ADIR - L'altro diritto

ISSN 1827-0565

Capitolo 5
Analisi statistica della presenza straniera

Marco Poledrini, 2001

5.1 Gli stranieri nella regione Toscana

L'immigrazione straniera in Toscana è stata caratterizzata negli ultimi anni da un forte processo di crescita. Il dato principale sugli immigrati regolari relativo ai permessi di soggiorno, evidenzia un trend incrementale che vede raddoppiare il numero di presenze nell'arco temporale 1991-2000. Gli stranieri titolari di permesso di soggiorno sono oggi quantificabili in 92.627 (1). In realtà l'entità del fenomeno risulta essere più rilevante, se ha questo dato si aggiunge una maggiorazione del 19% valida ad includere gli stranieri presenti in clandestinità e i minori, per legge non titolari di un permesso autonomo. In tal maniera si raggiunge una stima di circa 110.000 individui che fa della Toscana la 5º regione per presenze straniere (2), pari al 7,4% dell'intero territorio nazionale.

Le particolari condizioni economiche, la qualità delle infrastrutture e il già avvenuto radicamento di alcune comunità di immigrati, hanno reso questa regione una delle mete preferite nel panorama migratorio italiano. Negli ultimi tre anni, i flussi di ingresso sono aumentati con variazioni superiori ai venticinque punti per toccare il 29,8% nel'ultima rilevazione, un dato più alto rispetto alla media italiana di circa otto punti. È aumentata di conseguenza l'incidenza degli stranieri sul totale della popolazione residente, in particolar modo nell'area fiorentina dove risiede quasi uno ogni tre stranieri presenti in Toscana, e nel comune di Prato dove particolari condizioni economiche unite ad un forte radicamento della comunità cinese hanno fatto decollare il flusso di entrata, più che quadruplicato alla fine del 1999. Sul resto del territorio la lettura dei dati mostra una distribuzione tendenzialmente omogenea e in crescita, che predilige comuni dove sono maggiori le opportunità di lavoro, quindi capoluoghi e grossi centri abitati. Nell'intero territorio regionale la presenza straniera ha raggiunto un'incidenza di 3,1% superando anche in questo caso il dato italiano che si attesta sul 2,6%.

La popolazione straniera presente è equamente divisa in maschi e femmine: nella provincia di Firenze le donne raggiungono il 51% mentre nelle altre province, sebbene in minoranza, la loro presenza non scende oltre il 46,4% eccetto Prato, dove il 43% testimonia un'immigrazione con caratteristiche più maschili. Il sostanziale equilibrio fra i due sessi è una caratteristica che si è affermata di recente (3) e non solo in ambito toscano. Anche il dato italiano 46,3% di poco inferiore a quello medio toscano (47,7%), conferma come la donna si stia proponendo come soggetto migrante al pari dell'uomo, superando le resistenze culturali, sia di origine che di arrivo, che da sempre si sono opposte a tale emancipazione. Questo equilibrio ha in Toscana delle precise origini. Una parte delle migrazioni femminili sono dovute ai sempre più numerosi ricongiungimenti familiari, sono del resto oltre 45.000 gli stranieri che soggiornano regolarmente, da più di cinque anni, nella nostra regione ed è facile aspettarsi un aumento delle richieste in tal senso. Inoltre è alta la presenza di flussi provenienti da aree quali Europa dell'Est o nazioni specifiche come Repubblica Domenicana o Filippine, la cui emigrazione ha caratteristiche quasi esclusivamente femminili (4). Ciò ha ammortizzato il forte impatto maschile che le migrazioni provenienti dal Senegal (5) o Marocco avrebbero potuto dare al bilancio finale, determinando un sostanziale equilibrio.

