ADIR - L'altro diritto

ISSN 1827-0565

Introduzione

Marco Poledrini, 2001

Questa tesi è il risultato di un lavoro sul campo durato nove mesi. Con questa indagine ho provato a definire cosa accade quando comunità di persone provenienti da paesi esteri, in cerca di lavoro e fortuna, tentano di adattarsi alla vita e ai tempi di una città italiana di piccole medie dimensioni. La scelta del campo di indagine è caduta su Arezzo perché si tratta di una città che conosco bene, avendoci studiato e trascorso buona parte della mia gioventù, e perché ho creduto interessante studiare i tentativi di integrazione in una città socialmente poco stratificata dove il sentimento di comunità è forte.

La materia che la tesi affronta è dunque quella migratoria tuttavia la ragione che mi ha spinto nella scelta di una tale indagine è stata, più che altro, la volontà di misurarmi con lo studio sociale di una città. L'immigrazione diviene, in queste pagine, il pretesto per analizzare le leggi e i meccanismi che operano nell'ambiente urbano, inteso come ambito sociale definito in cui agiscono gruppi differenti. Del resto già Georg Simmel, agli inizi del '900, aveva posto l'attenzione su come lo straniero fosse uno dei punto di vista più efficaci per studiare la propria società. Avrei potuto utilizzare un diverso punto di osservazione o studiare un diverso fenomeno cittadino e molte delle conclusioni a cui giungo nella tesi sarebbero state altrettanto valide. L'approccio che ho utilizzato nello studio urbano è difatti l'approccio ecologico. Secondo questa prospettiva, teorizzata per la prima volta negli anni '20 dai sociologi dell'Università di Chicago, le città sono delle entità naturali in cui operano leggi (non tendenze) valide per ogni situazione e ad ogni latitudine. In seguito a questa circostanza ho la pretesa di affermare che molte delle dinamiche individuate nella ricerca siano applicabili anche ad ogni altra città che abbia le stesse caratteristiche di quella aretina.

La tesi può essere divisa in due distinte parti, i capitoli I, II, III e IV appartengono alla parte giuridica, i restanti a quella sociologica. Nel primo capitolo mi occupo di diritto comunitario, cercando di definire quale condizione giuridica i trattati europei riservino allo straniero extracomunitario, anche alla luce delle disposizioni previste nella Convenzione di Schengen. Nel secondo capitolo mi occupo di diritto italiano percorrendo un breve excursus storico-giuridico sulle diverse leggi nazionali che, nel tempo, hanno definito la condizione dello straniero in Italia. Nel terzo capitolo affronto invece lo studio della legislazione nazionale attualmente vigente; mi concentro, in particolare, sugli istituti, le caratteristiche e i limiti della legge sull'immigrazione n. 40\98 avvalendomi, per quanto riguarda gli aspetti applicativi più rilevanti, dei rapporti pubblicati dalla Commissione per le politiche di integrazione. Nel quarto capitolo, infine, affronto alcune delle tematiche più rilevanti nel rapporto tra diritti di cittadinanza e immigrazione offrendo allo stesso tempo un esame delle legislazioni nazionali europee vigenti in materia.

La parte sociologica comincia con il capitolo quinto in cui analizzo i dati statistici sulla presenza e le caratteristiche della popolazione immigrata presente sia in Toscana che nella città di Arezzo. Nel capitolo sesto vengono studiati gli effetti prodotti dalla presenza di comunità straniere nella città. Mi occupo in particolare delle modalità attraverso cui i gruppi stranieri sono entrati in relazione con il tessuto urbano aretino e della natura dei rapporti che sono sorti fra nuovi e vecchi cittadini, cercando di definire, allo stesso tempo, quali sono le caratteristiche principali del comportamento urbano di un abitante. Si tratta del capitolo più lungo fra quelli presenti nella tesi e forse quello che meglio la rappresenta; attraverso il metodo ecologico, infatti, affronto qui lo studio dei meccanismi che regolano la vita di una città ponendo l'attenzione su come i concetti di spazio e di relazione influiscano su tali meccanismi e quindi, in ultima analisi, negli stessi processi di integrazione.

Il capitolo sette si occupa invece dell'associazionismo cittadino e può essere diviso anch'esso in due parti. Nella prima viene data una descrizione delle associazioni di cittadini italiani che si occupano di immigrazione e delle strutture che queste hanno messo a disposizione della popolazione straniera (la quasi totalità fra quelle offerte dalla città). Mi preoccupo inoltre di delineare quale sia la funzione di queste associazioni nell'agevolare i processi di integrazione e quale ruolo esse abbiano all'interno della visione ecologica della città. Nella seconda parte del capitolo vengono invece studiate le associazioni costituite dai cittadini immigrati, in particolar modo le associazioni di comunità. Pongo l'attenzione, questa volta, sul tipo di rapporti che tali associazioni hanno stretto con la città, ed in particolar modo con i suoi rappresentanti politici, nonché sull'attività di controllo sociale che tali associazioni, sempre in un'ottica ecologica, sono capaci di offrire.