione di proposte trattamentali e di prevenzione del comportamento omicidiario seriale, presenti nei più recenti studi effettuati in materia.

Essendo questa una ricerca di natura sociologica, per realizzare il proprio fine analitico, essa non poteva limitarsi alla sola raccolta dei dati tecnici e classificatori. Si è reso quindi indispensabile dedicare la parte finale della ricerca all'analisi di fatti concreti, senza trascurare una panoramica del fenomeno dell'omicidio seriale nel nostro paese. Del resto, il luogo comune che il serial killer fosse un "prodotto" tipicamente anglosassone e che ci riguardasse in via del tutto periferica è stato smentito, seppur con colpevole ritardo. Questa lentezza nel considerare l'omicidio seriale non più estraneo alla nostra realtà è dovuta a varie cause, di cui le principali sono da ricercarsi nello sforzo delle forze di Polizia a contrastare fenomeni quali il terrorismo prima, i delitti di mafia poi.

La scelta dei tre casi concreti che ho analizzato (Gianfranco Stevanin, Donato Bilancia, Luigi Chiatti) non è casuale, ma è motivata, in primo luogo, dalla particolare eco che le loro gesta hanno avuto sull'opinione pubblica, in secondo luogo, dal fatto che si tratta di assassini seriali diversi tra loro. Come vedremo meglio in seguito, il primo, Gianfranco Stevanin, è il tipico serial killer sadico sessuale, le cui vittime sono esclusivamente donne; il secondo, Donato Bilancia, è l'assassino seriale più atipico della storia d'Italia, in quanto, tra le sue diciassette vittime, si riscontrano sia uomini che donne e la motivazione sessuale ha carattere marginale; il terzo, Luigi Chiatti, è un serial killer pedofilo, le cui gesta hanno poi determinato una particolare attenzione delle forze dell'ordine nell'affrontare quella gravissima forma di violenza nei confronti dei bambini che è la pedofilia. Relativamente a questi casi sono passato ad indicare prima lo svolgimento dei fatti e le storie di vita di questi assassini, ripercorso poi le vicende processuali, dando ampio spazio alle perizie psichiatriche, fondamentali per gli esiti dei vari procedimenti, ed infine individuato quelle che sono le caratteristiche che li differenziano o, al contrario, li riconducono all'interno della figura tipica di serial killer, così come viene tratteggiata dalla letteratura criminologico-investigativa internazionale.

Note

1. I. McEwan, Il Giardino di Cemento, Tascabili Einaudi, Torino 1994.