In relazione all'età, la classe predominante fra gli stranieri è quella compresa tra i 19 e i 40 anni, periodo della vita in cui è più facile trovare lavoro e dove le energie sono sufficienti ad affrontare avventure come quelle migratorie. Le percentuali relative a questa classe sono difatti molto alte, ma stanno subendo una progressiva diminuzione, sintomo della stabilizzazione dei nuclei familiari che da maggior tempo risiedono nella regione. Per effetto dei ricongiungimenti familiari è aumentato il numero degli over 40 e over 60, passati i primi da un 19,2% del 96 al 25,5% del 2000. Il numero dei minorenni è anch' esso salito sensibilmente; nonostante la difficoltà di un monitoraggio effettivo, poiché solo una esigua parte di essi è titolare di un proprio permesso, è stato rilevato come gli stranieri soggiornanti con prole in Toscana, (18,6%) siano più numerosi rispetto al dato nazionale. (13,9%). Inoltre tale tendenza è confermata da una ricerca effettuata dall'Istituto degli Innocenti sulla condizione dei minori nella Regione svolta nel 1998. Il dato che emergeva, già allora, mostrava come l'incidenza dei minori in Toscana fosse più alta rispetto al dato nazionale. L'indicatore più attendibile è però costituito dall'iscrizione (obbligatoria fino ai quindici anni), negli istituti scolastici inferiori e superiori. Secondo dati del Ministero Pubblica Istruzione, nell'anno accademico 1999\2000, sono risultati iscritti nei distretti scolastici di tutta la regione ben 11.317 studenti stranieri pari al 10% della popolazione straniera. Nel valutare il dato è necessario tuttavia tener da conto come la frequenza negli istituti superiori di alunni stranieri extracomunitari, almeno negli anni facoltativi, sia minima. Si può quindi ipotizzare un numero di under 18 addirittura superiore. Le stime Caritas valutano la presenza di 13.000 minori in Toscana, su i 181.000 presenti in Italia.

Le nazionalità presenti nel territorio toscano sono numerose, ben 164 nel 2000, ma fra queste soltanto una ventina superano la soglia simbolica delle 1000 unità. I paesi dell'U.E. tendono ad essere sempre meno rappresentati: la percentuale della loro incidenza sul totale degli stranieri è diminuita con andamento costante nel corso degli anni '90 attestandosi sul 13-14%. Allo stesso tempo i flussi provenienti dai paesi extraeuropei sono invece aumentati divenendo presto maggioritari. Dal bilancio demografico effettuato sui permessi concessi al 1 Gennaio 2000, le etnie maggiormente rappresentate risultavano essere:

Comunità nazionali più rappresentate nel territorio toscano
Nazionalità Valore assoluto Valore percentuale
Albania 18.563 13.4
Cina 17610 12.4
USA 9994 7.0
Marocco 9427 6.6
Romania 6072 4.3
Filippine 5121 3.6
Senegal 4978 3.5

--Elaborazione dati Walter Peruzzi su dati delle Prefetture Toscane

Seguono 14 gruppi con 1000-3000 unità: Jugoslavia, Regno Unito, Svizzera, Polonia, Sri Lanka, Francia, Tunisia, Perù, Somalia, India, R. Domenicana, Brasile, Russia e Macedonia.

Ancora 8 gruppi con 500-1000 unità: Pakistan, Egitto, Spagna, Nigeria, Giappone, Iran, Bangladesh e Grecia.

Gli albanesi sono il primo gruppo nelle province di Arezzo, Pistoia e Siena, in tutte le altre province si collocano al secondo posto. I cinesi prevalgono invece a Firenze e soprattutto a Prato dove sei immigrati su dieci provengono dalla Cina Popolare. I Marocchini sono il gruppo maggiormente presente a Lucca ed a Massa Carrara, a Pisa prevalgono invece i senegalesi, radicati soprattutto nel comprensorio del cuoio.

Negli ultimi cinque anni la Toscana ha visto crescere oltre la media nazionale, il flusso di stranieri provenienti dall'Europa dell'Est. Gli albanesi sono quasi raddoppiati in due anni mentre diviene sempre più rilevante la presenza rumena e russa. Altra particolarità regionale è l'immigrazione dall'Estremo Oriente, che tocca il 17% (contro il 9,3% nazionale), senza includere il Giappone. Questo dato si deve soprattutto all'eccezionale rilevanza della presenza cinese, concentrata nell'area fiorentino-pratese ed in costante espansione. L'immigrazione filippina cresce invece in misura ridotta ed ha una consistenza inferiore rispetto ad altre regioni. Al di sotto della media italiana risulta anche l'immigrazione dal subcontinente indiano e dall'America latina, costituita quest'ultima soprattutto da brasiliani e peruviani concentrati nel capoluogo. Infine, sono in forte e costante calo le presenze di cittadini africani, specialmente quelli provenienti dal Nord Africa. Il flusso proveniente dal Marocco, pur sempre uno dei più rilevanti, è diminuito di due punti percentuali dal 98, e anche per la Tunisia e per l'Egitto è stata registrata una flessione.

I permessi di soggiorno emessi nel territorio toscano hanno come prima motivazione lavoro e ricongiungimento familiare. Nel 2000 (6) i permessi relativi a queste due categorie hanno rappresentano l'86% del totale in media, del resto, con il dato nazionale. I restanti permessi sono divisi tra 5,8% di residenza elettiva, 2,9 % di studio, 1,4% per motivi religiosi, 0,5% adozione, 0,3 % asilo politico e 1,8% per gli altri motivi. I permessi per motivi di studio si concentrano, per ovvie ragioni, intorno ai tre poli universitari toscani. Anche i permessi relativi al ricongiungimento familiare non risultano distribuiti in modo omogeneo nel territorio, elevati ad Arezzo a Massa Carrara e a Pisa, risultano minori nell'area fiorentina e a Siena.

I permessi di soggiorno per motivi di lavoro emanati in Toscana al 1 Gennaio 2000 risultavano il 61,3% del totale. Di questi il 53,4% abilitavano al lavoro dipendente, mentre il 7,9 quello autonomo. Quest'ultimo dato, superiore alla media nazionale di ben 2,6 punti, è determinato dalla provincia di Prato dove i permessi di soggiorno per lavoro autonomo sono addirittura il 12,6% del totale, più del doppio del dato nazionale. Questa circostanza è dovuta al fatto che comunità cinesi si sono inserite da tempo nell'attività produttiva della zona avviando imprese sia nel ramo tessile che dell'abbigliamento.

Per il lavoro subordinato, il Vº rapporto I.S.M.U. stima per la Toscana un numero di stranieri avviati pari a 14.181 unità. Di queste quasi il 70% risulta impiegato in attività agricole e industriali (43% per quest'ultime), un dato superiore alla media italiana. Gli avviati hanno prevalentemente qualifiche di operai generici e la loro presenza ha ormai un ruolo strategico nell'economia regionale; nei settori dell'edilizia e del commercio, soprattutto, gli stranieri sono diventati un elemento insostituibile. L'offerta di lavoro straniera, del resto rappresenta un segmento molto appetibile dalle aziende toscana per le caratteristiche che la contraddistingue. Gli stranieri extracomunitari accettano mansioni che la manodopera italiana ha da tempo rifiutato, il loro utilizzo avviene spesso in condizioni di disagio, con turni di lavoro intenso o straordinario. La presenza straniera è rilevante nella metallurgia e meccanica (Siena ed Arezzo), nel tessile ed abbigliamento (Firenze e Prato), nella chimica e nella gomma (Pisa e Lucca). Negli ultimi anni sta crescendo l'impiego di lavoratori stranieri nel settore dei servizi alla persone, soprattutto in ambito di assistenza agli anziani. La Toscana si colloca tra quelle regioni (Liguria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia) che da tempo stanno registrato bassi livelli di natalità e di conseguenza presentano una struttura demografica sbilanciata, con una forte presenza di persone anziane. Le lavoratrici provenienti dell'Europa dell'Est sono le più impiegate per svolgere questo particolare tipo di assistenza domiciliare.

5.2 La presenza straniera nella città di Arezzo

Il flusso delle immigrazioni nella città di Arezzo ha origini relativamente recenti e riflette l'andamento di crescita e di sviluppo che il fenomeno ha seguito a livello regionale e nazionale.

Fino agli anni ottanta la presenza di stranieri nel territorio provinciale è costituita quasi esclusivamente da cittadini provenienti da paesi a sviluppo avanzato, in particolare, nordamericani, tedeschi ed inglesi.

Nei primi anni novanta si assiste ad una svolta nell'evoluzione dei flussi migratori sia in termini di eterogeneità delle provenienze che di consistenza degli arrivi, come è ben visibile dall'analisi dell'anzianità migratoria dei vari gruppi nazionali oggi residenti sul territorio provinciale.

Anzianità migratoria per area geografica di provenienza. Valori assoluti
Area geografica <1980 '80/'89 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 nati qui non disp. Tot.
Africa 10 58 72 94 76 96 56 94 117 185 213 329 138 242 1.780
Nord America 14 40 8 6 6 9 13 14 8 2 9 13 5 35 182
America latina 6 29 34 15 27 33 23 46 49 71 85 151 20 63 652
Asia 3 37 33 43 65 62 65 48 173 155 231 544 97 284 1.840
Europa Non Ue 17 71 25 90 59 93 110 141 398 386 753 934 128 1.461 4.666
Europa Ue 41 176 33 50 41 43 59 46 50 49 68 74 22 276 1.028
Medio Oriente - 33 8 2 8 2 1 7 13 10 5 9 6 6 110
Oceania 4 2 - 3 1 - 1 1 1 1 4 3 2 2 25
Apolide 1 1 - - - - - - - - - - - - 2
Totale 96 447 213 303 283 338 328 397 809 859 1.368 2.339 418 2.087 10.285
Totale % 1% 5% 3% 4% 3% 4% 4% 5% 10% 10% 17% 29% 5% - -

Dalla tabella si desume come solo il 6% della popolazione straniera attualmente residente nei comuni della provincia vi si sia stabilizzata prima del 1989. Il 18% ha acquisito la residenza durante il quinquennio 1990-1994, il 25% si è insediato stabilmente nel triennio 1995-97, in special modo nel biennio 1996-97 con una percentuale annua del 10%; il 36% ha acquisito la residenza negli ultimi due anni, in particolare il 17% nel 1998 e il 29% nel 1999. Questi dati mostrano come il fenomeno immigratorio abbia avuto un forte incremento, nella provincia, solo negli ultimi anni, quando, nel biennio 1998-1999, più di un terzo degli stranieri presenti ha di fatto acquisito la residenza. È necessario aggiungere però come in quel periodo siano intervenuti dei provvedimenti di sanatoria che possono aver alterato la rilevazione dei dati.

Per uno sguardo riassuntivo dell'andamento migratorio si può osservare il grafico che mostra, in termini percentuali, l'anno di arrivo degli stranieri nel territorio provinciale.

Anzianità migratoria dei cittadini stranieri residenti nel territorio provinciale, valori percentuali
Figura 1

L'evoluzione del fenomeno migratorio nella città di Arezzo ha seguito la stessa tendenza verificatasi nel suo territorio provinciale. Le tabelle seguenti illustrano la crescita dei tassi di immigrazione e le relative presenze registrate nel Comune capoluogo, negli ultimi cinque anni. Come per la Provincia si registra un notevole afflusso di immigrati negli ultimi tre anni.

Tassi di immigrazione da estero: stranieri iscritti nell'anno all'anagrafe comunale per 1000 residenti
Figura 2

Fonte: Anagrafi comunali

Straniere residenti nel Comune: valori assoluti ed evoluzione storica
Anno Femmine Maschi Totale
1995 841 733 1574
1996 762 786 1548
1997 762 786 1548
1998 1034 1234 2268
1999 1302 1463 2765
2000 1843 2112 3955
2001 2.038 2.367 4.405

La rilevazione di questi dati è al 1º gennaio di ogni anno, eccetto per il 2001 in cui il dato è stato rilevato il 1ºdi luglio.

Per l'anno 2001 la popolazione straniera residente nella città di Arezzo è pari a 4405 unità. Il dato non tiene conto né delle persone presenti in clandestinità né di coloro che, nonostante si siano stabiliti in città, non vi abbiano trasferito la residenza legale. Per questo motivo, come suggeriscono le stime dei dossier statistici della Caritas, è possibile accrescere il dato del 19% per ottenere un numero che rispecchi con più fedeltà la presenza; in questo caso la popolazione straniera consterebbe di circa 5200 unità. In ogni modo, anche con una valutazione che si affidi al dato reale, il rapporto tra cittadini italiani e stranieri risulta molto alto, pari al 4,7%, un valore quasi doppio della media nazionale. Inoltre, su tutto il dato provinciale, il 38,7% degli stranieri risultano risiedere nel capoluogo aretino.

Dalla tabella relativa alle presenze si desume anche un certo equilibrio fra la componente maschile e quella femminile, leggermente alterato solo dalle ultime rilevazioni. In realtà questo dato varia molto a seconda della nazionalità presa in esame. Vi sono alcune comunità come quella polacca o somala dove la maggioranza è senza dubbio rappresentata dal genere femminile. Flussi migratori provenienti da paesi quali Bangladesh o Tunisia sono invece caratterizzati da una prevalenza maschile. Di seguito è riportata una tabella che illustra la distribuzione per genere fra le nazionalità numericamente più rappresentate. I dati sono riferiti all'intero territorio provinciale.

Distribuzione di genere nelle nazionalità numericamente più rappresentate
Prime 16 nazionalità F % M % Totale F/M %
Albania 698 14% 1099 20% 1.797 39%
Romania 712 15% 587 11% 1.299 55%
Marocco 313 6% 502 9% 815 38%
Bangladesh 133 3% 354 7% 487 27%
Germania 244 5% 213 4% 457 53%
Yugoslavia 167 3% 271 5% 438 38%
Somalia 221 5% 132 2% 353 63%
Pakistan 68 1% 269 5% 337 20%
Polonia 219 5% 93 2% 312 70%
India 111 2% 194 4% 305 36%
Rep. Dominicana 206 4% 92 2% 298 69%
Macedonia 63 1% 172 3% 235 27%
Inghilterra 136 3% 98 2% 234 58%
Cina 105 2% 111 2% 216 49%
Tunisia 64 1% 148 3% 212 30%
Filippine 128 3% 78 1% 206 62%
Altre 1.309 27% 975 18% 2.284 57%
Totale 4.897 100% 5.388 100% 10.285 48%

- Fonte anagrafe comunali, rilevazione al 1º Gennaio 2000

Oltre alla distribuzione per genere la tabella mostra quali, fra le comunità insediatesi nel territorio provinciale, abbiano una maggiore rappresentanza. Fra queste risaltano l'albanese, con 1797 persone e la rumena 1299, seguono Marocco, Bangladesh, Jugoslavia e Somalia.

Per quanto riguarda la città di Arezzo, le nazionalità presenti nel suo territorio sono ben 87 ma di queste solo una decina superano la soglia simbolica delle cento unità. La tabella seguente riporta le comunità più numerose come risulta dalle iscrizioni alle anagrafi comunali aretine negli anni 2000 e 2001; La variazione presente nell'ultima colonna deve essere riferita ad un arco di tempo pari a 18 mesi poiché la rilevazione 2001 è stata effettuata al 1ºLuglio mentre quella del 2000, al 1º Gennaio.

Comunità nazionali sopra le cento unità, nel territorio cittadino
Nazionalità 2000 2001 Var. %
Albania 480 638 +24,7%
Romania 447 594 +24,7%
Bangladesh 358 473 +24,3%
Pakistan 269 317 +15,1%
Somalia 298 273 -9%
Marocco 219 235 +6,8%
Repubblica Dominicana 195 193 -1%
Filippine 165 177 +6,7%
Polonia 153 151 -1%
Cina 117 133 +12%
Tunisia 103 108 +4,6%
Jugoslavia 101 103 +4,9%

-Fonte anagrafe comunale dato al 1º Luglio 2001.

Dalla lettura dei dati, si desume come le nazionalità più rappresentate nel territorio cittadino siano più o meno le stesse con un buona presenza nell'intera provincia. Albanesi e rumeni risultano le comunità in assoluto più numerose della città e stanno conoscendo un ulteriore aumento, così come avviene per bengalesi e pakistani, rispettivamente terzo e quarto gruppo. Buono anche il dato, benché con minore incremento, relativo alla comunità marocchina, una delle prime a stabilirsi nel territorio aretino. Sembra stazionario invece il flusso proveniente dalla Repubblica Domenicana, in altri periodi molto attivo e quello originario delle Filippine; risulta invece in calo la comunità somala. Nella tabella non sono contemplate né le comunità provenienti da paesi dell'Europa comunitaria (tedeschi ed inglesi molto numerosi in città) né quelle provenienti dal Nord America.

L'esame degli incrementi percentuali mostra come le comunità principali tendano ad attrarre nuclei di connazionali sempre più consistenti, registrando tassi di crescita molto alti anche nel breve periodo. Questa circostanza è chiaramente dovuta all'effetto richiamo che una comunità straniera numerosa e ben strutturata nel territorio è capace di esercitare verso i propri connazionali. Ad Arezzo, in particolare, i flussi di ultima generazione sembrano interessare queste etnie, mentre gli arrivi di nuove nazionalità o di nazionalità poco rappresentate risultano sempre meno rilevanti. Negli ultimi tre anni, in ogni caso, le correnti migratorie principali sono provenute da aree asiatiche ed est europee, (non solo Albania ma anche Repubbliche ex russe), mentre gli arrivi dall'area africana sono diminuiti (Marocco) e in alcuni casi scomparsi (Somalia).

Per arricchire il quadro relativo alla popolazione locale immigrata, è riportata di seguito la tabella che suddivide per classi di età gli stranieri presenti nella zona aretina. (comune di Arezzo più altri comuni limitrofi minori.)

Classi di età nella popolazione straniera residente nella zona aretina
Classi di età Valori assoluti Valori percentuali
0-9 537 11,5%
10-19 445 9,6%
20-29 1372 28,5%
30-39 1449 31,1%
40-49 550 11,8%
50-59 171 3,6%
60-69 73 1,5%
70-99 56 1,3%
Totale 4653 100%

- Fonte anagrafe comunale, dato al 1ºgennaio 2000.

I dati mostrano come Arezzo, al pari di tutte le città con una immigrazione recente, ospiti una popolazione straniera estremamente giovane. Più della metà degli immigrati che risiedono nel capoluogo hanno infatti un'età compresa tra i 20 e i 39 anni. Molto interessante risulta anche il dato relativo alla fascia di età 0-9. L'alta presenza di bambini stranieri, pari all'11,5% dell'intero dato, è conseguenza di alcune caratteristiche dei processi migratori attualmente in corso nella città fra cui, in particolare, la tendenza alla stabilizzazione dei nuclei familiari, la maggiore prolificità rispetto ai residenti e l'iniziale comparsa di una seconda generazione di immigrati. Molto bassa appare invece la presenza degli over 40 e quasi irrilevante quella degli over 60. Semplificando la lettura dei dati si può quindi dire che ogni 10 immigrati, 2 sono minorenni, 6 sono giovani o giovanissimi e soltanto due appartengono a fasce di età superiori.

Rispetto alle differenti nazionalità, tra gli immigrati provenienti dall'Europa dell'Est e dell'Asia prevale la classe d'età 25-29 anni (con percentuali interne alla nazionalità di appartenenza del 20% circa), mentre per nordafricani e sud americani la classe più consistente è quella dei 30-34 anni (con percentuali per entrambi del 20%). Questa circostanza conferma come l'immigrazione proveniente dall'Est Europeo (Albania, Romania) e dall'Asia (Pakistan, Bangladesh) sia un'immigrazione recente, caratterizzata sia soggetti giovani che da canali migratori molto attivi. L'immigrazione proveniente da altre aree (Africa, sia centrale che del nord, su tutte) pare invece aver perso la sua spinta progressiva ed è caratterizzata da comunità stabili con una anzianità di migrazione maggiore rispetto alle altre.

L'analisi per stato civile della popolazione straniera locale mette in rilievo come, nonostante un'età media molto bassa, vi sia un alta presenza di coniugati, pari al 45% dell'intero dato. Questa circostanza si riflette anche nel numero di permessi rilasciati per motivi familiari, maggiore, in percentuale, rispetto ad ogni altra Provincia della Toscana. La tabella seguente mostra la distribuzione per motivi dei permessi di soggiorno rilasciati nella provincia aretina allo 01.01.2000.

Distribuzione per motivi di soggiorno dei permessi rilasciati nella Provincia di Arezzo
Motivi Valori assoluti Percentuali
Lavoro dipendente 4317 52,9%
Lavoro autonomo 335 4,1%
Totale lavoro 4652 57%
Familiari 2375 21,9%
Altri motivi 1134 13,9%
Totale 8161 100%

La percentuale del 21,9 per i motivi familiari conferma il carattere di stabilità che l'immigrazione ha assunto nel territorio aretino. Le comunità giungono ad Arezzo con l'intenzione di stabilirvisi, spesso dopo tentativi di ambientamento in altre zone d'Italia; difficilmente in ogni caso vedono la città come tappa di passaggio o di primo orientamento al pari di quanto avviene per le grandi metropoli di arrivo.

Il carattere di stanzialità dell'immigrazione è inoltre favorito da un mercato del lavoro che offre buone opportunità alla mano d'opera straniera. L'economia locale si avvale, ormai da tempo, dei lavoratori immigrati, ai quali vengono affidate le mansioni più dure e pericolose che la popolazione autoctona non vuol più svolgere. L'inserimento degli immigrati appare rilevante in particolare nei settore industriali, dell'agricoltura, delle collaborazioni domestiche e dei lavori di cura. Le qualifiche di avviamento rispecchiano un basso profilo di assunzione; gli operai generici sono l'81%, i qualificati solo l'17% mentre resta ancora un evento raro l'avviamento di un immigrato come operaio specializzato o impiegato (1%). La condizione dei lavoratori stranieri è quindi molto bassa e il loro impiego è limitato alle mansioni più umili. In ogni caso il tasso di disoccupazione sembra limitato: un confronto tra residenti stranieri iscritti all'anagrafe e disoccupati iscritti all'ufficio di collocamento, indica, nell'area provinciale, una disoccupazione che si aggira sul 10%.

Note

1. Dato fornito dal Ministero degli Interni al 1 Gennaio 2000.

2. La precedono, in ordine: Lombardia, Lazio, Veneto ed Emilia Romagna, le ultime due hanno percentuali di immigrazione che si attestano comunque sul 7-8%.

3. Soltanto nel 1994 la presenza femminile era stimata sul 35.8%. Elaborazione Caritas su dati Mnistero dell'Interno.

4. È stato calcolato che per ogni cento cittadini della repubblica domenicana giunti in Italia, 86 sono donne.

5. Soltanto il 7.1% degli stranieri provenienti dal Senegal (3.369 in Toscana nel 1999) ha sesso femminile. Nei flussi provenienti da paesi come l'Estonia il tasso di presenza femminile supera il 90%.

6. Dato al 1 Gennaio, elaborazione Caritas fonte Ministero del Lavoro.